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domenica 17 maggio 2009

ELEZIONI POLITICHE 2009 NARDO’

Soffia un’aria strana a Nardò. Noi come Movimento Per La Sinistra stiamo cercando di farci conoscere. Fino ad ora abbiamo “occupato” il suolo pubblico tramite due banchetti, uno organizzato in Piazzetta Delle Erbe, l’altro in Piazzetta Padre Pio.
Nel primo, visto l’indisponibilità di Piazza Salandra –eternamente soggetta a lavori di ricostruzione del basolato- abbiamo avuto poca visibilità e i pochi presenti erano anziani con i quali abbiamo cercato un dialogo ma è sembrato molto difficile averlo.
La sensazione è stata di ostilità, indifferenza e a tratti riluttanza nel vedere un cartello elettorale con il nome del presidente Vendola.
Nel secondo incontro, eravamo già consapevoli che l’affluenza sarebbe stata minima, ma a differenza del primo ho avuto una sensazione completamente diversa. Innanzitutto ci sono stati degli scambi dialettici con persone anziane che spontaneamente si sono avvicinate al banchetto, attratte, a differenza di Piazzetta Delle Erbe, forse più dal rosso che da quello che c’era scritto. Una signora, con la sua bianchina datata, si è avvicinata imprecando contro il governo in carica e dicendoci che era appena tornata da Modena dove ha una figlia che fino a pochi giorni prima lavorava in una fabbrica. Già Modena. Terra di conquista. Terra nella quale una miriade di neretini hanno cercato di fare “fortuna”. Ora però la situazione è cambiata e molte di quelle fabbriche, che davano lavoro e per quali molte famiglie sono emigrate, chiudono perché non più in grado di sostenere i costi. Forse è colpa di questa “crisi psicologica” che sta attanagliando il paese (parole del premier).
Tra le possibilità che si potranno prospettare in un futuro imminente, una è sicuramente quella che gran parte delle persone, in questo caso neretini, che ora vivono e a differenza di prima non lavorano più li, saranno costrette, ancora una volta, a cambiare vita e ritornare in questo paese. Tornando a Nardò però troveranno la stessa situazione che li ha spinti ad andare via.
Allora, quali saranno le possibilità che si faranno avanti???
Una, è quella di accontentarsi di un lavoro sottopagato e difficilmente lo accetteranno (contemporaneamente ne dovranno trovare un altro) soprattutto se alle spalle c’e’ una famiglia da “campare”.
La seconda, è quella di entrare a far parte di una logica mafiosa, ingrosseranno le fila della mafia (anzi da noi come dicono in molti non esiste la mafia ma una mentalità clientelare……..ma!!!) che sicuramente li assicurerà un reddito maggiore. Qui, la maggior parte delle persone sono mummie al cospetto dell’imperatore. Non ho sbagliato a scrivere ma è proprio così, sono “morti” che vendono tutto all’imperatore di turno.
Mi sono dilungato scusate.
Oltre a questa smagliante signora, si è fermato a discutere un vecchio militante socialista che conosceva bene Vittorio Raho, padre di Claudia, che si è dimostrato complice dei nostri sogni.
Un incontro molto forte è stato quello fatto da Claudia con un signore che da poco era uscito dal carcere e che logicamente era molto scettico a fermasi e a parlare con i politicanti di turno. Ma la nostra Claudia non è così e forse anche quel signore lo ha capito. Ritornando al banchetto mi è sembrato come se avesse assorbito in un attimo tutte le debolezze di questa persona e le avesse fatte sue arrivando a versare anche qualche lacrima- perché non si possono lasciare sole e abbandonate persone che sicuramente avranno sbagliato ma che al tempo stesso meritano un riscatto-.
Per finire una coppia di anziani, instancabili lavoratori.
Lei sarta, che si lamentava, come tutto il quartiere, dell’inefficienza della ditta Bianco igiene ambientale colpevole della mancata manutenzione del verde, alla quale, dopo aver discusso, si è proposto di attivare un corso di cucito . Ormai la gran parte dei mestieri che davano pane e lavoro in tempi passati, stanno scomparendo o sono già scomparsi, per colpa di una logica borghese che si è impossessata pure dell’anima della povera gente.
Lui pescatore, contadino e chi più ne ha più ne metta, si lamentava con l’amministrazione comunale di Nardò in quanto, essendo amante del mare, villeggiando a S.Isidoro e avendo una piccola barchetta, non può attraccare più nelle vicinanze della spiaggetta. Da quando sono arrivati i grandi imprenditori che hanno costruito un mega villaggio turistico e si sono appropriati di gran parte della spiaggia, i residenti sono stati cacciati via. Chi li è nato vorrebbe morire in santa pace.
In quest’epoca di diritti negati e di guerre fratricide, conosceremo mai il significato della parole pace??????
Fino a quando non si capirà che il neoliberismo, o capitalismo in generale, è stato un vero e proprio fallimento, le cose andranno sempre peggio.
Chi ha, avrà sempre di più. Avrà più libertà perché se la compra.
Chi non ha, sarà sempre assoggettato e con la schiena piegata.
Difendiamo la terra e ritorniamo a coltivarla.
Noi come Movimento Per La Sinistra continueremo ad essere presenti sul territorio.
Cercheremo di far capire alle persone che un altro mondo è possibile, anzi, altrimenti direte che sono il solito utopista di sinistra, un’altra Nardò è possibile.

