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martedì 7 luglio 2009

CORRI NATTY DREAD, CORRI..........

Venduta dai familiari, a 12 anni, a un ragazzo di 21 anni per 17.000 euro. Due settimane fa la bambina, di nazionalita’ serba, ha messo alla luce una bimba all’ospedale civile di Brescia. Il padre, un kosovaro residente con i genitori e quattro fratelli in provincia di Brescia, e’ stato arrestato dalla squadra mobile con l’accusa di aver compiuto atti sessuali con una minore di 14 anni e di riduzione e mantenimento in schiavitu’. La vicenda e’ uscita allo scoperto la sera del 14 giugno, quando la ragazza e’ stata lasciata all’ospedale in procinto di partorire. L’indomani, alcune persone, qualificatesi come i genitori del padre, sono tornati a riprenderla. Scattate le indagini, gli inquirenti hanno scoperto che la giovane era stata venduta nel marzo 2007. Allora il clan dei kosovari - che alla polizia hanno mostrato il loro stupore perche’ convinti di aver seguito solo i propri costumi - si era recato in Serbia per contrattare l’acquisto con il padre e la madre di lei, riuscendo a ribassare il prezzo da 25.000 a 17.000 euro. La ragazza e’ stata portata in Italia il 15 luglio 2007 e ha sposato il marito - che aveva espresso il suo gradimento dopo aver visto una sua foto - con una sontuosa cerimonia celebrata con tutta la comunita’ kosovara in provincia di Brescia. Ora la giovanissima mamma e il figlio sono al riparo in una comunita’ protetta.(AGI) - Brescia, 3 lug. - (AGI)

GRECIA - Salonicco, 13 giugno 2008 - Si chiamavano Aihan e Amet, fratelli di 6 e 8 anni. Abitavano a Orestiada, nel nordest della Grecia. Ma fatto salvo questo e altri piccoli (forse) particolari, la loro orribile storia ricalca quella di Ciccio e Tore a Gravina di Puglia. Erano scomparsi due settimane fa, il padre era stato arrestato. Sono stati ritrovati morti nell’ascensore di un palazzo abbandonato. Deceduti per la fame e la disidratazione, hanno stabilito i rilievi autoptici, dopo un’agonia durata forse 5 giorni.
Di Aihan e Amet Cerebasi si erano perse le tracce lo scorso 28 maggio. Li hanno cercati in tutta la Grecia, li hanno trovati ieri dopo che una donna ha segnalato un’odore nauseabondo proveniente dal palazzo abbandonato accanto alla sua casa: nell’ascensore dello stabile, fermo tra due piani, c’erano i loro corpi. Nel frattempo il loro padre è in carcere, accusato di averli venduti.
Che cosa sia accaduto davvero è tutto da stabilire. La prima certezza è quella arrivata oggi dall’autopsia: Amet e Ahian sono morti di stenti. Una verità che fa propendere gli investigatori per una delle due tesi ancora in piedi stamane: il vetro rotto dell’ascensore-trappola e i vestiti (i bambini sono stati trovati nudi) fuori da quella apertura erano un loro disperato tentativo di segnalare la loro presenza, non l’opera di qualche orco che ce li aveva gettati dentro

La ragazzina di 14 anni, Lorena Cultraro, scomparsa da Niscemi il 30 aprile scorso, è stata trovata morta in un pozzo nelle campagne di Niscemi dai carabinieri. La scomparsa della ragazzina, studentessa dell’istituto commerciale di Niscemi, era stata denunciata dal padre, Giuseppe Cultraro, vigile del fuoco volontario. Il genitore era molto preoccupato e diceva di temere che quello della figlia non fosse un allontanamento volontario. Nell’ esposto presentato ai carabinieri il genitore aveva detto che Lorena era uscita di casa per andare a far visita alla nonna ma non sarebbe mai arrivata a destinazione. Il padre della ragazzina aveva affisso la foto della figlia in tutti i negozi di Niscemi ma anche a Vittoria, dove la quattordicenne aveva alcuni amici. La procura di Caltanissetta aveva aperto un’inchiesta chiedendo al gestore telefonico la trasmissione dei tabulati del cellulare per cercare di ricostruire gli ultimi contatti della ragazzina. Il telefonino era spento dal 30 aprile scorso. Dalle indagini sarebbe emerso che la vittima il giorno della sua scomparsa si sarebbe incontrata con un uomo che sarebbe passato a prenderla nei pressi della scuola, in via Bandiera. I carabinieri nei giorni scorsi avevano ascoltato tre ragazzi, amici di Lorena, che alle 15.45, del 30 aprile scorso, avevano assistito, in parte, alla telefonata ricevuta dalla studentessa. La ragazzina, secondo quanto è stato riferito ai carabinieri, avrebbe detto all’interlocutore «sbrigati a venirmi a prendere

