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mercoledì 22 settembre 2010

Vendola intervistato da Enrico Lucci alle Iene

La crisi unisce, l'università chiama


Le reti studentesche romane accolgono l'appello "Uniti contro la crisi" e indicano la Sapienza come luogo dove dare vita ad una grande assemblea pubblica, capace di garantire continuità al percorso che si aprirà il 29 settembre e procederà fino alla grande manifestazione del 16 ottobre

Interrogare la crisi in Italia vuol dire prima di tutto cercare di individuare la strategia di risposta al modello sociale che il governo sta cercando di mettere in campo.
Il percorso intrapreso dal governo, se all'inizio poteva sembrare disordinato e confusionario, è ormai molto chiaro. L'ultimo passaggio, l'accordo separato di Pomigliano, ha reso ai nostri occhi più evidente quale sia la strategia italiana di risposta alla crisi: attacco alle garanzie e alla contrattazione nazionale, legittimazione della precarietà come forma di vita, ridefinizione complessiva della relazione capitale-lavoro. Pensiamo che questo però sia solo un secondo step di un'unica strategia, cominciata due anni fa con il definanziamento massiccio di scuola e università e arrivata al culmine con l'invito del ministro Sacconi ai giovani laureati di dedicarsi a «lavori umili e manuali». Una strategia complessiva che, innestandosi in un ventennale processo di subordinazione del lavoro e dei saperi alle logiche della precarietà, della mercificazione e del profitto, mira a distruggere qualunque capacità contrattuale o garanzia, siano esse individuali o collettive.I tagli del governo e il Ddl Gelmini, attraverso la dequalificazione della didattica, la precarizzazione della ricerca, l'attacco al diritto allo studio e la torsione in senso autoritario e aziendale della governance, svuotano l'università di saperi, qualità e diritti, desertificando il presente e il futuro della nostra generazione esattamente quanto la legge 30 e la riforma del sistema contrattuale abbattono il sistema di tutele in grado di fornire dignità e speranza dentro e fuori i luoghi di lavoro.
Proprio il mondo della formazione, attraverso il movimento dell'Onda, si è interrogato per primo sulla crisi e sulle sue conseguenze. Crediamo che «Noi la crisi non la paghiamo» sia uno slogan ancora attuale, laddove due anni fa è stato, nella sua viralità e nella sua larga diffusione, la prima forma pubblica di rifiuto della crisi da parte di migliaia di giovani, studenti, precari. Non si è trattato in nessun caso di una resistenza conservatrice, ma di un'istanza composta al suo interno da molti temi e rivendicazioni, dall'immaginazione di una nuova funzione sociale della scuola e dell'università, alle battaglie per una via di fuga dalla precarietà lavorativa ed esistenziale, al tentativo di porre nell'agenda del dibattito pubblico il tema del welfare e del reddito garantito. Un movimento, quello dell'Onda, che è si è posto subito il problema di generalizzare l'opposizione alla crisi e che ha provato a parlare al resto dei movimenti e delle lotte sociali.
L'attacco congiunto ai luoghi del lavoro e della formazione ci impone di riaprire in quest'autunno possibili fronti ricompositivi di resistenza alla crisi, provando a immaginare un nuovo orizzonte comune per la stagione di lotte che intendiamo aprire. Laddove viene messo in crisi l'intero complesso dei diritti che i movimenti e i conflitti sono stati in grado di strappare negli ultimi quarant'anni, la nostra prospettiva non può, evidentemente, attestarsi sulla semplice difesa dello status quo ante, ma deve tentare di costruire nuovi diritti, all'altezza dello stato di cose presenti. In quest'ottica, il ragionamento attorno alla difesa dei beni comuni e al superamento della contrapposizione tra le rivendicazioni sul reddito e quelle sul salario ci offrono l'opportunità di aprire una nuova stagione di riflessione e iniziativa.
Non possiamo che accogliere con estremo favore l'appello Uniti contro la crisi circolato in questi giorni (pubblicato domenica 19 settembre da il manifesto), sottoscritto da una serie di nomi impegnati nel vasto panorama delle lotte e dell'associazionismo, dei conflitti sui beni comuni e sui luoghi di lavoro, non fosse altro perché ne condividiamo l'urgenza. Ricomporre le resistenze, costruire connessioni tra tutte le lotte, provare ad immaginare ed esprimere una nuova prospettiva di futuro: crediamo che questo sia davvero il terreno decisivo su cui si giocherà la partita dell'autunno! Proponiamo che il mondo della formazione possa ospitare questa discussione, mettendo a disposizione di tutti i propri spazi, a partire dalle lotte che stanno già iniziando nei territori e che cresceranno nel corso dell'autunno. Dai precari della scuola, in lotta contro i licenziamenti di massa e la completa dequalificazione della scuola pubblica, che in questi giorni stanno protestando in molte città italiane, ai precari della ricerca che difendono la dignità e la centralità di chi lavora per l'innovazione al servizio di tutti, ai ricercatori strutturati, che, in opposizione al disegno di riforma della Gelmini e ai tagli del governo, in molti atenei hanno dichiarato l'indisponibilità ad assumere incarichi didattici, disvelando così una situazione che da anni caratterizza le università italiane, quella di un sistema formativo e di ricerca fondato sul lavoro gratuito e non riconosciuto.
La nostra generazione, la prima a vivere in maniera totalizzante la precarietà come forma dominante dei rapporti di lavoro e come cifra di disciplinamento delle vite quotidiane, si trova al centro di questo attacco congiunto al lavoro e ai saperi, e deve avere il coraggio di cogliere la sfida imposta dalla crisi, inserire la difesa dell'università pubblica all'interno di una vertenza generale sul futuro e interpretare un ruolo di primo piano nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo, equo e sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, a partire dalla costruzione di un sistema di welfare universale in grado di garantire l'autonomia sociale alla generazione precaria.
Per questo saremo protagonisti delle giornate del 29 settembre (mobilitazione internazionale indetta dai sindacati confederali europei contro le politiche di austerità imposte dall'Ecofin e accolte da tutti i governi, compreso il nostro) e del 16 ottobre (manifestazione nazionale indetta dalla Fiom), e proponiamo, in risposta alle sollecitazioni dell'appello Uniti contro la crisi, la convocazione di un'assemblea generale dei movimenti e delle lotte sociali all'Università La Sapienza di Roma il giorno 17 ottobre, alle ore 11 presso la facoltà di Scienze politiche. Un momento aperto e inclusivo, in grado di partire dai temi della conoscenza per costruire un discorso complessivo su crisi, precarietà, welfare, ambiente e beni comuni, per comporre un fronte comune di resistenza e lotta, per rilanciare un ciclo generale di mobilitazioni sociali.

