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lunedì 20 febbraio 2012

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra


Scusa per aver ritardato la pubblicazione dell'articolo.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, in questi anni le lacrime versate per te sono state le più belle.

Spesso il tuo amore è più forte di me, della malinconia, della tristezza e della sofferenza.

Amore Bello, perdonami se non sono stato il padre che avrei voluto essere.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, tutte le notti il mio cuore, seppur coperto da sbarre, inferriate e cemento armato, scappa da me e dalla mia cella per venirti a trovare.Molti uomini ombra pensano spesso alla morte perché è la loro unica via di fuga, io piuttosto penso a te, perché sei la mia ragione di vita.

Tesoro, perdonami se non sono stato un padre come tutti gli altri.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, il tuo amore mi ha sempre dato la forza di combattere e di non arrendermi.

Il mio mondo e il mio futuro stanno scomparendo insieme alla mia vita, eppure io ti amo come il primo giorno che mi hanno portato via da te.

Barbi, perdonami se sei cresciuta senza di me accanto.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, molti ergastolani hanno bisogno della speranza per vivere, io invece ho solo bisogno del tuo amore.

Per resistere all’Assassino dei Sogni e per soffrire di meno molti uomini ombra cercano di dimenticare quello che erano, io invece per resistere cerco di ricordarmi che ero un uomo libero.

Figlia mia, perdonami se sono più di venti anni che non riesco a darti il bacio della buona notte.

Buon compleanno figlia dell’uomo ombra, oggi ho afferrato con le mani le sbarre della mia cella, le ho strette forte, mentre il mio cuore provava inutilmente a spezzarle.

Vita mia, perdonami se non riuscirò mai a uscire.

E grazie di esserti tatuata: “Divisi da sempre, uniti dall’anima”.

Il mio cuore ti ama, io pure.

Tuo papà.

Carcere Spoleto, Febbraio 2012

mercoledì 8 febbraio 2012

“Pro Patria” Ascanio Celestino, l’amico degli uomini ombra

“Il cuore ha le sue prigioni che l’intelligenza non apre”. (Marcel Jouhandeau)

La settimana scorsa Ascanio Celestini mi ha mandato questa dedica:
- A Carmelo che dopo un po' di mie parole ora legge anche la mia pessima calligrafia. Avanti!
Ascanio.

È noioso e patetico che un prigioniero, un uomo ombra, parli e scriva spesso di carcere.
Ed è pure noioso che un uomo ombra parli e scriva sempre di ergastolo, ma è bellissimo che lo faccia Ascanio Celestino, un uomo libero con l’amore nel cuore.

Alla vigilia del suo spettacolo “Pro Patria” alla domanda “Quindi dopo aver raccontato la resistenza e la fabbrica, il manicomio, questa volta punti lo zoom sulla galera?” lui risponde:
(…) Sono tutte istituzioni molto simili fra loro (…) Se osserviamo l’evoluzione del nostro paese attraverso la cultura legata alla giustizia, più che alla prigione, purtroppo scopriamo che il paese non è andato molto avanti, anche rispetto allo stesso Cesare Beccaria, che condannava la tortura e la pena di morte, come se l’ergastolo non fosse peggio. Noi del resto abbiamo superato la tortura e la pena di morte solamente in parte, perché il 14bis e il 41bis sono forme di tortura, e nelle nostre galere vi sono soggette più di mille persone. Potrebbero godere di un regime migliore solo se facessero il nome di qualcun altro: il “pentito” è una figura che esiste solo in Italia, forse anche perché è un paese cattolico. Tra le storie che ho raccolto per lo spettacolo, ho conosciuto uno che è finito in galera dieci anni dopo un omicidio commesso assieme al fratello più grande. Quando esce di galera emigra dal sud al nord e cambia vita. Dopo dieci anni il fratello viene arrestato, ma fa il suo nome e si assicura l’impunità. (…)

Ascanio, scusa se all’intervista aggiungerei che l’ergastolano ostativo a qualsiasi beneficio, quello che se non collabora e non diventa un “pentito”, è il solo essere nell’universo che sa dove morirà: in una cella, coperto fra sbarre e cemento;
che non sempre le leggi coincidono con la giustizia, perché non è giusto acquistare la libertà prendendola da un altro;
che l’Italia è il paese più condannato dalla Corte europea dei diritti umani, si può dire più criminale dei delinquenti abituali, e per giunta a piede libero;
che si parla spesso di criminalità, ma non si parla quasi mai di criminalità politica e istituzionale organizzata;
che sicuramente senza la mafia dei poteri forti non esisterebbe neppure la mafia sottoposta al regime di tortura del 41bis, del 14bis e del 4bis;
che un uomo ombra a differenza di tutti gli altri umani non può più guardare avanti, può solo guardare indietro.

