HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

venerdì 29 gennaio 2010

POLI BORTONE: ALLA UE ASSENTE IL 65% DELLE SEDUTE.

MA INCASSAVA REGOLARMENTE 11.703 EURO+16.914 X I SUOI ASSISTENTI


dal Blog di Franca Rame

La candidata UDC alle Regionali in Puglia, Adriana Poli Bostone, ha un curriculum visibile in Wikipedia. Fra le altre cose, ci ha colpito un episodio davvero esemplare. Ecco qui di seguito quanto leggiamo, domandandoci se l'On Brunetta, così attento agli assenteismi di chi percepisce stipendio dallo Stato, abbia intenzione di intervenire anche in questo caso: Il 6 febbraio 2009, in un intervento a Radio24, ha giustificato le sue assenze al 65% delle sedute del Parlamento Europeo con una "scomodità in quanto meridionale" ed una otite cronica a causa della quale le risulta faticoso prendere l'aereo.

Per tutto il periodo in cui è stata europarlamentare, seppur assenteista, ha ricevuto 11.703 euro mensili di stipendio, più 2.026 euro di indennità generali, più 287 euro al giorno per i giorni in cui si è presentata a Strasburgo, più il diritto a un rimborso fino a 16.914 euro mensili per eventuali collaboratori selezionati a sua discrezione.


Nell'ambito del MSI, Movimento Sociale Italiano e di Alleanza nazionale è stata Segretaria nazionale femminile dal 1981 al 1994 e componente dell'esecutivo nazionale ininterrottamente dal 1981 al 2000. In AN è stata responsabile delle Politiche per il Mezzogiorno, delle relazioni con le categorie produttive e del Dipartimento Agricoltura.

Nel luglio 2005 Gianfranco Fini la nomina Coordinatrice regionale del partito in Puglia. Nel febbraio del 2007 le viene affidato il compito di costituire e dirigere la Scuola nazionale per la formazione dei quadri dirigenti di Alleanza Nazionale.

www.francarame.it

4 romani tornano da Port au Prince



di Doriana Goracci
“Giunge all’ultima puntata il racconto delle mirabolanti avventure haitiane dei quattro moschettieri freelance.” Inizia così il racconto “spinto” con spietata amarezza di Federico Mastrogiovanni dal suo Blog RadicalSchock che mi è appena giunto. Non sono state vacanze ad Haiti come sulla Indipendence of the seas, la nave più grande del mondo che fece scalo a Civitavecchia a giugno del 2008 e scalo ad Haiti, in questi giorni, come riporta il Guardian: “A sole 60 miglia dall’epicentro del sisma che ha distrutto Haiti, lussuose navi da crociera attraccano in candide spiagge dove i passeggeri si godono mare e solleone e ottimi cocktail a base di rum.Lo scrive l’edizione online del britannico Guardian informando che L’Independence of the Seas, proprietà della Royal Caribbean International, ha gettato l’ancora venerdì nel resort di Labadee nella costa nord del Paese”.

E che dire di quanto naviga nei mari? ” Una nuova grande, enorme regina. E’ il transatlantico Oasis of the Seas, il più grande al mondo che il 5 dicembre 2009 inizierà il suo servizio imbarcando passeggeri per la sua prima crociera ad Haiti. Oasis of the Seas è costata 900 milioni di euro. Ha 16 ponti, 2.706 camere e può ospitare 6.360 passeggeri e 2.000 membri d’equipaggio. La nave è lunga 360 metri, larga 47 e la sua stazza lorda, 220mila tonnellate, supera di almeno 70mila tonnellate le concorrenti sul mercato. Vanta un ponte delle dimensioni di un campo da calcio e un teatro da 750 posti.”
Questa era la Terra del voodoo,si trova scritto in molti modi anche nei reportage e forse lo rimarrà.Nel 2006 girò un video che invitava a vedere il voudou, con le donne seminude: la cerimonia dedicata ai morti.
Musica tradizionale ad Haiti? Forse è meglio ricordare Port au Prince nel 2007 con gli Arcade Fire...

Non aggiungo altro, lo condivido, come l’arrivo dei 4 romani che forse qualcuno ha letto nei giorni scorsi.

A voi ciò che non troverete in nessuna altra fonte d’informazione “ufficiale”.Potete giurarci.



diario da Port au Prince. il ritorno.

