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mercoledì 2 settembre 2009

RINO GAETANO - CAPOFORTUNA




CAPOFORTUNA

Cittadini lavoratori alle ore
diciotto il nostro
beneamato segretario sarà con noi
Ma che fortuna grazie alla luna
capofortuna stasera è con noi
ha una gran testa come uomo e una bestia
sembra immortale ma è come noi
lui è stato sempre puro come l'alito di chi
non beve e non fuma lava i denti tutti i di
profuma di roba francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon
regala sorrisi distesi ai suoi elettori ai bambini bon bon
ma che fortuna capofortuna
guarda stasera con noi la tv
classe di ferro ha fatto la guerra
è tanto bello che sembra Gesù
lui è stato sempre puro come l'alito di chi
non beve e non fuma lava i denti tutti i di
profuma di roba francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon
regala sorrisi distesi ai suoi elettori ai bambini bon bon
non teme ne estate ne inverno se andrà all'inferno ci andrà col gilet
dimentica i tuoi problemi imbarca i tuoi remi lui pensa per te
inaugura mostre e congressi autostrade e cessi ferrovie e metrò
sorride ai presenti commosso se punta sul rosso sa che vincerà
se gioca a tressette è campione se fuma un cannone si sente un pascià
reprime rivolte e sommosse e cura la tosse alle cinque col te
sostiene già tesi avanzate e tutta l'estate la passa in tournèe

Il Cavaliere all'assalto del Paìs

Comprare. Se i giornalisti stranieri sono ostili, se le minacce le intimidazioni i ricatti a cui gli editori italiani sono abituati non sono sufficienti allora la soluzione è comprare. Berlusconi punta sulla Spagna: El Paìs e il gruppo di cui fa parte. Certo non sarà solo per zittire la voce del quotidiano spagnolo e delle tv del gruppo Prisa, che del Paìs è editore, che Silvio Berlusconi si accinge ad avanzare la sua offerta di acquisto. Certo c’è in gioco anche l’enorme mercato pubblicitario liberato dall’iniziativa di Zapatero di eliminare gli spot dalla tv pubblica.
Fatto è però che l’ingresso di Telecinco, la tv spagnola controllata da Mediaset, nell’azionariato di Prisa avrebbe come conseguenza il controllo di fatto del primo quotidiano di Spagna, El Paìs, la cui penetrazione in Sudamerica è potentissima e il cui prestigio indiscusso. Negli ambienti della politica e dell’editoria spagnola l’assalto di Berlusconi è dato per imminente: ottobre, forse già settembre. In un seminario del settore che si è svolto nei giorni scorsi sui Pirenei si è parlato apertamente di «italianizzazione» del sistema mediatico. Gli spagnoli usano il termine italianizzazione come noi usiamo «balcanizzazione»: intendono indebolimento dei controlli e delle regole, guerre sanguinose, potere del più forte sul più debole e, sullo sfondo, corruzione.

È noto che El Paìs ha svolto negli ultimi mesi un lavoro capillare di informazione sulle inchieste che coinvolgono il presidente del Consiglio italiano. Il 1 giugno scorso è stato, insieme a l’Unità che portava la foto in copertina, il solo altro quotidiano europeo a mostrare l’immagine del musicista Apicella sull’aereo di Stato. Nei giorni successivi ha potuto pubblicare le immagini di Villa La Certosa poi riprese da tutti i quotidiani del mondo, immagini sequestrate dagli avvocati di Berlusconi che la legge italiana impedisce di pubblicare. L’audience del sito internet del Paìs ha raggiunto in quei giorni tre milioni di contatti. L’informazione che il giornale spagnolo ha continuato a dare, a dispetto delle pressioni diplomatiche, è stata amplissima nei mesi successivi.

Non è dunque irrilevante anche ai fini della capacità di censura ricostruire quel che sta avvenendo. Il gruppo Prisa, a due anni dalla morte del suo potentissimo fondatore Jesus de Polanco (detto “Gesù dal Gran Potere”), si trova indebitato per circa 5mila milioni di euro. La rovinosa situazione economica viene addebitata dagli analisti in primo luogo ad una errata operazione di fusione tra il comparto della carta stampata (il Pais in testa, primo quotidiano di Spagna per vendite, in buona salute economica) e tutto il settore televisivo di cui fanno parte la tv privata Cuatro, diverse radio e tv locali, un potente settore multimediale: il debito accumulato dalle tv ricade sulla carta stampata.

