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martedì 9 giugno 2009

Europee: Vendola, Sl inaugura cantiere nuova sinistra italiana

Con il 3.1% Sinistra e Liberta' 'inaugura il cantiere della nuova Sinistra italiana': ne e' convinto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, leader nazionale di Sinistra e Liberta', tornando oggi a Bari a commentare il voto per le europee. Il risultato di Sl alle elezioni europee - afferma Vendola - 'fotografa una storia che e' ricominciata, un cantiere che e' partito, una mobilitazione che significa accumulo di energie intellettuali e di passioni civili. Soprattutto tra le giovani generazioni, cioe' tra i veri protagonisti della nostra campagna elettorale'. 'Un soggetto politico neonato, spesso oscurato mediaticamente, con un rodaggio di poche settimane, ha raggiunto quel 3.1% che e' un risultato importante, segno... - secondo Vendola - di una domanda
di sinistra che vive, sia pure dispersa e frustrata, nel nostro Paese'.

Il risultato, per Vendola, 'e' ancora piu' incoraggiante se lo si legge con le lenti del nostro Mezzogiorno, dove la proposta di Sinistra e Liberta' ha avuto affermazioni persino straordinarie. Nel Sud si e' cominciato ad avvertire il segno reale della politica economica e sociale delle destre, si e' cominciato a intendere quanto la 'questione settentrionale' sia una minaccia per l'universalita' dei diritti e per l'unita' del Paese'.

'Il 10% degli italiani che hanno votato a sinistra del Pd e non saranno rappresentati nel Parlamento Europeo ci dicono quanto sia necessario proseguire il nostro lavoro, chiedere a ciascuno e a ciascuna - ha aggiunto - di continuare a tenere in piedi questo sogno utile che e' la ricostruzione di una sinistra che abbia senso, che abbia significato e utilita', che abbia il coraggio di costruire mobilitazione ed esperienza politica, di occuparsi di questioni scomode, di coniugare innovazione politico culturale e progetti autorevoli'. 'Si ricomincia quindi, - conclude Vendola - da parole d'ordine chiare: la questione sociale, la difesa della laicita' dello Stato, il rilancio della scuola pubblica, la centralita' della sicurezza del lavoro e sul lavoro, la tutela dell'ambiente e poi i diritti
civili, sociali e umani. Col nostro 3,1 abbiamo inaugurato il cantiere della nuova sinistra italiana. Noi quel cantiere non lo chiuderemo'.
09/06/2009 12:13

Elezioni provinciali 6-7 giugno-Galatone

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Svezia, Partito Pirata guadagna un seggio alle Europee

STOCCOLMA (Reuters) - Il Partito Pirata svedese, che si batte per la libertà dei contenuti su Internet, ha ottenuto un seggio al Parlamento europeo, secondo i risultati provvisori.
Il partito ha raccolto il 7,1%, un risultato definito "fantastico" dal capolista Christian Engstrom.
La condanna al carcere, decisa dai giudici a metà aprile, di tre fondatori del sito di scambio di file "The Pirate Bay" ha ampiamente contribuito a fare uscire la formazione, anche se il sito web e il partito hanno in comune soltanto il nome.
Fondato nel 2006, il Partito Pirata, che chiede la riforma del diritto d'autore, l'abolizione del sistema dei brevetti e anche la diminuzione dei controlli sul web, aveva ottenuto soltanto lo 0,6% alle elezioni politiche del gennaio scorso.
Il suo leader, Rick Falkvinge, è convinto che la nuova legislazione svedese che autorizza per esempio i titolari dei diritti d'autore a tracciare gli indirizzi IP dei presunti responsabili del download illegale, spieghi l'improvvisa popolarità del suo partito.
Rick Falkvinge ha dichiarato subito dopo aver appreso la notizia che: “ Insieme, oggi abbiamo cambiato il destino delle politiche europee. Non importa come finirà questa notte, il cambiamento è in atto. Sembra meraviglioso. I cittadini hanno compreso che è il momento di cambiare. I vecchi politici hanno messo da parte lo stile di vita dei giovani, poco a poco. Noi non accettiamo questo sistema autoritario di sorveglianza delle masse. “
Nelle ultime elezioni europee Sinistra e Libertà ha presentato il candidato del Partito Pirata italiano Alessandro Bottoni.
La Svezia elegge 18 deputati all'Europarlamento.

