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mercoledì 28 luglio 2010

Il Credito Cooperativo tace su Verdini

di Francesco Maggio
Si definiscono con lo slogan “differenti per forza” ma il loro prolungato silenzio sul caso Verdini le fa sembrare “simili per debolezza” a un’ampia fetta del sistema bancario che, quando le cose non vanno troppo bene, di solito minimizza, disquisisce d’altro oppure, appunto, preferisce tacere.

E dispiace. Perché le BCC-Banche di credito cooperativo (426 banche, 4172 sportelli presenti in 2647 comuni, un milione di soci, 5,5 milioni di clienti, una quota di mercato nazionale superiore al 12 % e oltre 120 miliardi di euro di impieghi che le collocano al quarto posto assoluto nel sistema bancario italiano) e Federcasse, che è la federazione che le raggruppa, si sono conquistate sul campo, passo dopo passo, risultati che ben più blasonati e “incensati” istituti di credito manco si sognano.Con l’ulteriore merito di voler coniugare, mettendolo per iscritto e riuscendovi diffusamente, l’efficienza alla solidarietà: «Il credito
cooperativo» si legge al punto 7 della loro Carta dei valori, «esplica un’ attività imprenditoriale “a responsabilità sociale”, non soltanto finanziaria, ed al servizio dell’economia civile». E al punto 9: «Fedeli allo spirito dei fondatori, i soci credono e aderiscono ad un codice etico fondato sul’onestà, la trasparenza, la responsabilità sociale, l’altruismo».

Inoltre, al comando della cabina di regia per far nascere la Banca del Sud, fortemente voluta da Tremonti, c’è un esponente di primo piano del sistema delle BCC: Augusto dell’Erba, presidente della BCC di Castellana Grotte, presidente della Federazione BCC di Puglia e Basilicata e fino a pochi mesi fa, presidente anche di Iccrea banca, l’istituto centrale delle BCC.

Denis Verdini, oltre che uomo di punta del PDL è anche presidente del Credito cooperativo fiorentino. Se, alla luce di quanto sta emergendo dalle inchieste della magistratura, ragioni di “opportunità politica” spingono alcuni suoi stessi colleghi di partito a immaginarne addirittura le dimissioni da coordinatore del partito perché dal suo mondo bancario di appartenenza non si alza nemmeno una voce? Di qualunque tenore essa sia, anche di solidarietà beninteso, ma comunque una voce? Invece nemmeno una news sul loro sito.

Tre giorni fa sul blog di Dario Di Vico del Corriere della sera c’era un lungo intervento dedicato alle BCC, con ampi virgolettati dei vertici di Federcasse.
Ebbene, l’unico cenno a Verdini lo fa il giornalista con il seguente inciso: «Per la cronaca Denis Verdini presiede da anni il credito cooperativo fiorentino». Se questo è stare sul pezzo, verrebbe da aggiungere…

Su uno dei tanti libri usciti in questi anni per celebrare i (meritati) successi delle BCC c’è n’è uno che si intitola “Conoscere il credito cooperativo”, in cui sono disseminati un po’ ovunque dei box-rubrica intitolati “Dicono di noi”. Per esempio, a pag. 92 viene ripreso un monito del 1950 dell’allora governatore di Bankitalia Donato Menichella rivolto agli amministratori delle banche di credito cooperativo: «Amministratori, ogni giorno vi giocate il vostro nome, il vostro onore, la vostra reputazione».

Forse sarebbe il caso che oggi fossero i vertici delle BCC a dire qualcosa di Verdini.


Verdini lascia la 'sua' banca e va dai Pm. Lungo interrogatorio

Verdini lascia la 'sua' banca e va dai Pm. Lungo interrogatorio Dimissioni "irrevocabili" da presidenza Credito coop. fiorentino Roma, 27 lug. (Apcom) - Denis Verdini, dimessosi dalla 'sua' banca, è andato in procura per essere
interrogato sulla vicenda della cosiddetta 'P3'. "Voglio usare bene questo momento": ha detto l'onorevole Verdini prima di fare il suo ingresso nell'ufficio del procuratore aggiunto della procura di Roma Giancarlo Capaldo.
Il coordinatore del Pdl poche ore prima aveva annunciato "dimissioni irrevocabili" dalla presidenza del Credito Cooperativo Fiorentino per mettere al riparo la banca dalla "tempesta mediatica e giudiziaria" che lo ha coinvolto. Attorno alle 23 erano oltre le 8 ore d'interrogatorio già passate, nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3, nella quale Verdini è indagato per corruzione e violazione della legge Anselmi. L'esponente del Pdl è assistito dagli avvocati Marco Rocchi e Franco Coppi. Le accuse ipotizzate a carico di Verdini riguardano l'appoggio che avrebbe dato al comitato d'affari che faceva riferimento all'imprenditore Flavio Carboni, che nelle scorse settimane è stato arrestato. Le vicende che legano Verdini e il gruppo di Carboni riguardano sia appalti da affidare per gli impianti dell'energia eolica che presunte pressioni su organi della magistratura per orientare il giudizio
della Corte Costituzionale rispetto al Lodo Alfano. Alcuni degli incontri tra Carboni , gli altri aderenti alla presunta P3 sarebbero avvenuti anche nella residenza romana di Verdini.

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