HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

mercoledì 30 novembre 2011

AGRICOLTURA BENE COMUNE!


L’agricoltura è un bene comune, così come l’acqua e l’aria. Un’ecologia sociale deve partire dall’agricoltura contadina che valorizza la biodiversità, che racchiude dentro ai propri obiettivi anche il paesaggio e la sua preservazione. Lo sviluppo equilibrato di agricoltura contadina, turismo, cultura, è la chiave di volta per la valorizzazione del territorio, contro monocolture, turismo irresponsabile, svendita del territorio.

INVITO

Ecologia, terra, Terra, Territorio, Paesaggio, Guerrilla gardening,
Distretti di economia solidale, Gruppi di acquisto solidale, Biodiversità, Critical wine, Sangu ti la terra!, pianta grane/pianta grano, Genuino clandestino, Nocività, Immaginario, Lavoro/Produzione/Consumo critico, Sensibilità planetarie ribelli, General intellect, Tracciabilità dei prodotti e dei prezzi, Orti comunitari, San Precario, Agricoltura contadina, NO-OGM, Multinazionali, biologico,mutuo appoggio,
Acqua bene comune, Permacoltura, Neurogreen,
Subvertising/rivoltiamolaterra, MayDay, Critical mass…

Giovedì 1 Dicembre, h.18.00
Aula SP2, Ex-Sperimentale Tabacchi, via F. Calasso 3/a
Università di Lecce


AGRICOLTURA BENE COMUNE!
Conferenza + Assemblea Aperta

A partire da questi temi, costruiamo insieme un progetto di alternative concrete

Bonus track: proiezione del documentario “Genuino Clandestino” realizzato dal collettivo InsuTV, Campi Aperti, terra terra, Ragnatela Autoproduzioni… su esperienze di lavoro e resistenza di giovani contadini, allevatori, produttori e artigiani.
info: angela greco 3385962404
ivano gioffreda 3890861680
marc tibaldi 3393667470

agricolturabenecomune@gmail.com

L’agricoltura è un bene comune, così come l’acqua e l’aria. Un’ecologia sociale deve partire dall’agricoltura contadina che valorizza la biodiversità, che racchiude dentro ai propri obiettivi anche il paesaggio e la sua preservazione. Lo sviluppo equilibrato di agricoltura contadina, turismo, cultura, è la chiave di volta per la valorizzazione del territorio, contro monocolture, turismo irresponsabile, svendita del territorio. Per difendere la terra, e chi ci lavora e ci abita, dallo sfruttamento, per cercare soluzioni alternative alle contraddizioni che viviamo e per impollinare nuove pratiche sociali e ambientali rizomatiche, Agricoltura Bene Comune si propone di coinvolgere studenti, disoccupati, ricercatori, migranti, professionisti, attivisti, mediattivisti, creativi, consumatori critici, attori che possono creare un circuito virtuoso di relazioni e sensibilità, di lotte e di pratiche comunitarie.
Nato nel 2011, il progetto in progress Agricoltura Bene Comune ha organizzato la “Festa dei contadini/Festa di tutti!”, il 5 agosto a Sannicola; l’assemblea “Giustizia in agricoltura, giustizia per l’agricoltura”, e più 20 incontri/assemblee sul territorio salentino, dedicati alla sensibilizzazione sui temi trattati.

Perché l’uomo ombra non parla?

Già di per sé il crimine è pena. (David Maria Turoldo)

Fra un uomo ombra, un cattivo e colpevole per sempre, un ergastolano ostativo a qualsiasi beneficio se non collabora con la giustizia e se nella sua cella non ci mette un altro al posto suo, e una suora di clausura del Monastero Domenicano di Pratovecchio è nata una corrispondenza e un rapporto d’affetto e di amicizia.
Suor Grazia mi scrive:
La gente mi chiede: Perché Carmelo non parla? Perché non collabora? Io devio un po’ il discorso perché non so cosa rispondere. Dimmi qualcosa a riguardo. Dimmi cosa devo rispondere a questa gente

Io le rispondo:
Cara Suor Grazia, potrei dirti semplicemente che non parlo perché “Chi fa la spia non è figlio di Maria” o perché, giusta o sbagliata che sia, ognuno deve scontare la propria pena senza comprarsi la libertà e senza usare la giustizia per mandare un altro al posto suo in carcere.
Potrei dirti che non collaboro con la giustizia perché uno dovrebbe uscire dal carcere perché lo merita, senza accettare ricatti da uno Stato ingiusto e fuorilegge, che prima mi ha insegnato a delinquere e poi mi ha condannato a essere cattivo e colpevole per sempre.
Cara Suor Grazia, potrei dirti che non parlo perché ora i giudici dicono che la mia vecchia organizzazione non esiste più e i miei vecchi complici si sono rifatti una vita e ora sono dei buoni genitori, dei buoni mariti e dei buoni cittadini e quindi perché li dovrei far sbattere in carcere?
Potrei dirti che non collaboro con la giustizia perché non c’è solo la legge degli uomini, spesso ingiusta, c’è anche le legge dell’amicizia, dell’amore, del cuore e forse anche quella di Dio che mi proibisce di tradire vecchie amicizie e di far soffrire altre persone.
Cara Suor Grazia, potrei dirti che non parlo perché se ho commesso dei reati la prima vittima sono stato io, e in tutti i casi, comunque sia andata, nei miei reati non è mai stato colpito un innocente.
Lo so, non è una giustificazione, ma per me è importante.
Invece, cara Suor Grazia, ti dico che avrei potuto collaborare con la giustizia solo quando ero un criminale: ora mi sento una persona migliore e diversa e non lo posso più fare perché la mia libertà, la mia felicità non deve costare sofferenza ad altri.
E poi dopo vent’anni dai fatti non c’è più bisogno di mettere in carcere nessuno senza contare che in prigione non c’e giustizia: c’è solo odio e sofferenza.
Cara Suor Grazia, come mi hai insegnato tu, è il perdono e non il carcere che ci potrebbe permettere di essere persone migliori, perché la galera non migliora nessuno: può solo peggiorarti e poi penso che chiunque mandi in carcere un altro al posto suo si autocondanna all’infelicità.
Cara Suor Grazia, poi, per ultimo, non parlo perché sono sicuro che anche tu al posto mio faresti lo stesso.
Il mio cuore e la mia ombra ti vogliono bene.

Carmelo Musumeci
Carcere di Spoleto