La Shell risarcisce per la morte di Ken Saro-Wiwa

L’hanno spuntata gli avvocati della multinazionale anglo-olandese Shell: 15,5 milioni di dollari da versare ai familiari di Ken Saro-Wiwa e degli altri sette attivisti Ogoni impiccati dal regime nigeriano di Sani Abacha nel 1995 per aver denunciato la corruzione e i danni ambientali causati dalle trivellazioni della Shell nella regione del Delta del Niger. La Shell avrebbe dovuto risponderne davanti a una corte federale statunitense, ma dopo settimane di trattative, la multinazionale ha accettato di pagare per evitare la pubblicità negativa che sarebbe derivata dal processo. Oggi l’annuncio dell’accordo che comprende una clausola di «non liability», cioè di non luogo a procedere per le presunte responsabilità della multinazionale. In questo modo, e per una cifra molto bassa soprattutto considerando il bilancio della Shell, è stato disinnescato un processo storico: sarebbe stata la prima che una multinazionale avrebbe dovuto rispondere per violazioni dei diritti umani.

Nuova aggressione armata dei fascisti a Roma

Il comunicato del CSOA La Strada di Roma:

Basta con le lame

Diffondiamo con stupore questo comunicato per informare la città dell'ennesimo agguato perpetrato con coltelli. Questa volta nel quartiere di Garbatella.
Ieri notte, verso le due e mezza, due ragazzi uscivamo dal centro sociale "La Strada" dopo aver assistito ad un concerto rock. La coppia si dirigeva a piedi verso Via Massaia quando all'altezza del Roma Club in Via Roberto Da Nobili venivano raggiunti da due tizi vestiti di nero che li aggredivano urlandogli «comunisti di merda, voi e i vostri centri sociali».
Dopo una serie di percosse uno degli aggrediti riceveva anche una coltellata alla coscia. Una volta conclusa la colluttazione, la coppia aggredita correva al pronto soccorso del CTO dove i medici hanno suturato con 8 punti la ferita del ragazzo e la polizia e la digos hanno interrogato i due giovani.
Dopo poco più di un mese dall'uccisione di Aldo Murgia in Via Costantino, dopo l'assassinio a fine marzo davanti ai locali notturni di Via del Gazometro, dopo una serie di aggressioni tutte corredate da armi da taglio che tanto sono in voga anche fra le giovani generazioni, questa volta l'atto criminoso colpisce due giovani del quartiere stesso colpevoli di aver partecipato a una serata di festa che come tutte le iniziative organizzate dal nostro Centro Sociale rivendica una cultura altra e libera che si possa contrapporre alla cultura aggressiva e arrogante che si respira intorno ai locali notturni della nostra zona.
Alla vigilia delle elezioni, in una città governata da razzisti e fascisti, gli episodi d’intolleranza(l’ultimo a Tormarancia) si moltiplicano nei nostri quartieri; invitiamo pertanto tutti gli abitanti a mantenere un’attenzione e una vigilanza attiva.
NESSUNO SPAZIO AI VIGLIACCHI
FUORI I FASCISTI DAI NOSTRI QUARTIERI

GARBATELLA ANTIFASCISTA
CSOALASTRADA

[GERMANIA] NELLE COMUNALI TRIONFO NEONAZISTA ALL'EST

Trionfo neonazista all'est nelle comunali svoltesi domenica in Germania insieme alle europee.
La Npd e' riuscita a far eleggere propri consiglieri in quasi tutti i centri dei quattro laender orientali in cui si e' votato, Meclemburgo, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia.
I neonazisti saranno rappresentati nei consigli comunali di grandi citta' come Dresda, Erfurt, Halle, Lipsia, Magdeburgo, Rostock, Schwerin, Stralsunda, Weimar, oltre a Eisenach, la citta' natale di Johann Sebastian Bach.
La percentuale ottenuta dalla Npd si e' aggirata mediamente intorno al 3%, ma in alcune cittadine dell'est ha toccato anche il 21,4%, come a Bargischow, nel Meclemburgo.
A Postlow, in Cispomerania, i neonazisti hanno ottenuto il 17%.
Risultati altrettanto clamorosi anche in Turingia e Sassonia, con il 19,1% a Urnshausen e il 22 % a Reinhardtsdorf-Schoena.
Nelle precedenti comunali in Turingia la Npd non aveva ottenuto nemmeno un seggio, mentre questa volta ne ha ottenuto almeno uno in ogni collegio in cui si e' presentata.
In Sassonia i neonazisti con i 73 seggi conquistati hanno triplicato il numero di quelli ottenuti nelle comunali del 2004.

