HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

venerdì 7 agosto 2009

8 agosto per dire no alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina!

Stanno andando avanti, stanno costruendo il loro "Ponte" fatto di colate di cemento, speculazione. I cittadini che scenderanno in piazza l'8 agosto a Messina non si opporranno semplicemente ad una singola opera, ma ad una concezione sbagliata, ad un modello perverso. La manifestazione organizzata dalla "Rete No Ponte" è il frutto di un lungo percorso costruito negli anni che ora si arricchisce di una precisa richiesta, ri-orientare la spesa pubblica allontanandola da grandi opere inutili, dannose e non volute verso la riqualificazione del territorio, a cominciare dalla messa in sicurezza anti-sismica, ed infrastrutture di prossimità, come il traghettamento pubblico dello Stretto.
Nel corso degli anni si è passati senza pudore dall'esaltazione del mercato e dell'iniziativa privata ad un interventismo statale degno dell'IRI, finalizzato però al trasferimento di denaro dalle tasche dei cittadini (quella parte di cittadinanza che paga le tasse) ad un ristretto circolo di contractors ben legati alla politica. Il Ponte come i rifiuti, l'acqua privatizzata come l'economia di guerra sono le "mucche da mungere" che arricchiscono pochi speculatori ed aumentano la distanza tra ricchi e poveri, spesso con metodi autoritari.

Pietro Ciucci ha da pochi giorni aggiunto alla carica di presidente dell'Anas e della Società Stretto di Messina (di cui Anas è azionista con l'82%) l'incarico barocco di "Commissario Straordinario per il riavvio delle attività", con il compito specifico di "rimuovere gli ostacoli" frapposti al Ponte. La formula è inquietante, anche perché più volte il governo ha minacciato "l'uso dell'esercito" contro quelle "minoranze" che oseranno opporsi all'avvio dei cantieri. Ma c'è anche l'aspetto economico, non meno preoccupante. In sessanta giorni, Ciucci dovrà "adeguare" i contratti stipulati con Impregilo (vincitrice di una gara dai contorni mai chiariti) e con "le società affidatarie dei servizi di controllo e verifica della progettazione definitiva ed esecutiva".

Pur non essendoci ancora un progetto definitivo, la società Stretto di Messina potrà contare su un contributo di 1,3 miliardi di euro "in conto impianti", ovvero soldi destinati all'acquisto di fattori produttivi "a lungo ciclo di utilizzo". Soldi da spendere subito, e male. Secondo i ministri Matteoli e Tremonti, già alla fine dell'anno potranno essere avviati i "cantieri a terra", cioè tutte quelle che opere pensate in vista del Ponte, ma altrettanto inutili e forse ancora più dannose del "mostro sullo Stretto".

Un delirio di svincoli, raddoppi, gallerie, varianti e viadotti che dovranno collegare il casello del Ponte alle strade ed alla ferrovia della città, e raddoppiare le corsie in previsione di un aumento del traffico che non ci sarà. Già da sole, le opere correlate trasformeranno l'area dello Stretto in un immenso cantiere per un tempo indefinito. Nessuno crede ai sette anni promessi da Ciucci, basta vedere l'esempio dell'ammodernamento della Salerno - Reggio Calabria, gestito da Anas ed in parte da Impregilo, avviato nel 1990, costato 17 volte di più, perennemente "infiltrato" da tutti i clan di camorra e ‘ndrangheta presenti lungo il tracciato.

Intanto prosegue il "sacco edilizio" della città di Messina. E' stato approvato il progetto per il Tirone, unico quartiere storico sopravvissuto al cataclisma del 1908. Un parcheggio sotterraneo da 1400 posti su 6 piani, l'ennesimo centro commerciale e tanti nuovi palazzi potrebbero eliminare l'ultimo residuo di centro storico. Le mura che hanno resistito alle scosse del grande terremoto rischiano cento anni dopo di crollare di fronte alla furia dei palazzinari e del partito del cemento.


SABATO 8 AGOSTO MANIFESTAZIONE NOPONTE A MESSINA

partenza in pullmann da Palermo
ore 14 davanti l'ExKarcere - costo del biglietto 10 euri a/r
per info scrivete alla redazione di Infoaut Palermo: palermo@infoaut.org

partenza da Reggio Calabria
ore 15:30 - piazzale antistante la stazione di Villa San Giovanni
già dalla sera prima il c.s.o.a. Cartella sarà Zona NoPonte: musica, video e balli!


