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mercoledì 7 ottobre 2009

La Consulta boccia il lodo Alfano: è illegittimo

L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.



La notizia sulla stampa estera:


El Mundo: Berlusconi smette di essere immune davanti alla Giustizia Italiana
El Pais: La corte costituzionale straccia la legge sull’immunità che protegge
Berlusconi

Liberation: Bocciata ll'immunità penale di Berlusconi

I giovani del Sud



Nelle regioni del sud molti ragazzi, appena diplomati, ancora oggi decidono o vengono indotti a studiare giurisprudenza, ingegneria, medicina, architettura, economia e tutte quelle facoltà che si definiscono di prestigio. Questo avviene da almeno 40 anni.

Le statistiche dimostrano che per chi, nei prossimi anni, si laureerà nelle suddette facoltà sarà difficilissimo trovare un posto di lavoro, oramai si è giunti alla saturazione. A lavorare saranno solamente i soliti raccomandati a cui verrà creato un posto su misura, o i meritevoli, però costretti a dimostrare il loro valore lontano dalla loro terra. Come potrà mai avere uno sviluppo il sud se facciamo andar via le persone capaci?

La scuola ed il governo non hanno mai incoraggiato i giovani a nuovi corsi di laurea. A questo punto il colpo finale l’hanno dato l’orgoglio e la presunzione della maggior parte dei genitori: in molti casi non ci si rende conto dei limiti dei propri figli e li si vorrebbe tutti in posizioni di prestigio.

In tutti questi anni non vi è stata nessuna evoluzione nella società meridionale, ogni persona è differente, con propri sogni ed ambizioni, soprattutto quando si è giovani, ma la società del sud tende a tagliar le ali, indicando come esempio da seguire le solite “figure di prestigio” che in molti casi sono proprio quelle che hanno distrutto il meridione per interessi personali.

Oramai è inutile anche incoraggiare i giovani a studiare facoltà relativamente nuove quali: ingegneria informatica, ingegneria gestionale ed altre simili. Anche questi campi saranno a breve saturi. Basta informarsi, oramai il mercato del lavoro è globale.

L’India sta diventando la nuova Sylicon Valley mondiale. Si sfornano più laureati in un anno di quanto se ne si creano in Europa e USA messi insieme. Tutti i colossi dell’informatica (Microsoft, HP, Cisco, ecc.) si stanno trasferendo a Bangalore, poiché ad esempio l’assunzione di un’ingegnere informatico o gestionale in India costa dieci volte di meno dell’assunzione del pari ruolo occidentale. Anche le banche si stanno indirizzando verso l’India, oggigiorno viaggiare e scambiare enormi quantità di dati tramite internet è sempre più facile, rimarranno solo alcuni sportelli aperti al pubblico. La manodopera cinese ha distrutto l’impiego in molte fabbriche occidentali, in pochi anni sarà lo stesso con i cervelli indiani che sostituiranno molti laureati occidentali.

Bisogna essere umili, tornare a riscoprire vecchi mestieri quali l’artigianato (non si trova più un falegname a pagarlo a peso d’oro) ovviamente innovando queste professioni.

Personalmente ho vissuto in molti altri posti al di fuori dell’Italia, la prima cosa che ho notato nei paesi civili è che la scuola, il governo, la società da decenni incoraggiano i giovani a studiare materie attinenti al territorio. Ad esempio in posti con risorse ambientali simili a quelle del sud Italia si incoraggia la formazione di esperti in turismo, ristorazione, accoglienza, e sport acquatici. Si pensi che al sud molte persone che vivono sulle coste non sanno nuotare, il problema maggiore è che a ci sono anche dei bagnini incapaci.

Per l’entroterra si incoraggia la formazione di agronomi, si formano cooperative, si cerca di dare valore a prodotti locali e si incoraggia l’esportazione. Si creano veri agriturismi e non pizzerie e ristoranti improvvisati. Solo in questo modo si può creare lavoro.

