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lunedì 19 dicembre 2011

SEN. F. FERRANTE AL CARCERE DI SPOLETO INCONTRA GLI ERGASTOLANI OSTATIVI

Il Senatore Francesco Ferrante ha visitato nei giorni giorni il carcere di Spoleto, accompagnato dai volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, che da 4 anni seguono e appoggiamo gli ergastolani d'Italia per l'abolizione della pena dell'ergastolo, in particolare quella dell'ergastolo ostativo ai benefici penitenziari, che rende l'ergastolo "una pena di morte mascherata", come l'ha definita l'attuale Responsabilie Generale della Comunità, Giovanni Paolo Ramonda.
Guidati dal Direttore, Dott. Ernesto Padovani, hanno incontrato gli ergastolani nella loro sezione. Qui di seguito la lettera che gli stessi ergastolani hanno consegnato al Sen. Ferrante e il comunicato dell'ufficio stampa del gruppo PD del Senato, con l'annuncio di un'interrogazione parlamentare che il Sen. Francesco Ferrante ha presentato sull'ergastolo ostativo.


Lettera aperta degli ergastolani ostativi al Senatore Francesco Ferrante

Senatore, mentre in alcuni paesi come la Norvegia, Portogallo, Spagna, l’ergastolo è stato eliminato (Islanda mai avuto ergastolani) dando un segno di grande civiltà e umanità e in altri Paesi l’ergastolano può uscire:
Irlanda dopo 7 anni, Olanda dopo 14 anni, Norvegia dopo 12 anni, Svezia dopo la commutazione della pena, Svizzera dopo 15 anni, Regno Unito varie possibilità, Austria dopo 15 anni, Belgio dopo 10/14 anni, Cipro dopo 10 anni, Danimarca dopo 10/12 anni, Francia dopo 15 anni, Grecia dopo 20 anni
e, invece, la patria del Diritto romano, l’Italia, dopo 25 anni e, mai, proprio mai, unico paese in Europa, per le condanne all’ergastolo con la motivazione di avere agevolato l’attività dell’associazione criminosa (Divieto di concessione di benefici: art. 4 bis L. 26 luglio 1975, n. 354).

Senatore, se lei è d’accordo che non si può chiedere la certezza della pena senza sapere quando finisce una pena;
che la pena dell’ergastolo supera i limiti della ragione, perche una pena senza speranza diventa solo un’esecuzione e una vendetta;
che con l’ergastolo non si vive, ma si sopravvive, perché la reclusione a vita, come pena, è peggiore della morte stessa;
che il carcere per l’ergastolano è un cimitero, con la differenza che invece di morto sei sepolto vivo;
che la pena deve rieducare, ma che rieducazione ci potrà mai essere per una persona che non potrà mai uscire dal carcere?

Senatore, se lei è d’accordo che in uno Stato di Diritto la speranza di tornare liberi non può dipendere dalla scelta del diretto interessato di mettere in cella un altro al posto suo:se parli esci o se no rimani dentro;
che la speranza non dovrebbe essere stroncata per sempre;
che una pena che non finisce mai è compatibile solo con l’inferno dei dannati,

Senatore, perché impedire la speranza di continuare ad esistere per condanne subite dieci, venti o trenta anni prima?
Che senso ha aver sostituito la pena di morte con l’ergastolo?
Non può una persona essere colpevole per sempre.
Una società che non uccide i suoi simili perché preferisce tenerli murati vivi dentro una cella tutta la vita, è una società malata e cattiva alle radici.

Senatore, se non è d’accordo che in Italia esista la “Pena di Morte Viva”, gli ergastolani in lotta per la vita di Spoleto chiedono a lei e al suo partito di presentare al Senato un disegno di legge per l’abolizione dell’ergastolo, in subordine l’abrogazione dell’articolo 4 bis Ordinamento Penitenziario che rende l’ergastolo ostativo.
Ricordano che nel 1998 al Senato era passata la legge per abolire l’ergastolo.


