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mercoledì 23 febbraio 2011

Di ritorno dall'Algeria - Intervista a Giuliana Sgrena



da GlobalProject
A Padova per un incontro, organizzato dall'AssoPace in collaborazione con il circolo del Manifesto, Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto, di ritorno dall'Algeria racconta cosa sta succedendo nei paesi arabi.

Prima di passare a tratteggiare i dati in comune delle rivolte che si stanno succedendo in tutta l'area del mediterraneo, Giuliana Sgrena si sofferma sull'attuale drammatica situazione in Libia.
"La tolleranza avuta nei confronti di Gheddafi è una responsabilità del governo italiano e dell'Europa, per questo è necessaria la più ampia mobilitazione contro la repressione di questi giorni.
Possiamo chiamare vere rivoluzioni quelle che hanno attraversato Egitto e Tunisia perchè si è trattato dell'avvio di un cambiamento radicale, di cui gli effetti sono in corso.
A partire dall'improvviso scoppio della rivolta in Tunisia è partito un effetto domino che sta continuando anche se in ogni realtà con aspetti particolari. Nessuno di questi paesi si salva, ovunque ci sono le condizioni per ribellarsi. E' come quando cadde il muro di Berlino, i cambiamenti saranno profondi e sono destinati a coinvolgere anche noi, le nostre frontiere.
Si tratta di movimenti spontanei in cui si intrecciano il ruolo di internet e dei social-network con esperienze più strutturate come ad esempio in Tunisia con il ruolo che ha avuto la base sindacale.
Si tratta di movimenti in cui la spontaneità si confronta con la ricerca di nuove forme associative, come nel caso del dibattitto molto duro ed ampio che sta attraversando ad esempio in Algeria il Coordinamento Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia.
Si tratta di rivolte laiche ben diverse dal passato, che saldano rivendicazioni sociali e rivendicazioni politiche. C'è una forte denuncia della necessità della redistribuzione delle ricchezze accumulate e la rabbia per ceti politici e famiglie di potere che hanno accapparrato in maniera corrotto quanto prodotto nei vari stati.
Le risorse di questi paesi sono state sfruttate a vantaggio di pochi, gli accordi siglati con l'Europa per frenare le migrazioni sono serviti solo a garantire la sicurezza delle frontiere, le imprese che si sono installate in loco hanno delocalizzato la produzione per utilizzare mano d'opera a basso costo.
Di fronte all'attuale situazione c'è stata un'assenza totale dell'Europa e questa constatazione è percepita con evidenza. C'è anche una percezione positiva , forse anche illusoria, delle prese di posizione di Obama.
Abbiamo fatto guerre in nome dell'imposizione della democrazia ed ora non sosteniamo dei popoli in lotta per la democrazia: questo dimostra che l'Europa non esiste.
Di fronte ai legami che l'Italia ha con la Libia, con l'Algeria non possiamo essere silenziosi e complici."
Nel rispondere alle domande e agli interventi dal pubblico Giuliana Sgrega ha poi sottolineato come sia necessario mobilitarsi per garantire l'accoglienza e l'apertura delle frontiere per chi intende arrivare in Europa.
Ha poi puntualizzato come sia ovviamente impossibile tracciare con chiarezza totale gli scenari futuri nei singoli paesi, il ruolo che con le rispettive differenze ha giocato e può avere l'esercito, il percorso che si potrà costruire per dare vita a nuovi modelli sociali che non per forza devono rinchiudersi nella scelta di strade già indicate come, ad esempio, molti commentatori individuano nel cosidetto modello turco.
Rispondendo ad una domanda sull'insieme del continente africano, Giuliana Sgrena ha risposto che ancora non possiamo dire quanto quello che sta succedendo peserà sul resto dell'Africa, dove peraltro già stanno crescendo le proteste contro regimi autoritari e corrotti.
"Di certo l'onda che attraversa i paesi arabi si inserisce all'interno della dimensione della crisi globale ed in questo senso il rifiuto della precarietà sociale non solo economica ma della stessa vita, tratteggia anche la vicinanza con la nostra stessa condizione anche in Europa
La forte partecipazioni di giovani e di donne è un tratto comune di quanto sta avvenendo così come l'epoca che si apre ha sancito la fine del "nazionalismo arabo", così come si era strutturato in sistema di potere negli ultimi decenni.
C'è un futuro che si sta costruendo e che ha bisogno del nostro appoggio."
A cura dell'Associazione Ya Basta

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