Silvio non vince, sinistre ancora ko

Il voto delle europee mostra che il tenativo di sfondamento elettorale del presidente del consiglio è fallito: il Pdl perde due punti percentuali e adesso si moltiplicano le gatte da pelare per il premier. A cominciare dall'abbandono della Sicilia e dalla rinnovata forza della Lega al nord. Le sinistre sotto il 4 per cento.

Silvio Berlusconi ha fatto di tutto per trasformare il voto delle europee in un pelbiscito a suo favore, ma ha fallito. Il Pdl si ferma al 35,3 e perde due punti percentuali rispetto alle ultime politiche. Per il Pd continua l’emorragia di voti: il partito di Franceschini si assesta a poco più del 26 per cento. Unici vincitori, oltre lo schema del bipartirtismo, Lega Nord [oltre il 10 per cento] ed Italia dei valori, con l’8 per cento, Cresce anche l’Udc con il 6,5. La cosiddetta «sinistra radicale» viene esclusa anche dal parlamento europeo, non superando lo sbarramento del 4 per cento, dopo essere scomparsa l’anno scorso dal parlamento italiano. Stessa sorte per i Radicali di Pannella e Bonino, che speravano nel miracolo ma si fermano al 2,42 per cento.
L’affluenza è scesa al 67 per cento, ben sei punti in meno del 2004. Tuttavia, la percentuale dei votanti resta ben al di sopra alla media europea del 43,39 per cento. Nelle isole vota meno della metà degli aventi diritto: in Sicilia il movimento del governatore Lombardo sfonda con il 17 per cento ma l’alleanza tra la Destra e l’Mpa fa segnare un modesto 2 per cento. Umberto Bossi esulta e studia le prossime mosse: adesso Berlusconi avrà una gatta da pelare in più, come dimostrano le parole del sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi: «Con un consenso a livello nazionale che supera il 10 per cento, La Lega Nord ha quasi un terzo dei voti del Pdl – dice Tosi – l’anno prossimo, quando si porrà nel centrodestra il problema della guida delle Regioni, non si potrà non tener conto di un partito che ha questi numeri e questa forza. Su 20 presidenti di Regioni, mi sembra ovvio che non uno solo, ma almeno due siano espressi dalla Lega. Tutti sanno che le Regioni dove la Lega è piu’ forte sono il Veneto e la Lombardia».«Il Pdl non ha sfondato – dice Dario Franceschini – Vogliamo ringraziare di cuore gli elettori italiani sia quelli che ci hanno votato sia quelli che comunque hanno detto no all’unico padrone». «Da oggi cercheremo di costruire un modello alternativo a quello del governo Berlusconi ma il Pd deve scegliere con chi stare», sostiene Antonio di Pietro che annuncia «presto toglierò il mio nome dal simbolo. L’Idv da movimento diventa partito». Secondo Ignazio La Russa «il forte calo di votanti, e in particolare nelle isole, per il Pdl significa due punti in meno». Ma i retroscenisti parlano di un Berlusconi «molto amareggiato». Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, dice «siamo soddisfatti e non cerchiamo nuove alleanze. Staremo con serietà in Parlamento, possiamo votare con la maggioranza ma anche fare una dura opposizione. Non facciamo sconti a nessuno». Casini spiega che dalle urne esce una «dura lezione per il bipartitismo». Il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero osserva: «Siamo arrivati molto vicini al quorum, questo è il prezzo pagato alla scissione voluta da Nichi Vendola». Proprio il governatore della Puglia però, non vuole sentire parlare di sconfitta e propone «un cantiere aperto. Il cammino continua osserva Vendola è necessario, in Europa, costruire una sinistra del ventunesimo secolo». Secondo Angelo Bonelli dei Verdi, invece, «il progetto di Sinistra e libertà bocciato dagli elettori è fallito e inoltre nemmeno i 7 punti percentuali persi dal Pd sono stati intercettati». Secondo Bonelli «dal voto viene un segnale chiaro che l’obiettivo dei Verdi non può essere quello di proseguire nel progetto di Sinistra e libertà al contrario dobbiamo costruire la forza ecologista del terzo millennio che parli a 360 gradi ai cittadini e non solo agli elettori di sinistra. Di fronte all’avanzata dei Verdi in tutta Europa sarebbe quindi inaccettabile e irresponsabile dichiarare la fine dei Verdi per scioglimento dentro un partito della sinistra».

