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martedì 7 luglio 2009

Sanità, Vendola 4 ore dal pm - " Tutta la verità sugli appalti "

Annunciata la volontà di costituirsi parte civile "So che qualcuno desiderava che fossi convocato come indagato, così non è stato"

Nella caserma dei carabinieri di via Tanzi, scelta per dribblare telecamere e giornalisti, il governatore Nichi Vendola rimane per più di quattro ore. Risponde alle domande del pubblico ministero Desirèe Digeronimo. Punto per punto, offre i chiarimenti richiesti. «Abbiamo parlato solo di sanità» dice il presidente della Regione. O meglio di alcuni degli spunti offerti dall´inchiesta che, il 6 febbraio scorso, ha portato alle dimissioni dell´allora assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco.

Nichi Vendola viene ascoltato come persona informata sui fatti. Un´audizione decisa da giorni, inevitabile in un fascicolo che con 15 indagati, tra manager delle Asl e imprenditori, riguarda la gestione della sanità in Puglia. «Qualunque atto che abbia portato opacità e danneggiato l´organizzazione del sistema sanitario è bene - dice Vendola - che venga perseguito perché non ci devono essere zone di impunità e zone d´ombra per nessuno e io ho reso testimonianza di tutto quello che conosco e di tutto quello che so».

Le domande del pubblico ministero Digeronimo sono state precise, puntuali. Non è stata un´audizione su temi generali, ma su presunti episodi di malaffare che l´accusa contesta ad altri (dirigenti sanitari e imprenditori) ma non a Vendola. Appalti, concorsi, nomine e convenzioni con strutture sanitarie private: l´inchiesta del pm è articolata, ricca di spunti investigativi. Su ogni episodio del quale Vendola poteva essere a conoscenza per il suo ruolo politico e istituzionale, il pm ha chiesto chiarimenti: nessuna contestazione, ma solo la necessità di aggiungere al quadro probatorio una prospettiva qualificata. Tra le domande anche quelle sul principale filone d´indagine: il cosiddetto "sistema Tedesco" (indagato per associazione a delinquere).

Per una coincidenza l´audizione del governatore si è tenuta a pochi giorni dall´interrogatorio del manager Lea Cosentino (coinvolta nell´inchiesta, ma con una posizione destinata però all´archiviazione). L´ex direttore dell´Asl di Bari (rimossa dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell´altra inchiesta sulla sanità: quella del pm Giuseppe Scelsi) parlando con la Digeronimo ha spiegato di aver ricevuto, durante il suo mandato, pressioni politiche delle quali, ha aggiunto, aveva informato il governatore. Un punto questo che è stato, inevitabilmente, toccato durante l´audizione, caratterizzata da un accenno da parte di Vendola al tema della "questione morale".Ma il presidente della Regione sull´argomento non lascia spazio a dubbi. E avverte: «Ho avuto l´accortezza - ha dichiarato - di avere una domenica intensa di lavoro per portare nel corso della notte la nuova giunta al suo varo proprio perché volevo separare completamente la giunta da questo colloquio con il pm, perché nessuno potesse pensare che le uscite dalla mia giunta avevano un rapporto con le indagini o con la questione morale».

Alla fine dell´audizione, il governatore ha annunciato la volontà della Regione di costituirsi parte lesa nel procedimento. «Il mio stato d´animo è sereno, esattamente come lo era prima. Credo di essere una persona al di sopra di ogni sospetto. Io sono stato ascoltato come persona informata dei fatti, lo so che qualcuno avrebbe desiderato che fossi convocato nella veste di indagato, ma non è accaduto. In qualche modo - aggiunge - oggi finisce questa ridda di voci perché è completato l´interrogatorio che era anche frutto dell´attività di cooperazione con la magistratura che io ho messo in campo». Sulla scrivania del procuratore Emilio Marzano il 17 giugno scorso è stato depositato il risultato dell´indagine interna, promossa dalla Regione sul caso sanità. Conclusioni che, però, non sono state al centro del colloquio di ieri mattina. La procura non commenta, ma c´è soddisfazione per i chiarimenti ricevuti durante l´audizione. Domani altre "persone informate sui fatti" saranno ascoltate dal pm Digeronimo.

di Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini da RepubblicaBari

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