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mercoledì 12 gennaio 2011

Bravo Lula

Gli ergastolani Carmelo Musuemci e Giuseppe Reitano, Carcere di Spoleto
Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino


Il presidente del Brasile, Lula, rifiuta l’estradizione di Cesare Battisti.
Parte dell’opinione pubblica italiana, la maggioranza dei mass media e dei politici si sono scandalizzati per la decisione.
Ma perché?
Dove sta lo scandalo?
Voi concedereste un parente, un amico, un nemico, un criminale, un assassino a un Paese come l’Italia?
Dove nei suoi carceri solo nell’anno appena finito si sono suicidati 66 detenuti?- Due detenuti suicidi in un solo giorno a L’Aquila e a Como: (Fonte: Osservatorio permanente sulle morti in carcere, 19 dicembre 2010).
Dove le condizioni di vita dei detenuti sono quelle di un cane in un canile?
Dove in molti casi non vengono rispettati i diritti umani?
- Giustizia: Italia condannata 1.556 volte dalla Corte di Strasburgo, peggio solo in Turchia (Fonte: Italia Oggi, Anna Irrera, 9 dicembre 2010)
Dove chi è forte, potente e ricco non entra in carcere e se ci entra esce subito, mentre i poveracci ci rimangono, alcuni per tutta la vita?
Dove molti ergastolani ostativi, senza nessuna possibilità di liberazione, sono destinati a morire in carcere?
Dove ci sono detenuti che non fanno l’amore con la propria fidanzata, compagna, convivente da dieci, venti e trenta anni? Cosa che si può fare invece nelle carceri brasiliane e in Paesi fanalini di coda dell’Europa, come l’Albania!
In un Paese dove si suicidano persino gli stessi agenti di Polizia Penitenziaria?
Dove sono sottoposti più di 660 detenuti al regime di tortura del 41 bis, che da decenni non ricevono e non possono dare carezze ai propri cari? Che da decenni non possono toccare con una mano e non possono sentire l’odore della propria madre e l’odore dei propri figli?
I vetri al colloquio sono disumani perché non separano solo i corpi, ma tagliano a metà pure due cuori che si incontrano.
- Giustizia: così il “carcere duro” aumenta il rischio di suicidi… dei 66 suicidi totali solo 26 sono avvenuti in regime “comune”. (Fonte: Redattore Sociale, 20 dicembre 2010).
Voi concedereste un parente, un amico, un nemico, un criminale, un assassino a un Paese come l’Italia?
Dove certi politici usano la lotta alle mafie, ma non alla mafia politica, finanziaria e mediatica, per vincere le elezioni e per raggiungere potere e soldi?
Poche volte, quasi mai, il carcere fa diventare buoni i cattivi, ma spesso può far diventare cattivi i buoni che invece di verità e giustizia pretendono vendetta e pene infinite e dolorose.

A Cesare Battisti, se fossimo stati al posto di Lula, forse avremmo dato la pena più dura, ma mai lo avremmo consegnato a un Paese come l’Italia che ha questa classe dirigente, questo governo e questa giustizia ingiusta, perché la legalità prima di pretenderla bisogna darla.

Gli ergastolani Carmelo Musuemci e Giuseppe Reitano, Carcere di Spoleto
Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino

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