di Silvio Magnozzi da Carta

Stefano Rosso - L'italiano



STEFANO ROSSO - L'ITALIANO

Vent'anni all'estero da minatore
oppure in galleria come editore
scudetti in mezzo, buon meridionale
se ammazzo in Africa son coloniale
se ammazzo austriaci son patriota
canto da sempre non conosco nota.

Piaccio alle nordiche, specie svedesi
cambio governo quasi ogni sei mesi
sono cattolico per adozione
e l'hobby invece è la rivoluzione
mio figlio un giorno sarà calciatore
per il momento è in terza dalle suore.

Ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano
son stato il solo a perdere la mano
sia col tedesco che l'americano
ma se mi chiedi chi fu Garibaldi
uno che nacque presto e morì tardi
ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano.

Siam tutti preti, navigatori
figli di 'gnotta e grandi cantautori
mamma è una santa, le altre da bordello
se perde il Napoli faccio un macello
se trovo un portafogli perchè è vecchio
tv a colori e pane dentro al secchio
siam diplomatici, laici, estremisti
frutteti-asmatici e poi femministi
di calcio tecnici, d'amor maestri
figli di parroci in gite campestri
del cruciverba siamo i pensatori
quattro infermieri, centosei dottori.

Ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano
son stato il solo a perdere la mano
anzi, il pallone con il coreano
son stato il solo a vincere la guerra
sia con la Svizzera che l'Inghilterra
ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano.

Da vivo sono un po' menefreghista
da morto invece son nazionalista
specie se ho nomina da deputato
da giornalista a volte pensionato
ma la domenica problemi grossi
segna Giordano, segna Paolo Rossi.

Ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano
son stato il primo a perdere la mano
sia col tedesco che l'americano
confesso, è vero, ma non è finita
prossima vittima è l'ora proibita
ma cosa guardi, cosa c'è di strano?
Chi sono dici? Beh, sono italiano