P.S.
Voglio fare un pronostico: in queste elezioni il candidato per l’UDC Cosimo Frasca, se non passerà al primo turno, se la giocherà con la faccia nuova dal cognome datato Francesco Zuccaro per La Puglia Prima Di Tutto.
Vedremo.

SVOLTA A DESTRA

Anche Roberto Fiore parla in tv. Il trand delle aggressioni fasciste è in crescita. Segnala un lento, graduale ma costante avvicinamento ai picchi di qualche anno fa, in particolare delle stagioni calde degli anni settanta. Oltre ad adorare il ventennio, sulle formazioni estremistiche di destra, concentrate soprattutto nel nord Italia,sta avendo un forte fascino la figura di Hitler. "Difendi il tuo simile, distruggi tutto il resto" è lo slogan che campeggia sulle t-shirt dei militanti neri del Veneto. Si definiscono fascisti del terzo millennio. Ragazzi che continuano a definirsi "non conformi", "non allineati". Fa niente se, in realtà, proprio la "linea", l'ordine, la ferrea disciplina sarebbero il loro oggetto sociale, la loro cifra. A Roma se sei ultrà, giallorosso o biancoceleste, è molto probabile che tu faccia sfoggio del saluto romano, della croce celtica, che ostenti e predichi la xenofobia e l'odio per le guardie" (i poliziotti). Più in generale, la ricerca dello scontro fisico, del confronto per affermare la supremazia sul nemico, è uno dei motori che spingono le azioni degli ultrà. Che siano ultrà del calcio o della politica non a molta differenza. Anche perchè, nonostante i dirigenti di partito ufficialmente continuino a negarlo, nel panorama dell'estremismo nero le curve deli stadi e le sezioni politiche sono vasi sempre più comunicanti. Parlando di Roma, ma come oggi la capitale è tappezzata di manifesti della nuova destra giovanile: centri sociali, sezioni politiche, vecchi e nuovi gruppi estremisti, nazionalisti e "identitari". Casa pound è la più importante occupazione a scopo abitativo della capitale. All'interno slogan come "marciare e non marcire, a chi l'Itali? a noi". Il nome in memoria di Ezra Pound, poeta modernista americano, accusato di filofascismo e collaborazionismo con i fascisti. Dal 2003 in questo palazzo di sei piani con terrazza panoramica di proprietà del ministero della pubblica istruzione (vorrei sottolinearlo) abitano una ventina di famiglie. Oggi Casa Pound non fa più parte di Fiamma Tricolore. Si è rafforzata ed è diventata un punto di riferimento anche a livello nazionale. Un' operazione fortemente voluta, sia da Gianluca "Boccia" Iannone - ex Movimento politico occidentale, cantante degli ZetaZeroAlfa, due figli, la scritta "me ne frego" tatuata sulla parte sinistra del collo e nel suo ufficio al primo piano un busto di benito mussolini- sia da Gabriele Adinolfi - uno dei fondatori di Terza posizione, gruppo armato eversivo responsabile di varie aggressioni a sedi militanti di sinistra nella seconda metà degli anni settanta-.
I "soldati fascisti"- come dice di sè Mairizio Boccaccio, un tempo capo del Movimento politico occidentale e oggi leader della neonata formazione antisionista Militia- sono attratti dall'eroismo tragico, dal sacrificio inutile, dalla morte gloriosa e perdente dei cavalieri sconfitti.
Due date vengono ricordate con affetto da questi simpaticoni: il 28 ottobre, commemorazione della marcia su Roma con visita delle tombe fascisti al Verano, e il 25 aprile, festa della Liberazione, sempre al Verano per quelo che loro considerano lutto nazionale.
Analizziamo un pò i movimenti politici presenti sul territorio italiano.