UniRiot - Roma
Link - Roma
Uds - Roma

da GlobalProject

Millenium, il festival della vacuità


Alle Nazioni Unite si discute dei Millenium Development Goals: il valzer dei capi di stato su parole e promesse. Ne abbiamo parlato con Loretta Napoleoni.
A New York, nel Palazzo di Vetro, tutto si sta svolgendo secondo il cerimoniale e il copione che accompagna il grande carrozzone dei buoni intenti, delle belle promesse e delle parole vacue: pacche sulle spalle, complimenti reciproci, incoraggiamenti a fare di più. Nel 2000, quando i capi di governo di 192 Paesi delle Nazioni Unite hanno sottoscritto gli "Otto obiettivi" dei Millenium Development Goals (Mdgs) per assistere le nazioni più povere, circa 720 milioni di esseri umani combattevano e resistevano alla miseria più degradante, sopravvivendo senza accesso all'acqua potabile e alla sanità di base, sotto tetti che sfidano le leggi dell'architettura, dove ogni pioggia o ogni colpo di vento rappresenta l'alea della scommessa sulla tenuta degli stessi. Allora si pensò che fosse giunto il momento di correre in aiuto di almeno cento milioni di essi. Un numero che rappresenta un mistero, come sostiene Meghna Abraham di Amnesty International, preso forse in prestito da un precedente progetto che si chiamava ‘Cities without Slums' - ‘Città senza Baraccopoli'. Sebbene 227 milioni di persone hanno lasciato le baraccopoli e i degradi della periferia - si legge in un recente rapporto delle Nazioni Unite - i "paria della società" che vi vivono oggi sono comunque aumentati di sessanta milioni. Forse per la grave crisi del sistema finanziario che ha colpito in tutto il globo, come affermato dal presidente del Fondo Monetario Internazionale? Sicuramente. Ma al Palazzo di Vetro deve essere sfuggito un altro parametro fondamentale: il naturale incremento della popolazione mondiale e, si sa, i poveri generano poveri. Secondo le stime di alcuni esperti, tra il 2015 (termine stabilito per il raggiungimento degli Mdgs) e il 2020, i numeri saranno praticamente raddoppiati e quelli che vivranno in condizioni di povertà estrema raggiungeranno quota 1,4 miliardi.

