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venerdì 29 aprile 2011

ARRIVA GASPARRI E LA POLIZIA FA TOGLIERE LA BANDIERA ROSSA


Scrivo questa nota per rendere pubblica una violazione della libertà
perpetrata dalla polizia di Nardò nei confronti miei, del circolo “ noveaprile“ di Sinistra ecologia e Libertà e di tutti in generale.
Questa mattina, verso mezzogiorno, giungo in piazza Salandra e noto nei pressidel bar della piazza una quarantina di persone. Erano presenti il candidatosindaco Antonella Bruno, Maurizio Gasparri e tutto il seguito di candidati al consiglio comunale della destra.

Le forze dell’ ordine erano lì a tutela del corretto svolgimento della
manifestazione, che poi era un rinfresco con aperitivi, tarallucci e vino.
Come ogni dì entro nel mio circolo ed espongo appena fuori dallo stabile inostri simboli, le nostre bandiere, quelle di Sel e della pace.
Ad un certo punto un ufficiale del locale Commissariato entra nel circolo e miintima di togliere le bandiere senza dare spiegazione di quale diritto stessi violando. Al contempo questo poliziotto esercitava prepotenza nei miei confronti dicendo di essere stato mandato all’ uopo dal dirigente, ossia dal Commissario di Pubblica Sicurezza.
Dopo qualche secondo, vista la mia resistenza questi cominciava a reiterare le sue richieste in tono più minaccioso e ho dovuto introdurre le bandiere all’ interno del circolo.
Il poliziotto chiedeva di entrarle proprio dentro in maniera tale da non
essere visibili. Accogliendo parzialmente le sue richieste mi limitavo a porgerle sull’ uscio.
Mi chiedo che paese è questo: un paese dove mancano le libertà fondamentali; dove la libertà di espressione non esiste, dove la libertà dal bisogno è un’ utopia, dove la libertà di voto è
una bestemmia, dove la libertà al lavoro, sul lavoro è una chimera irraggiungibile.
Certo della definizione del diritto, da cittadino e da dirigente del mio partito posso asserire che sono state violate due libertà fondamentali: la libertà di espressione e quella politica ricevono un colpo brutale proprio da chi è preposto alla salvaguardia dei diritti di tutti i cittadini di Nardò.
Che sia stato Gasparri a dare l’ ordine o che sia stato il dirigente poco importa.
Quello che posso e devo gridare è che questo paese vive un momento profondamente drammatico della salute pubblica: qui non esiste libertà!
Mi sento straniero a casa mia e chiedo a tutte le persone di buon senso di
indignarsi e reagire a questo stato di cose.
Quello che deve essere chiaro a tutti è che Sinistra ecologia e Libertà a Nardò sta mettendo radici e nessuna prepotenza le toglierà l’ ambizione di costituire una frontiera larga di umanità che vuole destrutturate l’ esistente, che vuole cambiare.
In un paese che vive nel sonno della barbarie, noi, ci ostineremo sempre a proporre un presidio di libertà.



ANGELO CLEOPAZZO

CIRCOLO “ NOVEAPRILE “ SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’ NARDO’

LA FONTE: esito sondaggio

ALFREDO RONZINO AVANTI PER UN'INCOLLATURA!
Clicca sull'immagine per ingrandire









AVVERTENZA

Questo sondaggio non ha, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di una rilevazione aperta a tutti, non basata su un campione elaborato scientificamente. Ha quindi l’unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione su un tema di attualità. Le percentuali non tengono conto dei valori decimali. In alcuni casi, quindi, la somma può risultare superiore a 100.

mercoledì 27 aprile 2011

Quelli che il 25 aprile non festeggiano


di MATTEO TONELLI
Quelli che il 25 aprile non festeggiano "Basta con la mitologia della Liberazione"
ROMA - Chi invoca "la pacificazione". Chi chiede che si faccia luce "sui massacri dei partigiani". Chi tira in ballo le foibe e Togliatti. Chi attacca manifesti con fascio littorio e chi, più sbrigativamente, brucia gli addobbi sistemati sul monumento alla Resistenza. Eccolo il 25 Aprile di chi non festeggia. Di chi puntualizza. Di chi proprio non riesce a vedere nel 25 aprile una festa di tutti. Di chi, nel giorno della liberazione dell'Italia dalla dittatura nazifascista, preferisce invocare una "pacificazione" tra vincitori e vinti che suona tanto come una parificazione tra chi ha lottato per la liberazione del Paese e chi, di quella oppressione, era autore e complice. Il tutto mentre tre parlamentari del Pdl presentano un disegno di legge costituzionale che abolisce la norma della Costituzione che vieta "la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista".


LE FOTO DEI MANIFESTI FASCISTI
1
"Bisogna ribadire come non ci si debba chiudere in rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza e, in particolare, del movimento partigiano, come non se ne debbano tacere i limiti e le ombre" scrive il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, deputato del Pdl, in un manifesto fatto affiggere in occasione del 25 aprile. Dove si fa ricadere sull'allora segretario del Pci Palmiro
Togliatti la sorte "delle centinaia di migliaia di nostri connazionali costretti a fuggire sull'onda della feroce pulizia etnica delle foibe scatenata dai partigiani jugoslavi del dittatore Tito, con la complicità morale del leader dei comunisti italiani".