Giunge all’ultima puntata il racconto delle mirabolanti avventure haitiane dei quattro moschettieri freelance.Mentre inviati speciali italiani di grandi testate nazionali vanno a scopare a Santo Domingo coi soldi del giornale, dichiarando al mondo di raccontare l’inferno di Haiti, i vostri reporter preferiti si smazzano per tirare su i soldi del biglietto aereo. Probabilmente abbiamo sbagliato noi. E del resto come si fa a resistere alle puttane ragazzine dominicane? Bisogna capirli questi anziani inviati speciali. È una vita dura, piena di stenti, sempre con la valigia pronta per partire nei luoghi più disgraziati della terra, è ovvio che uno cerchi il conforto e la tenerezza tra le cosce mercenarie di giovani minorenni di qualche paese sottosviluppato.
Ci tocca raccontare queste cose oltre alle vicende di un popolo dimenticato da dio. Anzi. Non è che dio l’abbia dimenticato, come sostiene un signore haitiano con cui mi faccio una chiacchierata. È che qui facciamo il vodoo, la magia nera, e allora dio è arrabbiato e ci punisce. Ma allora cristo, se lo sapete la volete piantare co sta cazzo di magia nera? Dico, che altro deve fare sto dio per dimostrarvi che vi odia?
Gli ultimi giorni è un accalcarsi di tende per l’arrivo di forze fresche delle varie agenzie ONU. Servono menti riposate per affrontare tutti quei briefing. Accorrono inviati speciali da tutto il mondo, dopo ormai una settimana dall’inizio della festa. Tutti in cerca di storie nuove, di angolature diverse, creative, che nessuno ha ancora raccontato.
È tempo di andarmene, di abbandonare la mia casa, il cartone sul pratino, e di tornare al Distrito Federal, con questo magone che comincia a salire, a prendere forma. Perché uno stando lì nel mezzo dell’azione non può permettersi di sentirsi male. C’è l’adrenalina, la tensione, le mille cose da fare, da scrivere. Si è lucidi, razionali, operativi. La merda arriva dopo. Arriva per esempio quando il Principe, ormai a casa, viene a sapere che sua zia è morta, e si rende conto che ognuna delle singole 200 mila vittime era una zia, una mamma, un figlio, per qualcuno. Ognuno di quei cadaveri scomposti e putrefatti era una persona. Ma quando sono così tanti, quando è così diffuso l’orrore non li vedi come cristiani. Li vedi quasi come pezzi del paesaggio.
Lascio questo paese con un nodo in gola. Con il desiderio di restare, per continuare a raccontare una terra senza speranza, vittima delle forze della natura, dell’ottusità di eserciti che cercano di spartirsela mettendosi addosso la bandiera degli aiuti. Non posso restare perché non me lo posso permettere. Perché non ho un giornale che mi paga le troie. Devo rientrare in Messico, scroccando il passaggio di un Cessna che fa avanti e indietro da santo domingo.
Lascio Cutie e il Principe a continuare a scattare foto. Immagini atroci e bellissime, se si può parlare di bellezza qui. La foto più inquietante è quella di una bambina, fatta dal Principe in un ospedale. Invece di essere frantumata, amputata e sofferente, la bambina piange, ma perché è appena nata. La foto di un parto, tra tutti questi morti, ha un effetto straniante. Senti che è bella, è potente, ma non puoi fare a meno di chiederti che cazzo c’entra la vita in questo posto.
E invece c’entra. Questo posto è pieno di vivi. Che forse si meriterebbero un po’ di attenzione pure loro.
Torno a casa e trovo Vittorio. il toro di cartapesta che ancora non ha capito un cazzo di come funziona il mondo. Lo metterò su un cargo per dar da mangiare a qualche haitiano.
Trovo gli amici, che mi chiedono com’è stato. Che mi dicono come si fa a adottare un haitiano. Io non riesco a non rispondere che, beh, è stato da paura, del resto il Caribe è pur sempre il Caribe, una favola.
Per quanto riguarda le adozioni. Ho deciso di adottare due bambine haitiane di vent’anni. Per solidarietà con il popolo fiero dell’isola e anche un po’ coi colleghi inviati speciali. Due piccioni con una fava.

Qualcuno dimetta Berlusconi. Per incapacita' di intendere e di volere

Il presidente del Consiglio si dovrebbe dimettere per la manifesta incapacità di intendere e di volere che la sua frase sui migranti e la criminalità rivela ben più che altre e vietate agli altri minori vicende

"Meno immigrati, meno criminalità".