Dal pulpito delle Nazioni Unite, il Segretario generale Ban Ki-moon ha lanciato il suo sermone invitando i paesi ricchi a non far quadrare i propri bilanci a spese dei poveri. Perché nonostante i buoni propositi, la Spagna di Zapatero ha già ridotto il budget destinato al soccorso dei più poveri tanto per il 2010, quanto per il 2011 impegnandosi però a perseguire lo scopo di destinare lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo (pil) alle politiche di sostegno (obiettivo già raggiunto dai Paesi scandinavi, Olanda, Belgio e Lussemburgo - mentre l'Italia è ancora sotto lo 0,1 per cento) e il Canada, addirittura, è in procinto di congelare del tutto l'erogazione degli aiuti per arginare il deficit che sta attanagliando nell'immobilismo il paese nordamericano.

A provocare disorientamento è stato l'intervento del presidente francese Nicholas Sarkozy (che si è ben guardato dal fare il minimo cenno alle espulsioni dei rom): "Perché aspettare? Siamo qui, decidiamoci!". La sua proposta è quella di introdurre una sorta di Tobin tax, tassare cioè tutte le transazioni finanziarie (quelle speculative a breve termine in maniera più severa) destinando le entrate alla comunità più svantaggiate. Per chi è all'asciutto di economia le parole di Sarkozy, pronunciate con la giusta dose di passione, iniettano fiducia e speranza. PeaceReporter ha chiesto a Loretta Napoleoni, insigne economista, quanto sia fattibile la ricetta Sarkozy: "La Tobin tax, se applicata bene, è una tassa che funziona, ma sarà aggirata facilmente da chi è abituato a muoversi nei paradisi fiscali". La condizione essenziale, perché possa parlarsi di Tobin tax - secondo Loretta Napoleoni - è che ci sia "trasparenza". Bisognerebbe strutturare il tutto in modo tale che le transazioni avvengano alla luce del sole e non sottoterra a un livello nascosto. "Prima di arrivare a questo tipo di soluzione - continua l'economista - è necessario pensare, a livello comunitario, a una legislazione che imponga la trasparenza in certe operazioni e tenere a freno gli strumenti della ‘finanza creativa'". "Bisognerebbe limitare il ricorso ai derivati, per esempio, che permettono di rendere ‘opachi' i bilanci". Quindi ancora una volta, solo belle parole impossibili da applicare nella pratica? - chiediamo alla Napoleoni -. "Ma sì, si tratta della solita propaganda politica. In realtà, la finanza è avulsa dalla politica", conclude l'economista lasciando sottendere che i politici non hanno gli strumenti e le competenze per controllare la finanza e che chi muove i capitali ha le mani completamente libere.

di Nicola Sessa da PeaceReporter

Cannabis: un opuscolo pieno di bugie

Da sempre il motto dei fascisti è BASTA RIPETERE UNA BUGIA TANTE VOLTE PER FARLA DIVENTARE UNA VERITA' (Goebbels)

Terrorismo psicologico sulla cannabis

Riceviamo dal “Grifone” la notizia di una pubblicazione proibizionista che può essere considerata una sintesi del terrorismo psicologico, esercitato nei confronti di genitori ed insegnanti.

In NDR le osservazioni del responsabile del “Grifone” che mette in risalto di come questa campagna sia volutamente disinformante e mirata a mantenere l’ignoranza a favore della criminalità organizzata e dei forti poteri che dal proibizionismo traggono enormi benefici.
Buona lettura

In questo modo viene presentato il prezioso manoscritto:

“OPUSCOLO INFORMATIVO DA SCARICARE E STAMPARE”
di Claudio Risé — tratto dal libro “Cannabis & Spinello: tutta la verità + ciò che non viene detto. Dieci consigli per non perdere la testa e a volte la vita”

1 – LA CANNABIS NON E’ UNA DROGA LEGGERA.
E’ una vera droga, con principi psicoattivi, pericolosa per il cervello e per il ! corpo.
Può creare dipendenza e può condurti all’uso di sostanze ancora più dannose, come EROINA E COCAINA. I TOSSICODIPENDENTI INIZIANO SEMPRE CON UNO SPINELLO
(NDR: Non è vero, è stato dimostrato che questa è una falsa credenza.)