A volte penso che a coloro che io chiamo: “la nuova nobiltà meridionale”, formata da politici corrotti, mafiosi, alcuni magistrati e parte delle forze dell’ordine, sia contenta di questo stato di arretratezza, così è più facile controllare il territorio. Il sud in fondo è sempre stato solo un serbatoio di voti, sia per la destra che per la sinistra, ed ho paura che lo rimarrà ancora per tanto tempo.

I meridionali stessi dovrebbero iniziare a ribellarsi, prima di tutto ammettendo le proprie colpe, so che quasi tutti hanno uno scheletro nell’armadio. Anche se abbastanza utopico, solo con autocritica, umiltà, forza e cooperazione si può distruggere tutti insieme il muro dell’omertà, prendere dei rischi e qualcosa cambierà.......Se si è riusciti con tanti sacrifici ad abbattere il muro di Berlino….

Domenico Schiavello da il messaggero

VILLA ADA - FORSE UN GIORNO



Villa Ada Posse - Forse un giorno

Damme damme la pace damme

(rit.)
Forse un giorno nel futuro dell’umanità
Forse un giorno ci sarà davvero libertà
Forse un giorno quando Babilionia brucerà (forse un giorno quando Babilionia brucerà)
Forse un giorno la pace ovunque regnerà

Io sogno un mondo diverso,
dove pe' tutti ce sta pace e rispetto,
io sogno un mondo migliore,
dove pe' tutti ciò che conta è l'amore,

Sogno un modno, dove non esistono l'odio e la guerra,
dove ognuno è libero abitante della terra,
in piena armonia con tutto ciò che lo circonda,
senza bisogno di nessuno che comanda,
senza nessuno che ti frega o che t'inganna,
senza ave' paura de non esse all'altezza,
senza ipocrisia noi ce guarderemo 'n faccia,
Questa è la mia speranza!

(rit.)
Forse un giorno nel futuro dell’umanità
Forse un giorno ci sarà davvero libertà
Forse un giorno quando Babilionia brucerà (forse un giorno quando Babilionia brucerà)
Forse un giorno la pace ovunque regnerà

Magari un giorno ci sarà la libertà,
pe' tutti quelli che vivono su 'sta terra,
ognuno vivrà secondo le sue capacità,
nella pace e nel rispetto dell'uguaglianza.
Nel cuore nutro ancora una speranza,
che ci sia gente che ancora voglia cambiar qualcosa,
che continua la sua lotta e nun se rassegna mai,
lo voglio ancora sperà!

Damme damme la pace damme la libertà te prego
Damme damme la pace damme la libertà de vive
Damme damme la pace damme la libertà pe tutti
Damme damme la pace damme

E mai più centri sociali sgombrati,
e mai più brutalità.
E mai più guardie che te vengono a cacciare,
dallo spazio destituito alla città.

No, io voglio un mondo migliore,
un mondo senza la disoccupazione,
dove pe' tutti ce na' casa 'n cui abitare,
dove nessuno mai soffre la fame,
dove nessuno è costretto a rubare,
senza il potere,
senza la repressione.

Sogno un mondo dove te poi fare na' canna tranquillo,
pe' strada senza rischio de bevuta.
Sogno un mondo dove ce stanno i coffee-shop pure a Roma come ad Amsterdam.

Voglio ancora continuà a sperà in un mondo migliore,
con la gente capace di guardà attraverso l'occhi dell'altre persone,
dalle diversità, senza tanto giudicare, la complessità, in maniera superficiale.
Voglio ancora sognare un mondo de libertà,
dove ciò che conta non è la competizione, ma la solidarietà,
nei rapporti umani,
e in tutte l'altre attività,
dobbiamo essere uniti nonostante le diversità.

Me senti liberi liberi liberi liberi liberi volemo stà
Uniti uniti uniti uniti superare le difficoltà

(rit.)
Forse un giorno, nel futuro dell'umanità.
Forse un giorno, ci sarà davvero libertà.
Forse un giorno, quando Babilonia brucerà (forse un giorno quando Babilionia brucerà)
Forse un giorno, la pace ovunque regnerà.

