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domenica 5 luglio 2009

Afghanistan nell'occhio del ciclone

A Lashkargah, nei giorni scorsi, c'era una calma surreale, insolita. Tutti i locali dicevano che era la quiete prima della tempesta. E avevano ragione.
I talebani, che da mesi circondano la capitale di Helmand, sono così vicini che le loro comunicazioni radio interferiscono con quelle cittadine. Nella provincia sono così forti da aver costretto la compagnia telefonica afgana, la Roshan, a spegnere i ripetitori dalle sei di sera fino all'alba per evitare di essere localizzati dai comandi Nato e poter quindi operare senza rischi. Sono così potenti da aver convinto la popolazione locale a non ritirare le tessere elettorali per il voto di agosto, pena il taglio della gola.Quei pochi che sanno che ad agosto si vota hanno decisamente optato per l'astensionismo.
Del resto, da quelle parti nessuno si interessa alla politica: Kabul è lontana e qui, in Helmand, c'è la guerra. Che ogni tanto dà qualche giorno di tregua, ma poi ricomincia, peggio di prima.
L'unica avvisaglia del fatto che qualcosa stava per succedere era stata, nei giorni passati, l'intenso volantinaggio aereo effettuato dalle truppe d'occupazione, con tutta probabilità per informare la popolazione dell'imminente offensiva. Un volantinaggio non sempre innocuo, peraltro. Dopo i volantini, dunque, arriva il ‘Colpo di Spada' - questo il nome dell'offensiva Usa - che si è abbattuto sull'Helmand con una forza che nessuno poteva prevedere.
All'ospedale di Emergency di Lashkargah è tutto pronto per ricevere i civili feriti. Uno è già arrivato martedì sera: è morto prima ancora di essere ricoverato. Ma la previsione dello staff è che ne arriveranno pochi, di feriti. La gente del posto dice che i marines hanno sigillato tutta l'area delle operazioni e quindi sarà difficile che le vittime dell'offensiva riescano a raggiungere il capoluogo.

Rahirmullah Yusufzai è un noto giornalista pachistano, tra i maggiori esperti mondiali di Afghanistan e terrorismo islamico, che segue il conflitto afgano dai tempi della guerra contro i sovietici. E' diventato famoso per essere stato l'ultimo giornalista ad aver intervistato Osama Bin Laden prima dell'11 settembre 2001. "Il consigliere per sicurezza nazionale di Obama, James Jones, solo ieri aveva detto che la guerra non può essere la soluzione del problema afgano" dice Yusufzai. "Subito dopo è stata lanciata un'offensiva militare senza precedenti. Il mio giudizio è che Obama voglia effettivamente cambiare strategia rispetto al passato e iniziare un dialogo con i talebani, ma da una posizione di forza, non da una posizione di debolezza. Inoltre questa operazione in Helmand va letta in relazione alle prossime elezioni di agosto: i talebani controllano tutta la provincia di Helmand eccetto la capitale Lashkargah, quindi oggi come oggi sarebbe impossibile svolgere le elezioni in quella regione. Ciò costituirebbe un grave danno di immagine sia per il governo afgano che per le forze degli Stati Uniti e della Nato".
Ma per i Talebani questa non è la prima grande offensiva a cui far fronte, e a differenza degli Stati Maggiori Usa, gli afghani sono abituati a resistere in armi da circa trent'anni. "Appena sono iniziate le manovre militari dei marines in Helmand, il portavoce talebano, Quari Yussuf Ahmadi, ha dichiarato che loro non sono minimamente spaventati dalle dimensioni di questa offensiva" Conferma Yusufzai. "Gli Stati Uniti hanno fretta di riprendere il controllo di Helmand prima delle elezioni, mentre i talebani sono pronti a combattere fino alla liberazione del loro Paese. Quindi non affronteranno i marines frontalmente, ma si ritireranno, daranno loro il tempo di occupare i distretti contesi e poi inizieranno ad attaccarli secondo le più classiche tattiche di guerriglia: imboscate, attentati, eccetera. Tempo fa un comandante talebano mi ha detto: gli americani hanno l'orologio, ma noi abbiamo il tempo".

Enrico Piovesana
http://it.peacereporter.net/articolo/16529/Afghanistan%2C+nell%27occhio+...

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