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mercoledì 30 dicembre 2009

Il Cairo: manifestazioni sotto le ambasciate.



Ieri martedi 29 dicembre, le varie delegazioni internazionali hanno dato vita a manifestazione sotto le proprie ambasciate di appartenenza. Gli attivisti statunitensi sono stati completamente circondati. La delegazione italiana (Forum palestina, Action for Peace) riunita praticamente in assemblea sotto la legazione diplomatica, si è nuovamente incontrata con il 1° Segretario dell'Ambasciata italiana al Cairo avanzando la proposta di far passare la delegazione per fare arrivare gli aiuti raccolti per le strutture e la popolazione palestinese di Gaza. Tra questi si sottolinea l'impegno preso in Italia con l'ospedale palestinese Al Awda di Jabalya che ha coinvolto decine di città e di associazioni.

Oggi è previsto un incontro con il Sindacato dei Giornalisti egiziani nella cui sede sta attuando lo sciopero della fame Hedy Epstein - 84 anni, ebrea sopravvissuta ai campi di sterminio. Successivamente è previsto un SIT IN insieme al sindacato degli avvocati convocato per ricordare il primo anniversario del massacro dei palestinesi operato dalle truppe israeliane a Gaza. Due giorni fa la manifestazione degli avvocati egiziani era stata dispersa dalla polizia.


Mentre le autorità egiziano stendono oggi il tappeto rosso per ricevere il premier israeliano Netannyahu, usano il pugno di ferro contro gli attivisti internazionali ed egiziani. Netnayahu è in Egitto per discutere sullo scambio dei prigionieri e degli accordi economici con cui Israele di fatto condiziona pesantemente l'Egitto. Secondo Mila Pernice del Forum Palestina per l'Egitto aver tenuto sequestrati al Cairo gli attivisti della Gaza Freedom March durante la visita di stato di Netanyahu può rivelarsi un boomerang.

Tra i vari presidi sotto le ambasciate e negli appuntamenti in giro per la capitale egiziana si segnala la presenza della giornalista israeliana Amira Hass, mentre nei media arabi - Al Jazeera soprattutto - cominciano a trapelare commenti critici sull'atteggiamento delle autorità egiziane contro gli attivisti internazionali giunti da ben 42 paesi per recarsi a Gaza in solidarietà con la popolazione palestinese ad un anno dal massacro dell'Operazione Piombo Fuso realizzato dalla truppe israeliane.

Gaza Freedom March: l'ambasciata USA trattiene attivisti. Arrestati 16 israeliani e 3 spagnoli.

Un gruppo di circa 30 cittadini statunitensi, sono stati trattenuti in tre separate aree di isolamento all'interno dell'Ambasciata degli Stati Uniti nel complesso di Garden City. In una intervista telefonica con Aishah Schwartz, direttore del Muslimah Writers Alliance, Marina Barakau - una delle organizzatrici della Gaza Freedom March - ha dichiarato che "i cittadini americani e 1.400 sostenitori della Gaza Freedom March arrivati in Egitto da oltre 43 paesi del mondo, stanno chiedendo che l'assedio illegale di Gaza venga rimosso". "Ci chiediamo anche come sia possibile che un presunto governo democratico possa partecipare di volentieri alla detenzione dei suoi cittadini presso le proprie ambasciate, e inoltre chiediamo che tutti i dovuti sforzi siano esercitati per assicurare il nostro immediato rilascio", ha aggiunto Barakau che poi ha dichiarato di aver contattato il coordinatore del gruppo legale, Sally Newman. Nello stesso momento, tre membri del gruppo statunitense che è stato trattenuto hanno avuto un incontro con un funzionario negli uffici dell'Ambasciata.

Sempre a proposito della repressione delle forze di sicurezza egiziane nei confronti degli attivisti internazionali in Spagna c'è apprensione per la sorte di tre attivisti valenciani che sono stati arrestati domenica a El Arish. I tre insieme ad altri spagnoli e ad attivisti di altre nazionalità avevano cercato di arrivare da El Arish alla frontiera con Gaza con i mezzi di trasporto pubblico, ma erano stati bloccati dai poliziotti egiziani. I tre valenciani non si sono dati per vinti e si sono incamminati verso la frontiera a piedi, ma dopo alcune ore hanno bloccato il traffico sull'arteria stradale in segno di protesta contro il divieto egiziano e quindi sono stati arrestati. Racconta Manuel Tapial, uno dei coordinatori della delegazione iberica, che ad El Arish in più occasioni i poliziotti hanno bloccato e fermato gli attivisti che cercano in ogni modo di depistare gli inseguitori cercando di disperdersi nella città e di prendere qualche mezzo di trasporto diretto a Rafah. "Ieri mattina quando abbiamo tentato di uscire dall'hotel abbiamo trovato le porte sbarrate dall'esterno" ha denunciato Tapial ai media spagnoli.

Dall'altro lato della frontiera ieri la polizia di Tel Aviv ha arrestato 16 attivisti israeliani di organizzazioni dell'estrema sinistra che cercavano di avvicinarsi al confine per entrare nella Striscia di Gaza e partecipare alle manifestazioni contro l'assedio israeliano previste il 31 dicembre prossimo. I 16 attivisti sono entrati senza permesso in un territorio di confine che Israele considera ‘zona militare', e sono stati portati nel commissariato di Sderot per essere interrogati e denunciati. Negli ultimi giorni le dimostrazioni dei gruppi israeliani antiapartheid si sono moltiplicate e alcune decine di attivisti sono arrivati a manifestare molto vicino al confine con Gaza. Racconta sull'edizione online dello Yediot Ahronot Adar Grievsky del gruppo ‘Anarchici contro il Muro': "Abbiamo iniziato a camminare lungo la spiaggia verso Gaza, ma vicino a Zikim la Polizia e l'Esercito ci hanno impedito di continuare verso la Striscia. Un anno dopo il massacro di 1400 persone Israele continua a spargere distruzione e sofferenze a Gaza negando alla sua popolazione la possibilità di ricostruirsi le case perché impedisce l'arrivo dei materiali da costruzione" ha detto l'attivista al giornale che poi ha denunciato che uno degli attivisti arrestati è stato malmenato dalla Polizia.

da Infoaut

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