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lunedì 4 ottobre 2010

Lega Nord e questione morale. Un argomento da tenere nascosto


Si sa oramai da un po di tempo che la Lega Nord non è certo il partito duro e puro che si pensava che fosse. Anche perchè forse, non lo è mai stato visto che U. Bossi è stato condannato per l'affare tangente - Montedison e secondo un vecchio detto delle nostre parti, effettivamente il "pesce comincia a marcire dalla testa". Se nell' Italia dei Tg targati Minzolini qualche volta seppur a fatica, si parla degli scandali del Pdl è praticamente impossibile che una qualche notizia di uno scandalo leghista venga allo scoperto e portato alla conoscenza dei telespettatori-votanti. Probabilmente per una questione puramente politica, forse neppure propagandistica. L'elettore de Pdl sa cosa vota e chi vota per cui la maggioranza dei militanti, scandalo più o scandalo meno voteranno sempre per sua Emittenza, se non fosse perchè tutti vorrebbero avere il suo potere. Affascinati da ciò difficilmente l'elettore pidiellino si lascerà intimorire da un Denis Verdini, da una cricca o da un Bertolaso qualunque.
Per la Lega Nord la storia è diversa, questo pseudo-partito padronale a gestione familiare (il figlio consigliere regionale in Lombardia, l'altro figlio col fratello per anni impiegati come portaborse al Parlamento Europeo) basa il proprio consenso sulla più grande presa per i fondelli della storia italiana: che la Lega Nord e il suo capo soviet supremo Bossi siano incorruttibili e contro la corruzione e la politica della prima repubblica dedita al ladrocigno.

Questo modo di presentarsi agli elettori che prima usavano l'elmo con le corna, è platealmente falso. Innanzitutto Bossi fu colto con le mani nel sacco con l'affare Montedison proprio in stile prima repubblica. Ma poi a tutti i livelli la Lega Nord non è diversa da qualsiasi altro partito, se c'è da arraffare qualche soldo lo si arraffa in barba alla legalità. Non ci credete? Vi faccio un semplice elenco, rispetto agli ultimi scandali leghisti che son sicuro, in televisione non ne avete sentito parlare nemmeno per errore.

Settembre 2010 - Un assessore della Lega Nord al Comune di San Michele al Tagliamento (Venezia), David Codognotto, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Venezia con l’accusa di aver preso una tangente di 15 mila euro. L’arresto sarebbe avvenuto in flagranza di reato.


Anno 2010 - Finanziamenti pubblici per 800 mila euro, in due anni, alla ‘Libera scuola dei popoli padani’, scuola fondata da Manuela Marrone, moglie di Umberto Bossi. Un governo generoso, ha deciso di assegnare alla scuola, in soli due anni, 800 mila euro, come si legge alla voce (non meglio precisata) "ampliamento e ristrutturazione" del "Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio", che il Senato, con la commissione Bilancio, ha formalizzato nei giorni scorsi”.
Settembre 2010 - Frodi e tangenti in Veneto: coinvolti senatore e vicesindaco della Lega. Fatture false, soldi nascosti in doppifondi di Mercedes, via vai con banche di San Marino, cene ed escort di lusso, squadra di calcetto usata per false sponsorizzazione: quello che sta emergendo nel distretto di Arzignano, provincia di Vicenza, non farà forse scandalizzare il ministro Brunetta che parla di cancro solo per i distretti del Sud, ma rappresenta una delle più grandi evasioni fiscali del dopoguerra per entità della cifra evasa (300 milioni di euro) e per numero di aziende coinvolte nello stesso comprensorio.

* Settembre 2010 - Il deputato della Lega Nord Fabio Rainieri (famoso per le Quote Latte) è stato rinviato a giudizio dal gup Paolo Scippa per l’ipotesi di reato di false fatturazioni. Rainieri, che possiede il caseificio Giuseppe Verdi di Niviano di Rivergaro, nel 2009 era già stato condannato dal tribunale per il licenziamento illeggittimo compiuto ai danni di Luigi Bianchetti, che lavorava presso la sua azienda. Il deputato del Carroccio ora risponde invece di una vicenda avvenuta nel 2004, quando Rainieri, titolare anche di altre aziende nella Bassa, aveva subito dei controlli da parte dei militari della guardia di finanza.