Gli ergastolani in lotta per la vita di Spoleto.
Dicembre 2011




CARCERI: FERRANTE (PD), "E’ PRIMO PASSO, SPERANZA PER TUTTI DETENUTI".
"Ora abrogare ergastolo ostativo che non consente recupero del condannato".

“Il decreto varato oggi sulle carceri è una misura giusta e necessaria, che ha il merito di spostare un po’ più in là il punto di non ritorno, oltre il quale c’è il collasso di un sistema detentivo che da tempo ormai non è più degno di un Paese civile. Riconosciamo al ministro Severino di aver compiuto un primo passo verso la sempre più urgente riforma organica della detenzione, per la quale occorre coraggio e senso di civiltà, da dimostrare abrogando la misura dell’ergastolo ostativo, una pena di morte ‘viva’ prevista dall’ordinamento penitenziario italiano”. Lo dice il senatore del Pd Francesco Ferrante.
“In Italia esistono due tipi di ergastolo - spiega Ferrante, che sull'ergastolo ostativo ha presentato un'interrogazione - A quello normale, che consente almeno di ottenere un'eventuale misura alternativa o un beneficio penitenziario, e quello ostativo, una pena senza fine che in base all’art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario esclude completamente ogni speranza di reinserimento sociale. L’ergastolo ostativo, che attualmente viene scontato da 1200 persone detenute, si traduce in sostanza nell’attesa della morte in carcere, in quanto è precluso qualsiasi reinserimento, nemmeno dopo 30, 40, 50 anni o in strutture di recupero e a prescindere dal percorso personale fatto dal condannato.
Si tratta di una palese violazione dell’articolo 27 della Costituzione – sottolinea Ferrante - secondo il quale le pene devono tendere alla rieducazione del condannato: E' una risposta vendicativa dell’ordinamento, che ha abdicato al suo compito di infliggere una pena giusta che consenta al condannato di pentirsi e di dimostrarlo. Ricondurre il sistema carcerario alla sostenibilità dal punto di vista dell’accoglienza e restituirgli la funzione di recupero sono due esigenze di riforma civile per il nostro Paese, e che devono andare di pari passo” – conclude Ferrante.

Roma 16 dicembre 2011

giovedì 15 dicembre 2011

IL CIRCOLO SEL "noveaprile" PRENDE POSIZIONE SULLA LOTTIZZAZIONE DEI CAFARI

Alla segreteria regionale SEL Bari
Alla segreteria provinciale SEL Lecce
Ai consiglieri regionali SEL Bari

e.p.c. All’assessore regionale Urbanistica
Dott.ssa A. Barbanente
BARI

Al dirigente Settore Ambiente
Dott. Antonicelli
Bari

OGGETTO: Piano Urbanistico Esecutivo “Costa dei Cafari” Comune di Nardò

Premesso che gli oltre 23 Km di costa ricadenti nel Comune di Nardò sono già –allo stato attuale- oltremodo urbanizzati e compressi dal punto di vista ambientale, che l’unica zona salvaguardata è quella del Parco di Portoselvaggio che riveste una particolare importanza per i cittadini di Nardò che per molti anni si sono battuti per la sua realizzazione; ora siamo fortemente preoccupati per l’evoluzione del progetto di lottizzazione della zona denominata “Cafari”.
Questo perché:
1. Il progetto interessa una zona costiera particolarmente delicata dal punto di vista ambientale e che ricade completamente nella perimetrazione del Parco, è vicina alla zona SIC di “Torre Uluzzo” ed è parzialmente coperta da macchia mediterranea.
2. Il progetto ricade parzialmente in zona interessata da vari incendi, anche dolosi, come si evince dalla cartografia ufficiale della Regione Puglia 2006.
3. L’area interessata alla lottizzazione è vicina al sito archeologico “Serra Cicora”, oggetto di studi e scavi archeologici di interesse.
4. L’intero territorio è di origine carsica e quindi particolarmente delicato.

