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venerdì 18 dicembre 2009

Il PD imbarca Lombardo, sostenuto da Dell’Utri, e scarica Vendola. Si va verso le primarie

Fumata grigia, quasi nera, ieri all’incontro tra Bersani e Nichi Vendola per risolvere il rebus pugliese. «Ci lega un’antica amicizia, ma quello di ieri è stato un incontro definitivo », ha detto Vendola all’uscita. Che vuol dire? «Che non incontrerò più nessuno che mi chieda dei passi indietro, ho 51 anni e ho sempre fatto passi avanti. La mia campagna elettorale in Puglia è già iniziata». Bersani non ha chiuso la porta alle primarie, unica exit strategy che Vendola accetterebbe. «Vedremo, in Puglia serve un surplus di riflessione», ha concluso il leader Pd. L’incontro di ieri è stato preceduto da un fitto lavorio diplomatico condotto da Enrico Letta e Francesco Boccia.

Tra Boccia e Vendola, rivali alle primarie 2005, c’è stata anche una cena di riconciliazione la settimana scorsa a Roma. Il Pd, per motivare «Nichi» a fare un passo indietro in Puglia, ha proposto una generosa ricompensa sul fronte nazionale, e cioè il rafforzamento dei rapporti con la malandata Sinistra e libertà guidata da Vendola. L’offerta è un patto federativo, sulla falsariga di quello con i radicali, che consentirebbe ai vendoliani di tornare in Parlamento senza sottoporsi alla tagliola del quorum, di entrare nelle liste Pd mantenendo una forte autonomia. Ma «Nichi», pur apprezzando, ha detto «No, grazie, in questo momento la Puglia viene prima di tutto ». E le primarie riprendono quota. Le altre due ipotesi, infatti, sarebbero molto rischiose: se il Pd sostiene Vendola senza Udc rischia di perdere. E anche un candidato di una coalizione Pd-Udc-Idv-Poli Bortone (più Verdi e socialisti) rischierebbe la “pelle” in una campagna al veleno contro Vendola.

Le primarie, dunque. Il Pd ha tre carte da spendere: nell’ordine Emiliano, il segretario regionale Blasi e Boccia. «Pronto a sfidare chiunque», ha detto Vendola. Che ieri ha lanciato insieme agli altri big, da Claudio Fava a Paolo Cento, l’assemblea nazionale di Sinistra e libertà che si terrà sabato e domenica a Roma, con oltre 1200 delegati eletti da 25mila iscritti. Una due giorni che segna la «ripartenza» di Sl (che ha aggiunto «ecologia» nel nome e nel simbolo) dopo lo strappo di verdi e socialisti. Le accuse al Pd non sono mancate. «Imbarca Lombardo, sostenuto da Dell’Utri, e scarica Vendola», ha accusato Fava. «Se questo è il loro alfabeto come possiamo fare alleanze?». E Vendola: «Con l’Udc e Lombardo il Pd finirà per diventare una destra progressista ». Clima teso, e infatti Bersani, pur invitato, non sarà all’assemblea di Sl.

Fondi FAS: Vendola, " Ancora un bluff da parte del Governo"


Ancora un bluff da parte del Governo. L’anno 2009 sta per concludersi e dei Fondi FAS nemmeno l’ombra. Bene ha fatto il Presidente Errani a chiedere la convocazione della prossima Conferenza Stato-Regioni solo dopo lo sblocco dei Fondi da parte del CIPE”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, commentando il nulla di fatto raggiunto oggi a Roma dalla Conferenza Stato-Regioni e l’apertura di una nuova fase conflittuale nei rapporti tra Regioni e Governo centrale.“E’ paradossale che appena qualche giorno fa il Ministro Fitto aveva dichiarato che la questione sarebbe stata risolta prima della fine dell’anno” ha aggiunto Vendola “ma così non è stato, rivelando ancora una volta l’ennesimo tentativo di truccare le carte. Prova ne è che nemmeno l’emendamento proposto e concordato da tutte le Regioni relativo al Patto di Stabilità è passato in sede di Conferenza”. “Fitto farebbe meglio a non replicare ogni volta la stessa solfa” conclude Vendola “ e ad ammettere di non essere più in grado di sventare l’ormai chiara manovra di un Governo filo-nordista, che evidentemente ha deciso di utilizzare i nostri Fondi per altri obiettivi che nulla hanno a che fare con progetti destinati alle aree sottoutilizzate”.

