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giovedì 11 giugno 2009

Visita di Gheddafi alla Sapienza. Università militarizzata. Scontri studenti Polizia.

Questa mattina il “Magnifico” Rettore Frati, in vista dell'invito fatto al leader libico Gheddafi, ha militarizzato come non accadeva da decine d'anni l'università la Sapienza, dispiegando centinaia di uomini delle forze dell'ordine tra carabinieri, poliziotti e finanzieri, blindando in maniera inaccettabile gli spazi universitari e gli ingressi delle facoltà con transenne e camionette (defender).
Oltre 200 persone fra studenti dell'Onda e delegazioni di migranti e cittadini antirazzisti, si sono dati appuntamento davanti la facoltà di Lettere per esprimere ancora una volta il proprio dissenso nei confornti di chi è complice delle morti e dei maltrattamenti dei migranti che arrivano dall'Africa verso l'Italia e chi come il nostro Rettore ha fatto un'altra volta dell'Università la propria vetrina.

Poco prima dell'arrivo del dittatore Gheddafi, gli studenti sono stati caricati dalle forze dell'ordine dopo aver accesso fumoni e aver lanciato secchi di vernice rossa e gommoni per simboleggiare il viaggio straziante che compiono i migranti verso l'Italia e i respingimenti sanguinosi nelle acque del Mediterraneo che provocano ogni anno migliaia di morti.

da Uniriot

99 POSSE - STOP THAT TRAIN




99 POSSE - STOP THAT TRAIN

Stop that train, vulimmo saglì
stu treno vuosto a nuie nun ce 'ò ddà
stop that train, vulimmo saglì
vulimmo giustizia e libbertà

sha na na na na na na naaa
'o biglietto
sha na na na na na na naaa
uuu glieiiii
sha na na na na na na naaa
'o cuntrollo
sha na na na na na na naaa
e mmo?

Porqué todos necesitamos y exigimos libertad,
democracia y justicia "el Sub"

Stop that train, vulimmo saglì
stu treno vuosto a nuie nun ce 'ò ddà
stop that train, vulimmo saglì
vulimmo giustizia e libbertà

sha na na na na na na naaa
'o biglietto
sha na na na na na na naaa
uuu glieiiii
sha na na na na na na naaa

'o cuntrollo
sha na na na na na na naaa
e mmo?

e ferma ccà
e ferma llà
nuie chistu treno amm' 'a agguantà
'e chesta globalizzazione amm' 'a parlà
si no, saie quanta danne ca fa,
fra pummarole mudificate, fruntiere chiuse
e libbero mercato ce ritruammo sotto controllo
organizzato a discrezione dello stato
'o controllore a mé sulo 'o biglietto vò,
non gli interessa che globalizzare diritti
significa impiego concreto di uomini,
cose, fatti, mezzi
ca nun verimmo
nuie ce preoccupammo
nuie ca
fruntiere nn' 'e vulimmo
ne mmo e nè maie
europa 'a ccà, europa 'a llà
mo parlano pure 'e mondialità
ma chi fatica pò ì sulo a faticà
e saie che tarantelle ha dda fà
'a libbertà è na bella parola
ma pe chi nun tene niente significa sulo a libbertà
'a libertà 'e se fa sfruttà

mille culture ca s'hann' 'a ncuntrà
'e frate d' 'e nuoste s'hann' 'a organizzà
no cchiù sfruttamento
no brutalità
chesto significa globalità

Dal sud del mondo noi veniamo
su questo treno saliremo
decidere il nostro futuro
è tutto quello che chiediamo
perle, oro e argento
chicchi di caffè e petrolio
tutti i campi di grano
dimmi di chi sono, a chi appartengono
di chi sono i diamanti della Sierra?
di chi è tutta l'acqua della Terra?
delle multinazionali,
dei signori della guerra
o di tutte le popolazioni
del pianeta Terra?!

