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lunedì 21 dicembre 2009

REGIONALI: PUGLIA; RIUNIONE PD CON D'ALEMA PER CANDIDATURA

Emiliano attacca Vendola, ma dimentica che l'assessore sbagliato di cui parla è proprio del suo partito: il PD

Sarà l'assemblea regionale del Pd in Puglia che "dovrà decidere tra il sostegno a Nichi Vendola o le primarie": è questa la strada indicata, nella sua relazione, dal segretario regionale del Pd Sergio Blasi, nella riunione che si sta tenendo a Bari tra i parlamentari del Pd e i consiglieri regionali del partito per scogliere il difficile nodo della scelta del candidato del centrosinistra per le Regionali del 2010.

Il Pd in Puglia è diviso: una parte sostiene l'autocandidatura che il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sel), ha annunciato alcune settimane fa, e un'altra vuole lavorare per l'allargamento della coalizione a Udc e Idv, partiti che sul nome di Vendola hanno posto il veto. L'allargamento della coalizione viene sostenuto e auspicato, tra gli altri, da Massimo D'Alema, presente all'incontro di questa mattina.

A sostegno della candidatura di Vendola si sono apertamente schierati quasi tutti gli assessori regionali del Pd.

E' assente, invece, nella riunione di stamani, il sindaco di Bari e presidente regionale del Pd, Michele Emiliano: il suo nome è stato fatto più volte perché sulla candidatura di Emiliano c'é il parere favorevole di Udc e Idv. Lo stesso Emiliano, prima sostenitore di Vendola, ieri ha fatto alcune dichiarazioni ai giornalisti indicando il presidente della Regione Puglia quale responsabile della spaccatura che si è creata all'interno del Pd pugliese.
«Vendola usa la sua candidatura per costruire il secondo partito della sinistra». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente regionale del Pd in Puglia, Michele Emiliano, in una intervista all’emittente televisiva salentina "Telerama". «Manifesti rossi che dicono difendi la Puglia migliore. Il Pd - ha continuato Emiliano - non può consentirglielo; Bersani e D’Alema lo richiamino alla responsabilità di presidente». «Non può fare due lavori, - ha continuato Emiliano sempre riferendosi a Vendola - sta giocando questa partita col Pd sulla pelle dei pugliesi che vogliono sapere se il prossimo presidente sarà persona per bene che non nominerà più assessori alla sanità sbagliati e non avrà in mente di fondare nuovi partiti». Forse Emiliano dimentica che quell'assessore "sbagliato era priprio del PD!!!!

La replica del coordinatore regionale pugliese di Sinistra Ecologia e Libertà, Nicola Fratoianni non si fa attendere«A parlare - afferma Fratoianni - è lo stesso che qualche mese fa ha dichiarato ai cittadini baresi che se fosse stato rieletto avrebbe lasciato l’incarico di segretario del Pd per poi, con una magica giravolta, candidarsi nuovamente alla segreteria del partito dopo le votazioni comunali». «E ancora, mi pare di ricordare - aggiunge Fratoianni - che fosse Michele Emiliano in quella campagna elettorale per la segreteria del partito ad invitare pubblicamente i cittadini a sputargli in faccia se mai si fosse candidato alla presidenza della Regione Puglia». «Siamo purtroppo abituati - prosegue - a una brutta politica che è fatta soprattutto di incoerenza e di doppiezze». «I cittadini pugliesi - conclude Fratoianni - hanno bisogno soprattutto di buona politica ed è per difendere la buona politica che Nichi Vendola è candidato alla presidenza della Regione Puglia».

(ANSA).

FEDERICO SALVATORE - SUL PRESEPE DEL 2000



Sul presepe del 2000

C'è un bambinello e non è circonciso perché il suo regno non è il Paradiso
La mangiatoia di paglia e verdura è un cassonetto della spazzatura.
Del vecchio bue ormai superato meglio una mucca col certificato
E un produttore con 30 denari che paga l'ingaggio di due zampognari.
C'è un falegname maestro d'ingegno che inchioda piccole barche di legno
Approderanno fra Bindisi e Bari le notti che dormono ormai i commissari.
C'è una Madonna vestita di nero che non distingue più il falso dal vero Porta l'accento di un altro paese e quando prega lei paria albanese.

Sul presepe del 2000 quante cose c'ho messo in fila
Sul presepe del 2000 passa un angelo che non vola.

Ci sono due Magi che intonano salmi l'oro è il petrolio, l'incenso le armi
Non porta mirra il terzo, si affianca con un vassoio di polvere bianca.
Sulla montagna a sfiorare le stelle si alzano in cielo due torri gemelle
Per il castello ricordo di Erode lasciato a Bin Laden suo ultimo erede.
C'è il pescatore che pesca sirene e paga in dollari perle cubane
E il cacciatore che cerca una preda fra i giovani acerbi di una discoteca
Sul ponticello che affaccia sul fiume Babbo Natale stilista in costume Riempie la slitta di volpi e visoni e vende le renne per farne giacconi.

Sul presepe del 2000 quante cose c'ho messo in fila
Sul presepe del 2000 passa un angelo che non vola.

L'angelo appeso sui nostri ricordi grida la pace fra spari e petardi
Ma non distingue guardando la terra se sono botti di festa o di guerra.
Sulla capanna la stella cometa traccia la strada dell'ultima meta:
Uno scienziato che possa clonare un altro Gesù per poterci salvare.

La novella che qui si conclude può sembrare blasfema, lo so, Ma se oggi Edoardo mi chiede: "Te piace 'o presepe?"
Rispondo di no.

