Paolo Borsellino è stato un eroe della legalità, la memoria della sua passione civica resta indelebile e preziosa per la società civile»: nel diciassettesimo anniversario della strage di via D´Amelio, il messaggio inviato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano arriva in una Palermo desolata, vuota.
Alle celebrazioni per ricordare il giudice Borsellino e la sua scorta, morti nell´attentato del 19 luglio del 1992, la partecipazione è stata bassissima. Ieri mattina in via D´Amelio c´erano solo i ragazzi di «Ammazzatecitutti» arrivati dalla Calabria e qualche scout.
Speravo che i palermitani almeno oggi (ieri, ndr) si svegliassero, ma purtroppo vedo che non c´è nessuno», si sfoga Salvatore Borsellino, fratello del giudice. Rita Borsellino, la sorella, punta invece il dito contro l´assenza delle istituzioni: «Basta col dire che i palermitani sono assenti alle commemorazioni per mio fratello, in questi giorni ci sono state diverse manifestazioni molto partecipate - dice Rita - Chi non ha risposto è lo Stato, che avrebbe dovuto essere presente».
Il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, ha invece preso parte alla commemorazione nella caserma della polizia. Nel pomeriggio un corteo è stato organizzato dal comitato 19 luglio, e in serata si è snodato per le vie del centro la fiaccolata di Azione giovani alla quale ha preso parte il ministro per le politiche giovanili Giorgia Meloni.
Tanti comunque i messaggi arrivati alla vedova Agnese Borsellino. A partire da quello del Capo dello Stato: «Rendo commosso omaggio alla memoria di Borsellino e degli agenti addetti alla sua sicurezza», scrive il presidente della Repubblica. «La lezione di Paolo dimostra che la battaglia per la cultura dello Stato deve essere combattuta insieme», scrive il presidente della Camera, Gianfranco Fini. (20 luglio 2009)
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