Stop that train, vulimmo saglì
stu treno vuosto a nuie nun ce 'ò ddà
stop that train, vulimmo saglì
vulimmo giustizia e libbertà


Il 10 maggio 1991 nasce il centro sociale occupato autogestito Officina 99. Il 9 ottobre dello stesso anno nasce la 99 Posse, come diretta espressione del C.S.O.A. e delle nuove culture urbane che trovano nella musica un veicolo potente. Il primo storico singolo della 99, "Rafaniello" e "Salario Garantito", dà la stura a quell' onda rap e raggamuffin che segnerà una svolta epocale nella musica popolare italiana. Nell'anno successivo il singolo "Sott'attacco dell'idiozia" vede la prima forma di collaborazione stretta e dinamica fra tre gruppi napoletani: 99 Posse, Bisca, Almamegretta. E' qui che si gettano le basi per il supergruppo Bisca99Posse che in due anni girerà l'Italia con più di 200 date e con picchi di 15000 persone (il mattatoio 1994). Il primo album della 99 Posse, "Curre Curre Guagliò" esce nel '93 e grazie alla sua capacità di comunicare l'esistente in maniera diretta ed immediata, rientra fra quei prodotti culturali che hanno contribuito a interrompere il rapporto di VERGOGNA verso la propria storia e verso la propria lingua che per più di un decennio aveva impedito un solido abbraccio fra arte e realtà sociale. Per questo, in breve diventa il manifesto di una intera generazione. Tra le altre cose, é uno degli stimoli forti che spingono Gabriele Salvatores (da poco insignito d'un premio Oscar) a girare "Sud" , film legato all'area dei centri sociali, di cui il brano della 99 sarà la naturale colonna sonora portante. Nel 1994 oltre al doppio cd live "Incredibile opposizione tour 94", senza dubbio il doppio live più potente registrato in Italia negli anni '90, la 99 Posse getta i semi di quello che oggi é un ulteriore impegno del gruppo: l'etichetta discografica Novenove, che lavora per dare voce a quegli artisti che, dati i temi e le aree di appartenenza, non troverebbero spazio nell'ingessata industria musicale italiana; e realizza la compilation "Cantanapoli antifascista" che riunisce dieci gruppi tra i più interessanti di Napoli. L'uscita di "Guai a chi ci tocca", album datato '95, é, l'ultimo atto di Bisca e 99 Posse, che ritenuta esaurita l'esperienza comune tornano ciascuno sulle proprie strade. E' in questa ritrovata dimensione autonoma che nasce "Cerco tiempo" album che totalizzerà oltre 80.000 copie (disco d'oro). Tra il '95 e il '98 l'etichetta Novenove dà alle stampe i lavori di RadioGladio, Speaker Cenzou, Balaperdida oltre che ovviamente della 99 Posse. Il 1998 é in tutti i sensi l'anno del "Corto circuito". Da una dimensione già notevole (80.000 copie sono davvero parecchie per il mercato underground italiano) il gruppo fa un salto e finisce per vendere oltre 160.000 copie dell'album. Band dinamica per definizione (la Posse é un gruppo di persone che lavorano ognuna nel suo campo al medesimo progetto), sembra essersi stabilizzata nella formazione di cinque elementi ed il passaggio ad una visibilità forte (in quell'anno la 99 Posse è presente con cadenza quotidiana su tutti i media possibili) non muta affatto né il loro rapporto con il pubblico, né il loro rapporto con il politico né la loro spinta alla sperimentazione sonora; l'album in uscita "La vida que vendrà" ne è la prova più tangibile. Tutti gli album, i mix, tutti i prodotti citati insomma, sono usciti fin dall'esordio a prezzo politico o prezzo imposto. "Non pagare più di..." significa per la 99 portare a terra la propria visione di rapporto con il mercato, in una sorta di praticizzazione dell'idea. Ciò è stato possibile grazie ad una decisa rinuncia da parte degli artisti, rinuncia solo economica a fronte d“ una grandissima soddisfazione sia da un punto di vista politico che squisitamente umano. Nel corso di questi anni la 99 ha dato il suo contributo ad artisti come Almamegretta, Bisca, Cenzou, Geg Telesforo, Lhp, Linton Kweesi Johnson, Mad Professor, Papa Ricky, Daniele Sepe, Zion Train, etc. Fin qui una semplice cronologica biografia. Ci tocca però ricordare e testimoniare come la libertà d'espressione e d'azione in Italia abbiano ancora un prezzo altissimo e per realizzare tutto ciò in totale autonomia e libertà, il gruppo ha collezionato reati (alcuni hanno visto la vittoria del gruppo, per altri si deve ancora raggiungere un verdetto) come: oltraggio, resistenza, violenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, vilipendio delle forze dell'ordine, istigazione a delinquere, occupazione abusiva, manifestazione non autorizzata, blocco stradale, furto aggravato, danneggiamenti, imbrattamenti, concerti abusivi, detenzione e spaccio, rissa, associazione a delinquere. La Posse è un organismo dinamico di "mani in opera" e questi sono i prezzi altissimi che una Posse paga quando vuole esprimersi senza censure. Infatti, checchè né dicano i governi (di qualsiasi colore visto che il colore del dollaro è sempre lo stesso) il vero problema non è il costo della mano d'opera, ma il prezzo altissimo che è imposto alle "mani in opera" dalle "anime raggelate" dei decisori, leggi, governanti, padronato e tutte le varie nomenklature del MERCATO. I 99 Posse sono: '0 Zulù (Luca Persico) -voce Meg (Maria Di Donna) -voce Kaya Pezz8 (Marco Messina) -campionatore e Dub Master JRM (Massimo Jovine) -basso Sacha Ricci -tastiere