FORZA NUOVA
Roberto Fiore e Massimo Morselli- scissionisti della Fiamma Tricolore di Pino Rauti- condannati per banda armata e latitanti in Gran Bretagna, da Londra gettano le basi per la nascita del nuovo partito di estrema destra. A Milano in capo indiscusso è Duilio Canu, ex fondatore e leader di Azione skinhead, organizzazionesciolta nel 1993 per istigazione all'odio razziale. Con lui ance il vecchio Sergio Gozzoli, a 14 anni nella Rsi, e don Giulio Tam, prete fascista lefebvriano. Per don Tam "la tonaca è semplicemente una camicia nera più lunga". Sua anche la definizione di se stesso come "crociato in lotta contro la decadenza, l'invasione islamica e le trame dei perfidi giudei". Ha sfilato nel corteo fascista a Bergamo e ora è candidato sindaco di Bologna.

AZIONE SOCIALE
E' l'ultima creatura di Alessandra Mussolini. A Milano è giudata da Roberto Giacomelli, maestro di arti marziali. Personaggio di spicco, candidato alle ultime elezioni politiche, anche Lino Guaglianone, ex terrorista dei Nar (figura addirittura nel consiglio di amministrazione delle Ferrovie Nord Milano). Guaglianone è un importante elemento di raccordo fra la destra radicale e gli "istituzionalizzati" aennini.

FRONTE SOCIALE NAZIONALE
Adriano Tilgher, già fondatore di Avanguardia nazionale, condannato nel 1975 per tentata ricostruzione del partito fascista, inquisito per le stragi dell'Italicus e della Stazione di Bologna. Il fronte sociale nazionale ha dovuto fare i conti con la psantissima vicenda dell'assassinio di Alessandro Alvarez, un giovane neofascista cresciuto nell'organizzazione, feddato con tre copi di pistola a Cologno nel 200, sullo sfondo di non mai chiariti traffici con la malavita organizzata. Si parlò a lungo di un borsone mai ritrovato pieno di pistole e fucili. Al processo gli avvocati del giovane sostennero, senza pelisulla lingua, che Alvarez "era venuto a conoscenza di qualcosa che non doveva sapere". Due mesi dopo, anche un suo amico, Francesco Durante, fu eliminato con un colpo di pistola alla nuca. Il suo cadavere fu ritrovato incaprettato nel bagagliaio di un'automobile semicarbonizzata, sotto il muro di cint del carcere minori Beccaria.

FIAMMA TRICOLORE
In forte ascesa la fiamma tricolore di Luca Romagnoli ("Non ho elementi per dire che le camere a gas siano esistite o no", ha dichiarato il segretario del partito che ha collaborato alla fondazione del Pdl senza però rinunciare alle proprie idee). L'immaginario utilizzato è di tipo movimentista, fortemente aggressivo e violento. Forti i legami con alcune frange ultrà sia dell'Inter che de Milan.

I RAUTIANI
Pochissimi i fedlissimi dell'ex capo di Ordine Nuovo Pino Rauti. Gravitano tra a sua ultima creatura politica, il Movimento ida sociale, e il circolo Sergio Ramelli

HO UN RIGURGITO ANTIFASCISTA.............................

ENEL: NUCLEARE? SI GRAZIE!