Il principale concorrente nel settore privato di Prisa è il gruppo Mediapro che fa capo a Jaume Roures, proprietario della Sexta (un’altra importante tv privata) del quotidiano in ascesa Publico e di molti altri media minori. La battaglia per i diritti del calcio ha visto il gruppo Mediapro prevalere su Prisa, oggi nelle mani dei figli e dei nipoti del fondatore. Dal punto di vista politico Mediapro è oggi più vicino a Zapatero di quanto non lo sia El Paìs, le cui relazioni col governo socialista si sono andate raffreddando. Tra la Cuatro e la Sexta c’è Telecinco, di proprietà di Berlusconi.

In un primo momento, mesi fa, si era parlato dell’interesse per Prisa di Carlos Slim, messicano, uno degli uomini più ricchi del pianeta e magnate delle telecomunicazioni in America Latina. Slim è in ottime relazioni con Felipe Gonzalez, ex premier socialista (’82-’96) da anni fuori dalla politica attiva ma si dice in procinto di rientrare: Gonzalez era stato tra i protagonisti della prima stagione del Paìs, vivo il vecchio Polanco, e non è oggi tra i sostenitori della politica di Zapatero. Tuttavia Slim ha preferito investire nel New York Times. Si è parlato allora di un possibile ingresso di Telefonica, la compagnia di telefonia oggi privatizzata: l’ipotesi è per ora tramontata per via delle resistenze a partecipare un così gran rischio da parte dei soci americani, Fondi di investimento Usa che costituiscono l’ossatura del colosso telefonico.

Dunque si è affacciata l’ipotesi estrema, una fusione tra rivali: Polanco e Roures, Mediapro e Prisa. Una legge dei primi del 2009 firmata da Zapatero favorisce le fusioni nel settore tra privati: tuttavia il gruppo di Roures, fatti i conti e visti gli interessi di prospettiva, si è infine tirato indietro. Resta Berlusconi. Qualche settimana ne parlò il quotidiano economico El economista. A fine agosto i motori di Telecinco si sono riaccesi. Gli eredi Polanco, naturalmente in via riservata, hanno intensificato le trattative. Fonti del governo spagnolo riferiscono che gli uomini di Berlusconi in Spagna abbiano accolto con grandissimo favore la decisione di Zapatero di eliminare la pubblicità dalla tv pubblica: ci sono 500 milioni di euro annui di spot in libera uscita.

Del resto Berlusconi ha sempre sostenuto che il suo ideale sia una tv pubblica senza pubblicità. Di fatto, l’esempio americano insegna, la tv pubblica senza pubblicità tende a marginalizzarsi in favore dei colossi privati. La stessa Bbc, che sempre si chiama ad esempio per sostenere il contrario, sta rivedendo la sua strategia storica. La situazione generale è dunque favorevolissima al rafforzamento di Berlusconi nel mercato spagnolo. Appoggiato naturalmente dal Partito popolare e non ostacolato da Zapatero, che - scrivono gli editorialisti - ha immaginato un sistema che limitasse lo strapotere di Prisa (non più docile col suo governo quanto era stata filosocialista in passato), sistema che potrebbe infine ritorcerglisi contro. Berlusconi editore della Cuatro e del Paìs cambierebbe molto il quadro politico anche interno, con il Psoe in calo di gradimento.

Dal punto di vista del Cavaliere, in grandi ostilità con Murdoch, si tratterebbe invece di un notevole rafforzamento negli equilibri del panorama delle telecomunicazioni non solo europee. Gli interessi di Prisa nelle due Americhe sono, si è detto, notevoli. Avrebbe inoltre il controllo su una delle più autorevoli voci libere nel panorama della stampa europea. Che il Paìs corra questo rischio è in queste ore una forte preoccupazione tra coloro che sono informati dei fatti. Non moltissimi, in verità, perché sono affari di cui molto poco si parla.

di Concita De Gregorio da L'Unità

Teresa Strada se n’è andata


Dietro un grande uomo c’è una grande donna. Capita spesso. Teresa Sarti ha vissuto la sua troppo breve vita in silenzio, lavorando senza mai risparmiarsi al fianco dei più deboli. Una vita spesa dalla parte giusta, quella delle vittime delle guerre, le popolazioni civili a cui sempre viene presentato il conto dei conflitti. Era presidente di Emergency, l’organizzazione che aveva fondato insieme a Gino Strada per costruire luoghi di accoglienza e di cura tra le macerie prodotte dall’odio e dalla follia dei potenti e dei prepotenti. Ha atteso la morte con la serenità che può avere solo chi ha vissuto come lei. Il collettivo del manifesto abbraccia Gino, i parenti e gli amici di Emergency. Per ricordarla, il giornale si impegna a rafforzare la quotidiana militanza contro la guerra, e se dovesse capitare di sentirci soli in questa battaglia, penseremo a Teresa, e agli amici di Emergency.

