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sabato 19 dicembre 2009

Copenaghen COP15, astrofisico italiano ancora in carcere

Trieste I ricercatori e i docenti dell’Università di Trieste si mobilitano a favore della liberazione del collega Luca Tornatore. I due appelli presenti in rete hanno già superato i 400 firmatari. Tra le prime a firmare Margherita Hack, docente emerita dell’Ateneo triestino.

Il ricercatore del Dipartimento di Fisica di Trieste è stato arrestato nella notte tra il 14 e il 15 dicembre durante gli scontri in occasione del vertice mondiale sul clima di Copenaghen.

“Rischia di stare in carcere fino a metà gennaio – ha spiegato Daniele Andreozzi, un suo collega ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche, aggiungendo –ho avuto modo di conoscerlo durante gli ultimi incontri di noi ricercatori, quando si discuteva della crisi dell’università italiana, e sebbene, talvolta, le sue posizioni fossero diverse dalle mie, sono convinto della sua innocenza”.
Tanti i messaggi di solidarietà arrivati da piazzale Europa, sede dell’Ateneo cittadino. Non da ultimo quello del Rettore dell’Università di Trieste, Francesco Peroni, che ha scritto all’Ambasciatore di Danimarca a Roma, Gunnar Ortman.
Peroni definisce Tornatore “persona impegnata politicamente e civilmente”. “Tale impegno, a quanto risulta dalla mia esperienza – prosegue il Rettore- si è sempre manifestato con modalità rispettose delle regole democratiche. La notizia dell’arresto, inviata per conoscenza anche al Ministero degli Esteri, sta destando viva impressione tra coloro che operano e studiano in questo Ateneo”.

Tra i più attivi c’è il collega e compagno di stanza di Luca, Pierluigi Monaco che, insieme ad altri ricercatori, ha lanciato un appello su internet, firmato da oltre 300 persone. “Ora – informa lo stesso Pierluigi – la prima raccolta di firme è conclusa. Ma vi prego di mandare le vostre email a freelucatornatore@gmail.com, vi contatteremo al più presto”. “Luca conferma la sua totale estraneità ai fatti”, sottolinea ancora Pierluigi Monaco.

Gira tra la rete e tra i tavoli accademici e non, anche un altro appello. Ha come prima firmataria niente meno che Margherita Hack. E conta ormai più di 100 adesioni di persone legate al mondo universitario ma anche di normali cittadini.

Oltre al presidio davanti al consolato danese a Trieste, alle dimostrazioni di solidarietà e ai due appelli, il gruppo parlamentare dei verdi avrebbe già avanzato due interrogazioni parlamentari sul caso dell’arresto del ricercatore. Un partito danese, invece, ha offerto a Tornatore una degna copertura legale per il processo in programma il 12 gennaio.

Fatto sta che ad oggi non è ancora chiara la dinamica dei fatti.
Da un lato c’è chi, come Il Piccolo on line, afferma che Luca Tornatore è stato incriminato da tre agenti per il lancio di una molotov.
Dall’altro chi, come il suo collega Pierluigi Monaco, ritiene che la dinamica del suo arresto “sia un po’ diversa da quello che è trapelato dal lancio dell’ansa” e spiega come queste manifestazioni sono state caratterizzate “da arresti preventivi”.
A tale proposito Naomi Klein, famosa autrice di “No Logo, Economia globale e Nuova contestazione”, ha riportato la sua esperienza di quanto successo il 14 dicembre su un articolo apparso su L’Espresso .
A detta della Klein ci sarebbe stata una reazione esagerata della Politi che “ha preso a pretesto un piccolo vetro andato in frantumi per mettere dentro quasi un migliaio di persone, centinaia delle quali oltretutto sono state ammassate tutte insieme, costrette a restarsene sedute per ore sul marciapiedi gelido, con i polsi legati e in qualche caso anche le caviglie”.
Certo è che, anche dai video caricati da globalproject.info, il clima di Copenhagen sembra tutt’altro che quello della “città della speranza”, Hopehagen, nome con cui il centro cittadino era stato ribbattezzato in occasione del vertice sul clima. Mentre la speranza di Luca Tornatore di passare il Natale tra Trieste e Mestre, si affievolisce ogni ora di più.

(ANSA)- TRIESTE, 18 DIC - Luca Tornatore, il ricercatore italiano in carcere a Copenaghen,fermato dalla polizia dopo gli scontri,ringrazia per la mobilitazione. Si e' detto ''semplicemente senza parole'' per la forza dell'appello per la sua liberazione, ha riferito a Trieste la sua compagna, Federica Vedova, che ieri e' riuscita a parlargli al telefono.''Sta bene - ha spiegato- e ieri gli hanno portato un pacco con dei libri e della carta per scrivere. La sua reazione e' positiva''.

Per chi volesse mettersi in contatto con Luca, riesta la possibilità di inviare cartoline, telegrammi e lettere alla casella postale del carcere:

Vestre Fængsel Kirke, Vigerslev Allé 1, 2450, København Ø, Danmark

qui i gruppi di sostegno
http://www.facebook.com/group.php?gid=206529773226
http://www.facebook.com/group.php?gid=205296253660

da Indymedia

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