MAFIA: 4 SENATORI SICILIANI INDAGATI PER TESORO CIANCIMINO

PALERMO - La procura della Repubblica ha inviato avvisi di garanzia a quattro senatori siciliani perché ritenuti coinvolti nell'inchiesta sul tesoro accumulato illecitamente da Vito Ciancimino. Sono Carlo Vizzini (Pdl), Saverio Romano, Salvatore Cuffaro e Salvatore Cintola (Udc). I pm Antonio Ingroia e Nino Di Matteo accusano i parlamentari di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, aggravato dall'avere agevolato la mafia. L'inchiesta è scaturita - come ricorda oggi il Corriere della Sera - dalle più recenti dichiarazioni dell'ultimogenito di Ciancimino, Massimo, già condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi di carcere per riciclaggio dei soldi del padre. Ciancimino avrebbe rivelato di avere utilizzato somme di un conto corrente svizzero riconducibile al padre per pagare politici che avrebbero facilitato l'aggiudicazione di appalti per la concessione del gas ad una impresa di cui il padre era socio occulto. Di questi pagamenti si sarebbe occupato il tributarista Gianni Lapis, condannato anche lui nel processo per riciclaggio. Il denaro prelevato dal conto svizzero da un altro imputato condannato, l'avvocato romano Giorgio Ghiron, sarebbe stato distribuito a Vizzini e, attraverso Cintola, a Romano e Cuffaro. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati agli indagati che si trovavano a Palermo e a Roma. Per martedì sono fissati gli interrogatori.
Secondo l'accusa il denaro proveniente da un conto svizzero in cui affluiva parte del tesoro illecito di Vito Ciancimino, veniva distribuito ai capi partito o ai capi corrente, che poi avevano il compito di agevolare l'aggiudicazione degli appalti e la concessione dei lavori per la metanizzazione nei vari paesi dell'isola. A riscontro delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, ci sarebbero parziali ammissioni del tributarista Lapis, ma anche documenti, intercettazioni ambientali e telefoniche che per essere contestate ai senatori indagati, dovranno prima essere trasmesse al Parlamento insieme alla richiesta di utilizzazione.