di Loris Campetti da IlManifesto



Quanto era bella Teresa!
Quanto era bella Teresa! Teresa Sarti. Teresa Strada, la moglie di Gino, la madre di Emergency. E il motore di Emergency. Teresa era bellissima alle fiaccolate che si facevano a Milano. Noi, che del manifestare per le vie del centro eravamo neofiti, ci sentivamo più seri e affidabili dal momento che c'era Teresa. Teresa era una certezza. A noi pareva che lei facesse da volàno agli slanci di Gino ma che di Gino fosse anche il giroscopio, lo aiutasse a tenere la rotta. Teresa era equilibrio e quando, due anni fa, la vedemmo un po' appannata ci invitò a cena nella sua nuova casa di Venezia e ci disse che doveva comunicarci una cosa, prima che ci arrivasse da fonte incerta: aveva il cancro, aveva un tumore al pancreas. Restammo sbigottiti e provammo a credere con lei, con Gino, che avrebbe potuto sconfiggere una minaccia così grande. Per mesi ha trovato il modo di spiazzare la malattia e di incoraggiare tutti noi. Invece questa mattina ha dovuto accettare la sconfitta.
Il tempo buono passato insieme è stato poco. Peccato non aver conosciuto Teresa molti anni prima. Certamente saremmo cresciuti migliori.
A Gino e a Emergency un grande forte abbraccio.

da Articolo21



Ciao Teresa
E' morta ieri Teresa Sarti, presidente di Emergency
Teresa Sarti nasce a Sesto San Giovanni, Milano, il 28 marzo 1946. Madre casalinga e padre idraulico, Teresa è l'ultima di tre sorelle.

Dopo il liceo classico si laurea in lettere moderne, con una tesi sulla didattica della storia, e inizia subito a insegnare. Per vent'anni lavora nella scuola media di via Giolli, quartiere Bicocca di Milano: un ambiente difficile, dove riesce a farsi amare da (quasi) tutti i suoi alunni. Nel 1971 sposa un giovane studente di medicina, Gino Strada, e nel 1979 nasce la loro unica figlia, Cecilia.
Nel 1994, insieme al marito che nel frattempo è diventato un chirurgo di guerra, fonda EMERGENCY, associazione per la cura e la riabilitazione delle vittime di guerra e delle mine antiuomo. Per qualche anno Teresa si divide tra l'insegnamento in alcune scuole superiori e l'attività di presidente di Emergency, poi va in pensione e si dedica completamente - a titolo volontario - all'associazione, che in quindici anni offrirà assistenza medico -chirurgica, di alto livello e completamente gratuita, a più di tre milioni di persone.

Un brindisi per Teresa

A Teresa, un brindisi.
La donna più bella, più intelligente, più simpatica che abbia conosciuto. Ad una donna straordinaria, che aveva dentro se stessa le ragioni e la storia di tutto quel che c'è stato di buono nel secolo scorso, ed è stato tanto, davvero, Mi manderebbe al diavolo, lo so. Ma non c'è nemmeno un briciolo di retorica.
...E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
Io, di mio, ci ho guadagnato il colore della vita, di quella vera, incontrandoti.

A Teresa, che dopo tanti anni di pudore, ci siamo anche dati dei baci.

Maso Notarianni

da PeaceReporter

Gabon: alle presidenziali vincono in tre? Accuse di brogli

In Gabon tutti i tre candidati favoriti a succedere a Omar Bongo, morto in giugno dopo 41 anni al potere, si sono autoproclamati vincitori. In pole position, per così dire, Ali Bongo, figlio del presidente defunto; c'è poi l'oppositore storico Pierre Mamboundou e l'ex ministro dell'Interno André Mba Obame. Ci sono le solite accuse di brogli. Una brutta storia africana. La solita. Mba Obame ha assicurato che sarà proclamato presidente della Repubblica in base a risultati raccolti dal suo staff che lo dicono in testa in quattro delle nove province gabonesi, che rappresentano il 62% del corpo elettorale. Prima di lui, aveva rivendicato la vittoria Mamboundou, come pure il Pdg di Ali Bongo, senza tuttavia fornire cifre. L'ex presidente Omar Bongo, morto lo scorso giugno per un arresto cardiaco in un ospedale di Barcellona dove veniva sottoposto ad una terapia per un tumore, era stato al potere per oltre 41 anni. La sua morte è avvenuta mentre le autorità francesi stavano indagando sul suo presunto utilizzo di denaro pubblico per l'acquisto di decine di proprietà in Francia. Il Gabon, ricco di petrolio e di altre materie prime, ha una popolazione di un milione e mezzo di persone, la maggior parte delle quali vive in condizioni di povertà