Ritrovata la scritta simbolo di Auschwitz


VARSAVIA - E' stata ritrovata la scritta 'Arbeit macht frei' ('Il lavoro rende liberì), il simbolo dell'Olocausto che campeggiava all'ingresso di Auschwitz e il cui furto all'alba di venerdì ha sollevato un'ondata di indignazione nel mondo intero. Lo ha reso noto in nottata la polizia polacca, precisando che i presunti ladri, cinque uomini, sono stati arrestati nel nord della Polonia.

Il pannello in ferro battuto, lungo cinque metri, è stato ritrovato spaccato in tre, secondo la televisione di Stato polacca. Il portavoce della polizia di Cracovia (Polonia meridionale), Dariusz Nowak, ha detto che i cinque arrestati hanno età comprese fra i 20 e i 39 anni e sono finiti in manette poco prima della mezzanotte nel nord del Paese. La scritta è stata ritrovata in un'abitazione privata, ha aggiunto.


I cinque sono stati trasferiti a Cracovia per essere interrogati, secondo la tv. L'ex lager nazista di Auschwitz-Birkenau si trova nel sud. Il movente della profanazione non è ancora chiaro, anche se la prima pista seguita dagli inquirenti dopo il furto - che è parso il frutto di un'accurata preparazione - è stata quella dei neonazisti. Nel frattempo la scritta è stata sostituita con una copia e la polizia polacca ha offerto una ricompensa di 5.000 zloty (1.190 euro) per indicazioni utili alla cattura dei ladri.

Il furto del simbolo della Shoah ha sollevato, a meno di un mese dalla Giornata mondiale della memoria, sdegno e condanna ovunque, in particolare in Israele e nella diaspora ebraica. Il museo di Auschwitz e diverse istituzioni hanno offerto una ricompensa pari a 30mila euro per potere ritrovare la scritta, che fu realizzata su ordine dei nazisti nel 1940 da un prigioniero polacco, il fabbro Jan Liwacz, schedato col numero di matricola 1010. L'uomo, che peraltro sopravvisse e alla fine della guerra reclamò la restituzione della sua opera.

da Indymedia

La bufala di Piazza Duomo

di Andrea De Luca
L'attentato subito domenica scorsa da Silvio Berlusconi in Piazza Duomo, a Milano, sembra essere una montatura, una messa in scena, una bufala. Ci sono alcuni particolari che sembrano non convincere. Guardate attentamente queste foto:












Guardate anche questi 3 video con attenzione:







Strano, no?

da http://andreainforma.blogspot.com/2009/12/la-bufala-di-piazza-duomo.html

La Giustizia assassina

Grazie al senso di giustizia e di amore della famiglia Cucchi, a cui va tutto la mia solidarietà e affetto, le indagini sulla morte di Stefano stanno andando avanti.

Con la speranza che questo possa servire ad aprire una fessura di verità e trasparenza su quello che accade fra queste mura.

Molti si chiedono perché i prigionieri quando vengono picchiati non denunciano le botte.

Alcuni detenuti non lo fanno per cultura, altri invece non parlano, non reagiscono, non protestano, in particolar modo i più deboli, perché hanno paura della “giustizia” e dello Stato, più che delle botte.

Hanno paura della Polizia Penitenziaria e della Magistratura perché sanno che i giudici non credono mai a loro, credono solo ai “buoni” con la divisa.

E poi non tutti i detenuti hanno una famiglia meravigliosa come Stefano che sta lottando per avere giustizia.

È solo grazie al coraggio della famiglia Cucchi che sta emergendo la verità, ma poi tutto ritornerà come prima e quando accadranno questi fatti si dirà che la colpa è di solo poche mele marce.

I sindacati di Polizia Penitenziaria anche di fronte a questi gravi episodi rivendicano più soldi, più uomini, più mezzi.

Non regge questo ragionamento secondo cui le guardie carcerarie sono poche e stressate e quindi ci sta che possano avere la mano pesante con qualche detenuto. E’ come legittimare che si va a fare una rapina perché si ha bisogno di denaro per cambiare la macchina.

Fare reati fuori è un conto, farli dentro, da chi indossa una divisa, è ancora più da criminale.

In un paese la giustizia dovrebbe essere il bene più prezioso e maltrattare, istigare al suicidio, picchiare, a volte uccidere, un prigioniero che non si può difendere, è il più disumano dei delitti.

Nei carceri italiani ci si toglie la vita più che in qualsiasi altro carcere nel mondo non tanto per mancanza di libertà, ma soprattutto per carenza di giustizia e umanità.

In carcere le parti si invertono e ti accorgi di essere migliore e meno criminale di chi porta una divisa.

E io mi sono accorto che c’è più legalità nella malavita che nello Stato.

Il carcere in Italia è dominato dall’ingiustizia e qualsiasi cosa accada è sempre colpa del detenuto.

Il carcere, così com’è, quando ti va bene, ti annienta, ti stritola, ti elimina, quando ti va male, ti uccide o ti fa suicidare.

Non lo dico solo io che sono brutto, sporco, cattivo e pure ergastolano, ma lo dice anche la Fondazione Farefutura, vicina all’attuale Presidente della Camera, che dichiara

-In Italia troppi casi Cucchi. (“Il Manifesto” di sabato 14 novembre 2009).

E Vincenzo Cerceo, colonnello in congedo della Guardia di Finanza di Trieste, sulla rubrica “Lettere” di “Liberazione” di domenica 15 novembre 2009 scrive:

“I detenuti picchiati (da sempre)… Ho prestato servizio per oltre 28 anni per compiti di polizia giudiziaria ed ho potuto costatare che il fenomeno, purtroppo, esiste da sempre, almeno fino a quando sono stato in servizio, ed è comune a più corpi di polizia.”


Carmelo Musumeci

Carcere Spoleto dicembre 2009