HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

mercoledì 25 agosto 2010

Solidarietà dei detenuti ai lavoratori della Fiat di Pomigliano

Molti di noi sono in carcere, e siamo quasi tutti del Sud, perché fuori, da giovani, non abbiamo trovato un lavoro.

Mario Pontillo dello Sportello di Segretariato Sociale del Carcere presso il Circolo PRC Fr.lli Cervi di Roma ci ha inviato dei volantini dei lavoratori della Fiat di Pomigliano, ed ecco che è scattata l’idea di firmare un documento di solidarietà ai lavoratori.

La stragrande maggioranza di detenuti in carcere è in ozio istituzionale e quei pochi detenuti che lavorano sono sottopagati, sfruttati e non hanno nessuna copertura sindacale.

Il lavoro in carcere nella sua accezione più ampia, svolge una duplice funzione: una personale, perché serve alla realizzazione umana e al sostentamento materiale del detenuto, e una sociale, perché facilita l’inserimento di un cittadino che ha sbagliato e che sta pagando il debito alla società.

Dal lavoro in carcere devono scaturire vantaggi anche d’ordine psicologico e sociale e il detenuto deve essere avviato al lavoro non tanto per essere sottratto all’ozio avvilente, quanto perché è un essenziale strumento di rieducazione e di reinserimento sociale.

L’ozio forzato non fa parte della pena cui siamo stati condannati, ma è un’afflizione aggiuntiva che nessun tribunale ci ha elargito.

Ma se il lavoro in carcere è importante, nel mondo libero lo è ancora di più, per questo abbiamo deciso di dare solidarietà ai lavoratori della Fiat di Pomigliano.

I detenuti e gli ergastolani del carcere di Spoleto ricordano ai padroni e agli azionisti della Fiat che l’uomo è e vale specialmente per quello che fa, non per quello che ha o per le azioni che possiede.

Carcere di Spoleto, agosto 2010

Nessun commento:

Posta un commento