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mercoledì 15 luglio 2009

Con Silvio e per la Madonna


La premessa è che non ci crediamo. Non che ’non ci possiamo credere’, proprio non ci crediamo, non ci convince. Il fatto che Giovanni Lindo Ferretti - icona iconoclasta delle controculture anni 80, quand’era sarcastico cultore dell’Urss sovietica e leader dei Cccp, il meglio del nostro punk, declinazione berliner dei ’piani quinquennali’ emiliani, solo per ricapitolare non una, ma due tre vite - oggi alzi le lodi al cielo, professi passione per la madonna e si dichiari umile devoto di Papa Ratzinger. Troppo bello per essere vero. Con l’aria perfetta di una provocazione punk, come portare simboli sacri sul palco, o svastiche.L’incontro di cui proviamo a scrivere la cronaca nasce per consigliare l’ascolto in raccoglimento di "Ultime notizie di cronaca", la chiusura della storia dei Per grazia ricevuta, Ferretti con Gianni Maroccolo e Giorgio Canali, gli ultimi due che hanno resistito in una band che diventava sempre più un divorzio tardivo. Dalla musica, e dalle parole che seguiranno, abbiamo l’impressione che questa fase della vita artistica di Ferretti sia chiusa. La musica si allontana, il questo lavoro è l’ancella delle parole. Ferretti, che ha raccontato la sua conversione in Reduce, a dicembre darà alle stampe un nuovo libro Bella gente d’Appennino (Mondadori) dedicato ai luoghi e ai posti dov’è tornato a vivere, «sui monti fra i morti», a prendersi cura di Eni, l’anziane madre malata. In realtà l’incontro nasce per verificare se Ferretti è veramente quel convertito di cui parla tanto bene il Giornale e che scrive sul Foglio. Folgorato sulla via del ’Pastore Tedesco’ perché, racconta lui - e anche questo è un aneddoto in perfetto stile punkettone - lui che da piccolo è stato uno diffusore del manifesto, un giorno ha letto sul suo giornale (cioè il nostro) un articolo con «tre insulti consecutivi» - riferisce - al papa e questo gli ha reso l’uomo in questione interessante poi irresistibile. Sappiamo che lui, autore di ben altre ’cronache’ («di guerra», «montana», «filiale», «divina», così si intitolano i nove pezzi del suo ultimo lavoro) , leggerà con sgradevolezza» la nostra cronaca.
In tanti dicono che lei è diventato anticomunista. A me sembra che lo sia sempre stato, forse prima era solo antisovietico e antiPci, cantava ’fedeli alla linea anche quando la linea non c’è.
Non esageriamo. Venivamo da Reggio Emilia, per questo potevamo chiamarci Cccp, era la città più filosovietica dell’impero americano.
Ma quel filosovietismo in realtà facevate a fette.
La prima volta che con Zamboni siamo stati a BerlinoEst ci siamo guardati intorno e ci siamo detti ’ma dai, questo è uno scenario allestito dalla Cia’. Certo, io venivo da una storia molto diversa: una famiglia cattolica, tradizionale, un piccolo borgo di montagna. Però, con i primi peli e la dentazio, questa vorticosa crescita ormonale mi ha fatto svalicare.
Ammette, dunque, che quel filosovietismo era uno sberleffo punk.
Non tanto. Deve considerare anche la dabbenaggine a la coglioneria dell’interlocutore, oltreché l’intelligenza. Eravamo cresciuti in un antiamericanismo così radicale per il quale si era disposti a farsi carico di tutti i ’nonostante’. Preferivamo l’acciaio alla plastica. Ci sembrava moralmente necessario stare dall’altra parte. Poi, più tardi, la cosa che mi fulminò di quest’altra parte, furono le chiese ortodosse. La divina liturgia che resisteva sotto il regime comunista. Veniva la pelle d’oca. Quindi l’amore per l’Urss e l’ortodossia diventò amore per la Russia e l’ortodossia cristiana. Il gioco delle parole non è mai casuale.
La vostra ortodossia comunista era una provocazione che portavate in giro per le feste dell’Unità, persino pagati dal Pci.
E questo ci stupiva tantissimo. Siamo stati l’unico gruppo alternativo pagato alla fine di ogni concerto. I Litfiba andavano negli stessi posti e non li pagavano. Poi ci hanno spiegato che ci temevano.