Cirielli, comunque, non è solo. Con lui si schiera Fabio Garagnani, coordinatore Pdl città di Bologna che parla di "mitologia resistenziale", rivendica la sua non partecipazione alle celebrazioni di lunedì, chiede che si indaghi "sui massacri dei partigiani" e vede nel 18 aprile del 1948 "la vera festa unificante del nostro paese, che con la vittoria elettorale della Dc e dei suoi alleati consenti' all'Italia di consolidare la democrazia liberandola dalla minaccia del comunismo".

Da Bologna al Veneto il passo è breve. E i toni analoghi. Stavolta sono gli ex An Elena Donazzan (assessore regionale), Marco Luciani (assessore provinciale), Vittorio Di Dio (assessore comunale) a lanciare l'invettiva contro i partigiani: "Non sono degli eroi, magari qualcuno di loro avrà fatto degli atti coraggiosi, ma sarebbe un errore pensare che la Liberazione sia merito loro. Senza l'intervento degli alleati probabilmente la storia sarebbe stata diversa". La Donazzan si spinge ancor più avanti: "Dobbiamo capire che a quel tempo non c'era una parte giusta e una sbagliata per la quale combattere". Tutti uguali insomma. Fascisti e antifascisti. "Superando ogni divisione per creare una memoria condivisa" invoca il capogruppo del Pdl di Modena Adolfo Morandi. Magari dedicando una strada ad un milite fascista genovese, come chiede Gianni Plinio responsabile sicurezza del Pdl della Liguria.

Nella lista dei non celebranti c'è anche chi sceglie di disertare la ricorrenza per protestare contro l'arrivo dei nomadi nel comune che amministra. Come Fabio Stefoni, sindaco di Castelnuovo di Porto, un piccolo comune alle porte di Roma.

Non poteva mancare Francesco Storace. L'ex fedelissimo di Fini, adesso leader della Destra chiede che si guardi alla storia d'Italia, Ventennio compreso. "Senza manicheismi" e "con le sue luci e le sue ombre". "130 Anni non sono 150 e ci fa pena chi ne elimina 20. E' storia d'italia. E' illusorio pensare di cancellarla" tuona. Niente feste rivendicano i seguaci storaciani di Lamezia Terme: "Non abbiamo mai festeggiato il 25 aprile e non è nostra intenzione neanche pensarci. Continuiamo a considerare la pseudo 'festa nazionale' come 'misera bugia' con la quale si può ricordare solo la sconfitta nella Guerra Mondiale e la fine sanguinosa di una guerra civile".

Chi, sicuramente, lo sciagurato ventennio fascista non lo dimentica, anzi lo rivendica, è colui che ha incollato a Roma centinaia di manifesti con un'immagine di fascisti in trionfo: "25 aprile, buona Pasquetta!". O chi a Corsico, in provincia di Milano, ha bruciato gli addobbi sistemati sul monumento alla Resistenza e asportato quelli presenti su un altro dedicato agli Alpini.

(23 aprile 2011)

http://www.repubblica.it/politica/2011/04/23/news/liberazione_frasi-15308454/

da Antifa

martedì 26 aprile 2011

.....VOTI SPRECATI O SPRECO DI PAROLE....


..... Ebbene si... da nuovo o quasi alle campagne elettorali, ahimé sono incorso in una singolare esperienza, che provo a parteciparvi...perchè credo sia esperienza comune, sarà accaduto a tanti di voi/noi......senza distinzione di ruoli - candidato o elettore.

Alla dichiarazione di voto di un mio elettore, la risposta di un concorrente candidato - benché, collega di coalizione - è stata, ma no! . E' un voto sprecato..


.... A questo punto ho cercato, pur in assenza di contraddittorio, di capire se tale asserzione fosse riferita alla mia persona o al partito o ad entrambi.. ho fatto una rapida analisi che vi propongo..



Cercando di vagliare le ragioni di tanto spreco



E' sprecato votare Vincenzo Renna.....perchè:



1) E' un libero professionista che opera nel settore della consulenza societaria e del diritto di impresa.



2) Si è perfezionato in diritto Amministrativo Comunitario nell'università del Salento ed ha conseguito altre specializzazioni nel settore del diritto commerciale ed urbanistico e degli appalti



3) Ricopre incarichi in Consigli di Amministrazione ed organismi di vigilanza di società pugliesi e non.... ed anche con il suo modesto contributo professionale fa si che tante persone conservino il proprio posto di lavoro stabile e possano pensare al proprio futuro.



4) si sveglia presto la mattina e torna tardi la sera perchè nel proprio lavoro niente è garantito e c'è una concorrenza tremenda.



5) ha strutturato in alcune regioni italiane - ipotesi di PPP - Partenariato Pubblico Privato - finalizzate allo sviluppo ed alla crescita dei territori col minimo dispendio di risorse finanziarie pubbliche....tessendo importanti relazioni col sistema finanziario nazionale ed internazionale ...