Damme damme la pace damme la libertà te prego
Damme damme la pace damme la libertà de vive
Damme damme la pace damme la libertà pe tutti
Damme damme la pace damme la libertà de vive

Che la strada è buia
La strada è in salita
Ma col reggae se illumina
Che la strada è buia
La strada è faticosa
Ma l’amore la illumina
Forse un giorno
Forse un giorno


Cap Anamur: oggi sentenza per la nave che nel 2004 trasse in salvo 37 naufraghi nel Canale di Sicilia

VARIE INIZIATIVE AD AGRIGENTO

AGRIGENTO - A cinque anni di distanza, finalmente si chiude il processo alla Cap Anamur, la nave dell'omonima associazione umanitaria tedesca che il 12 luglio 2004 trasse in salvo 37 naufraghi nel Canale di Sicilia. La sentenza è attesa per l'udienza del 7 ottobre. Ma sul verdetto c'è ancora molta incertezza. I due pubblici ministeri del tribunale di Agrigento, Santo Fornasier e Gemma Miliani, che oggi hanno chiesto la condanna a 4 anni di carcere e 400 mila euro di multa per Elias Bierdel e Stefan Schmidt, rispettivamente presidente dell'associazione Cap Anamur e comandante dell’omonima nave. Schmidt e Bierdel furono arrestati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, subito dopo l'attracco a Porto Empedocle. Secondo i pm, la vicenda non fu un salvataggio, ma piuttosto “una grande speculazione mediatica per pubblicizzare un film documentario e trarne vantaggi di notorietà”. La Procura sostiene addirittura che i naufraghi furono soccorsi della Cap Anamur per filmare le scene di un documentario e realizzare interviste poi pubblicate sul sito web dell'associazione

In occasione dell'udienza finale del processo simbolo della criminalizzazione del salvataggio in mare, è prevista un'importante mobilitazione a Agrigento. Per l'occasione, è attesa una delegazione tedesca dalla città di Lubecca, formata da organizzazioni per i rifugiati, associazioni laiche e religiose, che accompagneranno a Agrigento, il capitano Stefan Schmidt ed Elias Bierdel. Ecco il programma delle iniziative

MARTEDÌ 6 OTTOBRE

* 17.00 - incontro presso la Prefettura, in piazza Aldo Moro 1, tra la delegazione di Lubecca e i gruppi di sostegno italiani
* 18.00 - consegna di una risoluzione della città di Lubecca al prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione
* 19.00 - lettura scenica e fiaccolata nel parco antistante la Prefettura. Saranno accese 434 candele per ricordare i profughi annegati nel Mediterraneo nei primi sei mesi dell'anno. Intervento della delegazione di Lubecca e, a seguire, "L'Europa fa morire!", lettura scenica sul salvataggio in mare e la sua criminalizzazione, di Heike Brunkhorst. In contemporanea, altre fiaccolate avranno luogo a Lubecca e in altre città tedesche in memoria delle vittime dell'emigrazione nel Mediterraneo e per protestare contro le politiche europee di controllo delle frontiere

MERCOLEDÌ 7 OTTOBRE

* 8.00 - riunione della delegazione davanti al Tribunale di Agrigento in via Giuseppe Mazzini
* 9.00 - inizio della lettura del verdetto
* Al termine dell'udienza, conferenza stampa


Per la stampa, è possibile contattare i seguenti membri della delegazione tedesca:
Heike Behrens, Associazione per i Profughi a Lubecca (Lübecker Flüchtilingsforum): 0049.171.2001756 (tedesco e inglese)
Helga Lenz, Unione Umanitaria di Lubecca (Humanistische Union Lübeck): 0049.160.1653477 (tedesco e inglese)
Judith Gleitze, Borderline Europe: 0039.3409802196 (tedesco e italiano)

È stata invece ulteriormente rinviata l'udienza finale del processo contro i sette pescatori tunisini accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dopo il salvataggio dell'agosto 2007. La sentenza sarà letta il 17 novembre 2009 al Tribunale di Agrigento, salvo ulteriori rinvii.