L'appello della Rete No Ponte: Manifestazione 8 Agosto 2009
Ore 18 - Piazza Cairoli - Messina


Il piano per le infrastrutture varato dal Governo si configura come un vero e proprio regalo nei confronti dei grossi contractor (Impregilo in testa) che fanno del rapporto con le istituzioni pubbliche la loro fortuna. Dei 16 miliardi di Euro complessivi, 1,3 sono stati destinati al Ponte sullo Stretto, opera che ha acquisito un valore simbolico ormai superiore anche allo stanziamento previsto. All'operazione infrastrutture viene assegnato il significato del rilancio dell'economia e dell'occupazione. Si tratta di un nuovo corso a carattere globale con enormi investimenti (seppure ogni paese lo configuri con caratteristiche differenti). In realtà difficilmente questo tipo di politiche avrà un vero effetto anticiclico (ancora meno miglioreranno le condizioni di vita dei lavoratori colpiti dalla crisi), ma sicuramente servirà a trasferire risorse dal pubblico alle imprese private che sono impegnate in questo settore di mercato. La costruzione del ponte sullo Stretto, al di là del portato di distruzione di un'area paesaggisticamente straordinaria e di importanza unica dal punto di vista naturalistico e della devastazione cui condurrebbe Messina e Villa San Giovanni a causa di immensi cantieri che interesserebbero queste città per molti anni, non ha alcuna logica dal punto di vista trasportistico ed economico. Tutti gli studi condotti negli ultimi anni, infatti, a partire da quelli degli advisor ingaggiati dal governo italiano indicano in alti tassi di crescita del meridione (almeno il 3,8 %) la condizione perch´ il ponte possa essere seppur minimamente profittevole. A tali tassi corrisponderebbe, infatti, un incremento dei transiti che indurrebbe quegli introiti che giustificherebbero economicamente l'opera. Com'è evidente, però, siamo molto lontani da questi dati ed infatti negli ultimi anni il traffico nello Stretto di Messina ha visto un netto ridimensionamento piuttosto che l'auspicato incremento. I tanto sbandierati ingorghi agli imbarcaderi (che giustificherebbero l'opera) sono in realtà ormai rari e in larga misura causati da una riduzione della flotta e dalla progressiva opera di dismissione portata avanti dalle Ferrovie dello Stato nel mezzogiorno. E allora sarà alquanto difficile che possa esserci un investimento di privati in un'opera che non dà alcuna garanzia di profitti (nonostante le clausole di rivalsa che prevedono il rimborso del 50% dell'investimento allo scadere della concessione). Il finanziamento (se ci sarà, col miliardo e trecento milioni attuali avvieranno progettazione ed opere propedeutiche e/o compensative) sarà interamente pubblico e verrà, come spesso ripetuto da Matteoli, recuperato in larga parte sul mercato finanziario (attraverso prestiti e/o obbligazioni) rinviando il debito alle generazioni successive. Inoltre, i 40000 addetti propagandati dal Governo sono da ridurre, secondo recenti studi, basati peraltro anche sulle rilevazioni condotte dagli advisor, a circa 5000 di cui solo 2000 locali. Il movimento Noponte ha sempre espresso la propria contrarietà al Ponte sullo Stretto non soltanto per motivazioni ambientali, economiche, trasportistiche, sociali ma anche sollevando gravi interrogativi su aspetti tecnici legati alla scarsa valutazione sull'alta sismicità dell'area, sulla tenuta delle saldature del Ponte, sui limiti tecnologici attuali per garantire una "luce" così lunga, ecc.. Quegli interrogativi sono oggi confermati ed addirittura aggravati non da un tecnico qualsiasi ma addirittura da quello che fu il presidente del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità del Ponte ovvero il prof. Remo Calzona che dichiara apertamente in una intervista a "La Repubblica" di avere sbagliato le previsioni: la soluzione del Ponte a campata unica è oggi assai più costosa e per nulla immune da crisi strutturali; il Ponte potrebbe collassare a causa della fatica dei materiali (il cosiddetto fletter,che provocò la caduta del ponte di Tacoma, sopra Los Angeles); è molto probabile che il Ponte subisca il fenomeno del galopping, ovvero una deformazione patita in Danimarca dal nastro d'asfalto del ponte sullo Storebelt, impedendo il passaggio di cose e persone, ovvero il motivo ufficiale per il quale si costruisce un Ponte!!! Il 22 gennaio 2006 una grande manifestazione partecipata da decine di migliaia di persone (con la partecipazione di una folta delegazione di No Tav) invase le strade di Messina e determinò di fatto uno stop alla costruzione del ponte. Il Governo Prodi, infatti, inserì l'opera tra quelle non prioritarie. Non cancellò, però, la Stretto di Messina Spa (società incaricata di gestire la costruzione del ponte), né rescisse il contratto firmato da Berlusconi con Impregilo poco prima della scadenza del suo mandato è risultato, così, agevole al nuovo Governo Berlusconi rilanciare l'operazione. Per fermare nuovamente la costruzione del ponte sullo Stretto sarà oggi necessario ricostruire le condizioni che portarono a quella grande mobilitazione di piazza. Lo abbiamo fatto una volta, possiamo rifarlo.

Costruiamo insieme una grande manifestazione per l'8 Agosto 2009

da Infoaut

Nessun commento:

Posta un commento