Allora mi sono detto, immodestamente, ha fatto bene l'amico Franco a comunicare al mio collega candidato concorrente pur nella stessa coalizione, che voterà per Vincenzo Renna - e non è sprecato farlo.



Per cui resterebbe la subordinata.



la ragione dello spreco è riferibile al partito Sinistra Ecologia e Libertà con Vendola o ad un mix di valutazioni partito persona... e allora consentitemi la confutazione si fà ancora più severa...



Perchè SEL rappresenta il contrario del settarismo di taluni che interpretano e fanno la campagna elettorale con la calcolatrice - con i logaritmi matematici che assegnano pacchetti di voti ora a quello ora a questo notabile...



la nostra lista, al contrario, è espressione della Nardò di oggi fatta di precari di lavoratori dipendenti di docenti di professionisti e manager abbraccia tante identità in un perimetro di valori che sono sempre quelli e non mutano e non muteranno mai e sono: legalità ed uguaglianza.



Noi abbiamo il coraggio di continuare a sognare ad occhi aperti una società migliore e più giusta aperta al mondo senza barriere e che consenta che chiunque possa esprimere il prorpio diritto di cittadinanza.....



Non chiamateci solo sognatori, perchè tra noi si ci sono anche tecnici raffinati ed il nostro circolo non ha paura di dialogare e confrontarsi con nessuno e su nessun argomento.



Crediamo come Nichi che esiste una Italia migliore e all'interno di essa una Nardò migliore per queste ragioni con le nostre storie ed esperienza chiediamo il voto alle nostre concittadine e ai nostri concittadini..



Abbiamo creduto dall'inizio in Marcello Risi e lui in noi ....abbiamo accettato la sfida e a prescindere da quale sarà il risultato elettorale (che sono convinto ci premierà.....) non ci tireremo indietro dalle nostre responsabilità e dalla promessa di impegno che abbiamo dato al nostro candidato Sindaco ed alla nostra Città.





Anche in questo caso votare me e soprattutto votare SEL non sarà un esercizio sprecato....



Mi piacerebbe concludere che forse chi ha espresso tale giudizio ha sprecato si... una buona occasione per tacere...



Tuttavia, personalmente credo molto nella ISONOMIA, che per dirla come sapientemente ha fatto Hannah Arendt in "Che cos'è la politica" Einaudi, Torino, 2001. pp.30-40 - significa che tutti hanno pari diritto all'attività politica...



Per cui ben vengano i giudizi o i dileggi di chicchesià, i conti si tirano alla fine.....



FORZA SEL - FORZA MARCELLO RISI

mercoledì 20 aprile 2011

CAPAREZZA - NON SIETE STATO VOI



CAPAREZZA - NON SIETE STATO VOI

Non siete Stato voi che parlate di libertà
come si parla di una notte brava dentro
i lupanari.
Non siete Stato voi che
trascinate la nazione dentro il buio
ma vi divertite a fare i luminari.
Non
siete Stato voi che siete uomini di
polso forse perché circondati da una
manica di idioti.
Non siete Stato voi
che sventolate il tricolore come in
curva e tanto basta per sentirvi patrioti.
Non
siete Stato voi né il vostro parlamento
di idolatri pronti a tutto per ricevere
un'udienza.
Non siete Stato voi che
comprate voti con la propaganda ma
non ne pagate mai la conseguenza.
Non
siete Stato voi che stringete tra le
dita il rosario dei sondaggi sperando
che vi rinfranchi.
Non siete Stato
voi che risolvete il dramma dei disoccupati
andando nei salotti a fare i saltimbanchi.
Non
siete Stato voi. Non siete Stato, voi.

Non
siete Stato voi, uomini boia con la
divisa che ammazzate di percosse i
detenuti.
Non siete Stato voi con gli
anfibi sulle facce disarmate prese
a calci come sacchi di rifiuti.
Non
siete Stato voi che mandate i vostri
figli al fronte come una carogna da
una iena che la spolpa.
Non siete Stato
voi che rimboccate le bandiere sulle
bare per addormentare ogni senso di
colpa.
Non siete Stato voi maledetti
forcaioli impreparati, sempre in cerca
di un nemico per la lotta.
Non siete
Stato voi che brucereste come streghe
gli immigrati salvo venerare quello
nella grotta.
Non siete Stato voi col
busto del duce sugli scrittoi e la
costituzione sotto i piedi.
Non siete
Stato voi che meritereste d'essere
estripati come la malerba dalle vostre
sedi.
Non siete Stato voi. Non siete
Stato, voi.