7 dicembre 1948 – 15 settembre 2008

Un "personaggio" atipico nel panorama della canzone d'autore italiano. Cantautore? Strumentista? Difficile definirlo. Canta con la erre moscia canzoni ironiche ma anche autobiografiche. Nelle sue canzoni si parla della nostra Italia ma anche di America, di rapporti con le donne ma anche di se stessi, a volte con amenità, sempre con l’arguzia da trasteverino puro. Stefano Rosso suona inoltre la chitarra da consumato strumentista, in perfetto stile finger-picking.
Negli ultimi tempi, è riuscito raramente a registrare dischi e la sua popolarità si è un pò ridotta, ma il pubblico che lo apprezza gli è da sempre fedele. Nella seconda metà degli anni Settanta ha avuto un momento di considerevole popolarità con Una storia disonesta, forse la prima canzone italiana in cui fa capolino lo spinello, che era un po’ il ritratto divertito del fricchettone post-sessantottino. Nato a Roma, vive a Trastevere, in via della Scala, che ha immortalato nella canzone autobiografica Letto 26. Il cognome, Rosso, è fittizio, il suo è il più comune d’Italia (Rossi), ma il suo modo di comporre è assai originale, ciò gli viene dal linguaggio e dalla prospettiva sbilenca, furtiva in cui si pone per osservare e vivere il quotidiano. Con una voce tranquilla e colloquiale, la erre moscia, l’intonazione da vecchio amico, romanesca e ciondolante al punto giusto, Stefano Rosso ha collezionato diversi album, forse con un pò di discontinuità, trovando però spunti saporiti sparsi con poca cura. La filosofia di vita, l’afflato esistenziale resta fuori dallo studio di registrazione, compare invece nelle sue canzoni una simpatia naturale, giocata sul realismo rapido, il lazzo è sempre pronto e la battuta a raffica. Predilige melodie semplici e strumenti che abbozzano invece di tagliare l’ambiente. Eppure si sorride ascoltando i suoi dischi, non solo masticando l’ironia spessa, ma cogliendo pure le parodie indecise tra il graffio velenoso e la dissacrazione in punta di piedi. Dopo Una storia disonesta e ... E allora senti cosa fo, che ottengono una buona affermazione commerciale, nel ‘79 incide Bioradiografie, l’ultimo album per la RCA (prodotto e arrangiato da Gianni Marchetti, autore di buona parte delle canzoni di Piero Ciampi) che scatena la sua ira e il malcontento, perchè è praticamente boicottato dalla casa discografica. Nel 1980, partecipa al Festival di Sanremo con il brano L'italiano, contenuto nel disco Io e il signor Rosso, pubblicato da una nuova casa discografica, la Ciao record. Negli anni '80 incide cinque dischi, poco conosciuti, anche perchè mal distribuiti. Nel 1997, la sua nuova uscita discografica, Miracolo italiano, un'antologia contenente tre nuovi brani. Incide poi per la DV More Il meglio, che contiene i suoi maggiori successi, re-interpretati e alcuni nuovi brani. Contiene anche Preghiera, fino ad allora incisa soltanto da Mia Martini nel disco Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto, del 1976. Negli ultimi anni riprende a fare concerti e a pubblicare dischi - tutti prodotti dalla sua etichetta Red & Black Music - spesso live o strumentali per chitarra acustica. Gli ultimi lavori sono stati Fingerstyle guitar, Live at the Folk Studio e Live at the station del 2003, Banjoman del 2004, Lullaby of birdland del 2006, Mortacci del 2007 e Piccolo Mondo Antico del 2008. Stefano Rosso è mancato il 15 settembre 2008. E ci manca molto.

SINISTRA PER IL SALENTO: 345 VOTI PULITI

345 voti puliti!, è questo il messaggio che Sinistra per il Salento lascia a Nardò dopo questa tornata elettorale. La giovanissima ètà di questa formazione elettorale, una campagna elettorale autofinanziata, senza sprechi e oscurata dai principali canali informativi locali prima e dopo il voto, non le hanno impedito di ottenere un buon risultato."Un grande inizio", questo il commento di alcuni dei tanti giovani che animano questo gruppo e che sottolineano il fatto che nessuno sui giornali o sul web aveva segnalato la loro esistenza(tranne questo blog naturalmente) prima delle elezioni. Il noto sito Porta di Mare invece ha pubblicato i risultati arrotondati di circa 100 voti, in meno naturalmente! Ecco i risultati esatti di tutti i partiti:
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Elezioni Amministrative 6-7 giugno 2009 - Provinciali

PUGLIA - Lecce
Abitanti / Elettori 812.857 / 731.601
Affluenza:(a chiusura delle operazioni) 68,6%
Affluenza nelle precedenti amministrative:(a chiusura delle operazioni)73,2%
PRESIDENTE USCENTE:Giovanni Pellegrino (Pd) (Centrosinistra ), eletto il 12-13 giugno 2004 con il 51,8%
804 sezioni su 804

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L'85% degli italiani ha votato a destra, per il PDL, la Lega, il PD, l'IDV


Gli europei hanno votato ed hanno scelto un'Europa di destra.
La scelta è chiara: gli europei vogliono una politica ultraliberista; conservatrice; xenofoba. E' stata data fiducia a quelli che sostengono la direttiva Bolkestein; che votano le inumane norme sui rimpatri; che sono favorevoli al testo che allunga l'orario di lavoro settimanale. Ed da questa deriva iperliberista e razzista hanno contribuito gli elettori italiani, più che nel resto d'Europa essendo stato l'Italia il Paese con la più alta affluenza alle urne.

Complici delle future politiche europee di destra sono anche coloro che hanno votato in Italia per il PD o per l'IDV, forse più degli astensionisti. Tanti, ne sono convinto, in maniera inconsapevole. Chissà quanti hanno votato per il PD conoscono l'attività europea di quel partito. E quanti di quelli che hanno scelto l'IDV, anche ingannati da un'opposizione salottiera del partito di Di Pietro, sanno cosa votano i loro eletti nel parlamento europeo? Molti forse non ne sono a conoscenza ed è ora che questa gente apra gli occhi.

