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giovedì 3 giugno 2010

COMUNICATO DEGLI ANARCHICI ISRAELIANI

Anarchici Contro il Muro e la sinistra radicale in Israele manifestano la loro solidarietà a Gaza
Sapevamo che non sarebbe stato bello, ma non potevamo immaginare questa brutalità e insensata violenza. Avevamo fatto i preparativi in queste ultime settimane e, appena venuti a sapere degli orari precisi, ci siamo preparati per le azioni reciproche. Ma la sorpresa, lo sgomento che abbiamo provato quando sono giunte le notizie di questo atto di pirateria nei mari dell'Israele - anzi, in acque internazionali - a circa 150 kilometri dalle coste di Gaza, non si riesce a descrivere. Israele ha fatto del suo "meglio" per evitare un confronto diurno con la Flotilla al largo di Gaza, che avrebbe attirato troppa attenzione da parte dei media. Invece, il vergognoso, triste attacco militare notturno è finito lo stesso sulle prime pagine dei media internazionali ed israeliani. Durante la notte abbiamo ricevuto la triste notizia dei compagni e delle compagne morti e feriti, e si è subito mobilitato la sinistra radicale del paese. Circa 200 militanti - la maggior parte della coalizione per la solidarietà
con Gaza di cui fa parte anche Anarchists Against the Wall - sono confluiti al porto di Ashdod, vicino al punto dove le navi entrano nel porto. Sulle vie che portano alla città, le forze di Stato hanno fatto di tutto per impedire ai militanti di arrivarvi, ma siamo tutti riusciti ad esserci in orario.
Portavamo manifesti e striscioni e per ore abbiamo gridato e cantato. Abbiamo visto alcune delle navi sequestrate arrivare al porto.
La sera, ci sono state tre manifestazioni di massa a Gerusalemme, Haifa e Tel Aviv.
A Tel Aviv, una manifestazione, sorprendentemente ben partecipata, di circa due mila persone è confluita davanti al ministero di guerra.
Presente anche spezzoni della sinstra sionista. Per circa due ore abbiamo espresso il nostro sdegno e la nostra rabbia nei confronti dello Stato d'Israele. Dopo qualche tempo noi anarchici, con bandiere rossonere e tamburi, ci siamo ritirati da una parte, da dove abbiamo continuato a
cantare i nostri slogan non diluiti.
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio relazioni internazionali

da Indymedia

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