2 – LA CANNABIS E’ PERICOLOSA PER IL CORPO.
Produce disturbi all’apparato respiratorio (fino al tumore ai polmoni, alla gola e all’apparato digerente),all’apparato cardiocircolatorio(può causare l’INFARTO), al sistema ormonale (danneggiando lo sviluppo sessuale e la capacità riproduttiva), al sistema metabolico(provocando disturbi DELL’ALIMENTAZIONE E DEL SONNO)
(NDR: non è vero, anzi: il THC ed altri Cannabinoidi presenti nella Cannabis PREVENGONO il tumore al cavo orale e/o in genere dove non presente, ed aiutano la battaglia al cancro stesso meglio della Chemioterapia, intaccando SOLO le cellule malate e non tutte quante, nella vana speranza di intaccare, tra le altre, anche quelle malate; inoltre il THC è un potentissimo BRONCODILATATORE, utilissimo ai malati di asma; non esistono studi che provino effetti deleteri sulla riproduzione e sullo sviluppo sessuale degli assuntori, inoltre il THC è un potentissimo sti! molatore dell’appetito, utile sia agli anoressici che ai malati di cancro, per stimolare l’appetito post-chemioterapia; il suo potere rilassante, inoltre, AIUTA persone sofferenti di insonnia ad avere un riposo migliore).

3 – LA CANNABIS E’ PERICOLOSA PER IL CERVELLO.
Soprattutto per quello degli adolescenti, che è in via di sviluppo. Il principio attivo della Cannabis (THC), danneggia le cellule cerebrali provocando RIDUZIONI NELLE CAPACITA’ COGNITIVE, PROBLEMI DI MEMORIA E CONCENTRAZIONE, APATIA E DEMOTIVAZIONE, DISTURBI NELLA CAPACITA’ DI FORMULARE DELLE IDEE E RISOLVERE PROBLEMI. SI ABBASSA COSI’ IL RENDIMENTO SCOLASTICO, SPORTIVO E PROFESSIONALE.
(NDR: Tutto quanto descritto nel Punto 3, è da leggersi all’opposto….. ci sono persone, poche a dire il vero, che con mezzo bicchiere di birra sono ubriache, al contrario della maggior parte a cui invece ne serve almeno un litro o più per raggiungere tale risultato.

4 – LA CANNABIS E’ PERICOLOSA PER LA SALUTE MENTALE.
Può produrre ANSIA E DEPRESSIONE, ALLUCINAZIONI VISIVE ED AUDITIVE, DEPERSONALIZZAZIONE E DEREALIZZAZIONE, ATTACCHI DI PANICO E PARANOIA. Inoltre l’uso prolungato può provocare più tardi gravi malattie mentali, come PSICOSI E SCHIZOFRENIA
(NDR: Tutto quanto relativo al Punto 4, è da tenere in considerazione per l’LSD e non per il THC; inoltre il THC CURA la schizofrenia e non la provoca…..).

5 – PER CANNABIS SI PUO’ ANDARE IN OVERDOSE E MORIRNE.
Con Hashish e Marijuana contenenti alte concentrazioni di principio attivo, o per particolare affaticamento o combinazione con alcol, può svilupparsi un’intossicazione acuta: TREMORI E AGITAZIONE MUSCOLARE, DIFFICOLTA’ DI RESPIRAZIONE, PALPITAZIONI ED ECCESSIVA TENSIONE DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE, FINO ALLA PERDITA DI CONOSCENZA
(NDR:Partendo dal fondo, si: assumere in concomitanza THC ed alcol può portare l’assuntore al “collassamento” – si è omesso di dire che spesso si arriva anche a vomitare…. – , stà all’assuntore stesso EVITARE L’ASSUNZIONE CONCOMITANTE; sull’overdose è vero anche, si è però omesso – GUARDA IL CASO… – di dire che per rischiare un’overdose di THC, lo spinello in questione dovrebbe contenere circa 15 CHILI di CANNABIS….Vi lascio immaginare le dimensioni di questa gigantesca canna….).