da http://africa.blog.ilsole24ore.com/2009/09/gabon-alle-presidenziali-vincono-in-tre-accuse-di-brogli.html#more

Forum di Articolo 21. Dopo PD e IDV, anche Sinistra e Libertà e Rifondazione, pronti a scendere in piazza con noi

di Antonio Di Pietro (Presidente Idv)Cari amici di Articolo 21,
mi rivolgo a voi che da anni vi battete a salvaguardia della libertà di espressione e rivendicate il ruolo del giornalista quale 'cane da guardia' della democrazia. In questo difficile momento storico, sono in gioco i principi cardine tracciati dai nostri padri costituenti e l’articolo 21 della Costituzione rischia di diventare carta straccia.
Berlusconi ha messo in campo le veline di ben altra memoria, continua a minacciare editori e giornalisti e sta cercando di trasformare il servizio pubblico in portavoce del governo, azzerando le opposizioni politiche e sociali.
Lo scenario a cui abbiamo assistito in questi mesi è agghiacciante, non degno di un Paese democratico né di un Paese civile. Per questo, occorre una grande mobilitazione di tutti i cittadini, delle associazioni di categoria, dei sindacati, dei partiti e dei movimenti. Occorre un’unica voce che rivendichi la libertà d’informare e di essere informati.

L’Italia dei Valori, che in più occasioni è già scesa in piazza per lanciare l’allarme, promuove e partecipa attivamente alla manifestazione per la libertà di stampa della Fnsi e di tutte le associazione del settore.

di Claudio Fava (Sinistra e Libertà)
Ci sarò perchè un paese senza una una stampa davvero libera è un paese senza voce, senza sguardo, senza memoria. Un paese morto dentro: come forse lo vorrebbe la destra italiana al governo.

di Paolo Ferrero (segretario nazionale Prc -Se)
La mobilitazione dell'associazione "Articolo 21" in nome della libertà di manifestazione ed espressione del pensiero, come prevede la Costituzionae italiana e come invece mette seriamente in pericolo il governo Berlusconi, è giusta, doverosa e, aggiungerei, sacrosanta.

Ecco perché, in qualità di segretario del Partito della Rifondazione comunista e a nome di tutto il mio partito, ci tengo particolarmente a rendere noto agli organi d'informazione che il Prc aderisce con forza e convinzione alla mobilitazione e alla manifestazione che promuoverà, nella sua piena autonomia di libera associazione di giornalisti, l'associazione "Articolo 21", che già svolge - e da anni - un ruolo meritorio e indispensabile sia in merito alla difesa della libertà di stampa che di sensibilizzazione sun un argomento drammatico e spesso taciuto, dall'informazione, quello delle "morti bianche".

Come peraltro ha ben scritto il giornalista Edmondo Berselli, nel suo editoriale pubblicato ieri sul quotidiano La Repubblica, giornale che sta subendo un attacco vile e indegno proprio da parte di un premier che peraltro non si tira indietro neanche quando deve 'sollecitare' i giornali di famiglia nel cercare di intimidire persino il giornale della Cei Avvenire, attraverso la vergognosa e disgustosa campagna diffamatoria che sta consumando ai danni del direttore Dino Boffo, il punto centrale del problema sta nel vero e proprio scandalo rappresentato dal premier Berlusconi. Scandalo ormai deflagrato a livello internazionale, come sanno e scrivono tutti i giornali stranieri più influenti e autorevoli, e diventato, oggi, un problema di libertà, oltre ad evidenziare un sostanziale conformismo silente' dei giornali italiani. Gli attacchi a Repubblica, le menzogne del 'Giornale' contro il direttore dell'Avvenire, l'intimidazione alla stampa europea non sono aggressioni episodiche e schizofreniche ma i connotati di una strategia inquietante di prosciugamento dei principi costituzionali.
E puntano a instaurare, in Italia, quel "Sultanato", per dirla con il costituzionalista Giovanni Sartori, che non potendo formalmente cancellare i nostri ordinamenti giuridici li svuota, li sovverte.

