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sabato 1 maggio 2010

FAUSTO AMODEI - CANTACRONACHE - IL GIORNO DELL'EGUAGLIANZA



FAUSTO AMODEI - CANTACRONACHE - IL GIORNO DELL'EGUAGLIANZA

Ci sveglieremo un mattino
diverso da tanti
e sentiremo un silenzio
mai prima ascoltato,
spalancheremo finestre
e persiane, esitanti,
ci accorgeremo che il mondo,
quel giorno, è cambiato.

E sentiremo che quella
mattina è venuta,
che porterà sulla terra
una vita migliore,
che il giorno prima si è chiuso,
a nostra insaputa,
un tempo triste che non
rivedremo mai più.

Da quel mattino in poi
sapremo finalmente
che ciascuno di noi
è uguale all'altra gente.

Ciascuno, tutt'a un tratto,
sarà così capace
di dirsi soddisfatto
e viversene in pace.

Sapremo tutti, da quella
mattina in avanti,
e penseremo lo stesso
di noi e di tutti,
d'essere, in fondo, degli ottimi
stinchi di santi,
e, nello stesso momento,
dei bei farabutti.

Non ci sarà più nessuno
che spinga la gente
ad "obbedire, combattere e
credere" in lui,
e che prometta un Impero
a chi fa l'obbediente
ed un Inferno a chi, invece,
gli dice di no.

Così, d'allora in poi,
non sarem più costretti
a giocare agli eroi,
ai reprobi e agli eletti.

'Sto mondo, che ora è pieno
di oppressi e di oppressori,
'sto mondo farà a meno
di vinti e vincitori.

Non ci saranno più martiri,
boia e tiranni,
saremo tutti un po' santi
ed un po' peccatori;
non ci sarà più, per molte
migliaia di anni,
gente che voglia atteggiarsi
a nostri tutori.

Scompariranno i soldati
ed i generali,
scompariranno scomuniche,
preti e censori,
diventeremo un pianeta
di esseri uguali
dove ciascuno ha rispetto
degli altri e di sé.

Per essere beati,
per vivere contenti,
non saremo obbligati
a sentirci potenti.

Saremo alfine onesti
senza essere scaltri,
senza che si calpesti
la libertà degli altri.

Quel giorno, non lontano,
faremo un girotondo
per le piazze del mondo,
tenendoci per mano.

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