da Grandesalento.org

Storie di frati e di bucati riciclati


di Doriana Goracci
Dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione al Tribunale di Viterbo e Roma per riciclaggio: “Data che la spiritualità mariana dei Figli dell’Immacolata Concezione sgorga dalla Vergine Santissima senza macchia e senza peccato, Essa ispira un’azione liberatrice per la salvezza integrale dell’uomo”. C’è una notizia:” Padre Eugenio Lucchetti (direttore della Clinica Villa Santa Margherita) e Padre Terenzio D’Ortenzio (legale rappresentante) questa mattina saranno ascoltati dal gip per l’udienza preliminare. I due religiosi, sereni, della congregazione “Figli dell’Immacolata Concezione”, proprietaria della clinica Villa Santa Margherita di Montefiascone, sono indagati per riciclaggio”. Forse erano sfuggiti anche loro al controllo interno come la Banca Pax, non proprio ligia ad investimenti etici : Banca per la Chiesa e la Caritas.
Momenti difficili? Crisi? In 4 minuti stamattina sappiamo che “Papa Benedetto XVI ha accettato le dimissioni dell’attuale vescovo di Limerick, Donald Brendan Murray. L’alto prelato era accusato di essere coinvolto, quando era ausiliare di Dublino, nello scandalo dei preti pedofili che sta travolgendo la Chiesa irlandese. Inoltre, il Vaticano, ha deciso di sospendere definitivamente dallo stato clericale l’ex arcivescovo di Lusaka monsignor Emmanuel Milingo, che era già stato scomunicato per i suoi comportamenti scismatici.” Ma Certe dimissioni non verranno mai date e tantomeno scomunicate alcune Vie Economiche: la giustizia divina e umana verrà da sola, serenamente.

Aiutami a prendere il largo, questa è la poesia rivolta a Gesù, dalla Congregazione dei poverelli. Applichiamo alla lettera, sperando di non dover ricorrere alle loro Cure e nelle loro Case sparse al nord, al centro, al sud e nelle isole, Banche religiose comprese, Ior escluso s’intende, quella rimane la Vostra Famiglia.

Ma d’altronde non cantava già nel 1972 Giorgio Gaber che la chiesa si rinnova per la nuova società per salvar l’umanità?


Il potere al risciacquo con l’Immacolata Concezione!

da Reset-Italia



- Padre Eugenio Lucchetti e Padre Terenzio D’Ortenzio questa mattina saranno ascoltati dal gip per l’udienza preliminare.

I due religiosi, della congregazione “Figli dell’immacolata concezione”, proprietaria della clinica Villa Santa Margherita di Montefiascone, sono indagati per riciclaggio.

L’inchiesta, che vede coinvolto anche l’avvocato Pietro Deodato è partita nel 2007. Inchiesta dalla quale sono scaturiti due procedimenti giudiziari, uno a Roma e l’altro a Viterbo.

Pietro Deodato, secondo l’accusa, avrebbe sottratto 7,5 milioni di euro alla Cassa dei ragionieri. Sei di questi sarebbero finiti alla Banca Cattolica, su un conto intestato alla congregazione “Figli dell’immacolata concezione”. I due frati, Eugenio Lucchetti e Terenzio D’Ortenzio, furono iscritti nel registro degli indagati lo scorso anno a Viterbo per riciclaggio.

Nel tribunale di Roma, invece, l’avvocato Deodato è accusato di truffa. La Cassa dei ragionieri rivuole indietro i sei milioni di euro, secondo l’accusa riciclati dai frati.

Questa mattina l’udienza preliminare.

Tusciaweb

BLACK SABBATH - WAR PIGS



BLACK SABBATH - WAR PIGS

Generals gathered in their masses
just like witches at black masses
evil minds that plot destruction
sorcerers of death's construction
in the fields the bodies burning as the war machine keeps turning
death and hatred to mankind
poisoning their brainwashed minds... Oh lord yeah!

Politicians hide themselves away
they only started the war
Why should they go out to fight?
They leave that role to the poor

Time will tell on their power minds
Making war just for fun
Treating people just like pawns in chess
Wait 'till their judgement day comes, yeah!

Now in darkness, world stops turning
as the war machine keeps burning
No more war pigs of the power
Hand of god has sturck the hour
Day of judgement, god is calling on their knees, the war pigs crawling
Begging mercy for their sins
Satan, laughing, spreads his wings
ALL RIGHT NOW!