Il bersaglio oggi è l'articolo 21 della Costituzione. Ecco perché dobbiamo scendere in piazza per difenderlo. Rifondazione c'è e ci sarà.

Atene, bomba davanti alla Borsa. Auto in fiamme, ferita una donna

ATENE - Una donna è rimasta ferita in modo lieve la notte scorsa a causa dello scoppio di una bomba davanti alla sede della Borsa di Atene: lo hanno reso noto fonti della polizia ellenica, secondo cui la deflagrazione ha inoltre provocato danni materiali al palazzo, ma di entità limitata. L'attentato era stato preannunciato poco prima con una telefonata anonima a un quotidiano, e l'avvertimento ha permesso alle forze dell'ordine di isolare la zona con cordoni di sicurezza che hanno evitato conseguenze peggiori.

L'ordigno era stato piazzato su un'auto lasciata in sosta, che è andata distrutta; l'esplosione ha appiccato fiamme anche ad altri otto veicoli parcheggiati nelle vicinanze. Analogo attacco è stato registrato nelle stesse ore a Salonicco, seconda città del Paese: anche qui una bomba, che era stata nascosta in una cabina telefonica, è stata fatto esplodere da ignoti dopo averne segnalato la presenza a un'emittente televisiva locale e agli agenti di un commissariato. Preso di mira un edificio governativo, che è rimasto leggermente lesionato.

L'attacco dinamitardo ha preceduto di tre giorni l'inaugurazione della Fiera Internazionale di Salonicco, cui è prevista la partecipazione del premier greco Costas Karamanlis.

Si tratta degli episodi di violenza più rilevanti degli ultimi mesi in Grecia, dove l'uccisione di un adolescente durante proteste studentesche in piazza, nel dicembre 2008, ha alimentato per parecchie settimane manifestazioni degenerate spesso in disordini.

da Indymedia

8 Settembre tutti e tutte in piazza!

Comitati Antifascisti e Antirazzisti e Antisessisti
8 settembre 1943
Operai, studenti, soldati, partigiani insorgono a Roma da Porta San Paolo alla Magliana, dalla Salaria alla Tiburtina contro i nazifascisti

8 settembre 1974
migliaia di proletari, disoccupati, compagni e compagne resistono allo sgombero delle case occupate di San Basilio. La polizia assassina Fabrizio Ceruso, militante di 19 anni del Comitato Proletario di Tivoli.

8 Settembre 2009
Scendiamo in piazza contro la giunta fascista di Alemanno!
Contro il regime democratico-dittatoriale di Berlusconi e dei suoi servi.
Fermiamo le aggressioni razziste e sessiste che stanno colpendo in tutta la città.
Non possiamo continuare a stare in silenzio di fronte al dilagare di questo nuovo fascismo che dietro la maschera del voto democratico manifesta il suo carattere violento, xenofobo, sessista, omofobico.

Che ognun@ porti i suoi contenuti
che ognun@ porti le sue pratiche e le sue rivendicazioni

C'è spazio per lottare prima che sia troppo tardi
Per un movmento sociale dal basso autorganizzato che unisca sotto la bandiera dell'antifascismo, dell'antirazzismo, dell'antisessismo chi lotta nelle scuole, chi lotta nelle università, chi lotta nei posti di lavoro, chi lotta sui tetti delle fabbriche occupate.

E' ora di dire basta!

Appuntamento di massa, autorganizzato dal basso, Martedi 8 settembre 2009 alle ore 17 a Porta San Paolo
Diffondete, promuovete, autorganizzate

Antifascisti di Roma

da Indymedia

Scritte e telefonate contro la De Gregorio

Scritte intimidatorie e telefonate notturne al direttore de l’Unità Concita De Gregorio. La denuncia arriva dal comitato di redazione del quotidiano, che in un comunicato esprime «indignazione per le scritte sui muri e le telefonate notturne dal chiaro sapore intimidatorio di cui è stata oggetto il direttore de l’Unità Concita De Gregorio. A lei va la solidarietà umana e professionale dell’intera redazione».
Già nel novembre 2008 sotto casa della giornalista a Roma era comparsa una scritta oltraggiosa, a firma «Forza nuova», ma il coordinamento nazionale del movimento di estrema destra aveva smentito il coinvolgimento nell’azione intimidatoria, esprimendo «stima personale e politica» alla De Gregorio. Il leader Roberto Fiore aveva anche annunciato l’intenzione di sporgere denuncia. Il direttore del quotidiano aveva ricevuto la solidarietà, tra gli altri, di Walter Veltroni e Gianni Alemanno.