Riteniamo che il PRG di Nardò, che prevede la lottizzazione nell’area così descritta, sia ormai obsoleto, considerato il mutato orientamento di tutta la politica regionale che pone la tutela paesaggistica in primo piano rispetto alle altre politiche di sviluppo agricolo, economico, edilizio e turistico.
Si segnala inoltre che l’esperienza derivante dalla limitrofa lottizzazione di “Torre Inserraglio” ha insegnato alla collettività locale che spesso, dietro la dichiarata finalità turistico ricettiva, come richiesto dalla tipizzazione C8 dell’area, si nascone in realtà la costruzione di villette a vendere utilizzate come seconde case.
Questo tipo di pseudo sviluppo turisti ha avuto finora come unica conseguenza la svendita di zone di pregio ambientale e paesaggistico con un ritorno economico effimero ed esiguo alla counità. La recente vicenda del villaggio di “Punta Grossa” di Porto Cesareo ne è un esempio eclatante.

A nulla può valere il fatto che nel 2003 il progetto sia stato escluso dalla V.I.A. in quanto il provvedimento di esclusione ha perso effiacia essendo trascorsi i tre anni previsti dalla L/R 11/2001, decorsi i quali, se i lavori nonj sono ancora stati iniziati, la procedura deve essere rinnovata. Al pari deve essere rinnovata la procedura di incidenza che no può certo ritenersi esaustiva, essendo stata effettuata ben otto anni fa!!!

Per ultimo riteniamo che il progetto non possa beneficiare della deroga prevista dal comma 8 Art. 5 della legge istitutiva del Parco di Portoselvaggio che così recita: all’interno del perimetro del Parco sonofatte salve le previsioni del PRG vigente del comune di Narò, relativamente ai comparti individuati come zone omogenee C8 di sviluppo turistico, alberghiero i cui piani urbanistici esecutivi siano stati approvati alla dta del 31/01/2005, ovvero alla stessa data abbiano concluso le procedure di valutazione previste dalla L/R 11 2001”.
Infatti il PUE in questione non è stato approvato e non lo è ancora oggi, né possono dirsi concluse le procedure di valutazione in quanto decadute.

Per tutto quanto sopra detto il circolo SEL “Noveaprile” di Nardò chiede ai compagni in indirizzo di attivarsi ed agire tutto il possibile per sostenere le nostre ragioni e soprattutto per aiutarci a salvaguardare quanto è rimasto ancora intatto del nostro territorio che è la nostra vera ricchezza e che non vogliamo diventi preda di speculazione.

lunedì 12 dicembre 2011

IL CIRCOLO SEL "noveaprile" RICORDA LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA -chi E’ STATO ?


