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martedì 25 agosto 2009

Un paese che si definisce civile deve avere il coraggio di guardare negli occhi questa escalation di violenza omofoba


Che cosa deve ancora succedere perché la politica e le istituzioni affrontino il grave problema dell’omofobia nel nostro paese? Deve succedere qualcosa di irreparabilmente grave perché ci si assuma questa responsabilità in parlamento? Credo di no. Credo che un paese che si definisce civile debba avere il coraggio di guardare negli occhi questa escalation di violenza omofoba e transfobica. Debba saperne parlare; saper dire che sì, nel nostro paese la paura del diverso è riaffiorata con violenza e che il razzismo e l’omofobia hanno una matrice comune e vanno affrontati insieme.

Questo bisogna fare e bisogna agire.Sono relatrice della legge contro l’omofobia in discussione in Commissione Giustizia alla Camera.

Una discussione lenta.

Ora, dopo l’ennesimo episodio di violenza omofoba a causa del quale due ragazzi hanno rischiato la vita, il Parlamento sembra essersi svegliato.Per ora il Partito democratico, che per fortuna compattamente ha inserito la proposta di legge contro l’omofobia tra le sue priorità di settembre.

Ora tocca al centrodestra dire se voglia affrontare seriamente e senza ideologie il problema dell’omofobia.

E’ una legge che dovrà essere approvata da tutto (o quasi) il Parlamento.Perché è una legge di civiltà e tutti se ne devono fare carico: maggioranza e opposizione. Quei due ragazzi che qualche sera fa a Roma hanno rischiato di morire, hanno come unica colpa quella di essere se stessi.

Questo non è più accettabile. L’omofobia è lo specchio di una società, quella italiana, che ogni giorno si scopre più razzista, intollerante e chiusa.

Dobbiamo fermarci ed invertire questa rotta tutti insieme, sia dentro le istituzioni che nella società. La legge contro l’omofobia può essere un primo passo.

di Anna Paola Concia Deputata Partito democratico
da Articolo21

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