Se ci fosse un minimo di sensatezza, una frase del genere dovrebbe essere usata per chiedere le dimissioni del presidente del consiglio. Non per indegnità morale a governare. Non perché è una frase razzista e indegna di un paese civile e democratico. Non siamo più un paese civile e democratico da qualche tempo.

Il presidente del Consiglio si dovrebbe dimettere per la manifesta incapacità di intendere e di volere che questa frase rivela ben più che altre e vietate agli altri minori vicende.

Tutte le statistiche, tutte le inchieste sociologiche, tutti i dati provenienti dalle questure e dai tribunali dimostrano che - tolto il "reato di clandestinità" - gli italiani delinquono molto più che gli stranieri.

Per quanto siano disperati, affamati, stremati, emarginati, respinti, gli uomini e le donne che affrontano viaggi come questo, (molto ben raccontato dalla iena ex peacereportina Pablo Trincia), sono più onesti dei nostri connazionali.

La china che abbiamo di molto oltrepassato è davvero pericolosa, e siamo molto più vicini alle leggi razziali di quanto, pare, la nostra misera politica di opposizione e di governo non leghista si renda conto.

Per fortuna, la società civile è molto meno peggio della casta politica. Ma è pericoloso, molto pericoloso, quando su temi fondanti di un Paese la distanza tra il palazzo e i cittadini diventa tanto abissale.

Facciamo che il primo marzo diventi una data davvero speciale. Per il nostro bene.

di Maso Notarianni da PeaceReporter

Berlusconi a Reggio: meno immigrati meno crimini

La risposta dell'opposizione: meno Berlusconi meno crimini, semmai

"Riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali". Un'equazione pericolosa, insostanziata e razzista che però rende felice il premier, che così chiude la conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri tenuto a Reggio Calabria. Silvio Berlusconi dimostra in questo modo tutta la sua soddisfazione per l'azione del governo di contrasto alle mafie. Iimmigrazione clandestina e criminalità viaggiano appaiate, secondo Berlusconi, che ha scelto il palcoscenico del capoluogo calabrese per esternare l'ennesima dichiarazione populista, che ha trovato un'ampia eco di dissenso. La responsabile immigrazione del Pd, Livia Turco, ha definito 'volgare' l'equazione fatta da Berlusconi. Ma le risposte migliori alle parole del premier le hanno date Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd, e il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. Quest'ultimo ha commentato: "Si', infatti Badalamenti, Toto' Riina e Provenzano sono noti immigrati extracomunitari...". La Finocchiaro: "Altro che immigrati. Diciamo: meno premier, meno crimini".

di Luca Galassi da PeaceReporter

Ajax, la squadra del ghetto


di Elvis Lucchese

Negli anni Trenta il tracciato del tram di Amsterdam era stato deviato per il ghetto cittadino, affinchè potesse raccogliere i numerosi tifosi che la domenica andavano ad affollare lo stadio dell'Ajax. Oggi il club della capitale olandese è una realtà professionistica milionaria, ma la sua storia - raccontata dal giornalista inglese Simon Kuper in "Ajax, la squadra del ghetto" - parla di una società emergente prima della guerra con una connotazione sociale ben definita.
L'occupazione nazista segnerà la fine di questa passione per i migliaia di ebrei deportati ed uccisi, fra i quali l'ala destra Eddie Hamel, idolo dei tifosi biancorossi, morto ad Auschwitz. Un libro che indaga nella storia e nella memoria, che destabilizza; il racconto dell'antisemitismo da una prospettiva inedita, quella del calcio.

da GlobalProject

Padova: Sei una sporca romena, vattene" e a 13 anni si butta dalla finestra

Sei una sporca romena, vattene" e a 13 anni si butta dalla finestra

Insultata dai compagni di scuola ha tentato il suicidio. È grave ma non in pericolo di vita. I genitori: vogliamo giustizia
"Lei non reagiva mai, se ne stava isolata, voleva solo essere lasciata in pace"

