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mercoledì 28 luglio 2010

P3, indagato Caliendo.Dell'Utri non risponde «Ho imparato a Palermo»


Il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo è indagato dalla Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3. A Caliendo è contestato il reato di violazione della legge Anselmi sulle società segrete. L'iscrizione di Caliendo nelle liste degli indagati è stata decisa secondo quanto si è appreso, oggi dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo al termine di un esame della posizione delle persone che la sera del 23 settembre 2009 si riunirono presso l'abitazione romana di Denis Verdini a Palazzo Pecci Blunt in Piazza dell'Ara Coeli. In base alle intercettazioni telefoniche disposte dal magistrato che per questa vicenda ha ottenuto l'arresto di Flavio Carboni, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino parteciparono a quella riunione i tre arrestati, il senatore Marcello Dell'Utri, Giacomo Caliendo e i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. La loro posizione è ancora all'esame del magistrato perché deve valutare se anche nei loro riguardi debbano essere adottati provvedimenti. Il sottosegretario alla Giustizia era persona informata sui fatti nell'inchiesta sulla P3.

Il sottosegretario è chiamato in causa rispetto in diversi episodi ricostruito nell'ambito dell'ordinanza di custodia che riguarda Flavio Carboni e gli altri. Si parte dalla cena a casa del coordinatore del Pdl, Denis Verdini. Fine della cena, secondo gli inquirenti, come intervenire sul lodo Alfano, nominare Alfonso Marra a presidente della Corte d'Appello di Milano e come procedere per il ricorso presentato in Cassazione dall'ex sottosegretario Nicola Cosentino contro l'ordinanza d'arresto emesso dalla Procura di Napoli. Tra le altre discussioni anche l'ispezione ministeriale, mai avvenuta, che doveva essere inviata contro il collegio della Corte d'Appello di Milano che aveva respinto il ricorso contro l'esclusione dalle regionali della lista del presidente Roberto Formigoni.

Secondo quanto si è appreso, Caliendo dovrebbe venire interrogato entro la fine di questa settimana. «Ho chiesto di essere sentito dai magistrati, sto aspettando», ha detto il sottosegretario uscendo da palazzo Grazioli al termine di un incontro con il premier Silvio Berlusconi. Successivamente, in una nota, il premier ha fatto sapere di esprimere la più ampia solidarietà e rinnovandogli piena fiducia.

Banca d’Italia «Commissariamento per il Credito Coop Fiorentino»
La Banca d’Italia chiede il commissariamento del Credito Cooperativo Fiorentino: «Gravi irregolarità». «In relazione ai risultati degli accertamenti ispettivi di vigilanza condotti presso il Credito Cooperativo Fiorentino - Campi Bisenzio - società cooperativa», riferisce una nota di Bankitalia a proposito dalla banca guidata fino a ieri da Denis Verdini, «la Banca d'Italia, con delibera adottata all'unanimità dal direttorio il 20 luglio u.s., ha proposto al ministro dell'Economia e delle Finanze la sottoposizione dell'azienda alla procedura di amministrazione straordinaria per gravi irregolarità nell'amministrazione e gravi violazioni normative, ai sensi dell'art. 70, comma 1, lett. a), del testo unico bancario».

Marcello Dell'Utri
Il senatore del Pdl Marcello dell'Utri si è invece avvalso della facolta' di non rispondere ai magistrati romani che lo hanno messo sotto inchiesta. «A Palermo 15 anni fa -ha detto dell'Utri- ho parlato 17 ore e sono stato rinviato a giudizio sulla base della mie dichiarazioni. Ho imparato da allora». «È una mia regola fissa -ha dichiarato Marcello dell'Utri uscendo dall'ufficio del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo - non avendo parlato con i procuratori non mi sembra il caso di farlo con la stampa. E' una regola fondamentale per chi è indagato, la consiglio a tutti. Sono un indagato provveduto».

Nei giorni scorsi il senatore del Pdl aveva ricevuto un invito a comparire dalla Procura di Roma. Per i pm romani nel gruppo che faceva capo a Flavio Carboni il ruolo di Marcello Dell'Utri, sotto il profilo politico, sarebbe stato superiore a quello di Denis Verdini.

Intanto, Antonio Di Pietro ha sollecitato i finiani che hanno sollevato la questione morale nel Pdl, a essere «conseguenti» e votare con il centrosinistra una mozione di sfiducia al governo. «Facciano venire meno la fiducia al governo votando una mozione di sfiducia da costruire insieme», ha dichiarato il leader dell'Idv ai cronisti.

«Si mandi a casa il governo con una specifica mozione di sfiducia», ha insistito. «Ci auguriamo che si passi dalle parole ai fatti», ha proseguito, «o si rompe il rapporto con chi si denuncia per la questione morale o si rimane conniventi, cosa ancora più grave». Dunque, i finiani «siano conseguenti e mandino a casa» il governo.

da Indymedia

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