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venerdì 8 gennaio 2010

Per il Sudan si apre un anno decisivo

Le organizzazioni non governative e gli osservatori internazionali hanno lanciato un appello per il Sudan che entrerà in un anno difficile, con le elezioni nazionali ad aprile e un referendum sull’autonomia delle regioni meridionali previsto per il gennaio del 2011. “Tutti temono che lo spettro del conflitto possa tornare a farsi realtà”, scrive il Mail&Guardian.

“Questo nervosismo è comprensibile”, afferma Simon Tisdall sul Guardian. “Il ricordo del conflitto durato 21 anni tra nord e sud, in cui sono morte due milioni di persone, è ancora fresco. L’accordo di pace, firmato nel 2005, tra il governo e il Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm) ha significato la fine della guerra e la costituzione di un governo di unità nazionale. Ma molte delle questioni che avrebbero dovuto essere risolte sono ancora sul tavolo”, continua Tisdall.

La principale preoccupazione delle ong è che la violenza possa scoppiare proprio in vista delle elezioni e del referendum e che possa aumentare l’instabilità nel paese. “C’è un rischio di guerra civile”, ha detto Maya Mailer, un consigliere di Oxfam che vive a Juba autrice dello studio Rescuing the peace in Southern Sudan pubblicato insieme ad altre dieci ong.

“Non è tardi per evitare la crisi”, ha detto la rappresentate di Oxfam, che ha chiesto ai governi occidentali di stanziare dei fondi consistenti per fare fronte ai problemi delle regioni meridionali del Sudan, come la povertà, la crisi alimentare, la mancanza d’infrastrutture e di prospettive di sviluppo. “Obiettivi che il governo non è riuscito a risolvere dal 2005 a oggi. Prima del referendum è necessario garantire più sicurezza per i civili e accesso ai beni di prima necessità”, spiega il Guardian.

da Internazionale

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