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lunedì 7 dicembre 2009

Parma, ritrovati i quadri di Tanzi

Le Fiamme Gialle hanno sequestrato 19 tele per un valore di 100 milioni di euro
Opere di Van Gogh, Picasso, Modiglioni, Cezanne, Monet, De Nittis e Ligabue


di STEFANIA PARMEGGIANI

PARMA - I capolavori d'arte che Calisto Tanzi, ex patron della Parmalat, ha sempre negato di possedere, sono stati ritrovati dalla Guardia di Finanza. I militari del nucleo tributario di Bologna hanno sequestrato a Parma, in tre cantine e soffitte, 19quadri per un valore superiore a 100 milioni di euro. Tra le diciannove tele rinvenute vi sono opere di Van Gogh, Picasso, Modiglioni, Cezanne, Monet, De Nittis e anche il celebre autoritratto di Ligabue.

Le indagini. Le indagini hanno subito un'accelerata dopo il servizio di Report (Rai Tre) che aveva mandato in onda l'intervista a una ex guardia del corpo del cavaliere. L'uomo aveva assistito ai preparativi per la partenza dei quadri nel 2003. "Abbiamo pensato - afferma il procuratore di Parma Gerardo Laguardia - che qualcuno si fosse messo in agitazione. Abbiamo monitorato le persone e messo sotto controllo i telefoni. Abbiamo così scoperto in breve che la trattativa per la vendita era in fase avanzata e siamo arrivati al genero di Calisto Tanzi". Messo davanti ai fatti Stefano Strini, sposato con la figlia Laura, ha confessato e ha fatto ritrovare i quadri.

Gli indagati. Al momento risultano iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di ricettazione solo Stefano Strini e una seconda persona della quale non sono state rese note le generalità. Nulla da contestare, almeno per il momento, alle persone che custodivano, forse ignare del loro valore, in cantina o in soffitta le opere d'arte.

La vendita. Il genero di Calisto Tanzi, secondo la ricostruzione degli inquirenti, era in contatto con un uomo d'affari russo che frequenta Forte dei Marmi. Il magnate doveva acquistare "La scogliera di Pourville" di Monet per 10 milioni di euro, ma quando Rai Tre ha trasmesso l'intervista alla ex guardia del corpo, si è sentito il fiato sul collo. I telefoni hanno cominciato a squillare e grazie alle intercettazioni il capolavoro è stato ritrovato. Insieme al Monet, tra la polvere delle cantine, sono state ritrovate anche le altre tele.

da LaRepubblica

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