Luglio 2010 - VENEZIA, Non aveva timbrato il biglietto e ha pagato la multa, ma solo dopo aver protestato con il controllore: «Guardi, sono un consigliere (leghista nrd) e non è che voglia essere trattato meglio degli altri, però..Lei è comunista?». Il protagonista dell'episodio è Santino Bozza, consigliere regionale della Lega in Veneto, che ha sfogato la sua indignazione per il trattamento “subito” in treno con un intervento-fiume davanti ai colleghi della seconda commissione consiliare che aveva all'ordine del giorno proprio l'esame di una proposta di modifica della legge sulle multe a carico degli utenti privi di biglietto o che non lo hanno obliterato sulle tratte venete di Trenitalia.

** Procurava prostitute via internet Indagato assessore della Lega - Alessandro Costa, responsabile della sicurezza nel Comune di Barbarano e vigile urbano, gestiva due siti on line con annunci di prestazioni sessuali. Ragazze dell'est e trans pagavano 150 euro al mese per inserire le loro offerte. Sospeso dal partito

Questo è accaduto negli ultimi 2 o 3 mesi. Per non parlare di un sottosegretario di Stato Leghista che ammette di avere laurea e diploma. Ma la laurea non si trova, non l'ha mai presentate e probabilmente non si trova nemmeno il diploma.



* http://forum.politicainrete.net/politica-nazionale/81250-deputato-leghista-emiliano-rinviato-giudizio-per-false-fatturazioni.html

** http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=3021127534075800

da GrandeSalento.org

La bufala di Belpietro


A pensar male si fa peccato... ma spesso si indovina!

Così recita un antico adagio e a quanto pare, nella vicenda del presunto attentato a Belpietro, siamo in parecchi ad avere il sospetto che si tratti di una bufala.
Non siamo né detective né giornalisti alla ricerca dello scoop, ma ci è bastata una semplice lettura per capire che questa storia fa acqua da tutte le parti.

Non ci interessa qui fare un elenco dettagliato di tutte le contraddizioni, stranezze, incongruenze presenti nel racconto che sono emerse in questi giorni. Il popolo della rete ha già scandagliato sufficientemente ogni fotogramma di questa sorta di film d'azione, andato in onda un paio di sere fa nelle scale del condomino milanese di Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero.
Più che altro si tratta di condividere qualche riflessione in merito a ciò che sta intorno alla vicenda.
Gli elementi e i personaggi ci sono tutti: il giornalista -che si auto considera- "scomodo", un presunto attentatore totalmente incompetente (dalla scelta suicida di addentrarsi da solo nelle scale di un condominio che lui sa essere controllato all'incepparsi della pistola appena tenta di sparare, fino all'abbigliamento di chi non sembra voler passare inosservato - pettorina della Guardia di fFnanza e pantaloni della tuta stile Adidas a righe bianche e nere) e soprattutto c'è Lui, il presunto eroe, che per un caso puramente fortuito decide di non prendere l'ascensore ma bensì le scale, e che di fronte all'uomo che gli punta addosso la pistola spara tre colpi in aria (?!) che fanno fuggire il "bandito" di cui per ora si è persa ogni traccia - e chissà se ne riapparirà alcuna. Ed è proprio il caposquadra della scorta di Belpietro, su cui vale davvero la pena spendere due parole in più.

Il caposcorta Alessandro M. era già balzato agli onori della cronaca nel 1995 come protagonista di un caso che non abbiamo problemi a definire un po' troppo simile a quello di cui sopra. All'epoca era un agente semplice addetto al servizio di scorta dell'allora procuratore aggiunto Gerardo d'Ambrosio. Anche in quella situazione Alessandro M. fronteggiò da solo un uomo armato che si trovava sotto casa di Ambrosio e riuscì a metterlo in fuga. Dopo questa azione l'agente-eroe verrà promosso da agente semplice ad agente scelto. Come oggi, anche allora, solo Alessandro vide il bandito, il quale scappò e di cui si persero per sempre le tracce.