La sinistra ha certo le sue colpe, è diventata in questi anni più televisiva che di piazza; non sempre ha saputo rivolgersi alle persone; non sempre ha saputo dare risposte concrete ai bisogni reali. Ma basta nascondersi dietro quelle colpe e cominciamo a vedere le nostre, che si chiamano prima di tutto disinteresse e indifferenza, e nella migliore delle ipotesi disinformazione.
Come le scimmiette ci si mette le mani davanti agli occhi e sulle orecchie, ma nonostante tutto la bocca riesce troppo spesso a straparlare, magari per incitare all'odio contro il solito idraulico polacco, conseguenza della direttiva Bolkenstein.

Ma quelli che con le mani si coprono occhi ed orecchie, si sono accorti che PdL, PD, UdC e IdV, tutti insieme appassionatamente in Europa hanno votato a favore della direttiva Bolkestein? E quanti di loro conoscono la direttiva Fava che prevede, per chi sfrutta il lavoro nero degli immigrati clandestini, l'unica "sanzione" di pagare il biglietto di rimpatrio, disincentivando la denuncia di sfruttamento contro i padroni? E sapete chi l'ha votata? Tutti i partiti, tranne la Sinistra Europea.
E quanti di quegli elettori cloroformizzati sanno che partiti come PD e IDV, mentre in Italia fingono di opporsi al decreto sicurezza, in Europa hanno votato insieme alla destra una direttiva sui rimpatri anche peggiore del decreto sicurezza di PdL e Lega Nord?

Hanno chiesto un voto utile, anche questa volta, per chi? Anzi, per cosa?
Per un tentativo di bipartitismo monopolitico? La spacciata coerenza di cui si fanno portabandiera certi partiti in Italia, è solo un inganno. Non ve ne eravate accorti? Per questa volta è troppo tardi! Ormai avete dato a quella gente la possibilità di prendervi per il culo per qualche anno ancora. A meno che non cominciate finalmente ad aprire gli occhi!

da Indymedia

Massacro nell'Amazzonia peruviana. Con armi italiane.


Oltre 36 morti accertati, e numerosi feriti. E' il primo bilancio degli scontri che hanno opposto l'esercito alle comunità indigene in Perù.
Gli indios amazzonici protestavano contro la cessione delle loro foreste ancestrali alle compagnie petrolifere e minerarie.Gli indigeni bloccavano le strade impiegate dalle compagnie, e il governo ha dato l'ordine ai militari di rimuovere i blocchi. Secondo l'associazione Amazon Watch, i manifestanti sono stati attaccati nel sonno, anche con l'impiego di elicotteri.
La dimostrazione indigena conclusasi con le violenze di venerdì sera è la reazione a una serie di leggi promulgate dal Presidente peruviano Alan Garcia, allo scopo di minare i diritti indigeni sui propri territori. Queste leggi sono state approvate senza consultazione delle comunità indigene coinvolte, in violazione della convenzione ILO169. Per contrastare le proteste, il presidente Garcia aveva ordinato lo stato d'assedio in Amazzonia, sospendendo tutti i diritti costituzionali nella regione.


Global Witness, Environmental Investigation Agency e numerose altre associazioni hanno inviato una lettera al governo peruviano e a all'associazione indigena Interethnic Association for the Development of the Peruvian Amazon (AIDESEP) chiedendo alle parti di riavviare il dialogo e evitare una nuova escalation del conflitto. Secondo le associazioni, la crisi in corso è la conseguenza del mancato riconoscimento dei diritti delle comunità indigene alle terre ancestrali e alle loro risorse naturali.

E' la seconda volta nel giro di un anno che le comunità indigene peruviane bloccano strade e fiumi impiegati dall'industria mineraria, richiedendo al governo l'apertura di un tavolo di consultazione."Il tragico svolgimento degli incidenti dimostrano che ignorare i diritti delle comunità locali e non coinvolgerle in un processo partecipativo sulla gestione delle loro terre, causa gravi conflitti sociali e porta al fallimento di qualsiasi politica" hanno aggiunto le associazioni.
Dai dati del Sipri risulta che l'Italia è stato il principale venditore di armi all'esercito del Perù (per 172 milioni di dollari, nell'anno fiscale 2007-8).