Non siete Stato voi che
brindate con il sangue di chi tenta
di far luce sulle vostre vite oscure.
Non
siete Stato voi che vorreste dare voce
a quotidiani di partito muti come sepolture.
Non
siete Stato voi che fate leggi su misura
come un paio di mutande a seconda dei
genitali.
Non siete Stato voi che trattate
chi vi critica come un randagio a cui
tagliare le corde vocali.
Non siete
Stato voi, servi, che avete noleggiato
costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete
voi confratelli di una loggia che poggia
sul valore dei privilegiati
come voi
che i mafiosi li chiamate eroi e che
il corrotto lo chiamate pio
e ciascuno
di voi, implicato in ogni sorta di
reato fissa il magistrato e poi giura
su Dio:
"Non sono stato io".

domenica 17 aprile 2011

Lettera di Pasqua a Gesù di un ergastolano ostativo

di Carmelo Musumeci

L’ergastolo ostativo è quella pena che ti impone la scelta di scegliere fra due mali: o stai dentro fino alla morte o metti un altro al posto tuo.

Gesù, ci sono dei giorni che mi sembra che i muri della mia cella mi stritolino il cuore e ci sono dei momenti che non mi ricordo più come si vive da uomo libero.
Gesù, non riesco a capire! A cosa serve e a chi serve che tanti “uomini ombra” dopo venti anni, trenta anni, alcuni molti di più, rimangono chiusi in una cella?
Gesù, un “uomo ombra” ha poco tempo per pensare, perché è occupato tutto il giorno a trovare buoni motivi per sopravvivere ad un giorno dietro l’altro.
Gesù, come sono stupidi gli uomini “buoni”: invece di farci fare qualcosa fuori, ci tengono chiusi nelle celle come belve feroci senza fare nulla.
Gesù, in certe notti non esiste nessun altro luogo dove trovare tanta tristezza come nel cuore degli “uomini ombra”, perché non si può pagare il proprio passato con tutta una vita.
Gesù, non ho mai avuto paura dei cattivi, ci sono nato intorno a loro, piuttosto è da tanto tempo che sono i buoni che mi fanno paura.
Gesù, per tutti il futuro è un mistero, ma non lo è per gli “uomini ombra” perché noi sappiamo già come vivremo, dove vivremo e dove moriremo.
Gesù, le lacrime degli “uomini ombra” non si vedono, perché pure quelle sono di ombra. E non è vero che sperare non costa nulla perché una speranza andata a male è più dolorosa di qualsiasi altro dolore.
Gesù, i sogni vanno e vengono, i ricordi restano: per questo preferisco più ricordare che sognare, perché neppure i cattivi possono vivere senza amore sociale, senza futuro e senza speranza.
Gesù, se tu fossi nato di questi tempi non ti avrebbero messo in croce, ti avrebbero dato l’ergastolo ostativo, perché gli uomini buoni sono diventati molto più cattivi di quelli di una volta.
Gesù, anch’io vorrei morire come te, ma i buoni non vogliono: dicono che sia peccato, loro vogliono far giustizia così, per essere più cattivi di noi.
Gesù, i buoni non fanno come i cattivi, loro le vite preferiscono spegnerle, farle soffrire e distruggerle un po’ tutti i giorni.
Gesù, spero che tu non senta mai tutto il dolore, l’angoscia e la tristezza degli “uomini ombra”, perché noi respiriamo, ma non viviamo.
Gesù, non capirò mai come persone “perbene”, probabilmente “buone”, mettono, dicono non per vendetta ma per giustizia, la gente in prigione con una pena che non finisce mai e in un posto brutto schifoso e illegale come il carcere.
Gesù, te la posso fare una domanda? Valeva la pena farti mettere in croce per gli umani che sono così disumani?
Gesù, valeva la pena che tu morissi per far diventare i “buoni” così cattivi? Non ti conveniva mettere in croce un altro al posto tuo, come stanno chiedendo a me per uscire dal carcere?
Gesù, dopo venti anni di carcere mi hanno chiesto questo, ma se non l’hai fatto tu che sei così buono, perché lo devo fare io che sono così cattivo?

Pasqua aprile 2011

venerdì 15 aprile 2011

NARDO': LA POSIZIONE NETTA DI SEL

Due punti fermi: No a nucleare e no a derive neofasciste

Quella del nucleare è certamente una grande sfida democratica, una battaglia di
civiltà.
In queste ore tutto il mondo dovrebbe interrogarsi sulla seria necessità di
interrompere ogni piano di sviluppo energetico basato sulla produzione
nucleare.
La madre Terra comincia a morire sotto i nostri occhi ed il Giappone diviene
il simbolo di una sciagura senza precedenti che lascia i suoi semi di morte
alle generazioni presenti ed a quelle future.

Quello che il circolo “ noveaprile “ di Sinistra ecologia e Libertà di Nardò
può dichiarare è che ogni misura idonea a scongiurare l’ insediamento di una
centrale nucleare a ridosso del territorio neritino sarà perseguita.
Rispondere con le parole del Presidente delle Puglie Vendola mi sembra la cosa
più schietta:“ dovranno venire con i carri armati “ !