da Antifa

Roma: Un ex naziskin al vertice di Ama ·

Un ex naziskin al vertice di Ama

Il nuovo amministratore delegato della società Ama che si occupa dei rifiuti a Roma è Stefano Andrini. Perché il sindaco Alemanno ha scelto proprio lui? Evidentemente per il suo curriculum: una condanna a 4 anni e otto mesi per tentato omicidio, una militanza ventennale tra i naziskin romani, una aggressione (in compagnia di suo fratello) a colpi di spranga ai danni di due ragazzi finiti in ospedale e in coma, la convinta celebrazione nella città di Wunsiedel del delfino di Hitler Rudolf Hess, ecc...
«Con la nomina di Andrini il sindaco conquista il podio dell'inaffidabilità e si dimostra prigioniero dell’estrema destra. Come purtroppo previsto, ecco infatti l'ennesimo dietro front, con annessa pessima figura, di Alemanno che solo pochi mesi fa, in seguito alle notizie trapelate sui media, aveva smentito la nomina dell'ex naziskin ad amministratore delegato di Ama servizi ambientali». Lo dichiara in una nota il consigliere del Pd alla Provincia di Roma Pino Battaglia.
Il diretto interessato tenta una replica: «Sono iscritto da Alleanza Nazionale da oltre 10 anni e ora ho aderito al Popolo delle Libertà nei cui valori mi riconosco pienamente. Ho pagato il mio debito con la giustizia per ciò che è accaduto 20 anni fa e sono stato completamente riabilitato già da molti anni» e annuncia «querelerò per diffamazione e citerò per danni chiunque osi definirmi naziskin...».
Ma a definirlo così è l’agenzia Ansa che racconta di una delle sue ultime “imprese”: una sassaiola a la Sapienza nel 1994 prima di un concerto antirazzista organizzato dalla sinistra giovanile. L’unico arrestato è Stefano Andrini. «Gli inquirenti - scrive l’Ansa - hanno ricordato che Andrini, ritenuto vicino agli ambienti dei nazi-skin aderenti a ''Movimento Politico'', era stato condannato a quattro anni di reclusione per aver partecipato il 10 giugno dell’89 all’aggressione di due ragazzi davanti ad un cinema in piazza Capranica, al centro di Roma».

http://www.unita.it/news/italia/87842/un_ex_naziskin_al_vertice_di_ama

da Antifa

Calabria Rifiuti: fiume cosentino ad alta radioattivita'


Cosenza. "Non sappiamo cosa ci sia nell'area di Serra d'Aiello dove sono stati depositati rifiuti radioattivi.

Di sicuro la radioattività strumentale è molto più alta del normale, da tre a sei volte, e si è registrato un incremento notevole, rispetto al circondario, di leucemie e tumori".
Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, facendo riferimento al servizio del Tg1 sull'inchiesta, di cui si era già appreso nei mesi scorsi, per le morti nella zona del Tirreno cosentino che sarebbero state provocate dalla presenza di rifiuti radioattivi. Il sito si trova nell'alveo del torrente Oliva a Serra D'Aiello.
"Il picco di incidenza di patologie e di morti di più persone anche dello stesso nucleo familiare - ha aggiunto Giordano - si è avuto otto o dieci anni addietro. Adesso, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale ha individuato i radionuclidi come il cesio e lo stronzio e, malgrado le sostanze si siano nel frattempo degradate, chiunque compia delle misurazioni in quella zona rileva valori al di sopra del normale". Secondo il Procuratore di Paola, "l'accertamento della presenza del materiale deve coincidere con la bonifica del sito. Per sapere cosa c'é sepolto in quel sito bisogna scavare con tutti gli accorgimenti e le cautele del caso. Allo stato non si possono fare, in questo senso, affermazioni categoriche. Certo, da questo punto di vista ci vuole prudenza perché lo scavo non può essere fatto con una semplice ruspa. Ci vuole attenzione perché non si può mettere a repentaglio la vita delle persone".

da Indymedia

Palermo: occupata la sede dell'Opera Pia "Reclusori femminili" in risposta allo sgombero dell'ExKarcere


