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mercoledì 15 luglio 2009

Ddl sviluppo: rinnovabili obbligatorie ma più costose

Il Ddl sviluppo porta nuovi oneri per chi si autoproduce l’energia da rinnovabili
Cogena, associazioni di produttori operanti nei settori della fabbricazione e distribuzione di impianti e servizi per la produzione distribuita di energia da fonti rinnovabili e da cogenerazione, critica fortemente i nuovi corrispettivi ed oneri di sistema introdotti dal ddl Sviluppo, approvato dal Senato, aggravati i costi di autoproduzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento.
Ancora una volta penalizzate le imprese dei settori industriale, commerciale, distributivo, agricolo, residenziale e servizi che investono in efficienzaenergetica ecosostenibile.
Con il DDL 1195 B approvato al Senato, viene gravemente danneggiato il sistema produttivo, commerciale, distributivo e servizi nazionale e penalizzata l’efficienza energetica ed il risparmio energetico a causa degli oneri di sistema introdotti sulla energia autoprodotta ed autoconsumata.
I nuovi oneri e corrispettivi di sistema aumentano mediamente del 15% i costi di autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e da cogenerazione e riguarderanno tutti gli impianti di autoproduzione. Unica eccezione, le utenze industriali in alta tensione collegate con reti interne di utenza esistenti che verseranno i corrispettivi e gli oneri di sistema solo sull’energia prelevata nei punti di connessione e per le quali è riservato, grazie all’art. 33, anche il beneficio della esenzione dalla accisa sulla elettricità consumata (oltre la soglia fissata per legge).
Con l’art. 33 sulle reti interne di utenza, il provvedimento approvato non solo va nella direzione opposta intrapresa e percorsa dagli altri Paesi Europei ma, addirittura, neutralizza gli effetti positivi di altre norme previste ed approvate dallo stesso DDL 1195 B, prima tra le quali, la semplificazione amministrativa della installazione di unità di microcogenerazione (sola Comunicazione al Comune) e piccola cogenerazione (solo Dichiarazione inizio attività – DIA), norma proposta da Cogena e approvata dal Parlamento.
Il nostro Paese ha bisogno di investire sulla autoproduzione ecosostenibile di energia, sulla efficienza e sul risparmio energetico, in attesa dei tempi di realizzazione e di entrata in funzione delle centrali nucleari.
Al contrario, si adottano norme che aggravano i costi di autoproduzione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento, introducendo nuovi oneri, superiori agli stessi incentivi dati alla generazione di energia da fonti rinnovabili e da cogenerazione che peraltro ancora attende, a due anni dal recepimento della direttiva comunitaria 2004/8/CE, i relativi decreti attuativi.
Cogena chiede che il Governo attui gli impegni assunti alla Camera ed al Senato di rivedere la materia appena disciplinata – Reti interne di utenza, oneri – già a partire dalla revisione in corso del Decreto legislativo n. 115 del 2008 in materia di usi finali dell’energia con riguardo ai Sistemi efficienti di utenza:
- eliminando al più presto la intempestiva ed impropria introduzione di nuovi corrispettivi ed oneri di sistema sulla autoproduzione di energia elettrica,
- regolamentando la medesima situazione in tre modi diversi (oneri su: energia scambiata, energia consumata, energia prelevata)
- applicando per tutti gli impianti di autoproduzione di energia da fonte rinnovabile e da cogenerazione ad alto rendimento i corrispettivi tariffari di trasmissione e di distribuzione e gli oneri generali di sistema esclusivamente all’energia elettrica prelevata nei punti di connessione e non al totale dell’energia autoprodotta ed auto consumata.
Una richiesta, quella di Cogena, a salvaguardia degli investimenti, della competitività energetica delle imprese di tutti i settori e del Sistema Italia, coerente con le politiche europee di risparmio ed efficienza energetica anche attraverso la generazione distribuita di energia da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento.

Il Ddl Sviluppo ha portato novità per il settore energetico delle biomasse: sono stati confermati gli incentivi alla produzione di energia elettrica da biomasse.
Il sistema di incentivi all’elettricità da biomasse definito all’art. 27 del DdL votato prevede:
Per biogas e biomasse con una potenza non superiore a 1 MW:
viene riconosciuta la tariffa omnicomprensiva (incentivo + energia elettrica prodotta) pari a 28 €cent per kWh immesso nella rete elettrica. Sono inclusi gli impianti a oli vegetali puri a condizione che siano ottenuti da colture oleaginose coltivate nell’UE e che siano state incluse nel fascicolo aziendale per l’ottenimento del premio comunitario.
Per gli impianti alimentati con altri biocombustibili liquidi (biodiesel e bioetanolo):
la tariffa omnicomprensiva è pari a 18 €cent per kWh. E può essere applicata anche per gli oli provenienti da paesi extra UE (ex: olio di palma), per i gas di discarica e i gas residuati da processi di depurazione;
Per impianti alimentati a rifiuti biodegradabili e biomasse generiche non di filiera:
è riconosciuto un coefficiente di moltiplicazione dei certificati verdi pari a 1,3 rispetto al precedente 1,1. solo se di potenza superiore a 1 MW.
Agli impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti ottenuti nell’ambito di intese di filiera, contratti quadro oppure da filiere corte, cioè ottenuti entro un raggio di 70 km dall’impianto che li utilizza, con una potenza superiore a 1 MW, è riconosciuto un coefficiente di moltiplicazione dei certificati verdi pari a 1,8. Questo incentivo verrà applicato a seguito dell’attuazione del Decreto Attuativo del Ministero dell’Agricoltura di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico previa consulta in sede Europea per la definizione di filiera corta.

Vi segnalo, inoltre, il link a un post di un altro sito, 100casa.it. L’articolo si chiama Fonti rinnovabili obbligatorie, per le nuove costruzioni.
Riguarda le nuove regole da rispettare per la costruzione di nuovi edifici, che devono avere di regione in regione percentuali diverse ma obbligatorie di consumo di energia rinnovabile.

Infine, come ciliegina sulla torta, un altro blog della Basilicata segnala una notizia piuttosto inquietante, pari all’angoscia che proveremo da qui a sei mesi su dove metteranno i siti di stoccaggio di scorie nucleari.
Riguarda sempre il Ddl Sviluppo, che sarebbe sicuramente da approfondire. Il blog Infobasilicata riporta questo post sul Petrolio Lucano. Il governo ora sarebbe in grado di trivellare senza la Regione come intermediario.

da Micromega di Alex Buaiscia

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