Antonio Ingroia: nell'agenda rossa la chiave della strage di Via D'Amelio

“Sono convinto che nell’agenda rossa vi sia la chiave dei suoi ultimi giorni e nei suoi ultimi giorni vi sia la chiave di quella strage”.
Esordisce con quest’affermazione il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia nel corso della trasmissione “L’agenda rossa” andata in onda ieri sera su Rainews24.
Paolo Borsellino da quell’agenda non si separava mai – ha detto Ingroia - la teneva sempre sulla scrivania. Però "nell’ultimo periodo quando venne in possesso sicuramente di verità difficili e imbarazzanti, come risulta da varie testimonianze, cominciò ad utilizzarla per mettere le annotazioni più riservate".
Uno scenario quello che fa da cornice alla strage di Via D’Amelio e che secondo il magistrato “è frutto di precise indagini e risultanze processuali e che dimostra che Cosa Nostra alla vigilia della stagione stragista aveva pensato di mettere in campo un vero e proprio golpe. Queste stragi probabilmente si inquadravano in quel progetto che Cosa Nostra aveva elaborato”.
“Queste sono alcune risultanze delle indagini della procura di Palermo, di Caltanissetta e di Firenze - ha aggiunto Ingroia - che delineano come dietro quelle stragi non vi sia stata solo Cosa Nostra ma anche entità e poteri oscuri che elaborarono con Cosa Nostra un grande progetto criminale nell'ambito del quale maturarono le stragi”.
Alla domanda della giornalista Emanuela Bonchino che ha chiesto in che termini si parlava di golpe il magistrato palermitano ha spiegato: “In un quadro di difficoltà che Cosa Nostra improvvisamente attraversò per ragioni sia internazionali che di politiche locali venne messo in crisi anche il rapporto tradizionale che Cosa Nostra ebbe con la politica. Cosa Nostra aveva bisogno di dare un pugno forte sul tavolo per dimostrare di essere un potere capace di contrastare con un altro potere e le stragi a mio parere furono lo strumento perché Cosa Nostra tornasse protagonista della storia italiana e a incidere sul corso degli eventi”.
Sul progetto di golpe separatista Ingroia ha poi voluto precisare che “Cosa Nostra ad un certo punto coltivò un progetto di golpe separatista, che puntava ad accelerare un processo di spiccata autonomia della Sicilia dal resto dell’Italia. Furono fondati anche dei movimenti indipendentisti e furono accertate anche presenze mafiose. Ma quel che accadde è che questo progetto di golpe era una minaccia di golpe che aveva un secondo obbiettivo: la trattativa, cioè eliminare ogni ostacolo lungo la trattativa per potere poi ricontrattare nuovi rapporti di convivenza e di compenetrazione fra sistema criminale e pezzi deviati delle istituzioni”.
Quando dallo studio Emanuela Bonchino gli ha chiesto se c’era qualcuno che depistava sulla morte di Borsellino, Ingroia ha risposto che è di competenza della procura di Caltanissetta indagare sulla strage di Via D’Amelio e anche sui depistaggi, ma “non c’è dubbio però che negli ultimi mesi sono emerse risultanze nuove che stanno aprendo spiragli di luce promettenti. E che dimostrano che vi furono depistaggi, alte cortine fumogene che hanno fatto sì che la strage di via d’Amelio sia stata, fra tutte le stragi di quella stagione, quella sulla quale sappiamo meno e sulla quale abbiamo più forte la sensazione di interessi anche esterni a Cosa Nostra a non fare emergere tutta la verità”.
A chiusa della trasmissione la giornalista ha chiesto al procuratore Ingroia come è possibile che ci siano tutti questi dubbi sulla strage. Ingroia ha spiegato: “La verità è che la storia d’Italia e la storia della Sicilia in particolare non è solo una storia di sangue di tanti uomini servitori dello Stato, e non, che sono stati uccisi, ma è una storia di molte verità negate, di depistaggi che sono cresciuti ogni qualvolta che questi omicidi non sono stati solo omicidi di mafia ma omicidi che hanno coinvolto pezzi di potere extramafioso che con la mafia hanno colluso. Credo che da questo punto di vista la strage di Via D’Amelio costituisca un po’ un buco nero dove è sprofondata la prima Repubblica e sulla quale è sorta la seconda. Quella trattativa che ancora oggi costituisce oggetto di indagine forse ha avuto anche un ruolo sulla fine della prima e la nascita della seconda”. Solo “Quando si avrà piena verità e giustizia su questa stagione buia – ha concluso - la nostra democrazia potrà diventare davvero perfetta”.