Rispondo brevemente alla voglia del “ polo neretino “ di mettere in rilievo le
probabili divergenze fra sensibilità differenti come quella di SEL e delle
altre anime che compongono la coalizione che sostiene Marcello Risi a candidato
sindaco.
Sarebbe più opportuno per il “ polo neretino “ curare i rapporti interni alla
propria coalizione di riferimento.
Mi spiego meglio: l’ adesione di gruppi neofascisti alla coalizione di
Giancarlo De Pascalis si qualifica da sola.
La storia dovrebbe insegnare qualcosa ma il consistente blocco reazionario (
Piazza Pulita-Progetto Nardò-Forza Nuova) presente nella coalizione che compone
il “ polo neretino “ evidenzia la natura di destra di quella coalizione.
Il problema per la nostra comunità è che certe formazioni non solo sono di
destra ma appartengono a quella destra xenofoba e razzista; appartengono a
quella destra nostalgica del fascismo segno che la storia non è stata maestra
per molti neritini.
Mentre alcuni parlano strumentalmente di nucleare che è una tematica aleatoria
voglio porre un quesito reale e contingente: alcuni migranti sono già presenti nel territorio neritino e SEL, con mezzi propri, aiuta questi nostri fratelli quotidianamente.
Quando, a breve, arriverà l’ ondata degli schiavi raccoglitori di angurie e
pomodori quale comportamento avrà questa destra presente nella coalizione di De
Pascalis?

Spero soltanto che la soluzione non sia quella del “ calcio in culo “ .




Angelo Cleopazzo SEL Nardò

CIAO VITTORIO

Vittorio, l'eroe buono


Forte, coraggioso, generoso. Come nelle favole che si raccontano ai bambini

"Dormite, che domani si va a ballare il rock-and-roll". Assomigliava a Corto Maltese, la prima volta che lo vidi. Aveva la pipa, un berretto blu da marinaio e la voce pacata. Da dieci giorni la pioggia di bombe sulla Striscia era terminata, e assieme ad alcuni cooperanti eravamo riusciti a entrare dall'Egitto per documentare gli effetti di Piombo Fuso, l'operazione militare israeliana che ha massacrato 1.300 palestinesi, 300 dei quali bambini. Siamo rimasti in piedi tutta la notte a chiacchierare di politica.Poi la sveglia, alle sei. "Andiamo a ballare il rock-and-roll". E siamo partiti, prima in macchina, poi su un camioncino scassato. Una decina di attivisti dell'Ism e qualche giornalista, tutti sul cassone del camioncino, con Vittorio che agitava le sue enormi braccia indicando la strada, mentre i bambini lo salutavano strillando 'Vik, habibi', fratello. Nel campo di al-Arahin, nei pressi di Khan Younis, al centro della Striscia di Gaza, i contadini erano pronti. Con l'aiuto degli attivisti potevano sperare di raccogliere almeno qualche chilo di prezzemolo da portare al mercato, senza correre il rischio di venire uccisi. La settimana prima, dal confine con Israele, un cecchino israeliano aveva colpito, ammazzandolo, un ragazzo di 19 anni: stava caricando il prezzemolo sul suo mulo. Forse si era avvicinato troppo alla rete. Quella rete che stringe Gaza come una gabbia. Ma oggi c'erano quelli dell'Ism, gli amici dell'Ism, e il raccolto sarebbe stato più abbondante. Oggi c'era Vik, col suo megafono, che gridava ai militari: "Siamo civili disarmati, non sparate". E invece, poco dopo, il rock-and-roll. Le raffiche facevano sobbalzare, e anche se nessuno si sentiva direttamente preso di mira - salvo i contadini, che per la paura si acquattavano immobili tra le piante - eravamo terrorizzati. Vittorio no, lui stava eretto col suo megafono, a gridare: "Vergogna, siete la vergogna di Israele". Era un rompiscatole, e qualcuno, non solo in Israele, lo avrebbe volentieri fatto fuori.

Vittorio era l'eroe buono che si racconta ai bambini prima di dormire. "... e poi arriva Vik col suo megafono, che caccia via i cattivi coi carri armati". Ha scelto di vivere con i deboli, e di aiutarli senza chiedere nulla in cambio. I proventi del suo libro, 'Restiamo umani', li ha devoluti all'associazione che ha creato per sostenere le vittime di Gaza. La sera che l'ho salutato vestiva una giacca elegante, lui che sembra uscito da un centro sociale. "Quanto ti è costata, Vik?". "Me l'hanno regalata". Come il piccolo portatile che usava per scrivere i resoconti da Gaza per PeaceReporter. Come tante altre cose, oggetti di utilità quotidiana che la popolazione della Striscia gli portava, a testimonianza della gratitudine verso questo ragazzo che viene da fuori, e che - chissà perché - ha scelto di rimanere lì, a lottare con loro contro l'assedio. Un assedio che, a fine 2008, ha portato la distruzione di un terremoto. Abbiamo potuto constatare di persona gli effetti dell'operazione Piombo Fuso. Sulle stesse strade che percorrevano, tra gli edifici ridotti in macerie, solo poche settimane prima correvano le ambulanze. Su una di queste c'era Vittorio. Instancabile, coraggioso, forte. Raccoglieva i corpi rimasti a terra. E non aveva paura. Poi tornava a casa, un goccio di rum di contrabbando e di nuovo a scrivere. Non dormiva mai. A volte rimaneva ostaggio dei suoi incubi, visite notturne di una realtà che viveva quotidianamente, impastata di morte e di dolore. E soffriva per quel popolo, che amava anche nelle sue contraddizioni più crudeli. Averlo visto bendato e ferito, averlo pensato umiliato, impotente, muto, e poi disteso su un materasso, senza vita, è stato qualcosa che ha schiantato il petto. Alla sua morte non si può credere. Forse perché gli eroi non muoiono. Ma se a Gaza oggi qualcuno può trattare un eroe come carne da macello, a questo qualcuno, chiunque egli sia, non si può più chiedere di restare umano. E forse, dopo la morte di Vik, neppure a noi.