BLACK SABBATH - I MAIALI DELLA GUERRA

Generali radunati nelle loro masse
Proprio come streghe alle messe nere
Menti malvagie che tramano distruzione
Stregone per la costruzione della morte
Nei campi bruciano i corpi
Mentre la macchina da guerra continua a portare
Morte e odio all’umanità,
Avvelenando le menti già plagiate
Oh Si Signore!

I politici si nascondono
Hanno solo fatto iniziare la guerra
Perché dovrebbero andare a combattere?
Lasciano questo ruolo al povero, si

Il tempo denuncerà le loro menti di potere,
A fare la guerra solo per divertimento
Trattare le persone come i pedoni degli scacchi,
Aspetta che venga il giorno del giudizio, si

Ora nell’oscurità il mondo smette di girare,
Ceneri dove bruciano i corpi
I Maiali della Guerra non hanno più il potere,
E dato che Dio ha spaccato il secondo:
Il giorno del giudizio, Dio chiama
I maiali della guerra strisciano sulle ginocchia,
Implorando pietà per i loro peccati
Satana, ridendo, spiega le ali
Oh Si Signore!


Questa canzone risale al 1970 (apriva l'album "Paranoid") e la guerra a cui si fa riferimento è quella del Vietnam.
Doveva essere la title track dell'album, ma la casa discografica rifiutò e optò per il più innocuo titolo "Paranoid"

Puglia ad alta formazione: arrivano i veri engineer

L'iniziativa presentata da Gianfranco Viesti e Michele Losappio

Due corsi di alta specializzazione nel settore della meccatronica e dell'areonautica partiranno dal prossimo settembre all'istituto industriale Marconi di Bari e al Fermi di Francavilla Fontana. Con un milione e mezzo di euro il ministero per la Pubblica Istruzione ha finanziato i due corsi di istruzione tecnica superiore: 40 ragazzi pugliesi già diplomati potranno accedere tramite selezione ad un corso biennale capace di creare tecnici specializzati per l'industria moderna e rispondere così alle nuove richieste di aziende come la Bosch o la Getrag e soprattutto dell'Alenia di Grottaglie, grande speranza di lavoro per i ragazzi pugliesi.

I due Its sono stati fortemente voluti dall'assessore regionale al diritto allo studio Gianfranco Viesti e da Michele Losappio, assessore regionale al lavoro. "Finmeccanica chiede ai territori di collaborare per la creazione delle professionalità necessarie alle aziende - ha ricordato Viesti - e noi siamo in accordo, bisogna pensare alla qualità delle aziende che ci circondano, aiutarle e coccolarle senza dimenticare le necessità dell'occupazione". I due corsi con capofila i due istituti tecnici industriali potranno contare sulla collaborazione delle Università, di Confindustria e delle aziende.

Tutti i partner di progetto garantiranno l'apporto di docenti specializzati ed esperti di settore per non rendere i due anni di corso un semplice momento teorico e dare così il giusto know how di settore. Automazione e nuovi materiali saranno i campi di ricerca da sviluppare nei due Its, pronti ad accogliere i ragazzi che dopo la maturità vogliono qualcosa di diverso rispetto ad un corso universitario e in grado di assicurare una chanche in più sul mercato del lavoro. "La regione Puglia interverrà con altri fondi nell'ambito dei finanziamenti Por a sostegno della contnuità scuola lavoro - ha ricordato Michele Losappio - ma è importante che le scuole abbiamo ricercato da sole le partnership con le altre realtà locali, imprenditoriali e istituzionali".