di FILIPPO TOSATTO
PADOVA - «Puzzi di Romania», «Fai schifo», «Zingara di m...». C´è un limite alla sopportazione umana delle vessazioni razziste, soprattutto quando il bersaglio del disprezzo quotidiano è una ragazzina romena di tredici anni, studentessa di seconda media in una scuola pubblica del Padovano.
Giorno dopo giorno, gli insulti e le umiliazioni di compagni e coetanei sono diventate un tormento per l´adolescente, fino a spingerla a un gesto estremo: gettarsi dalla finestra della sua abitazione, preferire la morte al ritorno in quella classe diventata un luogo d´angoscia. Fortunatamente, il volo dal primo piano non è stato fatale: nell´impatto sull´asfalto, la giovane ha riportato comunque serie ferite ed è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico, ma non sarebbe in pericolo di vita.
La vicenda - sulla quale l´autorità giudiziaria mantiene uno stretto riserbo - è accaduta in un piccolo centro vicino a Monselice, a trenta chilometri dal capoluogo, ed è stata resa nota dal presidente dell´associazione Alleanza Romena, Adrian Teodorescu: «Ho incontrato i genitori, sono affranti da quanto è successo e anche molto indignati per il trattamento crudele e discriminatorio riservato alla loro figlia da un gruppo di compagni italiani».
In classe, la ragazzina - descritta come minuta, timida, molto impegnata nello studio - era l´unica immigrata straniera. I suoi genitori, il padre camionista, la mamma casalinga, sono giunti in Italia diversi anni fa. Di recente, si sono trasferiti nel paese dove risiedono tuttora dopo avere acquistato un appartamento attraverso un mutuo. In precedenza, l´adolescente frequentava la scuola in una cittadina vicina e non aveva mai avuto problemi, anzi aveva stretto amicizia con diversi coetanei. Ma con l´inizio del nuovo anno scolastico la situazione è bruscamente cambiata: «Mi sembrava inquieta, sì, ma non mi aveva mai confidato cosa la tormentasse - racconta il padre - Con mia moglie, invece, dopo molte insistenze, si era sfogata. I compagni la trattavano male, tutti i giorni, la insultavano, la deridevano. Lei non reagiva mai, se ne stava isolata, voleva solo essere lasciata in pace eppure non le davano tregua».
Perché‚ tanto accanimento? Di famiglia modesta, la ragazzina non indossava vestiti firmati né‚ sfoggiava telefonini di ultima generazione. Così, allo scherno per il suo aspetto giudicato dimesso, si aggiungeva l´odioso insulto razzista.
Nel Padovano, la comunità romena è l´etnia straniera più numerosa. Conta svariate organizzazioni e un consolato. E per i suoi rappresentanti, il caso non è affatto chiuso: «Abbiamo presentato un dettagliato esposto al dirigente dell´istituto scolastico - annuncia Teodorescu - vogliamo sia aperta un´inchiesta interna per individuare e punire i responsabili. Stiamo valutando con i genitori l´opportunità di presentare un esposto alla magistratura per discriminazione razziale»

da Indymedia

BANDA BASSOTTI - POTERE AL POPOLO



BANDA BASSOTTI - POTERE AL POPOLO

Chi ci governa vuole riportarci indietro a cent'anni fa
nell'ignoranza, lo sfruttamento, l'oppressione e la povertà
Chi ci controlla paga ai suoi servi il premio fedeltà poltrona,
villa e scorta laggiù dove il bullone non arriverà

Ma la forza del progresso in una sola direzione va
marcia verso l'orizzonte rosso delle libertà
Ex democristiani biscioni e fascisti spazziamoli via
la storia non è stata ancora scritta adesso è l'ora, potere al popolo

Chi ci condanna vuole dare una lezione a chi alza la testa
a chi è vissuto sempre come uno schiavo e adesso dice basta
E chi controlla i media è sempre il ruffiano di trent'anni fa
che condannò Valpreda e la verità ha nascosto con la pubblicità

Ma la forza del progresso in una sola direzione va
marcia verso l'orizzonte rosso delle libertà
Ex democristiani biscioni e fascisti spazziamoli via
la storia non è stata ancora scritta adesso è l'ora, potere al popolo

E quando sarai stufo di dire di no
un nuovo giorno per te sarà
E come te ognuno capirà
di non avere scelta un'occasione sola avrai
Cantiere, fabbrica, ghetto, scuola e quartiere
non dormiranno i ribelli delle città
Non sarà più come vorrà il potente
sarà il ritorno della civiltà, e si ballerà...

Chi ci governa vuole riportarci indietro a cent'anni fa
nell'ignoranza, lo sfruttamento, l'oppressione e la povertà
Chi ci controlla paga ai suoi servi il premio fedeltà
poltrona, villa e scorta laggiù dove il bullone non arriverà
Ma la forza del progresso nelle nostre mani sta
Il nemico è sempre lo stesso ce vole annientà
Ma i ministri papponi e ruffiani leghisti buttiamoli via
non stare ancora ad aspettare,
ora è già tardi indietro non si tornerà