Insomma, due storie che paiono l'una la replica dell'altra e che per quanto ci riguarda rendono legittimi tutti i sospetti che possono nascere nei confronti dell'eroe-caposcorta e della vicenda nel suo insieme.
Chissà se anche questa storia finirà con una medaglia in più, un avanzamento di carriera e un presunto attentatore di cui non si avrà più notizia... personalmente non ci stupirebbe!
E in tutto questo il martire-Belpietro cosa c'entra (o non c'entra)? E se sì, in che modo? Beh, noi non possiamo altro che avanzare qualche riflessione senza troppe pretese basandoci sullo stato generale delle cose in questo momento e nel nostro paese.

Di questa storia nulla ci ha stupito e nemmeno ci stupirebbe se Belpietro si fosse trovato d'accordo anche lui nel mettere in scena questa sorta di puntata di Distretto di polizia in chiave regia dei fratelli Vanzina.
Più probabile forse che debba sottostare ad un ruolo impostogli dalla politica o che si tratti di un infelice diversivo per tentare una campagna mediatica a favore del suo quotidiano e capace di indebolire gli avversari.

Il dubbio finale resta uno solo, ovvero se si tratti di una montatura costruita ad arte per fini politico-finanziari o se ci troviamo di fronte ad un caposcorta con la personalità del carrierista senza scrupoli e disposto a "qualche eccesso" pur di raggiungere i suoi obiettivi.
Sicuramente sono entrambi dei finali interessanti per il nostro film.
In attesa di eventuali nuovi sviluppi non ci resta che augurarvi una buona -e attenta- visione.
Nel frattempo il titolo più adatto e che vi proponiamo potrebbe essere proprio quello proposto da spinoza.it :

"Fallito agguato a Belpietro.... Libero l'attentatore"!

da Infoaut

PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO: TUTTA L’EUROPA ABOLISCA L’ERGASTOLO come ha abolito la pena di morte

Questa petizione vuol coinvolgere tutti i cittadini dei paesi che fanno parte dell’Unione Europea, essi chiedono che nel Parlamento Europeo venga discusso il tema dell’ergastolo e venga presa una posizione favorevole per l’abrogazione di questa pena disumana e incivile.
Già in alcune nazioni europee l’ergastolo non esiste più, quello che chiediamo è che scompaia questa pena eterna in tutta Europa, come è stata, giustamente, abolita la pena di morte, mostrando a tutto il mondo il nostro grado di civiltà e di umanità.
L’ergastolo per molti aspetti è una pena ancor più dura e incivile della pena di morte. I condannati all’ergastolo sono spesso come schiavi in attesa di essere liberati da un provvedimento legislativo (che può esserci e che può anche non esserci), hanno una pena senza fine, non possono fare progetti, non hanno un futuro. In Italia, nazione da cui parte questo appello, la situazione è ancora più drammatica, circa mille dei condannati all’ergastolo, hanno un ergastolo che impedisce per legge ogni tipo di accesso ad una forma alternativa alla detenzione e quindi sono condannati a morire in carcere, a meno che non inizino a collaborare con la giustizia.
Noi, cittadini europei, che firmiamo questa petizione ci dichiariamo contrari all’ergastolo e chiediamo a coloro che abbiamo eletto al Parlamento Europeo una presa di posizione chiara a favore dell’abrogazione di questa pena così violenta.


Nome .......................................………..Cognome …………………………………………………...
Data di nascita ……………………………….Luogo di nascita ……………………………………...
Nazionalità ………………………………………….........................................................……………
Indirizzo postale ………………………………………………………………………………………
e-mail………………………………………………………………………………………….
Data ………………………………………………


Firma……………………………………………………………………………………………



Invia questo appello firmato a : Associazione Liberarsi, casella postale 30 – 50012 Grassina (Firenze)- Italia o alla mail: assliberarsi@tiscali.it


L’Associazione Liberarsi raccoglierà tutte le firme di questa petizione e le presenterà al Parlamento Europeo.
Puoi chiedere a questi indirizzi ulteriori informazioni e materiale di documentazione. Può essere utile visitare il sito: www.informacarcere.it
Aiutaci a raccogliere firme tra amici, conoscenti, facendoci avere nomi ed indirizzi di persone che pensi potrebbero essere interessate.
Se vuoi essere informato su come procede la raccolta delle firme faccelo sapere.

di Carmelo Musumeci