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giovedì 9 luglio 2009

Cerano, l'assalto di Greenpeace

Contro l´inquinamento in sei si arrampicano sulle ciminiere

Porto Tolle (parco regionale sul Delta del Po), Vado Ligure (Savona), Marghera (Venezia) e Brindisi. Assalto alle quattro centrali Enel disseminate su tutta la penisola da parte degli attivisti di Greenpeace, che hanno trascorso la notte abbarbicati alla mole della Federico II di Cerano. L´eco della azione dimostrativa degli ambientalisti ha per destinazione il consesso dei big riuniti nel G8 all´Aquila: mission (impossible?), ottenere la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, dunque il ridimensionamento della produzione di energia da carbone.

Nel capoluogo messapico i 13 attivisti di Greenpeace provenienti da tutto il mondo, hanno raggiunto il nastro trasportatore della Federico II, dispiegando uno striscione con la scritta "G8: climate leaders or looser?", che tradotto vale per "G8: leader del clima o perdenti?". Lo striscione ha fatto mostra di sé sul colosso grigio-verde della centrale già dalle sette del mattino, mentre sette climbers, gli arrampicatori, si lanciavano all´assalto del nastro trasportatore, altri sei scalavano la ciminiera dell´impianto, fino alla vertiginosa altezza di 200 metri. "La centrale di Brindisi - ha dichiarato l´associazione in una nota - recentemente al centro di una sporca storia di traffici di rifiuti tossici, è la maggiore singola fonte di emissioni di CO2 in Italia e Greenpeace intende ridurre queste emissioni". Non è la prima volta. Il 30 novembre 2008, alla vigilia del vertice di Bali sui cambiamenti climatici, alcuni attivisti di Greenpeace fecero irruzione nella stessa centrale violando il parco carbone, mentre altri si arrampicavano sul gruppo quattro, issando lo striscione: "Number one climate killer". Qualche giorno dopo, il 3 e il 4 novembre, attaccarono a bordo di gommoni quattro navi carboniere, meritando un foglio di via della durata di tre anni dal questore. Provvedimento azzerato qualche giorno dopo dal Tar.

Nessun inciampo per i cento attivisti impegnati sui quattro fronti italiani, tranne che a Brindisi. I responsabili della centrale, secondo quanto denunciato dai dimostranti, avrebbero più volte riazionato il nastro trasportatore, mettendo a repentaglio la sicurezza dei dimostranti, guardati a vista da squadra mobile e digos. Circostanza animosamente negata dall´Enel che sostiene di aver immediatamente bloccato il nastro, malgrado le "perdite economiche e i rischi per l´approvvigionamento elettrico di tutto il paese" causato dallo stop.

Non solo dirigenti. Contro Greenpeace si è levata la voce degli operai di Cerano, che hanno inscenato una contro-protesta con tanto di striscione in replica: "Benvenuti in paradiso". Improvviso black out della memoria operaia, se il paradiso è quello dove un ragazzino di 23 anni rimane monco di una gamba, e un 53enne padre di nove figli muore precipitando in una cisterna, solo per citare due degli incidenti più recenti nella Federico II. Di più, i dipendenti in casco giallo hanno inscenato una coreografia, disegnando con i corpi l´inequivocabile invito: "Go home". Tempi che cambiano. Una volta a casa si mandavano gli yankee.

di Sonia Gioia da Repubblica Bari

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