http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=15699

Sui rom disobbedì alla Lega rimosso il prefetto di Venezia

VENEZIA - Per uno "sgarbo" al ministro dell'interno, il prefetto perde il posto. Ha commesso l'"errore" di non opporsi all'insediamento di trentotto famiglie di nomadi in un villaggio di Mestre costruito appositamente dal Comune con una spesa di 2,8 milioni e duramente contestato dalla Lega. Per questo Michele Lepri Gallerano, 64 anni, napoletano, prefetto di Venezia da appena quattro mesi, è stato rimosso da Roberto Maroni. Per ora verrà collocato "fuori ruolo" presso la Presidenza del Consiglio. Poi, annuncia il Consiglio dei ministri, diventerà commissario dello Stato per la Regione Sicilia.La motivazione ufficiale, all'interno di un vasto movimento di prefetti in tutta Italia, non parla del campo nomadi. Ma per il sindaco Massimo Cacciari, che giudica la rimozione "di una gravità eccezionale", è proprio questo che viene imputato al prefetto. "È stato rimosso per ragioni esclusivamente politiche, per una vendetta politica" dice. D'accordo anche il governatore veneto del Pdl Giancarlo Galan: "Mala tempora currunt. Mi colpisce assai negativamente la notizia che un bravo servitore dello Stato sia stato "burocraticamente" rimosso. Qualche volta è capitato anche a me di criticare qualche prefetto, ma non è mai accaduto che alle mie critiche facesse seguito un trasferimento". Dello stesso avviso un altro esponente del Pdl, il senatore Maurizio Saia, che parla di "sconcerto e preoccupazione", e di "motivazioni del tutto incomprensibili".

Tra l'altro, spiega Cacciari, il prefetto non avrebbe comunque potuto impedire l'insediamento dei nomadi, che era stato legittimamente deciso dal Comune specie dopo che il vecchio campo era stato dichiarato del tutto inagibile dall'Asl per "gravissime carenze igieniche e sanitarie". Il nuovo villaggio era stato autorizzato anche da sentenze del Tar e dal Consiglio di Stato in seguito ai ricorsi di alcuni comitati di cittadini contrari all'insediamento. Per questo il sindaco parla di "decisione indecente" da parte di una politica "rozza, intollerante e stupida", e di una "volgare vendetta politica che vuole colpire un funzionario dello Stato di provata lealtà, che non ha colpa alcuna".

Contro il nuovo villaggio, una serie di casette prefabbricate con la piazzola per le roulotte, in cui la scorsa estate erano stati trasferiti gli zingari di etnia sinti di un vecchio e fatiscente campo nomadi alla periferia di Mestre, si erano levati gli strali del Carroccio, che aveva inscenato diverse manifestazioni. E la presidente leghista della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, aveva chiesto l'intervento del prefetto. "Mi ero fatta portavoce del ministro Maroni nella richiesta di un'ispezione per verificare le modalità di passaggio dalla vecchia alla nuova struttura, ma la mia richiesta era rimasta inevasa", spiega la Zaccariotto, che ora non piange certo per la rimozione del prefetto: "Evidentemente sono state fatte tutte le valutazioni e le verifiche del caso".

Insorge invece il centrosinistra. Per il Pd è una "decisione che sgomenta, volgare nelle forme e violenta nella sostanza politica". Iginio Michieletto, consigliere regionale del Pd, parla di "uso leghista del potere" che trasforma le istituzioni nel "braccio armato dei settori più xenofobi di un governo impegnato nella guerra a ogni pratica di umanità". Per l'esponente dei verdi Gianfranco Bettin, uno dei tre esponenti del centrosinistra candidati a succedere a Cacciari, è "la nuova intollerante casta padana che vuole dei podestà: al posto del federalismo preferiscono i federali". Per il Prc è "un ennesimo atto di prepotenza". E l'Idv annuncia che porterà il caso in Parlamento.

da Indymedia

-*Video* - operazione "Pollice verde" nel Salento

NARDÓ/LEQUILE/LECCE/SAN CASSIANO/MELPIGNANO Tre arresti e sei denunce a piede libero sono scattati nel corso dell' operazione "Pollice verde" della Guardia di Finanza di Lecce.



Ben 112 le piante di marijuana sequestrate, poi 399 semi (tra cui quelli della rinomata "Skunk", di qualità superiore, costo 10 euro al seme), funghi allucinogeni, manuali per la coltivazione, bilancini di precisione, varia attrezzatura per la coltivazione (aspiratori, timer, idrostati, concimi per la terra), somme di denaro, quale provento dello spaccio e armi: tre fucili da caccia, una pistola e 290 cartucce, che erano in casa di uno degli arrestati (le armi in questione erano un lascito del padre, che deteneva regolarmente con tanto di porto d'armi ma l'arrestato non aveva dichiarato il possedimento alle autorità)

