Scandalo a Burr Oak, lo storico cimitero della comunità afroamericana
Scoperto un business delle sepolture: migliaia di corpi scomparsi per rivendere le tombe
NEW YORK - "Ecco, vede, la Signora riposa laggiù". La Signora riposa, lo sceriffo neppure un po'. Tombe divelte e lacrime, famiglie in pena, tre gaglioffi e una disgraziata in galera, una storia che più nera non si può, di dolore e di rabbia. Da quando è cominciata, una settimana fa, Tom Dart ha perso il piglio da Giovane Democratico del "Si Può Fare".
Non è questa la Chicago di Obama, quattro milioni di abitanti, 37 per cento di neri, 42 per cento di bianchi, senza contare cinesi, nativi e altri? Non è qui che è nato il Yes, We Can? Yes, questa è Chicago, e Tom Dart è l'unico amministratore che l'anno scorso ha avuto il coraggio di fermare la lobby di palazzinari & banchieri sospendendo i 40mila sfratti delle famiglie distrutte dalla crisi dei mutui. Ma questa volta è diverso: come si arrestano i fantasmi, sceriffo?
Benvenuti, si fa per dire, a Burr Oak, Chicago, il primo e più grande cimitero monumentale dei neri d'America, il Père Lachaise della comunità black. La Signora che riposa laggiù è Dina Washington, voce d'angelo e vibrato d'acciaio, quarant'anni dilapidati a tempo di jazz, sette mariti e una overdose fatale. Più in là, ecco la lapide di Willie Dixon, bluesman da leggenda, sapeva leggere e scrivere musica, l'industria trovò il modo di sfruttarlo ancora meglio, canzoni e arrangiamenti che diventeranno successi dei bianchi, da Elvis agli Stones. Ma la tomba che spezza il cuore è quella di Emmett Till. Aveva quindici anni quando giocando a fare l'uomo fischiò a una ragazza bianca, per scommessa: ma nel 1955 il Mississippi era ancora pronto a bruciare, il povero Emmett fu assalito, picchiato, ammazzato, gli cavarono un occhio, il corpo buttato nel fiume. Al suo funerale, al ritorno nella sua Chicago, in centomila piansero di rabbia con la madre che trasformò il cadavere in bandiera.
Mezzo secolo dopo, il movimento dei diritti civili nato sulla tomba di Emmett ha portato un senatore nero alla Casa Bianca. Ma Barack Obama, il figlio adottivo di Chicago, non poteva immaginare l'orrore che stava lasciandosi alle spalle. Tutto è cominciato con la solita denuncia anonima, date un po' un'occhiata a quello che sta succedendo laggiù a Burr Oak: la fossa più economica, la "select single", costa 1.200 dollari, se cercate un posto meglio posizionato i dollari sono 3.700... Più che loculi, una miniera senza fondo per Carolyn Thomas, la manager del cimitero, 49 anni. Il trucco era semplice: bastava svuotare le tombe, via un corpo, avanti un altro. Funzionava, sospettano gli investigatori, da quattro anni. Trecentomila i dollari messi da parte dalla cricca, la manager (che per ora lo sceriffo ha pensato bene di parcheggiare nell'ospedale psichiatrico) e tre operai del cimitero, tutti di colore.
Ma l'orrore più grande è quello della gente truffata e ingannata, i corpi dei morti buttati chissà dove. Settemila famiglie chiedono dove sono finiti i propri cari. Lo sceriffo ha chiesto l'intervento dell'Fbi: "Ma ci vorranno dei mesi per identificare 100mila cadaveri con il Dna".
I disgraziati della truffa non si sono fermati di fronte a nulla: hanno profanato anche la tomba del piccolo Emmett, l'eroe. Jesse Jackson, il reverendo nero, ha tuonato: "Lo hanno ucciso due volte. Rosa Parks mi disse: "Quel giorno, sull'autobus, quando volevano farmi cedere il posto, pensai a quel povero ragazzino trucidato e dissi: no, lo faccio per lui, basta"". Anche la sua bara è stata trovata tra le erbacce e le lapidi divelte. Un corpo senza pace. Già quattro anni fa era stato riesumato per la riapertura delle indagini: come si usa sempre in queste circostanze, era poi stato adagiato in un'altra bara: quella originale, quella in cui fu esposto il corpo martoriato, è quella che i ladri di anime hanno abbandonato tra le erbacce. "Non c'è pace per Emmett", dice Ollie Gordon, suo cugino: "Fu una tragedia quando dovettero riesumare il corpo, e adesso c'è chi vorrebbe farcelo riesumare ancora, per controllare che sia davvero lui quello sepolto". Ha detto all'Ap Jonathan Fine, il direttore del gruppo Presevation Chicago: "Emmett Till è stato trattato da morto con lo stesso disprezzo con cui fu trattato in vita".
A pochi chilometri da Chicago, nel cimitero di Oakland, è sepolto Edgar Lee Masters. Ma la Spoon River di Burr Oak avrebbe solleticato anche la fantasia apocalittica di un altro figlio di questa terra, Michael Crichton. Ora l'inchiesta sui morti rischia di travolgere, come spesso accade, anche i vivi. L'amministrazione della Contea è sotto accusa. E poco importa che sia stata smentita la voce, in un primo momento accreditata dalla stessa Casa Bianca, che tra i corpi dispersi ci fosse anche quello di Fraser Robinson III, il padre di Michelle Obama. Camille Johnston, la bionda assistente della first lady, ha dovuto correggersi ieri con un comunicato imbarazzato: il padre è sepolto al Lincoln Cemetery, sempre lì ad Alsip, nel camposanto confinante. Ma la memoria nera di Chicago, la memoria di Obama, è offesa per sempre.
da La Repubblica di ANGELO AQUARO
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