SES : riprende il sit in di protesta

Licenziamenti alla SES di Nardò. Concluso incontro presso Confindustria, nessuna volontà da parte dell’Azienda di reintegro dei lavoratori. Mancano le commesse, ma intanto si rinnovano contratti a tempo determinato.

Non si ferma la protesta dei lavoratori del Gruppo S.E.S. (SEVAR Srl-GRANDI srl -ITALGECRI srl) di Nardò. Dai vertici dell’Azienda non c’è nessuna volontà di reintegrare i lavoratori licenziati. È quanto emerso dall’incontro di ieri pomeriggio, 6 ottobre, tenutosi presso Confindustria a Lecce, alla presenza dei rappresentanti dell’Azienda, di una delegazione dei lavoratori, del Segretario generale della CGIL Lecce Salvatore Arnesano e del Segretario provinciale della FILLEA CGIL Alessio Colella.

Nel corso del 2009, sono stati 14 i lavoratori licenziati, tra cui 2 delegati sindacali, da parte delle ditte SEVAR srl e Italgecri srl e da settembre l’Azienda ha comunicato di volere licenziare altre 10 unità lavorative (su un totale di 31 unità) con qualifica di operaio, attualmente impiegati con la terza ditta del gruppo, la GRANDI srl. Detti licenziamenti sarebbero motivati dalla mancanza di commesse sufficienti per mantenere gli attuali livelli occupazionali.

Eppure soltanto cinque giorni fa la stessa GRANDI srl ha rinnovato 7 contratti a tempo determinato.

“Questo comportamento è quanto meno contradditorio. – dichiara il segretario di FILLEA CGIL Colella - Nel frattempo vengono notificati licenziamenti di personale con contratto a tempo indeterminato disattendendo precedenti accordi, siglati in sedi ufficiali con le Organizzazioni Sindacali, che prevedevano incontri preventivi qualora ci fossero state difficoltà”.

“Con l’incontro presso Confindustria, nessun passo indietro da parte dell’Azienda. - lamenta il segretario generale di CGIL Arnesano - I licenziamenti avvengono senza preventiva consultazione con le parti sociali e senza voler valutare lo strumento degli ammortizzatori sociali.

Peraltro, il ruolo di Confindustria è risultato poco propositivo, e altresì di avallo delle posizioni dell’Azienda”

La FILLEA CGIL, si oppone con forza all’atteggiamento assunto dall’Azienda e ribadisce che bisogna scrupolosamente attenersi a quanto già stabilito in fase di contrattazione a livello nazionale e territoriale tra le parti datoriali e sindacali, disconoscendo qualsiasi altra forma di contrattazione.

L’azione di protesta quindi non si ferma. Da oggi, 7 ottobre, a partire dalle 5 del mattino, è ripreso il sit-in davanti ai cancelli dello stabilimento, in Contrada da Castellino a Nardò.

Immigrati, parità sancita per legge

di Paolo Russo

Dal diritto allo studio alla scuola multietnica: la Puglia si candida a diventare la capitale italiana dell´accoglienza agli immigrati. Repubblica Bari dedicherà ogni settimana "Metropoli", una pagina dedicata agli immigrati. Ma torniamo al disegno di legge: è pronto per essere approvato dal consiglio regionale il testo che detta le linee guida tracciate dalla giunta Vendola per favorire l´integrazione degli stranieri: "Le politiche della Regione - si legge nel primo articolo del ddl - sono finalizzate a eliminare ogni forma di discriminazione e garantire pari opportunità di accesso ai servizi sociali, assistenziali ed educativi per i cittadini stranieri".