VIZZINI, ESTRANEO MA MI DIMETTO DA COMMISSIONE ANTIMAFIA
''Ho ricevuto un'informazione di garanzia per corruzione con l'aggravante dell'art. 7 in relazione alle vicende del cosiddetto 'Gruppo Gas' (Ciancimino-Lapis)''. Lo dichiara il senatore del PdL, Carlo Vizzini, presidente della Commissione Affari costituzionali. ''Ho la serenita' - ha aggiunto Vizzini in una nota - di chi sa di essere estraneo ad ipotesi di reato e di potere compiutamente rispondere ai magistrati. Adesso si potra' fare luce sulle verita', mettendo fine al lungo e spesso velenoso chiacchiericcio che negli ultimi mesi mi ha accompagnato. Ho gia' detto e non ripeto quali sono stati i miei rapporti e quali le persone mai conosciute, anche presentando formale denuncia''. ''Vivo, tuttavia, l'amarezza di trovarmi in questa condizione -ha aggiunto - dopo avere contrastato con forza la mafia, i mafiosi ed i comitati d'affari. Ma proprio per questo devo essere rigoroso e coerente con me stesso e dunque ho immediatamente rassegnato le mie dimissioni dalla commissione parlamentare Antimafia, riservandomi di assumere altre decisioni dopo che saro' stato sentito dai magistrati. Ho sempre messo nel conto che la lotta alla mafia avrebbe scatenato risentimenti gravi di cui ho avuto percezione anche di recente, ma sono certo - ha concluso Vizzini - che c'e' una sede nella quale si puo' essere tutelati dalla infamia ed a questa adesso mi affido''.

Vendola: no a Ulivo, ma dobbiamo tornare uniti

Il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, avverte che «non si possono far resuscitare i morti: l'Ulivo è morto e il passato non si può replicare», ma è necessario «parlare con tutte le forze che si oppongono al governo», un dialogo che, tuttavia, «non è il presupposto di un'alleanza».

Intervistato dal Giornale, Vendola, analizzando i risultati elettorali, a proposito del Prc...
, spiega che «una prospettiva identitaria non ha più spazio» mentre «il berlusconismo va analizzato per capire la sua capacità di radicamento».

Tuttavia, avverte Vendola, «se antiberlusconismo vuol dire inventare un leader della sinistra che contrasti quello della destra», questa va considerata «un'operazione culturalmente subalterna». «Io propongo a tutti - afferma Vendola - di sospendere la discussione sul leader o sulla confezione del contenitore, per discutere dei contenuti» poiché «il campo in cui ci muoviamo è vasto, riguarda tutte le forze di opposizione al governo della destra». Prospettiva che non esclude l'Udc di Casini su cui afferma: «Parlo con tutte le forze che si oppongono al governo».


Il Pd a Vendola: 'Il nostro Obama'


