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sabato 17 aprile 2010

Io Fini non lo capisco


L’ex fascista Gianfranco Fini è probabilmente l’unico esponente di punta del vecchio Msi che prese sul serio la cosiddetta “Svolta di Fiuggi”, che pensò cioè che l’abbandono dell’eredità del ventennio fosse qualcosa di più di un’operazione di immagine che aprisse la corsa alle cadreghe ministeriali resa possibile dalla “discesa in campo” di Berlusconi.

Se escludiamo la destra storica post-cavouriana che tenne in mano — e bene — le redini della nazione negli anni successivi all’unificazione, l’Italia non ha mai avuto un decente pensiero politico conservatore (e la stessa destra storica era espressione di una piccola elite resa egemone dai meccanismi censitari della legge elettorale). Dopo di allora il gioco di ogni destra italiana è stato quello di compiacere una retrivo mondo rurale di piccoli proprietari terrieri baciapile, e più tardi una piccola borghesia gretta e livorosa che non perdonava alla sinistra il costante complesso di inferiorità in cui la costringeva a vivere. Il conservatorismo Tory degli inglesi in Italia vive solo sotto forma di macchietta in tizi come Francesco Cossiga.

L’ex fascista Gianfranco Fini è probabilmente l’unico esponente di punta del vecchio Msi che prese sul serio la cosiddetta “Svolta di Fiuggi”, che pensò cioè che l’abbandono dell’eredità del ventennio fosse qualcosa di più di un’operazione di immagine che aprisse la corsa alle cadreghe ministeriali resa possibile dalla “discesa in campo” di Berlusconi.

Ed è per questo che oggi giudica inaccettabile l’involuzione di una destra stretta tra l’eversione istituzionale di Berlusconi, che vuole definitivamente tutelarsi dall’evenienza di essere associato alle patrie galere, e la guida ideologica di un partito xenofobo che vede le sue migliori chance di affermazione nel logoramento di ogni tessuto di civiltà del nostro paese.

Tutto bello. Tutto giusto. Ma Fini che carte ha in mano? Vorrebbe essere lui l’alternativa al duo Bossi-Berlusconi? Pensa che per le sue virtù politiche la destra italiana che lui aspira a dirigere possa recuperare il filo di decenza, onestà e serietà definitivamente spezzatosi con la crisi della destra storica post-cavourriana?

Gli elettori di destra sono oggi persone che, al di fuori della ristretta cerchia dei legami familiari e di lavoro, hanno come unica finestra sul mondo la televisione, e la televisione, pubblica e privata, dai tempi del “decreto bulgaro” ce l’ha in mano Berlusconi. Come pensa Fini di mettersi in sintonia con questa gente, che in fondo è assai di bocca buona e ha mostrato finora di trovarsi bene con Bossi e Berlusconi?

da Indymedia

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