E ancora, più di 1.800 grammi di sostanze stupefacenti, tra marijuana già essiccata e hashish.
L'indagine è partita due mesi fa quando le Fiamme gialle sono intervenute nei confronti di un soggetto che in casa aveva una piccola serra. Dagli accertamenti è emerso che l'attrezzatura per coltivare le piante, l'uomo le aveva comprate da un negozio del centro storico di Lecce. Grazie anche ad una ricerca sul web i militari hanno individuato l'esrcizio (dedicato al mondo della canapa), che ha anche un proprio sito internet sul quale venivano pubblicizzati tutti i prodotti in vendita. I finanzieri sono partiti dalle ordinazioni dei clienti che la titolare del negozio si era appuntato, e hanno poi eseguito una trentina di perquisizioni, di cui 12 hanno confermato quel che i militari immaginavano da tempo. Impianti di coltivazioni della marijuana sono stati trovati in abitazioni private a Nardò (1), a Melpignano (2), a San Cassiano (2), a Lequile (1) e un altro a Lecce. L'operazione ha portato alla denuncia a vario titolo, di sei persone, e all'arresto di tre incensurati per produzione di sostanza stupefacente: Giuseppe Pantaleo, 30 anni, impiegato di Nardò; Leonardo Piscopo, 37 anni, commerciante, di Galatina e Gabriele Greco, 30enne di San Cassiano, disoccupato (un centinaio le piante in serra artigianale trovate a casa di quest'ultimo).

Bisogna difendere la rete + approfondimenti


Il copione che si sta recitando in questi giorni in merito alla rete è qualcosa di già visto negli ultimi mesi, la cui stesura è stata meditata ed elaborata a lungo dopo diverse figuracce e fallimenti. Un copione gradito e recitato con uguale foga e passione da attori e comparse degli schieramenti di centro-destra e centro-sinistra.
La lente di ingrandimento mediatica che in un primo momento si era posata sulla possibilità di implementare non meglio precisati filtri nell'infrastruttura di rete italiana non focalizzava però il vero traguardo che si sta provando a tagliare in queste ore. È difficile dire se la morfologia dell'internet italiana si presti effettivamente ad una perimetrazione, ad una blindatura à la Theran. Probobilmente per motivi tecnici ed interessi economici stranieri in ballo (come il fatto che Fastweb sia di proprietà di SwissComm), un'opzione di questo tipo risulterebbe non immediatamente praticabile. Ma soffermarsi esclusivamente su questo aspetto del problema vorrebbe dire imboccare una strada sbagliata.


Intanto perché l'informazione in rete può essere controllata a vari livelli geografici e non solo tramite la censura, ma ostacolandone la circolazione con misure amministrative o soffocando le notizie in assordante rumore di fondo, con l'intento di rendere difficoltosa quell'operazione di ricomposizione dei tasselli del mosaico che si chiama fare giornalismo.

Ci sembra allora ben più importante tratteggiare la china politico-culturale che sta assumendo questa vicenda.

In queste comiziali giornate vengono gettati in pasto agli elettori gustosi bocconi politici, capaci di soddisfare, con il loro retrogusto autoritario, anche gli appetiti più neri. La Russa gioca a fare il soldatino a salvaguardia della democrazia ponendone a presidio un recinto di limitazioni alla libertà di manifestare. Nel frattempo si incendia il dibattito fra "liberalissime" compagini politiche su come difendere la libertà di espressione proponendo l'elaborazione e la promulgazione di nuove norme in grado di scalzare anche quelle che sono le già minime garanzie che tutelano la comunicazione in rete.
Con un colpo di scena dal sapore gesuitico, Maroni coglie due piccioni con una fava. Il ministro dopo aver fomentato un clima infuocato, additando a destra e a manca terroristi e fiancheggiatori e prefigurando scenari da guerra civile, trasforma la sua immagine in quella di pacificatore e garante, riesumando dall'armadio il DDL D'Alia-Pecorella-Levi-Prodi che equipara la stampa tradizionale al mondo on-line e mette la mordacchia a nodi scomodi d'informazione e voci non allineate, sotto la minaccia di pesanti sanzioni pecuniarie. Se ne rallegrerà certo Carlo De Benedetti, che dopo l'aspra diatriba con Google dei giorni passati forse avrà modo di riconquistare parte del mercato pubblicitario sul web a causa dello sfoltirsi della concorrenza.