Ieri mattina, martedì 1 settembre, è scattata la protesta dei militanti del Centro Sociale Exkarcere contro lo sgombero avvenuto all'alba di ieri; lo stabile era occupato ed autogestito da quasi nove anni.Una cinquantina di attivisti/e del collettivo hanno deciso di scendere in campo occupando nella mattinata di oggi gli uffici dell' "Opera Pia-Reclusori femminili", responsabile della richiesta di sgombero dello spazio alla questura di Palermo in seguito alla presunta vendita dello stabile ad una fantomatica fondazione bolognese che risponderebbe al nome di CEUR;la protesta dei ragazzi e delle ragazze di Exkarcere ha deciso così di iniziare proprio dalla denuncia pubblica di operazioni speculative di cui questo ultimo caso rappresenta un paradigma: in una terra in cui la mancanza di spazi sociali si traduce in un altissimo numero di famiglie in attesa di alloggio popolare, nella costruzione di ghetti di periferia ( via messina montagna ), nella sempre più capillare e coercitiva chiusura di spazi di aggregazione giovanile, un altro pezzo di città viene sottratto ai palermitani e venduto dai poteri forti cittadini ( amministratori e palazzinari ) al libero mercato delle speculazioni, delle cartolarizzazioni, della falsa retorica della "riqualificazione urbana". Mentre non vengono minimamente affrontate le emergenze sociali cittadine se non con la forza poliziesca, i nostri governanti riescono solo a pensare di chiudere attraverso muri, cemento e grate, spazi importanti per la città perché luoghi di ricomposizione e condivisione di lotte, esperienze e socialità. Il collettivo Exkarcere ribadisce che questo tipo di attacchi non fermeranno la progettualità politica e sociale di cui lo spazio di via dei Benedettini era espressione riconosciuta e punto di riferimento importante per la città; continuerà quindi la sua lotta senza paura verso l'apertura di nuovi spazi, in attesa di una nuova casa!

da Infoaut

Più di 400 bambini detenuti e torturati nelle carceri israeliane

Più di 400 bambini detenuti e torturati nelle carceri israeliane

Gaza – Infopal. Il Ministero per gli Affari dei detenuti ha rivelato che l'occupazione israeliana detiene nelle sue carceri più di 400 bambini, la maggior parte dei quali sono studenti scolastici.

Secondo le dichiarazioni del Ministero, la promessa – fatta dall'occupazione – di creare un tribunale militare speciale per i bambini palestinesi sarebbe solo una copertura per le pratiche barbare nei loro confronti, le quali violano i principi del diritto internazionale (che impongono che la detenzione dei minori sia l’ultimo dei rimedi da adottare).

Riyad al-Ashqar, direttore del Dipartimento dell'informazione nel Ministero, in un comunicato stampa di cui il nostro corrispondente "Infopal.it" ha ricevuto una copia, ha illustrato l’intero repertorio di tormenti subiti dai piccoli prigionieri: “Gli uomini dell'occupazione li torturano, li trattano in maniera crudele e degradante per estorcere confessioni, li privano del sonno e del cibo, li ustionano con i mozziconi di sigaretta, li minacciano di deportare la loro famiglia e di far saltare in aria la loro casa, li legano mani e piedi e li bendano, usano le scosse elettriche e li costringono a stare in piedi a lungo, insultandoli”.

Sempre in base a quanto riferito dal politico, la direzione delle prigioni nega i diritti più elementari ai piccoli detenuti, gettandoli in stanze piccole come tombe, calde d'estate e fredde d'inverno, maleodoranti per la fuoriuscita dei rifiuti al loro interno, scarsamente illuminate e igienizzate. I carcerieri importunano la loro intimità spogliandoli e perquisendoli nudi, confiscando i loro oggetti personali e le foto dei parenti, privandoli delle cure e dell'istruzione e sottoponendoli a pesanti multe per le ragioni più banali.

Per quanto riguarda il tribunale speciale di cui ha parlato Israele, al-Ashqar ha commentato: “Vogliono ingannare il mondo intero e la comunità internazionale, facendo credere di rispettare i diritti umani dei bambini detenuti (…) ma la situazione che questi vivono nelle carceri prova la mostruosità dell'occupazione e delle sue pratiche repressive, e il suo disprezzo per tutte le norme e le convenzioni internazionali”.

da Indymedia

GRAZIE ROMA - Bombe carta contro la gay street

A Roma nuovi attacchi omofobi

A Roma nuovi attacchi omofobi Bombe carta contro la gay street
ROMA - Due bombe carta, centinaia di ragazzi che fuggono urlando, un motorino a fuoco, il segno di un piccolo cratere nell'asfalto, una fioriera devastata e un ragazzo che si tiene le orecchie dal dolore: dieci minuti prima di mezzanotte, la comunità gay romana è sprofondata di nuovo in un incubo. Dopo le coltellate e le bottigliate di "Svastichella" per un bacio omosessuale, dopo le bombe incendiarie sul portoncino del locale che ospita "Muccassassina", la festa gay più famosa d'Italia, stavolta nel mirino è la Gay Street della Capitale.