«NICHI Vendola adesso ha le carte in regola per essere l' Obama del Pd e di un' Italia migliore». Mentre da Foggia a Lecce si contano i voti e al consiglio regionale comincia il grande valzer delle poltrone, l' exploit del presidente della Regione si impone come il vero tema politico di questa tornata elettorale. A lanciare la sfida di Vendola leader del Partito democratico e della nuova sinistra italiana non è propriamente un compagno comunista. Ma Guglielmo... Minervini, democratico della Margherita, non ne fa una questione di vecchie ideologie, ma di nuove idee. «Nichi ha in mano intuizioni che sanno interpretare i bisogni profondi della società». E del Partito democratico. «Il 26 per cento dice che il Pd sopravvive, ma ci sono ancora troppe potenzialità inespresse- spiega Minervini - Vendola è l' unico leader di caratura nazionale in grado di indicare il profilo di una proposta politica in grado di rilanciare il partito e conquistare la fiducia dei nostri elettori». E a chi disprezza il presidente con l' orecchino, definendolo un "poeta del nulla", l' assessore regionale replica preventivamente: «La forza delle sue idee sta anche in questi anni di governo. La Puglia non più solo come laboratorio politico italiano, ma come fucina di progetti realizzati ed esportabili su scala nazionale, dall' economia pulita all' accoglienza degli immigrati. È questa la nuova immagine del Sud che funziona che si può contrapporre al Nord impaurito e dominato dalla Lega e da Berlusconi». Il governatore pugliese ha già risposto alle lusinghe arrivate dal Pd nazionale, con un comunicato ufficiale. «Col nostro 3,1 per cento abbiamo inaugurato il cantiere della nuova sinistra italiana. Noi, quel cantiere, non lo chiuderemo«, ha scritto Vendola, forte di aver incassato la conferma ufficiosa anche per le prossime Regionali. Ma a meno di un anno dalla fine di questa legislatura, in via Capruzzi sta per cominciare un grande giro di poltrone. Sono almeno quattro gli scranni del consiglio regionale che stanno per cambiare inquilino. Ma in palio ci sono anche la presidenza di un gruppo consiliare e la guida della commissione Bilancio. A liberare l' ambita poltrona sarà Vittorio Potì dei Socialisti autonomisti. Uno dei veterani del parlamentino pugliese ha scelto di chiudere la sua carriera da dove era cominciata quarant' anni fa. Il consigliere regionale è diventato sindaco del suo paese, Melendugno, e ha conquistato anche un posto nel nuovo consiglio provinciale di Lecce. «A questo punto mi manca solo l' Europa», ha scherzato Potì che lascerà il suo posto alla Regione al primo dei non eletti della lista Primavera Puglia, Aurelio Gianfreda, assessore uscente alla Provincia di Lecce. Lo svuotamento dei socialisti autonomisti dovrebbe completarsia fine luglio quando per l' ex assessore alla Salute, Alberto Tedesco, si apriranno le porte di Palazzo Madama. Primo dei non eletti per il Pd al Senato, Tedesco prenderà la poltrona di Paolo De Castro, in partenza per Strasburgo. Al suo posto, in consiglio regionale esordirà Domenico Caputo che, in un colpo solo, potrebbe diventare anche capogruppo dei Socialisti autonomisti. Cambi in vista anche nel centrodestra dopo l' affermazione alle Europee di Sergio Silvestris e Raffaele Baldassarre. Sergio Tedeschi, comandante dei carabinieri del nucleo radiomobile di Trani, prenderà il posto del farmacista di An. Aldo Aloisi subentrerà a Baldassarre. Ma il Pdl potrebbe cambiare ancora squadra dopo il ballottaggio. Enrico Santaniello è ancora in corsa per il Comune di Foggia.

di PAOLO RUSSO

Fabrizio De Andrè - La Domenica delle Salme




FABRIZIO DE ANDRE' - LA DOMENICA DELLE SALME

Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu difficile seguirlo

il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento

riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento

I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare

i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno

la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo

la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista

La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ‘’tua culpa’’
affollarono i parrucchieri

Nell’assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ‘’Baffi di Sego’’ che era il primo
si può fare domani sul far del mattino
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l’amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro

il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
voglio vivere in una città
dove all’ora dell’aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile

La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
quant’è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare

Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz’oretta
poi ci mandarono a cagare
voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l’Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo

La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c’erano i segni
di una pace terrificante
mentre il cuore d’Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta

La Domenica delle Salme è un singolo di Fabrizio De André, incluso nell'album Le nuvole (1990). Fu una delle prime canzoni del cantautore genovese ad essere accompagnata da un videoclip, girato da Gabriele Salvatores. Il brano si aggiudicò la Targa Tenco.
La musica è scritta con Mauro Pagani, mentre il testo è di Fabrizio. Racconta Pagani:
« Quando il disco fu terminato Fabrizio se lo portò a casa e dopo qualche giorno mi telefonò. «Manca qualcosa, è tutto bello ma un po' troppo leggero, manca quello che pensiamo davvero di tutto questo, manca quello che purtroppo ci è accaduto». Così qualche giorno dopo partimmo per la Sardegna, e dopo aver fatto il pieno di bottiglioni di Cannonau ci nascondemmo all'Agnata, la sua tenuta in Gallura. Faber tirò fuori uno dei suoi famosi quaderni, e le cento righe di appunti quasi casuali, raccolti in anni di letture di libri e quotidiani, in tre giorni diventarono la descrizione lucida e appassionata del silenzioso, doloroso e patetico colpo di Stato avvenuto intorno a noi senza che ci accorgessimo di nulla, della vittoria silenziosa e definitiva della stupidità e della mancanza di morale sopra ogni altra cosa. Della sconfitta della ragione e della speranza.
Credo che nel testo de La domenica delle salme ci sia tutta la grandezza di Fabrizio narratore. Ci sono tutti gli elementi per capire, ma tutto è raccontato, non ci sono sintesi o giudizi, che, come lui diceva spesso, nelle canzonette sono peccati mortali. La visione del tutto scaturisce dalla somma di tante piccole storie personali, nessuno grida in quella ridicola tragedia. Nessuno punta il dito, tutto si spiega da sé.
E nell'elenco dei patetici fallimenti, come tutti i grandi Faber non dimentica il proprio e quello dei suoi colleghi canterini, giullari proni e consenzienti di una corte di despoti arroganti e senza qualità. »
(Mauro Pagani, 2006)

