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mercoledì 25 novembre 2009

La Puglia fa scuola: varata la legge sull'immigrazione

L'accoglienza in Puglia è legge. Nel vero senso della parola, dato che ieri il Consiglio regionale ha approvato le norme "per l'accoglienza, la convivenza civile e l'integrazione degli immigrati in Puglia". Un provvedimento approvato con i voti favorevoli della maggioranza di centrosinistra e contrari dell'opposizione, che va ben al di là dei ventiquattro articoli che lo compongono. Nel testo, infatti, come ha spiegato un emozionato Nichi Vendola, «c'è una grandissima rivoluzione, perché invece di dire che l'immigrazione è un problema cui rispondere in termini repressivi, ribadiamo che è una risorsa che noi intendiamo accogliere».

Il disegno di legge, su cui l'aula non ha apportato modifiche degne di nota, prevede l'istituzione della Consulta regionale per l'integrazione degli immigrati e dell'Osservatorio regionale per l'immigrazione, trovando i suoi capisaldi soprattutto nell'assistenza sanitaria, istruzione e lavoro. È destinato ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea e gli apolidi in regola con le disposizioni sull'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale. Tra le principali novità, merita attenzione l'accesso alle cure sanitarie urgenti agli immigrati, scegliendo la via ordinaria dell'iscrizione di tutti gli immigrati all'assistenza medica di base, compresi quelli temporaneamente presenti sul territorio. Nel 2008 in Puglia ci sono stati 63mila immigrati residenti e circa 51mila permessi di soggiorno per motivi di lavoro. Ed è proprio sull'assistenza sanitaria che si concentrano le principali perplessità del centrodestra, che parla di «principi giusti, ma di legge demagogica e ideologica, in quanto la sanità è indebitata per oltre un miliardo di euro e non è in grado di garantire i diritti essenziali neanche ai pugliesi».

L'assistenza medica di base, invece, sarà garantita e - ha sottolineato l'assessore alla Solidarietà sociale e promotrice della legge, Elena Gentile - «le aziende sanitarie sono tenute a rendere concretamente fruibili per i cittadini stranieri non iscritti al servizio sanitario regionale, anche con opportuni progetti di informazione, di educazione alla salute e utilizzando i mediatori culturali, tutte le prestazioni previste». Anche il dubbio di incostituzionalità sollevato dall'opposizione viene rigettato. «Non un articolo, non un comma, non una definizione di questa legge - ha evidenziato la Gentile - sfuggono alla trama del testo unico in vigore a livello nazionale». Nella legge figurano inoltre la disciplina dei servizi di mediazione culturale, formazione professionale, inserimento lavorativo, interventi abitativi e assistenza per le vittime di tratta, violenza e schiavitù. Un ulteriore elemento è dato dall'adozione degli standard degli "alberghi diffusi", utilizzati dagli immigrati impiegati nei campi agricoli.


http://bari.repubblica.it/dettaglio/varata-la-legge-sullimmigrazione/1788266

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