Ora si esibisce nelle chiese, ha cambiato mercato.
Io e il mercato siamo andati sempre molto d’accordo, visto che non abbiamo mai avuto il minimo interesse reciproco.Così oggi, avendo fatto una scelta che non sta né in cielo né in terra, mi ritrovo a lavorare poco perché do pochissima disponibilità, due-tre concerti al mese, e non tutti i mesi. E avendo scelto di lavorare solo nelle piccole città, nelle piccole chiese, nei borghi, nei castelli, in realtà il mercato sostiene questa scelta. Costa poco, anche in tempi di crisi, e chi compra uno spettacolo così di solito lo offre a una comunità.
Torniamo alle provocazioni. Quindi, la mia ipotesi è che ci sta prendendo a tutti in giro. Che tutta questa storia della cura di sua madre e della conversione alla madonna è una provocazione.
(Ride) Non ho mai preso in giro nessuno, nemmeno ai tempi dei Cccp. È che avevo dimenticato tutta una serie di cose, le volevo dimenticare: mi sentivo figlio di una storia comunista italiana. Per quanto sapessi che se fossi andato in Urss finito subito in un gulag. Del resto mi sembrava una meravigliosa storia di comunisti quella di morire per un ideale, e per mano dei comunisti.
Era già una fantasia di martirio.
Eravamo nutriti di antiamericanismo. Sono nato in un piccolo paese che stava vivendo gli ultimi anni di un lunghissimo medioevo. Di colpo è arrivato il presente. In due tre anni è arrivata la strada asfaltata, le prime moto, la tv. E il mondo si è crepato, sgretolato, finito. Ci abitavano mille persone, ora siamo in 74. Il crollo è stato velocissimo. Fino agli anni 50 vivevamo sotto Matilde di Canossa, in un tempo scandito dalla transumanza.
Rimpiange quel tempo? Si stava meglio quando si stava peggio.
No. Era un mondo pieno di dolore, di fatica, soprattutto per le donne. Mi ricordo le donne che spaccavano il ghiaccio per lavare i panni a mano. Per gli uomini c’era un senso di libertà, di avventura. Se dovessi fare il panegirico di due cose, lo farei della lavatrice e del mio Mitsubishi Pk, senza i quali non potrei vivere.
Tutto questo cosa ha a che vedere con Berlusconi?
Niente. Berlusconi è l’essere più improbabile intorno a cui si è aggregata tutta la dimensione politica italiana che non vuole essere governata dalla sinistra. Il gioco è tutto qua. Verso quella ideologia non c’è la minima fiducia per il presente e per il futuro. Se la sinistra fosse andata al governo prima avremmo aumentato i nostri guai. Guai che la destra non è in grado di risolvere, chiaro. Ma la sinistra ha un approccio alla vita in cui non mi riconosco più. La vera crepa è stata la crisi della Jugoslavia. Cinquant’anni di comunismo, e non dei peggiori, ma la mancanza di libertà non solo non ha risolto nessun problema, li ha peggiorati.
Le pare che dall’altra del muro i problemi si risolvevano?
No. Ma non si partiva neanche dalla speranza di risolverli.
INVuol dire che essendo il mondo capitalista meno ambizioso, anche la delusione è meno cocente.
Non è poco. I capitalisti per definizione non ti garantiscono un mondo migliore, ma la scarsa sopravvivenza.
Lei si è avvicinato alla chiesa cattolica: promette il paradiso, il non plus ultra dell’illusione. Non teme che la deluda, come i comunisti?
Quello che sta rincollando il mio rapporto con la chiesa è che mi permette un rapporto personale con dio. Se fossi più intelligente mi basterebbero i libri. Ma invece a me serve che sulla terra ci sia una tradizione, l’incarnazione di una tradizione, generazione su generazione, che mi aiuti ad avvicinarmi a dio. Quello che dice il papa è importante perché la sua è una genealogia che sale fino a Pietro.
La sua strada verso dio, e la madonna a cui si professa devoto, è l’obbedienza?
L’obbedienza ma non a una norma qualsiasi. È il rapporto con qualcosa che ti sovrasta, che ti annulla. La vita è un mistero e un dono. Anche se sei malato.