Il pomeriggio del 12 dicembre 1969, intorno alle 16:30 a Milano nella Banca dell’Agricoltura, una bomba esplode tra la gente seminando morte.
I cadaveri sono maciullati; brandelli anche consistenti di corpi verranno in seguito staccati dalle pareti della banca tanto devastante è l’entità dell’esplosione.
Alla fine il bilancio sarà di 17 morti e 80 feriti.
Le conseguenze furono terribili, non solo per i morti bruciati a brandelli, ma anche per le evidenti implicazioni di carattere politico che ne scaturirono.
La strage di Piazza Fontana è solo uno dei tanti attentati accuratamente tenuti nascosti e protetti.
Si può ben dire che questa data segni l’inizio della storia del terrorismo politico moderno in Italia: nessun’altra inchiesta giudiziaria ha affrontato nel nostro Paese, le pressioni, le torsioni, le intromissioni, le deviazioni, le “cattiverie” subite da quella di Piazza Fontana.
Ovviamente le reali responsabilità non sono mai state opportunamente accertate e chiarite e non potranno mai essere tali.
La pista anarchica era quella più facilmente percorribile, perchè priva di adeguate coperture politiche, ma come la storia ci insegna, le verità sono altre; un intreccio pauroso tra vecchi fascisti, neofascisti e democristiani, SID e CIA disposti a tutto pur di preservare il potere politico-economico del Paese.
Norberto Bobbio chiama questo intruglio infernale “criptogoverno”, ovvero “l’insieme delle azioni compiute da forze politiche eversive che agiscono nell’ombra in collegamento con i servizi segreti, con parte di essi, o per lo meno da questi non ostacolate”.
Basterebbe questa lucida definizione a spazzare via lo sproloquio negazionista di taluni analisti che vorrebbero negare quella che è stata definita “strategia della tensione”.
Vorrei sottolineare un’ultima cosa: in quegli anni in Europa circolava un manuale in francese intitolato Missions Speciales (Missioni Speciali). Vi era scritto: “il terrorismo spezza la resistenza della popolazione, ottiene la sua sottomissione, e provoca una frattura fra la popolazione e le autorità. Ci si impadronisce del potere sulla testa delle masse tramite la creazione di un clima di ansia, di insicurezza, pericolo; il terrorismo selettivo (…) distrugge l’apparato politico e amministrativo eliminandone i quadri; il terrorismo indiscriminato (…) distrugge la fiducia del popolo disorganizzando la masse, onde manipolarle in maniera più efficace”.
Queste parole appartengono ad un ex-ufficiale dei servizi segreti francesi del quale non si è mai conosciuto con esattezza il nome anagrafico; si pensa si chiamasse Yves Guillou oppure Ralph Guerin Serac. L’uomo era specializzato in operazioni poco trasparenti. Aveva lavorato nell’intelligence francese, a stretto contatto con la CIA. Approdato all’Oas (formazione paramilitare fondata da Gen Salan per impedire l’indipendenza algerina)s’era poi trasferito in Portogallo. Qui nel 1966, tre anni prima di Piazza Fontana, aveva fondato, con i soldi dei regimi fascisti portoghese, spagnolo, greco, sudafricano e l’aiuto statunitense l’Aginter Press, una centrale dedita a “missioni speciali” un po’ in tutto il mondo, specializzata in Europa soprattutto nell’intossicare e infiltrare movimenti di sinistra, inducendoli a compiere sotto “bandiere di sinistra” tutti quegli atti terroristici che hanno poi caratterizzato quel periodo della storia italiana, ma non solo.
Chi E’ STATO, il titolo dell’articolo non è casuale; non posso dire con esattezza che lo Stato possa essere il responsabile di tutto quello che è successo, ma sicuramente si può affermare che una sua colpa sia quella di non essere stato in grado di colpirne almeno gli esecutori.
Ancora una volta tutto tace e la polvere aumenta.
Spetta a noi quindi non dimenticare e ricordare tutti gli innocenti che sono stati ammazzati per sordidi giochi di potere.
Ora e sempre resistenza.

Circolo "noveaprile" Nardò

domenica 11 dicembre 2011

99 POSSE - ITALIA SPA



99 POSSE - ITALIA SPA

Nun è quistione d'Unità
si nuje l'avevemo fà o si era meglio lascia' sta
l'Ottocento fu un secolo di rivolta
di giustizia popolare sull'uscio della porta
pronta ad entrare
in procinto di portare uguaglianza e diritti
terre e libertà per tutti
ma l'italia che avete fatto voi
l'avete fatta nel modo peggiore
spacciando fratellanza e seminando rancore
ignorando lo stupore
sul volto dei contadini fucilati
dei paesi rasi al suolo delle donne violentate
ignorando con dolo le aspirazioni di uguaglianza
giustizia e fratellanza
per le quali a milioni sono stati ammazzati
creando senza pentimento un paese a misura d'ingiustizia
un patto scellerato tra Savoia e latifondisti
e ancora nun v'abbasta mò facite 'e leghiste
e mentre abbascio addu nuje chiudono 'e 'spitale
e i laureati s'abbuscano 'a jurnata cu 'na vita interinale
v'amma sentì 'e parlà di questione settentrionale?

