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sabato 28 novembre 2009

Valigie clandestine

Karim Metref, nato in Algeria nel 1967, è formatore in educazione e giornalista.

Da qualche giorno uno strano gruppo composto da artisti di provenienza diversa si aggira per le piazze di Torino. Un gruppo che non si è nemmeno dato un nome e che va in giro a proporre un gioco intitolato “Caccia il clandestino”.

Contrariamente a quello che può far pensare il titolo, è una protesta artistica e ludica contro il razzismo. “Il clandestino è la non-persona”, dice Mirza Sokolija, un membro del gruppo. “È il senza-diritti per eccellenza. Ma in realtà, c’è una forte spinta all’emarginazione che trascina sempre più persone verso quella sfera di non-diritto. L’obiettivo è quello di parlare della perdita di senso dei diritti”.


Al Balun, il mercato delle pulci di Torino, questi artisti hanno chiesto ad alcune persone di raccontare le loro storie di “clandestinità”. Le hanno fotografate e hanno registrato i racconti. Poi hanno raccolto i ritratti e le registrazioni in una grande valigia di cartone.

C’è il cassintegrato che teme che la crisi non finirà mai, il pensionato che non sa come arrivare a fine mese, il ragazzo che non riesce a immaginare il suo futuro, il richiedente asilo che non sa se la sua domanda sarà accettata. Oppure chi la pensa diversamente in un mondo sempre più omologato.

I ritratti vengono appesi su un muro. I passanti sono invitati a guardare i volti e a indovinare chi è il clandestino. Ogni ritratto corrisponde a una traccia audio che racconta la storia della persona fotografata. È un gioco dove si vince quasi sempre, perché la maggior parte delle storie comincia così: “Io sono clandestino perché…”. Il premio è un santino con il ritratto del “clandestino” scelto.

In largo Saluzzo, a San Salvario, di fronte alla sede storica della Lega nord, hanno giocato centinaia di persone che sono andate a visitare la fiera artistica Paratissima. Hanno scoperto che in fin dei conti siamo tutti sempre più clandestini. Ora il gruppo non vede l’ora di essere invitato in giro per l’Italia a raccogliere altre storie e a far giocare altre persone. Karim Metref

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