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mercoledì 12 gennaio 2011

RIFONDAZIONE COMUNISTA NARDO' - DISASTROSE CONSEGUENZE DERIVANTI DALL’ APPROVAZIONE DEL "COLLEGATO LAVORO"

Circolo “Giuliani” Rifondazione Comunista - Nardò

LAVORATORE PRECARIO LICENZIATO? RICORDA: HAI TEMPO SOLO FINO AL 23 GENNAIO, PER NON PERDERE IL TUO DIRITTO AL LAVORO!
RIFONDAZIONE COMUNISTA NARDO' - CAMPAGNA DI INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE SULLE DISASTROSE CONSEGUENZE DERIVANTI DALL’ APPROVAZIONE DEL COLLEGATO LAVORO.


La L.183/2010, altrimenti nota come “Collegato lavoro”, prosegue sulla strada della macelleria sociale del governo BungaBunga, dettata da Marchionne e Confindustria, con la complicità tacita dei sindacati genoflessi, che vuole il massacro dei diritti conquistati dai lavoratori con lotte e sacrifici..
Il guazzabuglio di norme, scientificamente studiato per generare confusione e difficoltà nella sua analisi, è stato approvato con il voto determinante del “nuovo democratico” Gianfranco Fini e dalla Lega, che ancora una volta ha mostrato di essere il partito dei voltagabbana: predica di voler difendere i lavoratori del Nord e poi partecipa alla scientifica distruzione dei loro diritti. Inquietante è, altresì, il silenzio delle cosiddette opposizioni in Parlamento: è proprio il caso di dire che “chi tace acconsente”!!!
Due sono le misure più aberranti e delle quali vogliamo informare:
La prima: se entro il 23 gennaio i lavoratori con contratto a termine, scaduto, non presenteranno un ricorso al proprio datore di lavoro perderanno il diritto di farlo. Vengono, infatti, modificati i termini per l’impugnazione dei licenziamenti per i lavoratori precari (a termine, interinale, a progetto) (art. 32). È una norma micidiale, perché immediatamente operativa e perchè modifica radicalmente le modalità di impugnazione presso il Giudice del Lavoro. In estrema sintesi, il licenziamento va impugnato entro 60 giorni (prima, in tali casi, non vi era un termine) e, poi, entro altri 270 giorni va depositato in tribunale il ricorso, pena la decadenza della possibilità di contestare. Siccome la tempestività delle impugnazioni non è tra le caratteristiche principali dei precari, magari perché non si conosce la normativa oppure perché si spera di farsi riassumere più avanti con un altro contratto precario, questa norma equivale a una mezza sanatoria preventiva. Un autentico colpo di spugna alla conclamata illegittimità di molti contratti a termine (e del loro abuso) come quello delle collaborazioni a progetto che nascondono veri lavori dipendenti e subordinati. Infine, come se non bastasse, l’articolo 32 del suddetto "Collegato Lavoro", introduce anche un tetto massimo al valore di indennità che il datore di lavoro dovrà pagare, qualora venga accertata l’illegittimità del licenziamento: da 2,5 a 6 mensilità, mentre prima la determinazione dell’indennizzo era lasciata, giustamente, al prudente apprezzamento del giudice.
La seconda: viene l’introdotta la possibilità di assolvere l’ultimo anno di obbligo scolastico non a scuola, bensì lavorando. Cioè, puoi fare l’apprendista a 15 anni (art. 48, comma 8 ) e tanti saluti all’obbligo scolastico fino a 16 anni. Incredibile: si recluta la classe operaia di domani, preoccupandosi più del profitto del padronato che della formazione alla vita del giovane. Insomma.. li prendono da piccoli...NOI NON CI STIAMO
Contro tutto questo, il Circolo neretino di Rifondazione Comunista sta organizzando una campagna informativa sul "Collegato Lavoro"ed in queste ore cerca di costituire, uno "sportello legale Precario" e gratuito, per aiutare CHIUNQUE ne avesse la necessità, alla redazione delle lettere raccomandate. Di queste iniziative daremo pubblica comunicazione nei giorni prossimi.
SE SEI STATO PRECARIO NEGLI ULTIMI TRE ANNI, NELLA SCUOLA, NELLA SANITA’ NEL PUBBLICO E NEL PRIVATO, CON QUALSIASI GENERE DI CONTRATTO A TERMINE, INVIA ENTRO IL 23 GENNAIO AL DATORE DI LAVORO LA RACCOMANDATA PER CHIEDERE L'ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO O IL GIUSTO RISARCIMENTO.
Info 392 3237495 – Circolo “Giuliani” Rifondazione Comunista - Nardò

