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giovedì 28 gennaio 2010

Ti ricordi di chi è morto e vive dietro a un Muro?


di Doriana Goracci
Inizio dall’Italia e da Francesco Mastrogiovanni, maestro anarchico, morto su un letto di contenzione dopo 80 ore di TSO e non perchè lo diciamo tra amici ma perchè 14, tra i 19 indagati medici e infermieri coinvolti nel “caso estivo“, sono stati interdetti dalla professione per ordinanza del Gip, al punto che “Per mancanza di personale è stata disposta la chiusura del reparto di psichiatria del San Luca di Vallo della Lucania “.E questa è la conferenza stampa prima di apprendere la notizia della chiusura del reparto suddetto.



Per leggere l’articolo – comprensivo dei link delle pagine di Sud Sostenibile, Il Mattino e Cronache Salerno potete leggere quanto scritto sul blog dove troverete Natale Adornetto, che si batte affinchè la vita di nessuno sia Senza Futuro . Anche lui, come chi scrive questo articolo,è un membro del Comitato verità e giustizia per Francesco Mastrogiovanni, così i parenti e gli amici tutti, chi ci da notizie…contro il Muro del Silenzio e dell’omertà sui crimini del potere,le vittime della ragione di Stato.

Dopo le celebrazioni per la Memoria dei deportati nei campi di concentramento, doverose, ho sentito io altrettanto doveroso ricordare quanti ancora vivono dietro le Mura, non solo di un Carcere, un Cie,un reparto di psichiatria ma in un ghetto disumano e confinati dalla violenza, di chi in passato l’ha subita atrocemente, la persecuzione e l’emarginazione.Solo un Muro è crollato, quello di Berlino.

Mi riferisco al popolo palestinese e ai quei ragazzi israeliani, Refusnik,ai giovani attivisti, agli Anarchici Contro il Muro,in inglese Anarchists Against the Wall, che ancora tentano di far sapere e girano nel mondo come dei Cantastorie disperati ed ostinati: il 28 gennaio a Roma si potrà ascoltare la testimonianza di Ronnie Barkan, attivista israeliano anarchico contro il muro, a Corso Italia 25 alle 17. Uno dei sempre troppo pochi che lotta per quei morti e vivi siano essi zingari, omosessuali, malati di mente, militanti comunisti e socialisti, anarchici, sindacalisti, dissidenti politici,vagabondi,bambini detenuti, donne e genocidi, attivisti…



Sono voci rare, e a mio avviso non meno preziose, che osano e lottano per non scordare. Ci invitano a guardare la realtà, fatta di persone e non Merci su un Treno, senza futuro: per la Libertà, senza confine, in direzione contraria ai Fatti Globali.

Non deve ripetersi mai più ? Per due motivi, il primo per come vanno le cose, il secondo per cambiarle perchè “la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio” . Lo scrisse Agostino di Ippona, e il concetto viene e venne ribadito da tanti,sempre troppo pochi, anche da un italiano come Pier Paolo Pasolini che “noi abbiamo una vera missione, in questa spaventosa miseria italiana, una missione non di potenza o di ricchezza, ma di educazione, di civiltà”.

Ritroviamoci nella Casa del Grande Rifiuto: Non fare e Non dire è aiutare ad uccidere, anche la Memoria.Detto tra Donne e Uomini, e As-Soldati: non c’è la Fortuna dietro l’angolo ma la Guerra, la Mafia, anche tra noi.Ti ricordi?



“In un “treno”, ci sono i conducenti, i controllori. Metaforicamente, ci sono pure i co-piloti. E oltre che metaforicamente, ci sono eufemisticamente gli stewart e le hostess. Ci sono anche gli addetti alle pulizie, i facchini e i guardiani. Il treno c’è chi lo visita, sale e scende e se ne va. Sul treno c’è pure chi si fa un bel viaggio. Oltre a tutte queste persone, la rimanenza della popolazione la si può suddividere in due categorie. Ci sono le persone fortunate, quelle che in nessun modo avranno mai un contatto e un incontro coi treni, e ciò sia per casualità da parte di chi è ignaro e sia per volontà di chi sa e proprio per questo si mantiene il più possibile lontano dai treni. I più sfortunati sono quelli che capitano sulla traiettoria del treno, difatti l’incontro in realtà è uno scontro, un impatto violentissimo. E si sa bene quali siano gli effetti e le conseguenze dell’impatto fra una persona e un treno. Dopo l’impatto, le persone vengono ammassate, stipate e trasportate e sbattute in ogni luogo. Il treno in questione, è la psichiatria, tutto il suo armamentario e tutte quelle brave e belle persone che operano e gravitano nel campo della psichiatria. Per questo motivo chi viene psichiatrizzato, chi cade nei tentacoli della piovra psichiatrica, diviene un Senza Futuro. La ragione quindi dell’aver creato questo blog, è da un lato il vitale invito a tenersi lontani dai treni, e dall’altro un cercare di svegliare le coscienze nella speranza che quante più persone si attivino per far sì che tante cose vengano mitigate e scompaiano.”

dal Blog Senza Futuro



da Reset-Italia

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