6 – LA CANNABIS ROVINA LE TUE RELAZIONI CON GLI ALTRI (E CON IL/LA PARTNER).
Se inizialmente facilita lo stare in compagnia con gli amici, poi ti chiude nella solitudine, TI RENDE ASSENTE, SOSPETTOSO, AGGRESSIVO O VIOLENTO
(NDR: … Sul fatto di rovinare i rapporti con il//la partner, replico che lo fa quanto avere con questo/a altri interessi diversi, nè più nè meno: il segreto di un buon rapporto di coppia, sta nel fatto di avere interessi comuni per poterli condividere, e in nient’altro; sul resto, ho conosciuto molte persone nella mia vita che abbiano consumato o tutt’ora consumino Cannabis, e nessuno di questi è mai stato un violento, semmai l’opposto; inoltre ricordo che i nostri predecessori sono stati gli Hippies, anche detti “I FIGLI DEI FIORI”, persone tutt’altro che violente e/o problematiche….).

7 – LA CANNABIS METTE A RISCHIO LA TUA VITA, E QUELLA DEGLI ALTRI, SE LA FUMI E POI TI METTI ALLA GUIDA.
E’ la sostanza più spesso trovata nel sangue di vittime di incidenti stradali. AGISCE SUL CERVELLO PROVOCANDO APPANNAMENTO DELLA VISTA E DELL’UDITO, DIMINUZIONE DELLA VIGILANZA, RALLENTAMENTO DEI RIFLESSI E DELLE REAZIONI, DIFFICOLTA’ NELLA COORDINAZIONE MOTORIA E NEL CONTROLLO DELLA TRAIETTORIA DEL VEICOLO
(NDR: E qui in parte si può anche essere d’accordo: vero è che se la si vuole assumere, lo si dovrebbe fare in ambiti privati e non per la strada, senza poi doversi mettere alla guida, onde evitare rischi per se stessi e per il prossimo; gli effetti descritti in questo settimo punto, però, sono maggiormente relativi all’alcol CONSUMATO DA SOLO SENZA AGGIUNTA DI NESSUN ALTRA SOSTANZA…..sul fatto invece che il THC sia la sostanza più spesso rinvenuta nelle analisi di vittime di incidenti stradali, è dovuto al! la maggiore persistenza nel sangue – e nelle urine… – di questa sostanza rispetto a quasi tutte le altre – solo il METADONE rimane nell’organismo per più tempo… – , cosa che non significa assolutamente che la persona che venga trovata positiva al THC durante le analisi, sia effettivamente sotto l’effetto della sostanza. Inoltre, per essere trovato positivo ad un test post-incidente, non è necessario avere causato l’urto: è infatti sufficiente ESSERE FERMO AD UN SEMAFORO, ESSERE TAMPONATO DA CHI SEGUE CHE, SCONTROSAMENTE, NON VOGLIA SAPERNE DI COMPILARE IL C.I.D.: all’arrivare delle Forze dell’Ordine sulla scena di un incidente, secondo il Codice della Strada, scattano automaticamente PER TUTTI I CONDUCENTI COINVOLTI IN UN INCIDENTE, LE ANALISI PER RINVENIRE ALCOL e DROGHE…).

