E´ da un po´ di tempo che cerchiamo di dare un aiuto concreto ai lavoratori stagionali trattati come animali, cercando di soddisfare quei bisogni basilari -mi riferisco al cibo (c´e´, ma alcuni non lo possono comprare), ai bagni chimici, all´acqua (non pretendiamo l´acqua potabile ma perlomeno dar loro la possibilità di lavarsi), un frigo (visto il caldo che fa; provate ad immaginare quelle poche cose che hanno come sono arse da questo sole), la luce elettrica (per illuminare il campo durante la notte)- insomma servizi primari che possano garantire loro una vita decente.
All´interno della tendopoli più passano i giorni e più si iniziano a delineare le gerarchie.
Gli anziani (per la maggior parte tunisini o comunque provenienti dal nord Africa) situati al centro del campo, hanno messo su una cucina che praticamente non può sfamare l´intero campo, sia per le difficoltà economiche di qualcuno (come dicevo prima, alcini, non possono avere la possibilità di comprare il pranzo o la cena perché non trovano lavoro), sia (queste sono solo mie impressioni) per un fatto puramente etnico cioè per la discriminazione che si crea tra gli stessi.
I primi giorni io e gli altri compagni, abbiamo scambiato due chiacchiere solo con tunisini, egiziani e marocchini, e ci siamo accorti di una certa titubanza da parte dei braccianti del Sudan, della Costa D´Avorio, del Senegal, ecc...ecc... di quell´Africa "nera" che da secoli è abbandonata a sporchi dittatori di turno e a guerre senza fine.
Ma è bastato poco per trasmettere fiducia; infatti, dopo due giorni mentre noi cercavamo di trovare delle soluzioni ai loro problemi, sono stati loro a venire da noi e a cercare di esporre quegli che erano i loro bisogni.
La cosa più brutta è sentirsi impotente; in quel campo ci sono tutte le etnie del continente africano e i lavoratori che "alloggiano" superano le 300 unità.
Sfamare, dissetare e dare cure mediche di base richiede uno sforzo grande da parte nostra e allo stesso tempo una richiesta sempre maggiore di volontari.
Bisogna rapportarsi in modo giusto con questo fenomeno, non si deve rischiare di far nascere all´interno del campo ulteriori problemi.
Sono convinto che all´interno della tendopoli il tutto è gestito da tre o quattro persone, quelle che a pelle mi hanno ispirato meno fiducia, che definirei mafiose con una mentalità legata a quella cultura delinquenziale. L´idea che mi fa paura è che una volta soli, senza la nostra presenza, qualcuno si appropriasse di ciò che noi abbiamo distribuito gratuitamente e lo volesse rivendere; noi abbiamo cercato di distribuire (per esempio l´acqua) in maniere eguale senza distinzione né di età né di etnia.
Il nostro impegno cercherà di essere costante, nei limiti del possibile e uno degli obbiettivi sarà anche quello di smascherare eventuali connivenze tra alcuni di loro e quei padroni neretini che sfruttano le braccia dei migranti negli appezzamenti di terreno sempre meno produttivi.
Faccio un appello ai nostri lettori;
stiamo raccogliendo fondi (un contributo in denaro) per eventuali spese da affrontare;
raccolta di abiti in disuso (i nostri armadi ne sono pieni);
recupero di bottiglie di plastica vuote, per consegnarle al campo;
IL NOSTRO DEPOSITO SARA´ LA SEDE DEL MOVIMENTO PER LA SINISTRA NARDO´ IN VIA N. INGUSCI N°6
VI ASPETTIAMO
ORA E SEMPRE RESISTENZA
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