E se tu sei molto malato, chi deve decidere se staccare la spina?
Sono contrario all’accanimento terapeutico. Deve decidere la tua famiglia e chi ti vuole bene. Ma non mi piacciono le leggi. Trasformano la vita in caselle, scrivi x qui y o qua. Penso che se una cosa del genere succedesse a mia nipote, e sapessi che la sua volontà è staccare, lo farei io, non andrei a farmi autorizzare da un giudice.
La legge del centrodestra non glielo consentirebbe. Un'altra casella: lei è d’accordo con il cacciare persone disperate in mezzo al mare, verso dittature e sicura persecuzione?
Che modi di fare le domande. Detta così, se rispondo sì devo fare la parte del cattivissimo. La faccio. È un principio di realtà. Il problema non è il mondo che vorrei, il problema è il mondo che è. Vuoi peggiorarlo? Vuoi non dico migliorarlo, ma contenerlo nella sua tragicità? Io sono per il diritto d’asilo. Ma mi trovo in questo imbarazzo: che io darei il diritto d’asilo ha un miliardo di cinesi che vivono in una situazione di dittatura. Va trovata una via di mezzo, non può continuare un’entrata continua di gente disperata.
Ma questo non lo dice la destra, lo dice la sinistra moderata.
Meglio per lei. Decidiamoci, se la Libia è una dittatura spieghiamolo all’Onu. La ragionevolezza non è il mondo che vorrei, ma è quella che c’è. Per esempio credo che il diritto ad essere curato è di tutti. E devi curare l’altro non perché sei buono e di sinistra, ma anche se sei cattivo e di destra, perché può attaccare la sua malattia a tutti. In questo paese viviamo un disagio profondissimo, non si può fare finta di niente. La Lega prende una marea di voti al nord.
E pensa che sia un buon segno, cattolicamente parlando?
Il fatto è che in mezza Italia del nord i preti sono di sinistra.
Non c’è contraddizione fra la difesa della vita e lasciare ammazzare la gente in mezzo al mare?
Sì, ma non è risolvibile. Il samaritano soccorre l’uomo di Gerusalemme perché se lo ritrova lì, non per un fatto ideologico.
Pensa come il papa che la castità sia un valore, e la fornicazione e l’omosessualità e l’adulterio peccati?
Penso che la castità è un valore, grande. È la possibilità di esaltare la sacralità di una persona, anche il suo corpo. E quando c’è l’incontro è una cosa grande, non come bere un bicchier d’acqua.
Gli omosessuali sono peccatori? Non sono liberi di vivere insieme nella legalità, ad avere figli?
Non riduco questo discorso a una dimensione legale. Non esiste il diritto a essere madri e padri. Tu non sei padrone della vita, la vita è un dono e un mistero, ed ha una forma naturale.
Le tecniche che aiutano a combattere il cancro, che hanno aiutato anche lei, sono buone, e quelle che aiutano a fare un bambino no?
Perché sono tecniche invasive e manipolatore.
Anche quando guariscono.
Ma è diverso, il problema della procreazione assistita è che costringe a rinunciare a molte vite.
Senta, lei è stato un disobbediente per tutta la vita. Ora si descrive come obbedienza massima.
No, sono un peccatore. Procedo a fatica. E il viaggio più lungo che ho fatto nella vita è verso il confessore.
Dà l’impressione che lei abbia fatto un lungo percorso senza rete né protezioni, e poi abbandonato il grande pericoloso caos alla fine abbia trovato un ordine.
Detta così è anche molto bella.
Se ne stancherà, le verrà a noia tutto questo ordine?
Il sigillo della vita è la morte, finché non arriviamo lì non possiamo saperlo. La morte è la possibilità del giudizio. Io non me lo auguro e non lo credo, ma finché non arriva la morte non posso dirlo.
Il suo pubblico è cambiato. Dai rockettari e punk a ciellini e antiabortisti. Crede che questi suoi nuovi fan la capiscano?
Le persone che vengono ad ascoltarmi nelle piccole chiese di montagna capiscono tutto. Metà del pubblico mi conosce, l’altra metà sono paesani che mi ascoltano, vecchie suore vecchie signore chiamate dal prete. Capiscono. E in sacrestia mi abbracciano.

da Il Manifesto

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