La mano tesa di un bambino a un passante vale cento euro al giorno. Settecento euro la settimana. Duemilaottocento al mese netti, di media. Secondo i dati della polizia la rendita di un bambino potrebbe essere anche più alta. Per questo i più piccoli vengono utilizzati in prima linea per l’accattonaggio nelle strade.
Per questo vengono rapiti, scambiati, si dice anche venduti. Un bambino fa più tenerezza di un grande e la sua mano sporca vale quasi come tre stipendi da operaio. Di alcuni qualche parente denuncia la scomparsa, altri sono quei bambini senza un nome scritto, nati per chiedere l’elemosina e buttati sui marciapiedi.
«A differenza dei rom – scrive la polizia nell’ultimo rapporto sull’accattonaggio – i minori di etnia albanese e rumena vengono affidati dalle proprie famiglie ad organizzazioni criminali, per lo più di origine balcanica, che si occupano della loro collocazione in Italia». I piccoli rom, invece, sono sfruttati dalle famiglie, che li «scambiano» fra loro.
Il ragazzino fermato molte volte dalla polizia, il piccolo che diventa un problema e non più un fornitore di euro, viene «affidato» dalla famiglia ad una comunità di una città diversa, in cambio di un altro minore. Ecco lo «scambio»: «In tal modo, è facile perdere le tracce del bambino ed eludere gli interventi delle Istituzioni», precisa il rapporto sull'accattonaggio.
Secondo un calcolo del comitato Troviamoibambini due piccoli stranieri scompaiono ogni giorno in Italia. Sono stati 757 i minori non italiani spariti nel 2007, 257 nei primi tre mesi del 2008. Se si mantiene questa tendenza, secondo il comitato, i piccoli stranieri scomparsi entro la fine dell’anno potrebbero essere almeno mille.
In base alle cifre fornite proprio ieri dal Commissariato straordinario del governo per le persone scomparse, alla data dell’1 luglio si sono perse le tracce di 890 bambini. Gli italiani sono 218, gli stranieri 672. Numeri molto più alti dell’anno precedente. Dati che confermano il rischio che entro dicembre la media di piccoli stranieri scomparsi salga a tre al giorno, e quella di tutti, con gli italiani, a 4-5 ogni 24 ore.
Queste cifre vengono aggiornate in continuazione, perché accanto alla scheda di ogni piccolo capita ogni tanto che si inserisca la parola «trovato».
Il sito www.troviamoibambini.it pubblica le foto di tutti, di quei piccoli, almeno, di cui esiste un’immagine. Le facce dei bambini spariti: la prima è quella di un’italiana, Angela Celentano, «scomparsa il 10 agosto 1996 all’età di tre anni da Vico Equense (Napoli)». La terza è la foto di una bimba con un anellino d’oro al lobo dell’orecchio sinistro. È alta 98 centimetri. Si chiama Denise Pipitone: «Scomparsa il primo settembre 2004 alle ore 12.00 circa di fronte la propria abitazione via Domenico La Bruna, 6 – Mazara del Vallo (Tp)».
Sono i casi più noti, ma ci sono poi infinite storie dimenticate, come quella di Mohamed Moallin Dahir, somalo, scomparso a 5 anni, a Spoltore, o Kharim Dhari, di 3 anni, di cui non viene indicata la nazionalità, sparito da Reggio Emilia quando aveva appena compiuto dieci mesi, probabilmente «rapito da un membro della famiglia». Alcune schede, come questa, sono estratte direttamente dal sito della polizia di Stato. Le foto fanno il giro delle banche dati mondiali come missing children

Degli oltre 800 bambini spariti, 430 si sono allontanati da comunità in cui si trovavano, secondo il rapporto del commissariato speciale del Viminale. Centocinquantanove sono indicati come «casi di allontanamento volontario». In altri 63 casi la causa di scomparsa è invece «sconosciuta». Fascicoli aperti, bambini scomparsi senza un motivo. Magari rapiti da pedofili, o utilizzati come merce di scambio. Entrambe le ipotesi fanno orrore. Piccoli scomparsi per il piacere, o il guadagno, la pancia piena, dei grandi

da Indymedia Svizzera

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