Il decreto anti crisi appena approvato dalle commissioni finanze e bilancio della camera [domani va in aula con il voto di fiducia] azzera ogni ruolo del ministero dell’ambiente nell’iter di autorizzazione per la realizzazione di centrali elettriche e per le reti di distribuzione. E cancella gli enti locali, totalmente esautorati. C’è da giurare, come detto più volte, che il prossimo passo del governo sarà togliere le competenze in materia di energia alle Regioni: se non l’ha ancora fatto è perché è materia costituzionale. «Un provvedimento di inaudita gravità, inaccettabile per chi, in questa legislatura, ha sbloccato nel rispetto della normativa ambientale, in pochi mesi, centinaia di pratiche Via che paralizzavano la realizzazione di importanti opere per lo sviluppo del paese – dice la ministra Stefania Prestigiacomo, che si vede fortemente indebolire il dicastero che guida e quindi le sue prerogative – Né la legge obiettivo, né la recente normativa approvata nel gennaio 2009 sui commissari straordinari per le opere strategiche hanno mai escluso le tutele ambientali e della salute dei cittadini, imposte dal diritto comunitario, che invece, con questo articolo, passerebbero ad un unico soggetto che da solo, si pretende, dovrebbe sostituire le competenze dei 60 esperti della commissione Via-Vas, e dei 20 della commissione Aia nonché di professionalità capaci di coniugare tutela ambientale e sviluppo. Questa norma potrebbe perfino applicarsi alle centrali nucleari». E fa appello al suo governo affinché vengano apportate modifiche sostanziali all’articolo 4 del decreto anti crisi, che però, almeno nel passaggio di domani in aula, è blindato.
di Anna Pacilli da Carta
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