Dalla parte del futuro atomico l´Enel, che nel corso del festival dell´energia di scena a Lecce ha dichiarato "la strada dell´atomo, percorso ineludibile".
"Basta con lo spauracchio di Chernobyl, basta con l´ideologia della paura, basta con le falsità. La rinuncia dell´Italia al nucleare nell´87 ha costretto Enel a investire all´estero, è ora di recuperare i ritardi accumulati. Per quanto mi riguarda il dibattito sulla localizzazione, Puglia, Ostuni, è un dibattito ozioso: per me, a fronte delle necessarie valutazioni, se venisse stimata l´esistenza dei requisiti utili, una centrale nucleare potrebbe essere istallata anche nel giardino di casa mia". Lo afferma Franco D´Eramo, responsabile Enel della comunicazione per Puglia e Basilicata, l´unico autorizzato a parlare, mentre i dirigenti tacciono. E´ il primo, a rompere il silenzio dietro il quale il colosso elettrico pare essersi barricato dal 24 febbraio scorso.
Mentre i presidenti di Francia e Italia siglavano il patto atomico che riapriva il capitolo chiuso oltre vent´anni fa con il referendum che fece del Belpaese penisola denuclearizzata, Enel e Edf siglavano un memorandum operativo per la costruzione in Italia di quattro centrali.

...ecco a chi serve il nucleare!

E' NATO IL COORDINAMENTO NO G8 LECCE

Nel 2001 il G8 si riunì a Genova. Furono giorni di violenta sospensione dei diritti civili che ancora pesano nella coscienza collettiva, insieme al ricordo e al dolore per la morte di Carlo Giuliani.
Furono anche giorni in cui i “grandi della terra” snocciolarono il nuovo credo della globalizzazione liberista come fosse una nuova religione universale. A detta loro, il mondo sembrava avviato verso una marcia trionfale economica e politica: il nuovo capitalismo transnazionale avrebbe garantito profitti a tutti coloro che avessero voluto arricchirsi, grazie alle opportunità della mondializzazione. Le ricette che venivano proposte accoglievano l'invito a delocalizzare le produzioni là dove i lavoratori venivano pagati con salari da fame, menomando i diritti maturati in Occidente attraverso una politica di precarizzazione selvaggia del lavoro (loro la chiamavano “flessibilità”). Una nuova corsa al profitto veniva proposta ai possessori di capitali, sventrando Welfare e diritti maturati in anni di lotte e mobilitazioni di popolo. Una nuova panacea sembrava a disposizione del capitale globale: investire i surplus nella finanza, realizzando denaro dal denaro, dando vita ad una “architettura finanziaria globale” che avrebbe consentito di armonizzare ogni situazione di difficoltà da parte di governi consapevolmente complici dell'inasprirsi delle disuguaglianze sociali. Oggi, mentre i potenti della terra (...)