Dunque dopo la prova generale fatta ad ottobre si sta mettendo in atto un vero e proprio assalto mediale alla rete, cioè ad un territorio, che pur con tutte le sue innegabili contraddizioni, sembra rimanere immune alle dinamiche di costruzione di consenso e unificazione sociale operate dal network imprenditoriale, mediatico e politico capeggiato da Mediaset-Rai-PDL-Lega.
Dipinto con pennellate frenetiche, l'affresco terrorizzante di una rete in cui si annida un coacervo d'odio (contrapposto ai colori rasserenanti e tenui della TV generalista), vuole ribaltare gli assetti culturali e politici di Internet in Italia. Socialità ed informazione che la attraversano, devono collocarsi una volta per tutte nella sfera circoscritta dai canoni della società legittima e non permettersi di dettare alla politica con la P maiuscola l'agenda setting. Sul filo di lana della linea gotica di un digital divide che ancora spacca in due l'Italia, si gioca in ultima istanza un tentativo di richiamare il dibattito pubblico ai canoni dell'ordine mediatico-giornalistico tradizionale per riaffermarne supremazia ed egemonia culturale.
Una messinscena cui non poteva mancare certo il segretario del PD, eterno candidato all'Oscar come attore non-protagonista. Sgomitando per guadagnare spazio sul palcoscenico, potete ammirarlo mentre recita con volto contrito la parte strappalacrime dell'amico leale e declama l'importanza di "ristabilire la civiltà politica della buona educazione": lo "scontro" deve insomma ridursi allo sdolcinato e languido corteggiamento tra Letta e la Gelmini ed i suoi luoghi non sono la rete o le piazze, ma i salotti televisivi e di tanto in tanto, quando il capo è indisposto ed il consiglio dei ministri non può riunirsi, il parlamento.
Altrimenti lo spettacolo della paura perde audience: senza quella rimane solo uno stanzone vuoto e non si va più in scena.

A conferma di tutto questo c'è da rilevare come Facebook per una prima volta sia stato chiamato in causa dai Tg nazionali, non solo per essere oggetto di invettive ed anatemi, ma anche per essere esposto come un trofeo di guerra laddove masse e code lunghe erano sorte "popolosissime" in solidarietà a Berlusconi (in realtà nient'altro che patetici accrocchi ultra-minoritari o gruppi con nome e scopo cambiati all'insaputa di migliaia di utenti ignari).

Su quest'onda emotiva hanno trovato legittimità mai sopite intenzioni di rappresaglia, covate evidentemente da lungo tempo contro organi di informazione fastidiosi come Indymedia o Senza Soste, e non ci sorprenderebbe se altri ancora venissero aggiunti presto alla lista nera dei siti proibiti.

Fa molto riflettere anche la scelta di Facebook di assecondare in modo salomonico la tesi bipartisan della necessità di una normalizzazione politica della vita in rete. Probabilmente intimorita dalle pressioni del governo di uno dei paesi più importanti nel suo mercato europeo, la società californiana ha censurato tanto i gruppi schierati in supporto sia di Tartaglia che del premier. Un'ennesima riprova del ruolo sempre più centrale dei grandi aggregatori di informazione nei processi di disciplinamento e gerarchizzazione della rete che mette categoricamente a tacere, e speriamo una volta per tutte, qualsiasi figuro profetizzante società open-source libertarie magicamente autogenerantesi in seno alla rivoluzione digitale.

Saranno senz'altro felici anche i supporter dei comitati pro-Franceschini che durante le primarie di fronte all'ipotesi di chiusura del gruppo "Uccidiamo Berlusconi", sostennero la necessità di oscurare coloro che si ripromettevano di fare la festa all'ex-segretario PD. Contenti ora? Finalmente un'intesa con il governo si sta materializzando, proprio come auspicavate! Solo che non è sulle tanto aspirate riforme, ma sulla repressione e se vi va bene magari anche sulle leggi speciali. Dopo i sacrifici potete aggiungere al vostro invidiabile pedigré politico anche la censura.

Tutto questo per noi non è che una conferma del fatto che la rete è un campo di battaglia, e che come tale va agita, conquistandone il territorio millimetro dopo millimetro. Un territorio che ci appartiene e che la nostra voce, fieramente di parte e schierata come quella di migliaia di bloggers indomabili, contribuisce a rendere altro ed antitetico, nelle forme e nelle intenzioni, al grottesco carrozzone cornice di talk show razzisti e animato da grandi fratelli perbenisti.

Quello dei media broadcast.

Quello che byte dopo byte poco alla volta spegneremo.

di InfoFreeFlow Crew da Ifoaut