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mercoledì 7 aprile 2010

I Legionari di Cristo fondati da un pedofilo


Nessuno ricorda le disavventure pedofile dei Legionari di Cristo, ma qualche giorno fa, con discrezione rispettata dal silenzio dai media italiani, unica eccezione, il “Fatto quotidiano”, i Legionari hanno chiesto perdono.

di Tatiana Fabbrizio - RCA
E i commenti sulle ombre di questa “macchina da guerra” sono fioriti su giornali e tv delle due americhe e della Spagna.
Coinvolge una congregazione che ha potere, capitali e influenza in frenetica espansione: 80 sacerdoti, 2.500 seminaristi con sedi in diversi parti del mondo.


Il fondatore Marcial Maciel era pedofilo e pederasta e ha vissuto una doppia vita, una da sacerdote cattolico e quella di uomo orribile che approfittava dei ragazzi in seminario. Le rivelazioni si moltiplicarono, anche la Chiesa dovette ammettere gli sbagli, tanto che Papa Wojitla gli impedì di celebrare la messa, ma Maciel poteva contare su un grande potere economico, tanto che un canale messicano che aveva raccolto le testimonianze sull’infanzia rubata dei seminaristi torturati venne asfissiato da un blocco della pubblicità e fu costretto a chiudere.

Lui morì a fine secolo a 87 anni, ma per un tempo troppo lungo era riuscito salvare il potere nonostante tutto aggregando politici e soldi. Un seminarista , sette anni fa aggiunse che soldi e politica riguardano anche altre chiese dell’America Latina. E non solo.

Tra arrestati, indagati e condannati sono circa 130 i casi di sacerdoti italiani coinvolti in reati legati alla pedofilia e venuti alla ribalta delle cronache , soprattutto locali, negli ultimi due anni.
Da Bolzano a Trapani, nelle città così come nei piccoli borghi, le procure italiane si sono ritrovate spesso a dover intraprendere indagini in cui erano coinvolti ecclesiastici. Un dato allarmante se si tiene conto che quello che è emerso è solo la punta di un iceberg. Molti casi rimangono sommersi e non hanno un eco mediatica e molte vittime poi sono riluttanti ad uscire allo scoperto, spesso dei fatti non ne parlano nemmeno ai familiari.

Inoltre il Vaticano in Italia ha lavorato alacremente con i vescovi per nascondere i casi, rispetto all’estero, semplicemente perché il contatto era più vicino e la chiesa molto potente in Italia.

La dinamica degli abusi è sempre la stessa, vittime tutti maschi e al di sotto dei 14 anni, ragazzi che frequentano i locali della parrocchia, vengono attirati in altre stanze dove vengono costretti a soddisfare i desideri del sacerdote in cambio di piccole somme o capi d’abbigliamento. Nel corso del processo sono stati ripetutamente chiamati in causa Monsignor Carlo Galli di Legnano, il vescovo Gino Reali di Roma, come prelati che sapevano da anni dei fatti senza prendere alcuna posizione concreta.

Anche quando i sacerdoti sono stati arresati in flagranza di reato, le Curie sono sempre rimaste fedeli alla difesa dei loro parroci come nel caso di Don Marco Cerullo, arrestato nelle campagne tra Villa Literno e Casal di Principe nel dicembre del 2007, mentre era in macchina con un bambino di 11 anni e lo costringeva ad un rapporto orale.

da Indymedia

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