(...) si apprestano a riunirsi a Lecce per un vertice mondiale sull'economia, è tempo di bilanci. Rispetto alle promesse del G8 di Genova, siamo di fronte ad uno scenario capovolto. Il bilancio è impietoso e la parola che risuona in tutte le zone del pianeta è una soltanto: crisi. Non una crisi di passaggio: tutti gli addetti ai lavori concordano, si tratta della crisi più grave degli ultimi 80 anni. La situazione è sotto gli occhi di tutti: milioni di lavoratori disoccupati, aziende sul lastrico o in ristrutturazione selvaggia, crescita esponenziale del debito pubblico e diminuzioni del Pil, classe media impoverita ovunque. Non è un caso che questo processo abbia preso le mosse dalla guerra , considerata dai Paesi guida del G8 la miglior risposta all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001. In particolare la feroce guerra in Iraq ha assorbito una impressionante quantità di denaro, il cui finanziamento è stato reso possibile dalla vendita di buoni del tesoro statunitensi sul mercato internazionale contando su una forte diminuzione dei tassi d'interesse, collegando a questa politica il via libera a prodotti finanziari sofisticati che impegnavano il consumatore a spendere un denaro inesistente, con margini di rischio nascosti da analisi di rating manipolate.
I profitti della globalizzazione hanno incrementato il divario tra Nord e Sud del pianeta, consentito speculazioni formidabili sull'ambiente e sui beni primari (a cominciare dall'acqua), imposto politiche di privatizzazione generalizzata. I profitti della globalizzazione non hanno placato la fame e la sete nel mondo. Al contrario: ogni giorno la tragedia della sopravvivenza conquista nuovo spazio nel pianeta. La sperequazione colpisce l'organizzazione sociale: aumenta ovunque la disuguaglianza, la ricchezza è concentrata nelle mani di un pugno di uomini, mentre milioni e milioni si chiedono se domani potranno contare su un salario.
La globalizzazione neo-liberista è fallita.
E' bastato un decennio per passare dall'entusiasmo ideologico al disastro economico-finanziario, dal trionfo del capitalismo post-guerra fredda alla recessione.
Che cosa possono dire al mondo di nuovo e importante un nugolo di ministri economici e di banchieri che, in non pochi casi, hanno avuto un ruolo di primaria importanza per sospingere la situazione fine alla sua attuale condizione di crisi globale? Non è un G8 già svuotato, e neppure un G20, che possono arrogarsi il ruolo del governo mondiale dell’economia.
Noi, ricordando le tante dichiarazioni, gli appelli, i manifesti prodotti dal movimento da Seattle ad oggi, ribadiamo che la rotta dell'economia mondiale va cambiata. Le nostre preoccupazioni e le nostre dure critiche alla retorica e alla pratica della globalizzazione si sono dimostrate del tutto giustificate e fondate. Assistiamo al dibattersi dei governi in una spirale di provvedimenti di emergenza che rivelano liquidità inimmaginabili, laddove per un decennio si era detto che non esistevano materialmente le risorse per intervenire sui tanti fronti delle tragedie umanitarie e per sanare con la dovuta forza il degrado dell'ambiente, violentato da decenni di produzioni di massa avvelenate. Liquidità utilizzata per salvataggi governativi che vengono operati verso le grandi banche, le stesse che hanno inventato una miriade di prodotti finanziari derivati a danno dei consumatori. Niente sembra indicare un ridimensionamento delle industrie delle armi, voragini di denaro che alimentano insanabili divisioni tra i popoli del pianeta . Nessun piano significativo, al passo con la gravità della situazione, sembra venire dai grandi vertici mondiali. Il G20 di Londra non a caso è stato deludente e non ha portato a nessuna conclusione degna di nota.
Il vertice politico-economico del G8 si terrà in Italia, dove il Mezzogiorno si impoverisce, mentre il governo inventa diversivi mediatici per coprire l'assenza di programma economico, mentre si tagliano indispensabili risorse in tutti i settori strategici del Welfare, abbassando la qualità della vita e pregiudicando il futuro delle giovani generazioni. Questa sostanziale incapacità di governare la crisi è peraltro accompagnata dalla promessa di opere faraoniche di dubbia utilità collettiva e di certa distruttività ambientale, indici di un titanismo di cartapesta che sembra mal comprendere la gravità e la profondità della crisi.
Noi, ricordando che a Genova avevamo affermato che un altro mondo è possibile, troviamo improprio che le grandi potenze economiche della terra discutano tra di loro a porte chiuse, arroccate in una arrogante posizione di isolamento proprio mentre tutte le scommesse da esse giocate sulla pelle dei più deboli sono state perse.
Nei giorni del vertice di Lecce noi saremo nelle piazze e nelle strade per discutere della crisi globale, per dare la voce a esperienze di riflessione critica e a quelle realtà che, con progetti innovativi, stanno sperimentando modelli economici e sociali diversi e alternativi a quelli, disastrosi, delle politiche economiche delle grandi potenze.
Saremo a Lecce per riflettere e contestare, convinti che la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche sia un diritto fondamentale che va esercitato sempre. Tanto più oggi, dentro una crisi che morde la vita di ognuno e che colpisce maggiormente le fasce più deboli.
Oggi un altro mondo non solo è possibile, ma è necessario. Oggi vanno ascoltate le ragioni di quanti, puntando sulla creazione ed estensione di reti di comunicazione partecipate, chiedono un mutamento radicale delle politiche economiche mondiali.
Facciamo appello alla società civile, ai movimenti, alle associazioni, ai sindacati e a quanti concordino con questo manifesto per dare vita a un percorso di iniziative che culmini il 12 giugno in un convegno sulla crisi globale e le alternative economiche e il 13 giugno in una manifestazione nazionale a Lecce.

Coordinamento NoG8Lecce