RIT.
a L'ITALIA S.P.A. E' UNA REPUBBLICA FONDATA
SULLA DISEGUAGLIANZA 'O MALAFFARE E 'A
CORRUZIONE PERCIO' LE VOSTRE LEGGI E IL VOSTRO SENSO
STATO PE NUJE SO SEMP STAT SUL NA PROVOCAZIO
SULAMENTE CA VUJE NUN PROVOCATE CU 'E
MA V'ARRUBBATE O SANGHE A DINT' E VENE
PERZONEE A NUJE NUN CE LASSATE NESSUN'ALTRA
SOLUZIONE CHE RADUNARCI IN BANDE PRONTE PER
L'INSURREZIONE


Chiariamo bene
nnuje 'o rre Burbone 'o schifamm 'a pazz
ma ce ne passa p'o cazz pure 'o tricolore e del deliri
patriottico
di ogni singola nazione
'a bannera nosta è semp 'a stessa
è rossa
rossa comm o sanghe d'o brigante d'o palestinese d
militante
del partigiano con le scarpe rotte
che attende in agguato nella notte
d'o libico dell'algerino dell'egiziano
e di ogni essere umano
e il Sud a cui noi guardiamo è il Sud del mondo
il risultato geopolitico di un malessere profondo
l'urlo che viene dai dannati della terra
tra l'incudine dei dittatori
e la risposta umanitaria della guerra
perciò invece 'e festeggià i 150 anni dell'azienda
gettiamo le basi di una vera unità
che guardi anche oltre il confine nazionale
di una terra compresa tra le Alpi e il mare
guardi al Mediterraneo in rivolta
e ad ogni singolo barcone
che in mezzo a questo mare cerca una speranza nella
notte

RIT.

quando il veleno brucia nella terra dei fuochi
quando i tumori che contiamo sono ancora troppo pochi
quando è sempre la mia gente che continua ad emigrare
a voi sembra normale parlare di questione settentrionale?
di esigenza di delocalizzare di costi da contenere?
pronti a dare la colpa all'immigrato
quando è il vostro lavoro che è emigrato
dove la vita di una persona
ha un valore più vicino allo zero straniero
dove i diritti non valgono un cazzo
dove è ancora più infame il potere del palazzo
e poi voi vi meravigliate
se la gente fa semplicemente il movimento inverso
ed insegue il lavoro dove può venderlo a miglior prezzo?
e non solo vi meravigliate
ma vi arrabbiate e non considerate
ca nuje cca tenimmo trentamila tunnellate di munnezza
ammuntunate
e pronte pe' ne fa tutte barricate
e n'ati trentamila v'e vuttammo a catapulta
dint 'e ville addò campate

giovedì 8 dicembre 2011

Signora Ministra, mi tagli la testa

Sarà pure un governo tecnico, ma il nuovo Ministro della Giustizia ha imparato presto a parlare politichese:
“L’Italia è in prima linea nella campagna contro la pena di morte. Lo ha detto il Ministro della Giustizia, Paola Severino, nel saluto rivolto in apertura del sesto Congresso internazionale dei ministri della Giustizia “Dalla moratoria all’abolizione della pena capitale”, organizzato oggi a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio. Quello della battaglia contro la pena di morte, ha ricordato il ministro, è un “tema caro all’Italia, paese da sempre attento alla tutela dei diritti della persona” e l’applicazione della pena capitale “non dà nessuna garanzia di sicurezza”. (Fonte: Adnkronos, 29 novembre 2011)