Grazie Ascanio, di essere uno dei pochi amici dei colpevoli e cattivi per sempre. Il mio cuore ti manda un sorriso fra le sbarre della mia cella.

Carmelo Musumeci
Uomo ombra del carcere di Spoleto, febbraio 2012
www.carmelomusumeci.com

mercoledì 1 febbraio 2012

Colpevole e cattivo per sempre

Cos’è l’ergastolo ostativo?

E’ una pena senza fine che in base all’art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario, mod con Legge 356/92, nega ogni misura alternertiva al carcere e ogni beneficio penitenziario ai chi è stato condannato per reati associativi

Questo anche per coloro che nel merito, riconosciuto da educatori e giudici, come nel caso di Carmelo Musumeci, dovrebbero lasciare il carcere perchè evidentemente "recuperati" (come vorrebbe l'art.27 della nostra Costituzione.)

“Serbare rancore equivale a prendere un veleno e sperare che l’altro muoia” (William Shakespeare)

Il Tribunale di Sorveglianza di Perugia scrive di me: (…) l’impegno del detenuto verso forme di partecipazione alla vita detentiva che denotano capacità espressive non comuni e la determinazione dallo stesso dimostrata per promuovere una campagna di informazione e di riflessione sul tema dell’ergastolo c.d. ostativo ( tendenzialmente perpetuo, salvo collaborazione con la giustizia), (…)evidenziandosi a livello culturale, politico e giurisdizionale. (Ordinanza udienza del 6 ottobre 2011).

Il gruppo trattamentale del carcere di Spoleto scrive di me:
-Una prevalenza di aspetti positivi. Concretamente coinvolto in tutte le iniziative ricreativo-culturali organizzate. Per il particolare impegno mostrato lungo tutto il percorso di studi, ha ricevuto un encomio in data 19.05.2011 e uno in data 24.05.2010 per l’impegno mostrato nel corso di una rappresentazione teatrale. La partecipazione a vari concorsi letterari in ambito nazionale ha prodotto note di apprezzamento, riconoscimenti e premi da parte di esponenti della comunità esterna. Recentemente il Musumeci ha pubblicato un suo racconto all’interno di una antologia intitolata “Racconti da carcere”, pubblicata dalla Arnoldo Mondadori Editore. Sensibilmente interessato a tematiche di carattere sociale, egli si relaziona da tempo con diverse associazioni, vicine al “sistema Carcere”. Dimostra un grande interesse per i temi di rilevanza sociale e per le problematiche legate all’esperienza detentiva. Il detenuto ha da tempo avviato un percorso di revisione critica non manipolatorio né riduttivo: certamente favorito dallo studio delle materie giuridiche, da una diversa consapevolezza del concetto di legalità, dalla disponibilità ad azioni riparatorie all’interno della Comunità Papa Giovanni XXIII, da un forte investimento positivo verso gli affetti familiari. (…)
Giudizio di affidabilità individuale
(Relazione di sintesi, ottobre 2011).

Eppure, nonostante tutte queste belle parole dei miei “giudici” e dei miei “educatori”, non potrò mai uscire se non collaboro con la giustizia e se non metto in cella un altro al posto mio. E domando: ha senso scrivere e sprecare risorse istituzionali per un uomo colpevole e cattivo per sempre che deve morire in carcere? Credo che la non collaborazione dovrebbe essere una scelta intima, un diritto personalissimo e inviolabile, e non dovrebbe assolutamente portare conseguenze penali (o di trattamento) così gravi e perenni. Penso che la non collaborazione dovrebbe essere una scelta da rispettare e non dovrebbe essere punita con una conseguenza penale così grande e smisurata per un ergastolano ostativo, a tal punto che sembra che la non collaborazione sia ancora più grave del reato commesso. Credo che un uomo abbia il diritto di scegliere di non collaborare per le proprie convinzioni ideologiche, morali, religiose, o di protezione dei propri familiari.
Sto cercando di migliorarmi e di cambiare rimanendo me stesso, probabilmente per i “buoni” questa è una colpa grave e mi costerà vivere in carcere fino all’ultimo dei miei giorni, colpevole e cattivo per sempre, ma in carcere si soffre di più quando si viene perdonati, per questo, sotto un certo punto di vista, molti di noi non possono che essere felici che i "buoni" non ci perdonino.

Carmelo Musumeci

Carcere Spoleto, Gennaio 2012