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giovedì 26 novembre 2009

Obama a caccia di 10mila soldati NATO per l'Afghanistan

Per l'amministrazione Obama si avvicina uno dei passaggi più difficili - martedì l'annuncio del presidente in diretta tv dell'invio di altri 30mila soldati in Afghanistan - e si intensificano gli sforzi per coinvolgere nell'impresa afghana gli alleati della NATO e non solo, sempre più restii a investire risorse economiche e militari in una guerra politicamente onerosissima.

Ma dall'intelligence italiana arriva un chiaro monito sui rischi della missione afghana: quello afgano è uno Stato che non nasce, che vede un'insorgenza sempre piu' aggressiva e che ha un presidente, Hamid Karzai, "che doveva essere inizialmente la 'soluzione' del problema" ed invece "ha deluso profondamente" tutti. Il report, dal titolo 'Si puo' ancora vincere in Afghanistan?', pubblicato sulla rivista Gnosis, un po' il magazine dei nostri servizi segreti interni, l'Aisi, fa esplicito riferimento alla delusione della comunità internazionale per l'operato di Karzai per la corruzione dilagante e i traffici illeciti che coinvolgono anche un fratello e membri del suo staff.



In Afghanistan , si sottolinea nel rapporto, "sono sempre i signori della guerra, e la mafia tajika nel nord del paese che si spartiscono la maggior parte degli introiti provenienti dai dazi doganali, mentre al governo centrale vanno solo le briciole". E Karzai "ha interpretato il suo ruolo di presidente della Repubblica islamica non come un moderno statista di stampo occidentale, altrimenti sarebbe stato eliminato da tempo, ma come quello di un tradizionale monarca afgano e cioè di garante e custode dell'indipendenza di uno Stato unitario e federale allo stesso tempo".

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