Bravo Lula

Gli ergastolani Carmelo Musuemci e Giuseppe Reitano, Carcere di Spoleto
Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino


Il presidente del Brasile, Lula, rifiuta l’estradizione di Cesare Battisti.
Parte dell’opinione pubblica italiana, la maggioranza dei mass media e dei politici si sono scandalizzati per la decisione.
Ma perché?
Dove sta lo scandalo?
Voi concedereste un parente, un amico, un nemico, un criminale, un assassino a un Paese come l’Italia?
Dove nei suoi carceri solo nell’anno appena finito si sono suicidati 66 detenuti?- Due detenuti suicidi in un solo giorno a L’Aquila e a Como: (Fonte: Osservatorio permanente sulle morti in carcere, 19 dicembre 2010).
Dove le condizioni di vita dei detenuti sono quelle di un cane in un canile?
Dove in molti casi non vengono rispettati i diritti umani?
- Giustizia: Italia condannata 1.556 volte dalla Corte di Strasburgo, peggio solo in Turchia (Fonte: Italia Oggi, Anna Irrera, 9 dicembre 2010)
Dove chi è forte, potente e ricco non entra in carcere e se ci entra esce subito, mentre i poveracci ci rimangono, alcuni per tutta la vita?
Dove molti ergastolani ostativi, senza nessuna possibilità di liberazione, sono destinati a morire in carcere?
Dove ci sono detenuti che non fanno l’amore con la propria fidanzata, compagna, convivente da dieci, venti e trenta anni? Cosa che si può fare invece nelle carceri brasiliane e in Paesi fanalini di coda dell’Europa, come l’Albania!
In un Paese dove si suicidano persino gli stessi agenti di Polizia Penitenziaria?
Dove sono sottoposti più di 660 detenuti al regime di tortura del 41 bis, che da decenni non ricevono e non possono dare carezze ai propri cari? Che da decenni non possono toccare con una mano e non possono sentire l’odore della propria madre e l’odore dei propri figli?
I vetri al colloquio sono disumani perché non separano solo i corpi, ma tagliano a metà pure due cuori che si incontrano.
- Giustizia: così il “carcere duro” aumenta il rischio di suicidi… dei 66 suicidi totali solo 26 sono avvenuti in regime “comune”. (Fonte: Redattore Sociale, 20 dicembre 2010).
Voi concedereste un parente, un amico, un nemico, un criminale, un assassino a un Paese come l’Italia?
Dove certi politici usano la lotta alle mafie, ma non alla mafia politica, finanziaria e mediatica, per vincere le elezioni e per raggiungere potere e soldi?
Poche volte, quasi mai, il carcere fa diventare buoni i cattivi, ma spesso può far diventare cattivi i buoni che invece di verità e giustizia pretendono vendetta e pene infinite e dolorose.

A Cesare Battisti, se fossimo stati al posto di Lula, forse avremmo dato la pena più dura, ma mai lo avremmo consegnato a un Paese come l’Italia che ha questa classe dirigente, questo governo e questa giustizia ingiusta, perché la legalità prima di pretenderla bisogna darla.

Gli ergastolani Carmelo Musuemci e Giuseppe Reitano, Carcere di Spoleto
Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino