HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

giovedì 28 maggio 2009

Vendola: voglio una casa per le sinistre «Io, comunista, dico che è tempo di guardare avanti e non solo ai miti del passato».Critiche a Idv e Pannella


MILANO - «Tutte le sinistre sono oggi fuori dalla scena politica. Bisogna costruire una nuova casa delle sinistre, il nostro popolo ci chiede innovazione. Dobbiamo avere gli occhi rivolti al futuro, non possiamo essere la sinistra dal torcicollo che continua a rivolgersi solo ai miti del passato». Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, candidato alle Europee per Sinistra e Libertà, nel corso della videochat con i lettori di Corriere.it (alle domande a cui non ha potuto rispondere in diretta replicherà dal proprio sito web) insiste molto sulla necessità di costruire un soggetto politico che riempia un vuoto, quello tra un Pd che di sinistra ha sempre meno («basti pensare alla sua idea del mercato del lavoro o della globalizzazione o ai nodi non sciolti su laicità e contratti nazionali») e un blocco comunista «che si richiude in un rifugio fatto di simboli e ritratti del passato, come se fosse in un museo».

L'ADDIO A RIFONDAZIONE - Vendola ha ricordato senza rimpianti la sua fuoriuscita da Rifondazione («ho perso una battaglia interna, volevo l'unità delle sinistre non quella dei comunisti»), ha preso le distanze da un partito a cui ha dato molto «ma che ancora pensa al muro di Berlino» e che non sa accettare il dato di fatto di un comunismo che «quando si è fatto Stato ha usato la menzogna come metodo di governo delle società» e ha insistito sulla necessità di rimettere in discussione i vecchi dogmi anche perché «proprio perché sono comunista ho a cuore la libertà, soprattutto quella delle idee». E ha invitato a guardare ad una nuova sinistra «che prenda in mano ago e filo per ricucire» con il tessuto sociale senza pretendere di «sedersi in cattedra avendo già tutte le risposte». Ne ha anche per l'Italia dei valori e a chi gli chiede perché un elettore di sinistra non dovrebbe votare per Di Pietro risponde: «Semplicemente perché il populismo non è una cosa di sinistra», perché «non abbiamo bisogno di uomini della provvidenza ma di una cultura diffusa» e perché nell'azione politica dell'ex pm «ci sono molti buchi neri», tra cui il no alla commissione per accertare i fatti del G8 di Genova («se si è amanti della giustizia lo si è sempre, anche quando bisogna fare luce su magistrati o forze dell'ordine»). E perfino su Pannella il giudizio è tranchant: «Nella difesa del liberismo e della guerra ha avuto posizioni per me non condivisibili e scandite anche in maniera oltranzistica. Non si può su ogni argomento usare il tono del Savonarola».

PRECARIETA' E AMBIENTE - Quanto ai temi alla base del programma, Vendola ha insistito soprattutto sulle questioni della precarietà del lavoro («una forma di ricatto») e sulla necessità di politiche di tutela e valorizzazione ambientale. A questo proposito, è tornato a rassicurare in particolare i cittadini della «sua» Puglia sull'eventualità che la regione venga scelta come sede per ospitare un impianto nucleare: «Devono presentarsi con le armi, con carroarmati di ultima generazione se solo pensano di poter mettere piede da noi con l'idea di installare una centrale. E' un'idea demenziale quella del nucleare sicuro, una frottola che Berlusconi può raccontare solo a Porta a Porta, perché nessuno al mondo ha mai risolto il problema delle scorie». Dito puntato anche contro opere quali il ponte sullo Stretto, «attenzionato dalla mafia», perché «non si possono volere le piramidi per i nuovi faraoni quando abbiamo ospedali e case dello studente crollano perché realizzati male...».

BERLUSCONI E IL SOGNO - Ma il «faraone» evocato da Vendola è chiaramente Berlusconi e non si può negare che abbia centrato le sue battaglie politiche, soprattutto quella del consenso: «La sinistra ha perso e Berlusconi ha vinto perché ha vinto in primo luogo nella dimensione onirica - ha sottolineato -. Quando ero ragazzo la politica era questione di sogni: un sudamerica senza torture, un sudafrica con Mandela libero... L'incubo era la guerra, una tragedia collettiva. Oggi Berlusconi propone percorsi e sogni individuali: alla precaria dice sposa mio figlio, a tutti dice di non provare a sognare un mondo differente, ma di cavarsela da sè. L'incubo diventato è lo straniero sul pianerottolo. Non si vede la luce alla fine di questo tunnel e Berlusconi e la destra a loro modo sono bravi perché ci danno un bastone simbolico per colpire nel buio».

«IL LAVORO AL CENTRO» - Quale è dunque la possibile via di uscita? Crisi sociale e crisi ambientale sono per Vendola i due fronti su cui sarà chiamata a confrontarsi la sinistra continentale, «due questioni che la destra sta cercando di occultare» e che anzi cerca di affrontare «con un passo marziale, aumentando orario di lavoro, abbattendo ulteriormente tutele sociali e sindacali». Il presidente della Regione Puglia («che non lascerò per un seggio a Strasburgo, la mia è una corsa di testimonianza») propone allora una possibile via: «una grande battaglia per far tornare il lavoro, la sua tutela e la protezione del lavoratore, al centro della scena politica. Deve essere questo il paradigma di un mondo che sa rispettare la vita anche quando si varcano i cancelli di una fabbrica».

intervista dal Corriere Della Sera

Nessun commento:

Posta un commento