Quella che segue è la ricostruzione in sintesi di quanto accaduto di Youssef Maged al Molky, espulso dall'italia in Siria in violazione delle più elementari norme giuridiche, e desaparecido da oltre 20 giorni. L'invito è a tutte le realtà in Italia a mobilitarsi per far luce sulla vicenda.
«Mi hanno usato come merce di scambio fra Italia e Siria. Mi stanno mandando verso la morte». Sono le ultime parole, una disperata denuncia lanciata con il cellulare, pronunciate lo scorso 27 giugno da Youssef Maged Al Molky, 47 anni, il palestinese ritenuto tra i principali responsabili del sequestro della nave da crociera Achille Lauro, avvenuto nel 1985, ed espulso improvvisamente dall’Italia con destinazione Siria.
Al Molky, condannato a 30 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Genova per quel sequestro e l’uccisione di un passeggero statunitense di origine ebraica, Leon Klinghofer, ha scontato 23 anni e 8 mesi di carcere, pena ridotta per buona condotta. Appena uscito dall’Ucciardone, nell’aprile scorso, aveva ricevuto un ordine di espulsione nei confronti del quale hanno però fatto ricorso i suoi legali, Gianfranco Pagano, del foro di Genova, e Maria Stella Pagano, di Palermo. Secondo i legali, Al Molky, nato in Palestina da padre giordano e madre siriana, e sposato da 5 anni con una donna italiana che vive in Piemonte, «non ha una cittadinanza riconosciuta, è sposato in Italia e secondo la sentenza deve ancora scontare tre anni di libertà vigilata». In attesa della decisione del giudice di pace di Palermo sul ricorso, Al Molky è stato rinchiuso nel centro per immigrati Serraino Vulpitta di Trapani. A sorpresa sabato 27 giugno, mentre ancora si attendeva la sentenza del giudice di pace, Al Molky è stato prelevato dalla polizia e condotto a Roma da dove a tarda sera è stato imbarcato su un aereo con destinazione Damasco. Secondo quanto riferito alla moglie prima che fosse privato del telefono cellulare, all’uomo sarebbe stato consegnato un lasciapassare della Siria con il quale il Paese arabo accetta di accoglierlo sul suo territorio. «Vado verso la morte» ha continuato a ripetere Al Molky durante il trasferimento da Palermo a Roma. Ed il suo avvocato, da Genova, ha confermato che «poichè molti reati legati alla vicenda dell’Achille Lauro furono compiuti nelle acque territoriali siriane, le possibilità che possa essere condannato a morte sono molto alte». Il legale genovese chiarisce anche che nelle scorse settimane, su interessamento dell’Autorità palestinese, l’Algeria si era dichiarata disposta ad accogliere Al Molky, ma l’uomo si era rifiutato di accettare la proposta ritenendo che, essendo sposato con una italiana, potesse rimanere a vivere in Italia al fianco della moglie.
Nonostante il giudice non si fosse ancora pronunciato (la sentenza, che ha respinto il ricorso, è giunta solo nei giorni scorsi), nonostante la sentenza della corte d'assise di Genova per il sequestro Lauro prevedesse anche 3 anni di libertà vigilata, e soprattutto nonostante sia sposato con una cittadina italiana, l'uomo è stato trasferito in Siria dove rischia una condanna a morte.
Di seguito, l’ultima parte di una testimonianza scritta della moglie di Al Molky, Carla Biano.
“Alle 15.00 del 27 giugno Maged è stato prelevato e portato all’aeroporto di Palermo e da lì a Fiumicino. Nel frattempo sono stati avvisati i giornalisti che l’hanno contattato per sapere cosa stava succedendo. Una giornalista (mi pare dell’Ansa di Genova) ha telefonato al ministero il quale spudoratamente ha risposto che era solo un cambio di cpt e che sarebbe stato portato al cpt di Roma. Perchè tutto di nascosto, falsando le cose? Tutto fatto di sabato con gli uffici chiusi per cui non si è potuto avvertire neanche la rappresentanza palestinese. Alle 19.00 Maged mi telefona per l’ultima volta da Roma dicendomi che da quel momento non poteva più telefonare perchè gli portavano via il cellulare. Appena glielo ridavano mi avrebbe richiamata.
E’ partito da Fiumicino alle 22/22.30 accompagnato da due poliziotti italiani. Arrivato a Damasco mi ha telefonato, alle 2.45 di domenica 28 giugno. Da quel momento…..è sparito.
E’ stato fatto sparire.
Il governo italiano, il ministero dell’interno, quello della giustizia, hanno fortissime responsabilità. Ritengo ci sia stata una violazione di tutte le leggi, anche quelle internazionali; espulso ancor prima che un magistrato emettesse la sua sentenza, sentenza di una corte d’assise violata (aveva ancora 3 anni di libertà vigilata da scontare), espulso in un paese dove (essendo alcuni reati commessi sull’Achille Lauro avvenuti in acque territoriali siriane) può essere riprocessato e condannato a morte nonostante sia già stato condannato dall’Italia e nonostante abbia passato 23 anni ed 8 mesi in carcere.
Quali garanzie ha dato la Siria all’Italia sull’incolumità di Maged? L’Italia gliele ha chieste queste garanzie?
Fatto sta che Maged, dal momento che è arrivato in Siria l’hanno fatto sparire.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Carla
da Indymedia
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