La morte del caporalmaggiore Di Lisio. La disinformazione del ministro. E i blindati "al risparmio" del nostro esercito
«Fog of war», nebbia di guerra. Così i media anglosassoni definiscono la disinformazione che strumentalmente nasconde la realtà degli eventi bellici. Il discorso tenuto alla Camera dal ministro della Difesa Ignazio La Russa ne è stato un esempio. La morte del caporalmaggiore Alessandro Di Lisio, ucciso in Afghanistan durante una delle tante operazioni condotte dalla Folgore nelle ultime settimane, è diventato il pretesto per argomentazioni tecniche discutibili e la premessa per un ulteriore escalation militare italiana.
Il ministro ad esempio ha ipotizzato l'utilizzo dei cacciabombardieri Tornado in non meglio chiarite "missioni di copertura" a supporto del nostro contingente. Anzitutto bisogna ricordare che i Tornado non potranno operare dalla base italiana di Herat prima della fine settembre. I lavori della pista, realizzati in modo pessimo da un contractor americano della Nato, hanno permesso ai cardi giganti tipici dell'Afghanistan di trasformarla in un gruviera. Oggi due soli Tornado operano in Afghanistan dall'aeroporto tedesco di Mazar-I-Sharif, nel nord e lontanissimi dalla zona italiana.
Questi aerei svolgono missioni di ricognizione con apparecchiature avanzatissime, sono i migliori in assoluto e vengono considerati preziosi dal vertice Nato proprio per la capacità di scoprire quei potentissimi ordigni "improvvisati" Ied che hanno provocato la morte del caporalmaggiore De Lisi. Le fotografie pubblicate da "L'espresso" dimostrano l'importanza di questi velivoli. Che senso avrebbe usarli per azioni di bombardamento? L'unica cosa che non manca in Afghanistan sono i bombardieri, come dimostrano i bollettini quotidiani dei raid diffusi dal comando americano: 75 attacchi dal cielo nella giornata di mercoledì 14 luglio, 61 martedì, 76 lunedì. Il ministro La Russa ha parlato poi dei nuovi veicoli blindati Freccia che verranno mandati in Afghanistan.
La partenza di questi mezzi era in realtà prevista da due mesi, come scritto da "L'espresso". Ma se il problema evidenziato dall'attentato mortale sono le mine e gli ordigni "improvvisati", il Freccia non è di sicuro una risposta. Si tratta di un mezzo di vecchia concezione, derivato dal Centauro in servizio da 19 anni, che non è stato progettato per difendere l'equipaggio dalle mine: sono molti gli esperti che lo ritengono molto meno sicuro del Lince, il veicolo in dotazione alle forze armate italiane. Il Lince è un fuoristrada corazzato disegnato proprio per garantire la sopravvivenza degli uomini in caso di attentati con mine e Ied.
Certo, contro ordigni con 50-70 chili di esplosivo come quello che ha ucciso De Lisi, non resistono nemmeno i carri armati: ma finora i Lince hanno salvato la vita a diverse decine di soldati. Il mezzo di produzione italiana è stato adottato da quasi tutti i paesi europei della Nato proprio per avere dimostrato la sua efficenza. C'è un problema. Letale. Per motivi di costo, i Lince italiano non hanno le torrette. I mitraglieri come Di Lisio devono stare con il busto fuori dalla corazza per essere pronti a fare fuoco. Un bersaglio ghiotto per i cecchini. E una vittima predestinata in caso di attentati che facciano capovolgere il mezzo, schiacchiando la persona esposta. La soluzione è semplice.
I britannici, per esempio, hanno dotato tutte le loro Lince di torrette telecomandate. Noi non ne abbiamo comprata nemmeno una. I Freccia invece hanno la torretta, ma non offrono resistenze specifiche contro le mine. Insomma, invece di fare retorica bisognerebbe riflettere su come vengono spesi i soldi dei contribuenti. E sul perchè si finisca per risparmiare proprio su quelle spese che potrebbero salvare la vita di soldati come il caporalmaggiore Di Lisio, mandati in silenzio a combattere una guerra senza quartiere. In Afghanistan, come insegna la lezione sovietica, il mezzo più utile sono gli elicotteri.
I talebani non dispongono di missili terra aria in grado di abbatterli. Ma gli elicotteri hanno un costo caro, molto più della paga dei parà o delle eventuali bombe dei Tornado, e quindi di aumentarne la presenza non si parla.
Da L'Espresso
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