Luca Galassi da PeaceReporter

Vittorio Arrigoni è stato strangolato dai rapitori durante un blitz dei miliziani di Hamas nella casa in cui era tenuto ostaggio a Gaza City.

Vittorio Arrigoni è morto. Il suo corpo è stato trovato questa notte intorno alle 1.50 in un'abitazione nella Striscia di Gaza, nel quartiere Qaram, periferia di Gaza City. La notizia è stata dapprima diffusa da fonti di Hamas e poi confermata a PeaceReporter da un'attivista dell'International Solidarity Movement. Hamas, il movimento islamico che controlla il territorio della Striscia, non è riuscito a mediare per la sua liberazione. O forse non ci ha nemmeno provato. Secondo quanto riferito dal portavoce del movimento, dietro indicazione di uno dei membri del gruppo ultra-radicale interrogato nel primo pomeriggio, le forze di sicurezza avrebbero circondato l'area nella quale era detenuto Vittorio, dando luogo a un'irruzione sfociata in uno scontro a fuoco, in seguito al quale alcuni militanti salafiti sarebbero stati feriti, due di loro arrestati, mentre altri ancora sarebbero ricercati.

Non è chiaro come e quando Vittorio sia stato ucciso, anche se il portavoce di Hamas, Yiab Hussein, ha dichiarato in una conferenza stampa tenutasi poco dopo le 3 di stanotte, che Arrigoni era morto circa tre ore prima, senza però spiegare come fosse stato possibile stabilire il decesso con tale esattezza. Una militante dell'Ism si è recata sul luogo del ritrovamento e ha riconosciuto il corpo alle 3.10. "Aveva le mani legate dietro la schiena, e giaceva supino su un materasso". La ragazza ha raccontato a PeaceReporter che la sicurezza di Hamas ha detto anche a lei e agli altri membri dell'International Solidarity Movement giunti nella casa che Vittorio sarebbe morto qualche ora prima del loro arrivo. Il pacifista è stato strangolato, anche se, dal racconto reso a PeaceReporter dalla militante dell'Ism, dietro la nuca presentava contusioni varie. "Aveva ancora la benda intorno agli occhi, e perdeva sangue da dietro la testa. Sui polsi c'era il segno delle manette".

La sera prima del rapimento Arrigoni era andato in palestra. Poi aveva chiamato per prenotare il ristorante dove spesso era solito recarsi a cena. Aveva detto che sarebbe arrivato verso le 22. Alle 22.30, non vedendolo arrivare, lo chiamano dal ristorante. Ma Vittorio non risponde. Nessuno si preoccupa, perchè comunque spegne spesso il cellulare. Dopo la cena avrebbe incontrato un'amica e l'indomani sarebbe andato a Rafah a far visita ad alcune famiglie palestinesi con i compagni dell'Ism, che hanno provato anche loro a contattarlo dopo la palestra. Invano. Vittorio è stato rapito appena uscito dalla palestra.

La sua salma è stata trasferita durante la notte allo Shifa Hospital di Gaza, dove è stato condotto l'esame autoptico e redatto il certificato di morte. Il pacifista italiano era stato rapito ieri da un gruppo islamico salafita che, in un filmato su You Tube, minacciava di ucciderlo se entro 30 ore, a partire dalle 11 locali, il governo di Hamas non avesse liberato alcuni detenuti salafiti. Vittorio è morto dopo che nemmeno metà del tempo concesso dai rapitori si fosse esaurito, ben prima che l'ultimatum scadesse. E' morto senza che neppure l'accenno di un negoziato fosse avviato per la sua liberazione. Purtroppo, a queste domande non sarà facile dare una risposta. Con la sua morte se ne va uno dei più ferventi sostenitori della causa palestinese. Un giornalista di guerra. E un amico. Addio, Vik.

da Indymedia

mercoledì 13 aprile 2011

venerdì 8 aprile 2011

9 aprile 1920-2011 : il popolo / i diritti


NARDO' - Nell'anniversario dello sciopero del 9 aprile 1920 il circolo neritino di sel,

che da quella data prende il nome, e la locale sezione della cgil organizzano

una conversazione pubblica sul tema : il popolo/ i diritti.Interverranno :
Salvatore Arnesano (Segretario generale CGIL Lecce)
Anna Cordella (Portavoce provinciale SEL)
Dora Raho ( Insegnante e studiosa storia locale)
Gianni Ferraris (Giornalista Paese Nuovo Quotidiano)

Claudia Raho
portavoce circolo sel 'noveaprile' - Nardò

GELINDO CERVI ....... UNA VOCE FUORI DAL CORO "FASCISTA"

Pdl e Fli si ritrovano Ricompattati dal partito fascista...