Ci vuole certo un bel coraggio a dichiarare che l’Italia è contro la pena di morte quando nel suo paese esiste la “Pena di Morte Viva” che è molto più disumana di quella di morte.
Signora Ministra, non me ne voglia se mi permetto di ricordarle che lo scrittore e politico Benjamin Constant (Losanna 1767- Parigi 1830) arrivò a giustificare la pena di morte, ma non la pena perpetua, nel quale vide “un ritorno alle più rozze epoche, un consacrare la schiavitù, un degradare l’umana condizione”.
Fu tale nella Francia rivoluzionaria l’orrore di murare vivo un uomo per tutta la vita senza la compassione cristiana di ammazzarlo che l’Assemblea Costituente, mentre mantenne la pena capitale, vietò le pene perpetue.
E fu così che nel codice penale del 28 settembre del 1791 la pena più grave dopo la morte fu la pena di ventiquattro anni di detenzione.
Signora Ministra, molti uomini ombra, come sono chiamati dagli altri detenuti gli ergastolani ostativi a qualsiasi beneficio penitenziario, preferirebbero la ghigliottina che essere murati vivi fino all’ultimo dei propri giorni.
Signora Ministra, Lei non può immaginare cosa vuol dire essere vivi, ma dichiarati morti dallo Stato, dalle leggi e dalla Società.
E mi creda, l’ergastolo ostativo è una pena bestiale, perché molto più lunga, dura e inumana di quella di morte.
Signora Ministra, l’ergastolo ostativo senza nessuna possibilità di uscita è un inferno ancora più brutto dell’inferno perché quello dell’aldilà lo sconti da morto, ma questo lo sconti da vivo.
La nostra vita è già tanto difficile, non ci faccia sentire dichiarazioni a proposito della pena di morte: “tema caro all’Italia, paese da sempre attento alla tutela dei diritti della persona”.
E adesso la lascio con una preghiera di Luigi Settembrini, (Napoli 1813- 1876), letterato e patriota italiano condannato dell’ergastolo:

O Dio Padre
Fammi la grazia della morte
Giacché gli uomini
Per tormentarmi
Mi hanno fatto la grazia della vita.

Le auguro Buon Natale con la speranza che lei mi auguri una buona morte.

Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto, dicembre 2011

lunedì 5 dicembre 2011

CIRCOLO ANARCHICO LECCE - CENA SOCIALE

Mercoledì 7 dicembre ore 21 (puntuali)!!!
Cena sociale di autofinanziamento
Circolo anarchico via Massaglia 62b Lecce
All'interno diffusione di stampa anarchica e di critica radicale
Menù della serata
Antipasti
Orecchiette alle cime di rapa
Riso al forno con verdure
Parmigiana di melanzane (nell'orto ci sono ancora)
Verdure al forno
Crema di zucca
Vino
Dolce
Quota 7 euro

sabato 3 dicembre 2011

IL CIRCOLO SEL "NOVEAPRILE" RISPONDE AL COMUNICATO DEL CTP

Il circolo “Nove Aprile” di Sinistra Ecologia e Libertà manifesta la propria vicinanza e il più assoluto sostegno all’assessore Vincenzo Renna. Sin dalle nostre origini l’asse portante del nostro partito è composto da due elementi fondamentali: la correttezza e la questione morale. Il nostro circolo ha per tempo predisposto un codice etico che, sottoposto a tutti i candidati Sel al consiglio comunale, è stato poi ratificato dagli stessi.
Anche da qui la certezza della buona fede e della correttezza di ogni nostro iscritto.
Chiediamo che questa questione finisca qui.
Noi col CTP abbiamo più di una cosa in comune: abbiamo l’amore e l’interesse per la tutela sia dell’ambiente che del territorio.
Quindi non possono essere scaramucce di bassa lega a far spezzare questo feeling politico che ci unisce.
Noi siamo convinti che se ogni forza politica, ogni associazione culturale e non, pone al centro del suo impegno politico la questione etica e morale, molti dei problemi di basso profilo scomparirebbero automaticamente.
Per quanto detto sopra il circolo di Sel sicuro dell’operato suo e delle figure che lo rappresentano nelle istituzioni cittadine, non accetta lezioni di moralità da nessuno.
Chiediamo, pertanto, agli amici del CTP che l’incontro da noi chiesto si faccia al più presto onde affrontare temi molto più importanti e di alto spessore.