Lo schema di disegno di legge presentato dall´assessore al Welfare Elena Gentile riunisce in un unico provvedimento e integra tutte le iniziative adottate negli ultimi quattro anni e mezzo dal governo di centrosinistra. Ma "le norme per l´accoglienza e l´integrazione dei cittadini stranieri immigrati in Puglia" sono molto più che un riassunto delle puntate precedenti. La legge stabilisce, settore per settore, l´approccio della Regione nei confronti degli immigrati.
Il primo articolo è dedicato alla sanità. "La Regione promuove le azioni necessarie per garantire l´accesso e la fruizione dei servizi sanitari da parte di tutti i cittadini stranieri immigrati presenti sul territorio pugliese" recita il primo comma, in evidente antitesi con gli ultimi provvedimenti in tema di lotta alla clandestinità. In Puglia il diritto alla salute è di tutti, e vale sia per gli stranieri regolari che per quelli sprovvisti di permesso di soggiorno. A sancirlo sarà la legge.

In particolare, specifica la Regione, ai clandestini sono garantite le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti e continuative per malattie e infortuni. Ma anche la riabilitazione e le cure a tutela della salute mentale. Provvedimenti che integrano le circolari già emanate dall´assessore alla Sanità Tommaso Fiore che ha dato la possibilità a tutti gli irregolari di denunciare la nascita del proprio figlio senza correre il rischio di essere denunciati per il "reato di clandestinità" introdotto dal governo Berlusconi. Nelle Asl pugliesi, tutti gli stranieri potranno trovare assistenza e comprensione: attraverso questa legge la regione promuove la presenza di mediatori linguistici e culturali negli ospedali e negli ambulatori più frequentati dai cittadini stranieri.

Gli stessi principi sono applicati anche all´istruzione e alla formazione professionale: "La Regione - recita il ddl - concede incentivi alle istituzioni scolastiche che realizzano interventi mirati alla formazione e all´istruzione degli studenti stranieri e dei loro genitori. Grande attenzione anche al tema delle politiche abitative con una battaglia contro i ghetti urbani: "La Regione promuove interventi volti a prevenire e rimuovere situazioni di forzata concentrazione insediativa di cittadina immigrati"

la Repubblica Bari.it

Caos rifiuti. Se ne parla a Bari

Se sarà nuovo caos rifiuti nel Salento lo si saprà solo quest'oggi al termine di una riunione convocata a Bari presso la Regione Puglia su sollecitazione di alcuni Comuni dell'hinterland leccese, in particolare Cavallino, alla presenza dell'assessore Onofrio Introna, del presidente della Provincia Antonio Gabellone e dei rappresentanti degli Ato Lecce 1 e 2 (Gianni Garrisi e Silvano Macculi).
Oggetto del contendere è l'ordinanza firmata da Nichi Vendola a fine settembre con la quale il Commissario straordinario per l'emergenza ambientale decideva di modificare il viaggio di una parte della frazione umida biostabilizzata a Poggiardo, traghettandola non più presso la discarica di Conversano bensì in quella di servizio-soccorso di Cavallino, lasciando comunque invariata l'altra destinazione del restante umido cioè Brindisi.
Agli inizi del mese, in opposizione all'ordinanza l'amministrazione cavallinese guidata dal sindaco Michele Lombardi ha presentato un ricorso e solo per "senso di responsabilità" non è andata oltre, in quanto attende adesso fiducioso che già nelle prossime ore l'ordinanza venga revocata o riscritta nella parte in cui individua il proprio Comune come obiettivo per il conferimento di un biostabilizzato prodotto in un'altra Ato. "Speriamo che quanto prima si arrivi ad una situazione condivisa e concordata sul tavolo istituzionale - spiega Lombardi - e a tal proposito mi preme ricordare che l'Ato Lecce1, grazie al Comune di Cavallino e ai suoi funzionari, è stato il primo ambito territoriale ad avere gli impianti pronti e a servire ben 27 Comuni". Il punto dolente di tutta la questione resta dunque il bacino Ato Lecce 2, al momento privo di un nuovo biostabilizzatore efficiente (pronto secondo le previsioni per febbraio 2010) e di una discarica di servizio-soccorso in grado ospitare il rifiuto lavorato proveniente da 46 comunità.