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venerdì 3 luglio 2009

Scaricabarili pericolosi

Il disastro di Viareggio non trova ancora una spiegazione plausibile né una ricostruzione nella catena di responsabilità che possa aiutare a prevenirne altri. E' questa la giungla creata dalla liberalizzazione del trasporto ferroviario delle merci, nel 2007, che nel 2010 toccherà al trasporto passeggeri.

Rete ferroviaria italiana [Rfi] è stata costituita dal gruppo Ferrovie dello stato [Fs], nel 2001, per separare il gestore della rete infrastrutturale dal soggetto che fornisce il servizio di trasporto di persone e merci, così come richiesto dalle direttive comunitarie. Ma, di fatto, le due società continuano a far parte di Fs. Rfi, che opera su concessione dello stato italiano, guadagna soprattutto dal noleggio della rete [i binari] alle aziende e compagnie ferroviarie che lo richiedono, sia italiane [essenzialmente Trenitalia Spa, dello stesso gruppo Fs], sia straniere, garantendo la manutenzione, il personale, le stazioni, ecc. Nel 2008, pare che abbia fatturato sotto questa voce oltre un miliardo di euro. A partire dal 2007, con la liberalizzazione in Europa del traffico merci, si è creata in Italia l’intricata situazione venuta a galla con il disastro ferroviario di Viareggio. In questo caso, il proprietario e gestore della rete è, appunto, Rfi [Fs]; l’azienda ferroviaria affittuaria è Fs [è suo il locomotore del convoglio di Gpl]; il proprietario dei vagoni è la filiale viennese della multinazionale americana Gatx Rail, che li noleggia; i vagoni sono stati immatricolati in Germania e Polonia; infine, è ancora sconosciuto l’affittuario dei vagoni per trasportare il Gpl esploso a Viareggio, partito dalla Exxon di Trecate e diretto all’Aversana petroli del padre del sottosegretario Nicola Cosentino.
La sicurezza dei convogli, dice Fs, sta in capo ai proprietari, quindi alla Gatx, che a marzo ha commissionato la revisione a un’azienda di Mantova. Questa, però, si discolpa sostenendo di aver fatto il lavoro richiesto dal committente, che non comprendeva l’analisi con gli ultrasuoni, l’unica in grado di scoprire piccole lesioni negli assi delle ruote: sono quelle all’origine del deragliamento a Viareggio. La Gatx risponde che la manutenzione era invece in carico a Fs cargo, a cui compete la manutenzione del convoglio in esercizio. Fs nega e punta il dito anche contro l’Agenzia italiana per la sicurezza delle ferrovie, istituita nell’agosto 2007 e con sede proprio a Firenze, come soggetto tecnicamente indipendente rispetto agli operatori del trasporto ferroviario. La quale si difende denunciando non solo di non avere personale, risorse né poteri adeguati, ma anche le carenze di Trenitalia cargo [cioè la divisione per il trasporto delle merci di Trenitalia, che è la società che gestisce le attività di trasporto passeggeri e di logistica di Fs]. Infine, c’è anche un’Agenzia ferroviaria europea [Era], pare priva di poteri e competenze. Così, almeno, ha detto il ministro delle infrastrutture Altero Matteoli, intervenuto ieri alla camera per riferire sul disastro di Viareggio, per esaltare Berlusconi e per difendere le Fs. «Il carro sviato non era del gruppo Fs, ma della società privata americana Gatx, con sede europea a Vienna, cui spettano, secondo le direttive comunitarie, anche le attività di revisione e manutenzione», ha detto il ministro, che ha annunciato una commissione d’inchiesta.
Un sostegno dato forse per giustificare se stesso e il proprio governo, che continua a investire su strade, autostrade e alta velocità, taglia norme e fondi sulla sicurezza, non incentiva affatto il trasporto merci su ferro ma quello su gomma, come ha detto lo stesso dall’amministratore delegato delle Ferrovie dello stato, Mauro Moretti, nel corso di un’audizione in commissione lavori pubblici del senato, lo scorso febbraio. In quella occasione, Moretti ha parlato esplicitamente di una politica anti ferrovie in favore del trasporto merci su gomma, incentivato e aiutato in tanti modi, dai rimborsi sulle accise alla riduzione dei pedaggi autostradali. Intanto però, fa sapere la Regione Toscana, di treni pericolosi come quello deragliato a Viareggio ne passano 175 in regione e rappresentano il 70 per cento dei 250 che in media attraversano l’Italia.

di Anna Pacilli da Carta

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