E chi dice che Pdl e Fli non votano più assieme peggio del diavolo e dell’acquasanta? Su una cosa invece sono d’accordo: l’abolizione del divieto di rifondare il partito fascista. Ebbene sì, non fosse altro che, spiegano, la norma è transitoria da 65 anni. Loro sono Cristiano De Eccher, Fabrizio di Stefano, Francesco Bevilacqua, Achille Totaro del Pdl e Egidio Digilio di Futuro e libertà. Al Senato hanno presentato un disegno di legge che chiede l’eliminazione dalla Costituzione della dodicesima disposizione transitoria e finale che vieta la riorganizzazione del partito fascista. «Sono passati 65 anni e che “transitoria” è? - chiede Bevilacqua - Da transitoria sta diventando definitiva». Da qui, secondo i senatori, l’esigenza di cancellare la norma. Il comma di cui si chiede l’abrogazione è il primo. «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».
Fonte: Il Giornale

Booooom! Breve storia di un timer e di un parlamentare
27 agosto 2008

Cristiano De Eccher e l’inchiesta sulla strage di piazza Fontana: secondo il giudice Salvini, l’oggi senatore del PdL avrebbe custodito il dispositivo che ha consentito lo scoppio della bomba che ha ammazzato diciassette persone nel dicembre del 1969 a Milano

Tic-tac tic-tac tic-tac tic-tac…Boom. A causa della loro brevità, le biografie dei parlamentari non sempre rendono giustizia alle loro molteplici attività. A puro titolo di esempio, basta leggere questa dedicata al senatore del Popolo delle Libertà in quota Alleanza Nazionale Cristiano De Eccher. Alla voce “professione” il calepino recita soltanto “insegnante di chimica e scienze naturali”. Eppure il buon De Eccher è stato molto di più, ed è giusto che la storia gliene renda merito. Come l’intensa attività politica dentro Avanguardia Nazionale, “un’organizzazione politica della destra estremista ed eversiva italiana, fondata nel 1960 da Stefano Delle Chiaie e disciolta, legalmente, nel 1976″, di cui è stato responsabile per il Triveneto. Oppure il suo ingresso nell’inchiesta sulla bomba di Piazza Fontana a Milano, che il 12 dicembre 1969 provocò la morte di 17 persone (e il volo da un davanzale della questura di un innocente, Pino Pinelli).

QUEI MERAVIGLIOSI SEVENTIES - Ne parla diffusamente e con dovizia di particolari Gianni Barbacetto nell’ultimo numero di Micromega. Il nome di De Eccher entra in gioco nel 1973, quando i carabinieri gli perquisiscono la casa. Il ragazzone promette bene: alto, biondo, nibelungo, diretto discendente di una nobile famiglia del Sacro Romano Impero, e proprietaria del magnifico castello di Calavino dalle parti di Trento. Ma soprattutto: amicone di Franco Freda, condannato ad anni 15 di reclusione per associazione sovversiva. Le forze dell’ordine trovano il solito florilegio di libercoli, volantini, manifesti e opuscoli; ma anche 78 pile elettriche. Le pile all’epoca facevano parte dell’armamentario del perfetto stragista: servivano a confezionare esplosivi. Gli chiedono che se ne fa, e lui risponde: “mi servono per i miei hobby”. La madre, alla stessa domanda, replica invece che li usano per far giocare i figli di un amico di famiglia, il colonnello Santoro, ufficiale dei carabinieri e superiore di chi sta effettuando la perquisizione. Uno strano riferimento, e ancora più strano è che un documento del Sid (l’allora servizio segreto) che racconta della perquisizione e del particolare delle pile viene inviato in lettura al famigerato generale Gianadelio Maletti.

C’E’ UN GIUDICE A MILANO - La perquisizione rimane senza esito, ma negli anni Novanta il giudice Guido Salvini, ritrovando l’appunto del Sid, ricostruisce la storia. Partendo dal presupposto che, secondo alcune fonti “nere”, De Eccher è il custode del timer della bomba di piazza Fontana. Secondo Salvini, la spiegazione della madre per le pile è un messaggio cifrato: Santoro di figlio ne ha uno solo, ma è famoso per aver depistato le indagini sulla strage di Peteano; e secondo Azzi è anche il “fornitore del tritolo ufficiale” dei neofascisti, in associazione con “Stefano Delle Chiaie, Paolo Signorelli, Mario Merlino, Franco Freda e Giovanni Ventura”. Insomma, la genitrice del nostro con quella frase forse voleva mandare un messaggio cifrato, dicendogli più o meno che il figlio era “coperto” dai più alti gradi, e che quindi non ci mettessero troppo zelo nell’indagare su di lui, tanto era inutile. In effetti, emerge che la cellula trentina era in effetti sotto l’ala protettiva del centro Cs di Verona.