È una fortuna se nessuno s'è fatto male: l'unico ragazzo che era sembrato ferito al volto dalle schegge e dal rumore se l'è cavata con poco più che un grosso spavento. Secondo i rilievi dei carabinieri, a colpire sono stati due ragazzi a piedi. "Due teste rasate", raccontano i testimoni. Sono arrivati da via Ostilia, a cento metri dal Colosseo: è la prima strada che incrocia via di San Giovanni in Laterano, la Gay Street.

In mano hanno i due grossi petardi, ma nessuno li nota. La strada, molto frequentata a tarda sera e non solo dalla comunità omosessuale, è animata da centinaia di ragazzi che passeggiano, bevono un drink nei dehor dei locali o chiacchierano sul marciapiedi. È un attimo: i due giovani lanciano i due petardi "in mezzo alla folla", racconta il presidente dell'Arcigay romano, Fabrizio Marrazzo, che si trovava proprio nella Gay Street. In realtà, una delle "bombe carta" colpisce una fioriera, l'altra devasta un motorino e ne rovina un altro.

Il boato è enorme, nella strada lunga e stretta: è un fuggi fuggi. I due aggressori intanto scappano a piedi, favoriti dal panico. "I ragazzi volevano corrergli dietro - racconta Marrazzo - ma li ho implorati di fermarsi: cosa sarebbe successo se fossero stati armati di un coltello?". Stasera torneranno tutti nella Gay Street, alle 22, per manifestare contro il clima invivibile che sta perseguitando la comunità. "Abbiamo invitato il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, che ci sarà, e anche il sindaco Alemanno che invece non potrà esserci perché è in viaggio a Lourdes".

"È un gesto terroristico e conferma l'emergenza omofobia", commenta il presidente di Gaynet, Franco Grillini, ex presidente dell'Arcigay. "Arriva dopo una lunga serie di atti di aggressione e conferma quanto andiamo sostenendo da tempo: è in atto una vera e propria aggressione di stampo politico verso la comunità lgbt italiana ad opera di fanatici e di gruppi neonazisti che si sentono più o meno legittimati dalla vittoria della destra alle ultime elezioni politiche".

da Indymedia

Ciao Teresa

A Milano, è morta Teresa Sarti Strada, presidente di Emergency. La donna, malata da due anni, aveva 63 anni ed insieme al marito, Gino, aveva fondato 15 anni fa l'organizzazione che nel mondo si occupa delle vittime di guerra. Al capezzale, accanto alla donna c'erano il marito Gino e la figlia Cecilia. Teresa Sarti Strada è stata curata presso una struttura sanitaria di Torino. Ma questa mattina è stata presa la decisione di riportarla a
casa, a Milano, dove è poi deceduta.

EMERGENCY,HA AVUTO SERENITA'CONSAPEVOLE
"Dopo avere insieme condiviso per quindici anni il tempo dell'amicizia, del rispetto per la vita e per la sofferenza di tutti, dopo il lungo tempo di affetto, di speranze di timore per la sua sorte personale", Emergency annuncia la morte della sua presidente Teresa Sarti Strada. "Con la stessa apertura e con la stessa semplicità che aveva voluto per la vita di Emergency - è detto in un comunicato - Teresa ha accettato anche in questi suoi ultimi giorni la vicinanza di tutti coloro che hanno voluto esserle accanto. La serenità consapevole con la quale è andata incontro alla conclusione del suo tempo ha espresso il coraggio e la determinazione che rappresentano la verità della nostra azione in un'attività che ha dato senso alla sua e alla nostra esistenza. La dolcezza del ricordo coincide per noi con il rinnovo del nostro impegno per la pace e per la solidarietà".

IL CORDOGLIO DI NAPOLITANO
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell'apprendere la triste notizia della scomparsa di Teresa Sarti, presidente di Emergency, in un messaggio a Gino Strada ha espresso i sentimenti di cordoglio ai famigliari e a quanti ne hanno condiviso l'attivita' di solidarieta' e apprezzato l'impegno per la pace a fianco di chi soffre nelle aree piu' tormentate del mondo. E' quanto si legge in una nota della presidenza della Repubblica.