WASHINGTON - E' durata esattamente 180 giorni la luna di miele tra il presidente Barack Obama e gli americani. Un sondaggio conferma oggi una sensazione già percepibile nel paese: dopo sei mesi la gente vuole risultati concreti, soprattutto sul fronte economico, e la popolarità dell'inquilino della Casa Bianca comincia a perdere quota. Per la prima volta il livello di approvazione di Obama è sceso sotto il 60 per cento (in un sondaggio Washington Post/ABC) con una caduta del sei per cento in poche settimane. E per la prima volta il sostegno degli americani per la grande e difficile battaglia che il presidente Usa sta combattendo sul fronte della riforma sanitaria è sceso sotto il 50 per cento. E' un momento temuto, ma anche previsto, dalla Casa Bianca: la 'crisi economica di Bush' è diventata inevitabilmente 'la crisi di Obama' e gli appelli agli americani ad avere pazienza stanno cominciando a trovare una accoglienza sempre più fredda. Obama sembra particolarmente vulnerabile alla accusa di sostenere un modello di riforma sanitaria che produrrà un notevole aumento del deficit federale: una accusa che non è lanciata solo dai repubblicani ma anche dagli indipendenti e soprattutto anche da molti democratici.
Mentre in aprile il 57 per cento degli americani approvava come Obama stava conducendo la battaglia per la riforma sanitaria adesso tale sostegno è sceso al 49 per cento. E mentre in gennaio il 51 per cento approvava un aumento delle spese federali per salvare l'economia adesso tale percentuale si é ridotta al 40 per cento. E' diventata così ancora più in salita per Obama la strada per far passare al Congresso la legislazione sulla riforma sanitaria, una battaglia già in partenza molto difficile (Bill Clinton venne sconfittò in modo bruciante nel 1994 insieme a Hillary alla quale aveva affidato la responsabilità di pilotare la riforma) ma diventata adesso ancora più difficoltosa per le esitazioni mostrate dai democratici, che in teoria dispongono della maggioranza sia alla Camera che al Senato ma che sono preoccupati per l'aumento del deficit. Obama ha due settimane di tempo, fino al sette agosto, per fare pressioni sul Congresso perché approvi la legislazione prima delle vacanze estive.
La approvazione alla Camera e al Senato di due testi diversi prima della chiusura estiva - inevitabile a causa della complessità della legislazione - consentirebbe poi agli sherpa parlamentari di usare l'intervallo estivo dei lavori per elaborare un testo congiunto evitando così perdite di tempo. E' questa speranza, che ci sia ancora il tempo di farcela, ad avere spinto Obama ad assumere da questa settimana in modo sempre più aperto e aggressivo il ruolo guida della battaglia per la riforma: oggi ha concesso una raffica di interviste, per mercoledì ha in programma una conferenza stampa e ad ogni discorso non perde occasione per martellare il concetto che "é adesso il momento", dopo 50 anni di vani tentativi, "per portare al traguardo la riforma". Obama può investire in questa lotta parte del grande capitale di popolarità conquistato col trionfo elettorale di novembre. Ma proprio per questo motivo i dati dei sondaggi, come quello odierno, che mostrano l'inizio della caduta della sua popolarità sono doppiamente insidiosi per l'inquilino della Casa Bianca che ha disperatamente bisogno di un successo concreto sul fronte del benessere degli americani.
di Cristiano Del Riccio da Ansa.it
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