Fonte: Giornalettismo

da Antifa

giovedì 7 aprile 2011

MARCELLO RISI " SEL - E' " CAVATA BENE...

"Con Sel sarà più facile raggiungere i risultati che mi prefiggo"

Marcello Risi risponde al documento di SEL;
Il circolo neritino di Sel vede in me la candidatura più avanzata. E' un giudizio generoso di cui sono orgoglioso. E' un giudizio che mi impegna.

Da Sel giungono alcune richieste che vengono considerate fondamentali per il futuro della coalizione. Una coalizione di centrosinistra allargata a Udc, Io Sud e liste civiche.

Si chiede, a ragione, un accordo sui punti principali del programma di governo della Città. E' essenziale per costruire su basi solide l'alleanza. Non governeremo navigando a vista. Governeremo perché i cittadini credono in noi e nelle cose che vogliamo fare. Concretamente.

Le scelte più importanti saranno condivise in un coordinamento del quale faranno parte i dirgenti di tutti i partiti e delle liste civiche. Prima del voto e nei cinque anni di governo della Città.

Chiedo ai partiti e alle liste che mi sostengono di poter scegliere in autonomia gli assessori, privilegiando le competenze e l'esperienza amministrativa. Farò, naturalmente, tesoro delle indicazioni e delle rose che mi saranno sottoposte. Non ci faremo schiacciare da criteri legati semplicemente al consenso ottenuto. Per certi ruoli e per certe funzioni, inclinazioni e conoscenze possono valere più dei voti ricevuti.

Attraverso l'esaltazione delle competenze intendiamo affermare un nuovo modo di fare politica. Anche per questo dichiaro fin da ora di poter fare a meno di staff affollati. Non ne ho bisogno. La scelta di rinunciare allo staff del sindaco mi consentirà di risparmiare almeno 100.000 euro l'anno. 50.000 euro saranno utilizzati per sostenere iniziative e misure a favore degli studenti di famiglie povere.

In occasione delle varie nomine verificheremo con rigore eventuali conflitti d'interesse.

La legalità sarà principio di governo, come l'allargamento dei diritti civili.

Con Sel sarà più facile raggiungere i risultati che mi prefiggo. Con Sel sarà più facile concepire e attuare una politica attenta ai bisogni di chi ha meno.

Ringrazio Sel per il sostegno che saprà dare alla coalizione e alla mia candidatura. E ringrazio di cuore pubblicamente tutti i dirigenti di Sel che si sono adoperati perché la mia candidatura divenisse definitiva.

Marcello Risi

mercoledì 6 aprile 2011

MARCELLO, NON ABBANDONARE LA SINISTRA!

NARDO' : OBBLIGO DI SVOLTA A SINISTRA PER IL CANDIDATO SINDACO MARCELLO RISI


SEL - Il sostegno a marcello risi di ‘io sud’ e la presenza tra le personalità al suo fianco di esponenti legati e coinvolti pesantemente con la passata amministrazione sembrerebbero porre motivati dubbi sulla concreta possibilità di cambiamento e governabilità della futura giunta.

la coalizione che si prospetta vede forze eterogenee per ceppo ideologico e orientamento e il circolo neritino di sel, che pure vede in marcello risi la candidatura più avanzata che offre una adeguata garanzia di tenuta, legalità e buone pratiche nel funzionamento della macchina amministrativa, chiede a tutte le forze politiche convergenti un esplicito impegno politico-programmatico i cui punti non sono trattabili.

l’assemblea del circolo sel ‘noveaprile’ ha deciso di confermare il sostegno a marcello risi ma anche di condizionarlo alla stesura immediata di un accordo di coalizione che contempli le linee guida politico-programmatiche e contestualmente la costituzione di una cabina di regia permanente per la stesura del programma e l’attuazione dello stesso.

in particolare, come segno evidente e concreto di discontinuità col passato, chiediamo che l’accordo escluda la possibilità che i consiglieri comunali possano rivestire la carica di assessori; chiediamo pure che gli assessori siano scelti dal sindaco tra una rosa di nomi segnalati dai partiti sulla base delle loro competenze professionali e amministrative; i soggetti politici che aderiscono al progetto devono accettare che la coalizione si definisca e caratterizzi come centro-sinistra; deve essere prevista l’esclusione da nomine incarichi consulenze in caso di conflitto d’interesse o per coinvolgimento in indagini e/o processi

devono essere altresì garantiti meccanismi partecipativi e di controllo democratico, il miglioramento della qualità della vita deve essere visibile in termini di politiche per la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente e del territorio, allargamento della sfera dei diritti civili, soddisfazione di bisogni, fruibilità di beni e organizzazione di servizi.

sentiamo tutto il peso e la responsabilità della scelta che questo momento critico ci impone; riteniamo però necessario contribuire a ricostruire un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, ristabilire la centralità della politica, ripristinare le condizioni perché sia possibile a nardò la normalità di una amministrazione serena.

circolo sel ‘noveaprile’ - nardò