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mercoledì 26 agosto 2009

Rifugiati: Il prefetto prende tempo..


Rinviato il trasferimento/sgombero della palazzina occupata in corso peschiera.

Torino - Questa la notizia di oggi, dopo giorni e giorni di propaganda mediatica sul trasferimento /sgombero senza se e senza ma del ex clinica San Paolo occupata da quasi un anno da circa 350 Rifugiati.

Il prefetto Paolo Padoin ha ritenuto opportuno rinviare e meta' settembre quello che sarebbe dovuto avvenire il 29 agosto, accettando di fatto le richieste di Rifugiati, Comitato di Solidarieta' e associazioni. Rinvio dovuto a problemi tecnici ma che in realtà nosconde prblemi più importanti.

Non a caso questa proroga arriva dopo la tragica morte dei 73 eritrei avvenuta qualche giorno fa nel Mar Mediterraneo, e più in generale sulle politiche dei respingimenti in mare che sicuramente ha influito non poco sulla decisione del prefetto di allungare i tempi nella speranza si attenuino le polemiche sulla tragica notizia.

Questo "accontentino" del prefetto non influisce minimamente sulle richieste presentate dai Rifugiat* sulla gestione di via Asti, in particolare sul regolamento interno, sulle visite e sul presidio militare all'ingresso della caserma.

Su quest'ultima sembra ci siano delle novità e cioè l'utilizzo di volontari dell'associazione alpini all'ingresso della caserma, sempre in linea (e ci mancherebbe che il prefetto non lo fosse..) con le politiche xenofobe del "pacchetto sicurezza".

Anche sul numero di persone da trasferire sembra non esserci più problema; il prefetto fa sapere che troverà, per le persone che rimarranno fuori da via Asti, una soluzione con il sindaco di Settimo utilizzando il centro di prima accoglienza.
"Soluzione" anche questa temporanea decisa senza comunicarla ai Rifugiati i quali dovranno esprimersi in tal senso..

Un passo indietro quindi, di prefetto e comune, sullo sgombero ancora una volta allontanato dalla forte determinazione dei Rifugiati che si preparano ad affrontare questa nuova scadenza.


Comunicato Stampa

rinvio mediatico o incapacita'istituzionale?

Corso Peschiera è occupata da ottobre 2008, e da allora le istituzioni si sono via via alternate sui giornali con proclami, sgomberi e soluzioni provvisorie... ultima notizia lo sgombero ed il parziale trasferimento in via Asti che secondo il sindaco in persona doveva avvenire a fine agosto. Oggi leggiamo dal prefetto che non sarà così, che ci saranno soluzioni per tutti e tutte..... ma il come e il dove e il quando è ancora incerto!

L'atteggiamento di continuo attacco, ritrattazione, rimpalli che sindaco, assessori e prefetto stanno continuando a fare sulla pelle e la vita degli occupant* ci mostra soltanto la loro incapacità di garantire una vita dignitosa a chi ne avrebbe diritto.

Siamo disgustate/i dal continuo balletto di numeri, e dalla girandola di proposte vendute come "soluzioni al problema profughi": i numeri servono per le statistiche e la burocrazia e forse questi sono gli unici interessi reali dell'Assessore Borgione e del suo staff; le "soluzioni" vanno trovate sul terreno dei diritti; "il problema" da risolvere non sono gli uomini e le donne che abitano in corso Peschiera, ma le politiche complessive su immigrazione e accoglienza del nostro Paese che a livello centrale rimane uno dei pochi in Europa sprovvisto di una legge organica sul diritto all'asilo, e che a livello locale mostra tutta l'ipocrisia e l'inefficienza di amministratori buoni solo a scaricare su altri le proprie responsabilità .

Quanto succede a Torino è in continuità con la tragedia avvenuta in questi giorni al largo di Lampedusa e ai respingimenti verso la Libia: i richiedenti asilo affogano in mare o vengono respinti; coloro che sopravvivono e che ottengono lo status di rifugiati/e vengono poi trattati come fastidiosa incombenza, senza alcun rispetto per la convenzione di Ginevra che li equipara ai cittadini e alle cittadine italiane, arrivando a negare loro la residenza e quindi l'accesso a diritti quali il lavoro, la casa, l'assistenza.

Ci viene quindi il sospetto che il rinvio dello sgombero abbia poco a che fare coi reali bisogni degli/delle occupanti di corso Peschiera, ma sia solo un modo per sottrarsi alla polemica di questi giorni sulle modalità italiane di gestire i rifugiati/e, cercando di abbassare i toni ed aspettando un momento più propizio.

La "soluzione via asti", che rimane come unica alternativa, è una sistemazione temporanea e provvisoria, per nulla strutturale, con una proposta di gestione e regolamento che limita fortemente le libertà individuali e rientra in una logica più ampia di criminalizzazione aprioristica dei e delle migrant*.

Non accettiamo questa logica, non vogliamo nella nostra città un laboratorio di repressione che potrebbe poi essere esportato nelle altre città come modello di "accoglienza" e che invece, come il Cie di corso Brunelleschi, sarebbe un altro luogo di negazione di diritti e libertà.

Noi continueremo a supportare le lotte dei rifugiat* che non hanno intenzione di abbassare la testa ma anzi che intendono partecipare attivamente alla vita politica della città con la propria presenza e la propria determinazione e la resistenza a chi continua a trattarli come pacchi postali di cui ancora non conosce la destinazione nascondendone i reali, e tuttora validi, bisogni.

Continueremo a non accettare soluzioni provvisorie, ma a rivendicare diritti per tutti e tutte!

I diritti se non sono per tutti e tutte si chiamano PRIVILEGI!
CASA LAVORO RESIDENZA
DIGNITA' PER I RIFUGIATI E LE RIFUGIATE

comitato di solidarietà con rifugiati e migranti - Torino

da Infoaut

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