E' una delle critiche politiche più forti e note incise dal cantautore genovese, ancora più esplicita e dura, anche se velata dalla satira, delle canzoni a sfondo politico di Storia di un impiegato e anche di Rimini. Un amaro resoconto di una società fatiscente che, dopo aver represso i pericolosi ideali rivoluzionari degli anni sessanta-settanta, lascia un incolmabile vuoto, una «pace terrificante» in realtà ben peggiore perché priva d'idee e virtù positive.
La canzone, piena di riferimenti, spesso impliciti, alla realtà socio-politica, si apre con scene di desolazione metropolitana, dove Milano è presa a simbolo dell'Italia e del mondo occidentale: la fuga di un ospite della casa di riposo milanese della Baggina (dove sarebbe iniziata, più tardi, la vicenda di Tangentopoli), i lavavetri dell'est e le prostitute. Nonostante la dichiarata vittoria della democrazia, rappresentata dal crollo del Muro di Berlino, non c'è un mondo di uomini liberi ma soltanto di nuovi schiavi, come quelli che costruirono la piramide di Cheope, un mondo dove si rischia un nuovo regime ("la scimmia del Quarto Reich"). Una "Domenica delle Salme", dove il gas esilarante costringe alla felicità falsa, dove si seppelliscono un "defunto ideale" (il comunismo) e il cadavere di Utopia (l'Anarchia e il Sessantotto), e i politici ("il ministro dei temporali") se ne stanno con le mani in mano, e solo chi ha ancora velleità di riscossa ("un cannone nel cortile") è un cittadino libero. In un mattino silenzioso due secondini della "galera patria" , Baffi di Sego (gendarme austriaco in una satira di Giuseppe Giusti) e il secondo secondino (ironiche allusioni ai vertici del PCI?) si preparano in silenzio, con il resto dello Stato, a mettere la parola fine alla storia degli ideali rivoluzionari, simboleggiati dall'amputazione della gamba (una critica alle condizioni sanitarie delle carceri italiane) di Renato Curcio, l'ex terrorista capo delle Brigate Rosse, detenuto molto più a lungo degli assassini delle stragi neofasciste (De André spiegò così la citazione del personaggio, assimilato al carbonaro Piero Maroncelli). Rimangono soltanto pochi che si oppongono, giacché chi aveva una voce potente (i colleghi cantautori) si è messo a ballare vestito da Pinocchio e con pianoforti in spalla per il "regime" cantando, a seconda della convenienza, per stranieri occidentali (longobardi), comunisti e funzionari di partito (centralisti), cause ambientali di comodo (Amazzonia), per il denaro, nei palastilisti (allusione ai grandi congressi socialisti craxiani degli anni '80)[2], per la Chiesa (Padri Maristi). Alla fine resta solo un coro di cicale che si spegne, simbolo della protesta.

Nel testo del brano De André cita il suo «illustre cugino de Andrade» in riferimento al poeta brasiliano Oswald de Andrade.

« Tra i molti poeti sudamericani che conosco, Oswald de Andrade è uno dei miei preferiti, probabilmente per quel suo atteggiamento comportamentale oltre che poetico totalmente libertario, per quel suo anticonformismo formale che lo fa essere qualcosa di più e di meno e comunque di diverso da un poeta in senso classico. E poi è dotato di un umorismo caustico difficilmente riscontrabile in altri poeti dei primi del Novecento. »
(Fabrizio De André, 1990[3])

da Wikipedia