8 – L’USO DI CANNABIS E’ STRETTAMENTE LEGATO ALLA DELINQUENZA.
Dietro ad uno spinello di pochi Euro ci sono intere organizzazioni di criminali: COMPRANDO UNO SPINELLO DAI I TUOI SOLDI A QUESTE PERSONE CHE UTILIZZANO ANCHE I BAMBINI COME SCHIAVI PER PRODURRE LA DROGA. L’USO DI CANNABIS, POI, PUO’ TRASFORMARTI IN UN DELINQUENTE: MOLTI RAGAZZI, DIPENDENTI DA QUESTA SOSTANZA, RACCIMOLANO IL DENARO CON FURTI, SPACCIO DI STUPEFACENTI, ESTORSIONI NEI CONFRONTI DEI PIU’ DEBOLI (BULLISMO)
(NDR: – Io pensavo che Giovanardi fosse il “più fuori” del gruppo, evidentemente mi sbagliavo… – Vagamente camuffati, questi sono i concetti espressi dal Marijuana Tax Act del 1937, U.S.A. …..Sui bambini: anche L’ADIDAS, per cucire i palloni, in India SFRUTTA BAMBINI DAI 3 AI 5 ANNI; cucire un pallone o fare dell’altro, non cambia le cose: lo sfruttamento è sfruttamento. Inoltre, se i consumatori finanziano attività criminali, è solamente grazie al ! Governo che preferisce “tenere la testa sotto la sabbia”, non guardare una fetta IMPORTANTE della Cittadinanza e tentare di risolvere il “problema” arrestando persone che nulla di male o di sbagliato hanno fatto se non andare contro una legge, sbagliata; se si desse modo e maniera alla cittadinanza di poter COLTIVARE le piante di Cannabis, oppure anche di POTER ACQUISTARE REGOLARMENTE infiorescenze o anche Hashish, in luoghi di Monopolio debitamente preposti, tutto quanto qui al Punto 8 descritto non sussisterebbe; la verità è che SONO I GOVERNI A GIRARE TALI ENTRATE ALLE ATTIVITA’ CRIMINOSE, E NON I CONSUMATORI).

9 – LA CANNABIS PUO’ ROVINARTI LA CARRIERA O FARTI PERDERE IL LAVORO.
La riduzione delle capacità cognitive come l’attenzione, la memoria può rallentare la tua carriera negli studi. Se hai un lavoro rischi di perderlo, per disimpegno e assenteismo, e se utilizzi macchinari puoi avere gravi infortuni o provocarli agli altri
(NDR: Evidentemente il Signor Risè, a corto di argomenti, ha ripreso quello che già aveva citato al PUNTO 3 – VEDERE SOPRA….. – ; vero è che potrebbe farti perdere il lavoro, ma non per le astruserie – ma forse era meglio scrivere stronzate… – qui al Punto 9 citate: infatti lo si può perdere a causa delle analisi delle urine che sempre più terziario si trova a dover affrontare periodicamente; tali analisi, come peraltro già commentato sopra al Punto 7, in relazione agli incidenti stradali, prevedono un controllo di quanto presente nell’organismo, e non di quanto effettivam! ente assunto in tempi recenti – un’analisi corretta sarebbe se questa andasse a ritroso di un massimo di sei ore, non certo di sei/otto settimane….).

10 – LA CANNABIS E’ UNA DROGA DA CUI SI PUO’ USCIRE.
Chiedendo aiuto ad amici autentici, insegnanti che stimi o ai genitori; medici e psicologi POSSONO AIUTARTI AD USCIRE DA UNA STRADA SENZA DIREZIONE. La felicità è molto di più di un’ora di risate (nemmeno garantite), comprata per pochi Euro, mandando la propria vita in fumo.
(NDR: A me non risulta che ci siano persone che abbiano dovuto frequentare una comunità per smettere di fumare Erba o Hashish: mi risulta invece che alcuni consumatori, post seconda denuncia, abbiano scelto un periodo da passare in comunità – generalmente lungo 4 o 5 anni… – per non dover affrontare le analisi per il rinnovo della patente; “UNA STRADA SENZA DIREZIONE”? Lo stesso concetto è un controsenso, infatti al Punto 1 la Cannabis viene definita quale VIATICO per sostanze peggiori quali EROINA E COCAINA….vuol dire che anche secondo loro – anche se non è vero che porta li – da ! qualche parte porta….)

Opuscolo fedelmente trascritto e tratto dal libro ”Cannabis & Spinello: tutta la verità + ciò che non viene detto. Dieci consigli per non perdere la testa e a volte la vita” scritto da Claudio Risè (2007) ed edito dalla EDIZIONI SAN PAOLO S.r.l. – Piazza Soncino, 5 – 20092 Cinisello Balsamo (MI) - Sto internet: edizionisanpaolo.it
Distribuzione: Diffusione San Paolo S.r.l. - C.so Regina Margherita, 2 - 10153 Torino (TO)

(NDR: per qualcuno che avesse voglia di andare a tirargli delle uova, il numero 2 di Corso Regina Margherita a Torino, rimane dal lato del Po, ed avendo il Po alle proprie spalle, il numero 2 è il primo palazzo alla propria destra…..)

da Indymedia